Attenzione: questa é una versione riveduta e corretta di “Problemi per Kagome”.
GLI EFFETTI DELL'AMORE
Era una bella giornata di sole e, come al solito,
Inuyasha era andato ad assillare Kagome. Uscito dal pozzo si diresse verso casa
e aprì la porta. In apparenza, sembrava che non ci fosse nessuno. Allora
Inuyasha salì le scale, andò alla camera di Kagome e aprì la porta. Lei
indossava solo un reggiseno e delle mutande e guardò pietrificata
Inuyasha.
Kagome: A cuccia!!!!
Lei prese al volo una coperta e si
coprì.
Inu: Ma sei pazza?
Kagome: Sei tu lo stupido! Non ti hanno ancora
insegnato a bussare?
Inu: Non capisco il perché di tutto questo...
Kagome:
Fuori!!!! Villano che non sei altro!
La ragazza, con una mano teneva la
coperta mentre con l'altra cominciò a lanciare una serie di oggetti addosso al
povero Inuyasha e quando lui fu fuori dalla sua stanza, lei finì l'opera con un
altro “a cuccia”.
Inu: Ahiomamma che dolore...
Kagome: Così la prossima
volta impari.
Lei chiuse la porta e si diresse verso l'armadio per decidere
cosa mettere. Tzk, quel ragazzo non aveva idea di cosa volesse dire usare le
buone maniere. Cioé, lei era stata tremendamente in imbarazzo nel trovarsi
davanti a lui con solo la biancheria intima...
- Basta ciondolare, e
sbrigati a vestirti- si disse Kagome. Si tolse di dosso la coperta e, siccome
doveva partire per l'epoca Sengoku, optò per degli abiti comodi. Si mise dei
jeans marroni e un semplice maglioncino verde con lo scollo a V.
Quando uscì
dalla cameretta, vide Inuyasha intento a massaggiarsi la faccia, ancora
dolorante.
Kagome: Ti sei fatto male?
Inu: Secondo te?
Kagome: Oh,
avanti. Infondo é colpa tua. Se tu avessi bussato, non saresti finito a
cuccia...
Il ragazzo era di nuovo finito con la faccia a terra e si era
rialzato guardandola con occhi omicidi.
Kagome: Ops, scusa.
I due, che
fino a quel momento erano stati sul pianerottolo davanti alla porta della camera
di Kagome, scesero le scale per salutare la famiglia di lei.
Aruka: Ciao
ragazzi.
Kagome: Ciao. Senti, Sota e il nonno sono in casa?
Aruka: No,
sono andati a pesca. Perché?
Kagome: Peccato, volevo salutarli prima di
ripartire.
Aruka: Ma come, ve ne andate di già?
Inu: Si, se vogliamo
completare la sfera dei quattro spiriti.
Aruka: Beh, quando é così, mi
rassegnerò a vedervi poco.
Kagome abbracciò sua madre e partì con Inuyasha
alla volta del vecchio pozzo. Mancava così poco per completare la sfera... un
solo frammento che nessuno riusciva a rintracciare. Neanche Naraku.
Uscirono
dal pozzo e andarono al villaggio di Kaede, dove trovarono tutti gli
altri.
Miroku: Divina Kagome, siete tornata.
Sango: Ehi, Kagome, come
stai?
Kagome: Bene, grazie.
Inu: Basta con i convenevoli. Sbrighiamoci a
partire che abbiamo già perso troppo tempo.
Con la scusa che doveva parlare
con Sango, Kagome non salì sulla schiena di Inuyasha, ma andò in groppa a
Kirara. Non sapeva nemmeno lei perché, ma all'improvviso l'idea di viaggiare
sulla schiena di Inuyasha la metteva non poco a disagio.
Sango era
perplessa, ma decise che finché la sua amica non avesse parlato, avrebbe
rispettato il suo silenzio.
Viaggiarono tutto il giorno, purtroppo senza
risultati e si videro costretti ad accamparsi per la notte.
Come al solito,
Inuyasha salì su un ramo dell'albero più alto per dormire, mentre gli altri si
coricavano nei loro sacchi a pelo.
La notte passò in fretta per lasciare
posto alla mattina. Inuyasha svegliò tutti quanti molto presto e, tra le
proteste generali, partirono. Stranamente, Kagome era ancora in groppa a Kirara.
