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Autore: Rain of Truth    23/06/2014    2 recensioni
Dream High School. La scuola dei sogni. Shadow, studente solitario, ma con un grande talento per le materie musicali, un giorno incontrerà una ragazza solitaria come lui, con cui vivrà le gioie e le tristezze, fino a diventare la sua migliore amica. E forse anche anche di più.
Salve a tutti! L'ispirazione di questa storia mi è venuta mentre dormivo...... -_-. Coooomunque. Se sarà accettata positivamente dalla critica XD, la continuerò. La coppia principale sarà la Shadaze.
Grazie e buona lettura!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Sega. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Shadow the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Shadow
 
Dream High School. Scuola dei sogni. È così che la chiamavamo. Dove ciascuno va per esaudire i propri sogni. Quei desideri vani, che probabilmente non esaudiremo mai, ma ci rimane la scintilla della speranza. Oppure ci andiamo per sfuggire agli incubi. Quelli che infestano la nostra vita, quelli che non appaiono solo mentre dormiamo. Quelli reali.  È per questo che sono qui.
La Dream High School, era tante cose. Una scuola, un dormitorio, un rifugio. Era la nostra casa. Studiavamo e materie classiche, quelle meno importanti per noi, e in più  musica, danza, canto. Per esaudire i nostri sogni. Mai nome, fu più azzeccato per una scuola.  Era anche una specie di orfanotrofio. Chi veniva qui, non aveva bisogno dell’autorizzazione dei parenti per iscriversi. Perché è una scuola per ragazzi con problemi in famiglia. Non che la cosa mi importasse. Io avevo già i miei problemi senza pensare anche a quelli degli altri.
I miei due ‘’amici’’, se così li si può chiamare, e (purtroppo) compagni di stanza, erano un riccio iper-agitato di colore blu, chiamato Sonic, e un riccio decisamente più tranquillo, color avorio. Si chiamava Silver.
La vita nella nostra scuola scorreva tranquillamente. Voti  eccellenti in musica, e pessimi in danza. Si faceva di tutto per non pensare al proprio passato. Il mio, per esempio, non era dei più semplici. Mio padre uccise mia madre durante una litigata, dopo aver preso a sua solita dose di droga. Non lo sbatterono in prigione.
Strinsi i denti al solo pensiero, mentre cercavo di accordare la chitarra di Sonic. Un rumore secco, mi distolse dai miei pensieri.
-Hei Shadow!- mi chiamò una voce calma e connessa. Mi voltai, per vedermi davanti il riccio avorio.
-Cosa vuoi?- chiesi con il mio solito tono svogliato. Si ruppe una corda della chitarra, producendo un suono simile ad un pigolio strozzato. –Ah, merda.- bafugliai.
-Ci sono delle ragazze fuori della porta, che ti reclamano.-   Bene, ci mancavano solo le ragazzine arrapate.
-Mandale via. Ho da fare.-  lui deglutì.
- Lo sai che mi ammazzeranno, e tu me lo dici con così tanta indifferenza?- disse con fare teatrale.
Iniziai ad innervosirmi. – Senti -  iniziai a dire – Hai più paura che ti uccidano loro, o che lo faccia io?- dissi lanciando uno dei miei sguardi assassini. Lui abbassò le orecchie e uscì svelto dalla porta. Mi alzai, per prendere una nuova corda, che speravo non facesse la brutta fine di quella precedente. Guardai fuori dalla finestra. La pioggia cadeva costante, abbattendosi sugli alberi. Il vento ricreava rumori potenti, quasi inquietanti. Appoggiai la chitarra sul tavolino affianco a me, e mi diressi verso il mio letto.
Mi ci buttai sopra con un tonfo,sbuffando, mettendomi le mani dietro la testa spinosa. Il petto, con il mio ciuffo di pelliccia bianco, si alzava e abbassava ritmicamente. Un tuono potente fece tremare le finestre. Per la luce che c’è fuori, potevano essere sia le quattro di notte, sia mezzanotte. Non si vedeva assolutamente niente. Ripensai agli allenamenti di calcio di Sonic, che dovevano svolgersi proprio quel giorno. Speravo vivamente che non sporcasse di fango tutta la stanza, o giuro che questa volta gliela avrei fatta pulire a suon di calci.  Un flebile sorriso mi apparve sulle labbra. Il dolce calore del sonno iniziò ad accogliermi, mentre mi assopivo. Un ultima sensazione mi colpì, prima che i miei sensi andassero a fare le valigie. La sensazione che quell’anno, sarebbe stato il più strano di tutti.


Note d'autore: Ciao a tutti! Spero che la storia non vi abbia fatto vomitare. Se piacerà abbastanza la continuerò. Grazie ancora per il vostro tempo!
 
  
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