I ragazzi cominciavano a chiedersi cosa stesse succedendo.
Miroku: Come mai
la divina Kagome non viaggia più sulla tua schiena? Non é che le hai fatto
qualcosa?
Inu: Ma figurati! Cosa ne posso sapere di quello che passa in testa
a quella pazza?
Nonostante i suoi discorsi però, anche lui cominciava a
chiedersi il perché dello strano comportamento di lei e scoprì con sorpresa che
il peso di Kagome sulla schiena gli mancava.
Ma cosa andava a pensare! Che
scherzi può fare la stanchezza...
Si fermarono in un villaggio chiamato
“Mimitashi”, dove poterono mangiare qualcosa e riposarsi. Kagome, nel frattempo,
aveva deciso di fare una passeggiata e a lei si era unita Sango. Andarono nel
bosco e incontrarono una vecchia conoscenza di Kagome: il demone Royakan, colui
che rigurgitava lupi.
Sango si stava preparando a combatterlo, quando l'amica
le spiegò che lui era un demone buono(infatti, quando tanto tempo prima li aveva
aggrediti era sotto l'influsso di un frammento inquinato di sfera).
Royakan
disse alle due ragazze che qualche giorno prima aveva percepito una forte aura
maligna allontanarsi in direzione del monte Hakurei e che sicuramente si
trattava di Naraku.
Che avesse trovato l'ultimo frammento della sfera? Ma
perché Kagome non riusciva a sentirlo?
Un improvviso pensiero la colpì:
quello che cercavano non era affatto l'ultimo frammento. Oltre a quello, in
circolazione c'era il pezzetto di sfera che teneva in vita Kohaku. Si
voltò verso Sango, e la sua faccia triste le disse che anche lei pensava alla
stessa cosa.
Kagome: Non preoccuparti, Inuyasha non permetterà che tuo
fratello venga ucciso.
Sango: Si, lo so. Però vorrei lo stesso strapparlo
dalle grinfie di Naraku, vorrei aiutarlo a recuperare la memoria e a ricordarsi
di me...
Kagome: Vedrai che andrà tutto bene.
Sango: Speriamo.
Kagome:
Ehm, Sango? Se ti dico una cosa, mi giuri che rimarrà fra noi?
Sango: Certo,
cosa c'é?
Kagome: Ecco, io non capisco cosa mi succede. Quando guardo
Inuyasha mi sento... come dire... leggera e il cuore comincia a fare le
capriole. Poi, se mi parla arrossisco senza motivo. Cosa significa tutto
questo?
Sango: Ma é semplice amica mia. Sei innamorata!
Kagome: IO? No,
non é possibile. Non posso essere innamorata di Inuyasha.
Sango: Credimi, i
sintomi sono proprio quelli.
Le due, essendosi quasi fatto buio, decisero di
tornare al villaggio. Intanto, Kagome rifletteva. Poteva essersi presa una
sbandata per un ragazzo che fino a poco tempo prima sopportava a malapena? Il
cervello le diceva di no, ma il cuore... al solo pensiero di Inuyasha sobbalzava
e accelerava i battiti. Si, senza dubbio poteva dire di amare quel ragazzo ma
sapeva che era però un grosso problema. Lui, infatti spasimava ancora per Kikyo
e lei amava lui. Non poteva certo competere con quella donna. L'amore che li
legava, infatti, era sopravvissuto persino alla morte.
Perciò, si fece
coraggio e si disse che sarebbe riuscita a reprimere i suoi sentimenti. Sarebbe
stata dura, però!
Una volta al villaggio, Inuyasha la chiamò.
Inu: Ehi,
Kagome. Puoi venire un secondo?
Kagome: I-inuyasha, cosa c'é?
Inu:
Avvicinati...
La ragazza si avvicinò e si sentì subito avvampare. Quando fu
abbastanza vicina a lui, il ragazzo le parlò in un orecchio.
Inu: Stanotte
resteremo qui. Sai, é una notte di luna nuova...
Lei, ormai si stava
sciogliendo.
Inu: Inoltre, volevo chiederti perché mi stai
evitando.
Kagome: Io non ti sto evitando, ti sbagli.
Intanto, si stavano
lentamente e inesorabilmente avvicinando l'uno all'altra. Ancora poco e le loro
labbra si sarebbero potute sfiorare, ma...
Miroku: Ehi, Inuyasha potresti
venire un atti... ops, scusatemi...
Kagome approfittò della distrazione di
Inuyasha per scappare nella capanna dalla quale si era affacciato il monaco.
Santo cielo, cosa stava per fare? Aveva quasi baciato un ragazzo che non
l'amava. Ma aveva forse lasciato il cervello a casa?
Intanto,
fuori...
Miroku: Inuyasha...
Inu: Ah, stà zitto bonzo. Ma proprio adesso
dovevi arrivare?
Miroku: Ti ho già chiesto scusa, che altro vuoi?
Inu:
Tsk, niente. Proprio niente.
Detto questo, con le sue ormai sembianze da
umano si allontanò verso il bosco, sebbene il monaco gli avesse urlato dietro
che non era per nulla prudente.
Naturalmente l'altro non lo ascoltò e si
allontanò a grandi passi.
Miroku entrò nella capanna e vide che Kagome si era
già addormentata.
Sango: Ma cosa é successo?
Miroku: Non te lo ha
detto?
Sango: No. Appena é entrata si é subito fiondata nel suo sacco a telo,
o come si chiama e adesso dorme. Sembrava sconvolta, e siccome non ha parlato
chiedo a te.
Miroku: Ho combinato un casino. Quando mi sono affacciato per
chiamare Inuyasha e parlargli di quello che vi ha detto Royakan, devo averli
interrotti...
Sango: Vuoi dire che... loro si stavano baciando?
Miroku:
Non proprio, ma stavano per farlo.
Sango: Credo di aver capito qual é il
problema.
Miroku: Cioé?
Sango: Naturalmente é solo una mia intuizione, ma
deve essere per forza così... non c'é altra spiegazione.
Miroku: Ti dispiace
allora rendere partecipe anche me della tua intuizione? Ti informo che ancora
non ho la facoltà di leggere nel pensiero...
Sango: Ma che simpatico...
comunque, credo che Kagome, pur essendo molto innamorata di Inuyasha, abbia
paura.
Miroku: E di cosa?
Sango: Non ci arrivi? Santo cielo, sapevo che
gli uomini hanno un cervello ristretto, ma così é troppo... ha paura di avere
una delusione. Dopotutto, lui ama ancora Kikyo... Hai capito?
Miroku: Si, ho
capito. Certo che sono due casi senza speranza...
Sango: In che
senso?
Miroku: Mentre tu e la divina Kagome eravate andate a passeggiare,
Inuyasha (strano ma vero) mi ha parlato. Ha detto di sentire la mancanza della
sua vicinanza e del suo corpo sulla sua schiena.
Sango: In poche parole,
anche lui é innamorato di lei.
Miroku: Già, sembra proprio così.
Sango:
Vorrei aiutarli...
Miroku: Non c'é bisogno. Vedrai che si chiariranno da
soli.
Sango: Si, forse hai ragione... ehi!
Sciaff!
Una “graziosa”
stampa rossa si dipinse sulla faccia del monaco.
Miroku: Ahia! Non ti sembra
di aver esagerato?
Sango: Te la sei cercata. Tu e i tuoi modi da
pervertito!
Dopo il solito e abituale battibecco, anche loro due si misero a
dormire.
Poco dopo, anche Inuyasha tornò alla capanna che gli abitanti del
villaggio avevano messo loro a disposizione. Non si era allontanato molto,
sapeva che era pericoloso, ma voleva fare chiarezza nei suoi pensieri: insomma,
lui aveva sempre sostenuto che il suo odore fosse sgradevole e che non potesse
minimamente essere paragonata a Kikyo. Invece, da qualche tempo provava strane
sensazioni che non riusciva ad interpretare. Quando la vedeva gli tremavano le
ginocchia, e ogni volta che viaggiavano non vedeva l'ora di avere il corpo di
Kagome appoggiato al suo. Da ultima, c'era l'immagine della ragazza in
biancheria intima che continuava a tormentarlo.
Si era persino abbassato a
chiedere consiglio al bonzo per interpretare quelle sensazioni, e lui gli aveva
detto che quelli erano i sintomi dell'amore.
In un primo momento, aveva riso.
Lui, un mezzo demone innamorato? Era impossibile.
Ma Miroku, gli aveva aperto
gli occhi. “Non é del tutto assurdo. In fondo, tu ti sei già innamorato una
volta della divina Kikyo, perché non potresti esserti innamorato di
nuovo?”
Quelle parole lo avevano fatto riflettere. Il monaco non aveva del
tutto torto, ma ora doveva fare luce su un fatto in particolare: doveva capire
se l'amore che aveva capito di provare era per Kagome in quanto Kagome o
per la sua straordinaria somiglianza con Kikyo.
Per farlo, però, aveva
bisogno di stare un po' solo. Siccome era l'alba, e i suoi poteri da demone
erano tornati, decise di allontanarsi. Sarebbe andato in un posto di cui nessuno
sapeva l'esistenza, il suo rifugio segreto.
Quando anche il resto del gruppo
si fu svegliato, videro un biglietto sul tavolo. Diceva così: “ Ho bisogno di
riflettere su un paio di cose. Non starò via molto, nel frattempo approfittatene
per riposarvi. Voi umani siete talmente deboli...
A presto, Inuyasha.”
La
cosa era alquanto strana.
Kagome: Ma che storia é questa?
Sango: Cosa vuoi
dire?
Kagome: Inuyasha non sa scrivere. Non capisco...
Miroku: Non c'é
niente di strano, non preoccupatevi. Inuyasha mi ha svegliato poco prima
dell'alba per scrivere questo biglietto. Mi ha detto che aveva bisogno di stare
un po' da solo, ma non chiedetemi dov'é perché proprio non lo so.
Kagome
sospirò afflitta. Che se ne fosse andato per colpa sua? Forse non sopportava più
la sua somiglianza con Kikyo e aveva preferito allontanarsi per un po'?
Certo
che era così, sennò quale altro motivo avrebbe potuto spingere Inuyasha a
andarsene trascurando perfino la ricerca di Naraku?
Onde evitare di avere
inutili sofferenze, decise di tornare al di là del pozzo. Almeno avrebbe potuto
studiare un po'.
Fece per andare a preparare la sua roba, quando il bonzo la
fermò.
Miroku: Cosa fate, divina Kagome?
Kagome: Ho deciso di tornare nel
mio mondo.
Miroku: Volete che vi accompagni al pozzo?
Kagome: Vi
ringrazio, signor Miroku, ma non é necessario.
Miroku: Allora, che dirvi se
non arrivederci, divina Kagome.
Kagome: Arrivederci, monaco miroku.
La
ragazza entrò nella capanna per salutare Sango, la quale le fece giustamente
notare che non sarebbe mai riuscita a raggiungere il pozzo a piedi; quindi la
esortò a portare con sé la piccola Kirara.
Kagome la ringraziò e, preso il
suo immancabile zaino giallo, salì in groppa alla volpe dirigendosi al passaggio
temporale.
Una volta arrivata, scese da Kirara.
Kagome: Grazie del
passaggio. La prossima volta che torno ti porterò del tonno, ti piace
vero?
L'animale ruggì in segno di ringraziamento e si alzò di nuovo in
volo.
La ragazza, invece, si tuffò nel pozzo e in men che non si dica fu di
nuovo a casa sua.
Sota: Sorella, sei già di ritorno?
Kagome: Si, non si
vede? Dove sono la mamma e il nonno?
Sota: Sono andati a fare rifornimento di
amuleti anti-demone. Tu invece sei tornata per studiare?
Kagome: Certo che
si. Andrò a scuola e...
Sota: Non credo che ti convenga. Il nonno ha detto
che hai la gotta e la tendinite, e che devi stare ferma. Pensa che ieri hai pure
avuto visite, ma la mamma ha detto che dormivi...
Kagome: Non importa nulla,
io a scuola ci vado lo stesso!
- Ma chi gliela fa fare. Io pagherei per poter
saltare un giorno di scuola, e lei... bah, valle a capire le donne.- pensò
Sota.
Intanto, sua sorella si fiondò in cameretta dove si spogliò per poi
andare a farsi un bel bagno rilassante. Ormai era tardi per andare a scuola, ma
non sarebbe stata certo con le mani in mano. Se si fosse tuffata a capofitto
nello studio non avrebbe avuto tempo per pensare ad Inuyasha.
Intanto, il
suddetto mezzo demone era seduto in riva ad un piccolo laghetto sulla cui
superficie si rifletteva il meraviglioso azzurro del cielo e gli alberi dai
quali era circondato.
- Assurdo, io dovrei pensare ad inseguire Naraku.
Dovrebbe essere il mio unico pensiero, ma adesso.. non riesco a pensare ad altro
che a Kagome e al suo sorriso. Non so come ho fatto ad essere così cieco, a non
capire che in realtà é lei che voglio... - pensò lui. Gli era bastato starle
lontano qualche ora per capire i suoi sentimenti.
Si alzò e a grandi balzi
arrivò al villaggio Mimitashi. Purtroppo, la persona che lui cercava non c'era
più.
Si fiondò al pozzo e vi si buttò dentro. Si diresse a casa e, senza
complimenti, spalancò la porta.
Sota: Fratellone! Sei venuto qui anche
tu?
Inu: Si.. ehi, é in casa tua sorella?
Sota: Certo, é in camera sua.
Vuoi che te la vada a chiamare, o vai tu?
Inu: No, no. Credo che l'aspetterò
qui.- disse memore dall'ultima volta che era entrato nella stanza della
ragazza.
Inuyasha non era un gran chiacchierone, perciò seguirono parecchi
minuti carichi di silenzio. Dopo un po', Sota si decise a parlare.
Sota: Come
mai sei venuto?
Inu: Devo parlare con tua sorella.
Sota: E di
cosa?
Inu: Beh...
In quel momento, una voce arrivò dalle scale
preannunciando l'arrivo di Kagome.
Kagome: Sota, con chi stai parlando?
Le
parole le morirono in gola, quando vide che seduto sul divano del suo salotto
c'era Inuyasha. Il ragazzo si avvicinò a lei. Il fratellino della ragazza,
intuendo la situazione, si defilò.
Kagome: Perché sei qui?
Inu: Ti devo
parlare. Innanzi tutto, voglio sapere perché te ne sei andata.
Kagome: Io?
Guarda che fino a prova contraria sei tu quello che se ne é andato.
Inu: Io
avevo solo bisogno di riflettere. Volevo stare un po' da solo, non riuscivo a
non pensare all'altra sera...
Lei arrossì all'istante.
Kagome: C-come? A-a
cosa ti riferisci?
Inu: Lo sai benissimo. Mi riferivo a quando stavamo per
baciarci...
Intanto, lui le si avvicinò.
Kagome: Che fai?
Le stava
accarezzando teneramente una guancia.
Inu: Kagome, ti sembrerà prematuro...
ma io mi sono reso conto di amarti...
Kagome: Inuyasha, io...
Inu:
Lasciami finire, per favore. Non so come sia accaduto, ma mi sono innamorato di
te e non voglio più lasciarti. Se riusciremo mai a completare la sfera,
diventerò un umano e ti sposerò. Cosa ne dici?
Kagome: Non é vero. Tu non mi
ami, tu in realtà quando mi guardi vedi Kikyo. Non dire cose che non sono vere,
per favore...
Inuyasha non resistette più e la baciò. Fu un bacio pieno pieno
di amore e di passione che minacciò, per la sua intensità, di far uscire il
cuore dal petto di Kagome.
Si staccarono solo quando i loro polmoni
reclamarono il bisogno di ossigeno.
Inu: Adesso ci credi che ti amo?
Lei
arrossì e mormorò un imbarazzato “si” prima di baciarlo di nuovo.
In quel
momento entrarono il nonno e la mamma di Kagome che, chissà perché, non
sembravano sorpresi dal vedere quella scena.
Kagome: Inuyasha, io ti amo così
come sei e non occorre che tu ti trasformi in umano per me.
Inu: Oh, Kagome!
Sei l'unica, a parte mia madre, che mi ami per quello che sono, ma sei l'unica
in assoluto che mi ha fatto rinunciare all'idea di diventare un demone completo.
Ti amo, e ti amerò per sempre.
Kagome era felice come non mai, e non le
importava quanto tempo ci avessero messo per recuperare quell'ultimo frammento
di sfera. L'unica cosa che le importava era essere riuscita a conquistare
l'amore che bramava di avere.
Se pensava a quando lo aveva conosciuto, le
veniva in mente un mezzo demone scontroso e irascibile. Invece, quello che ora
aveva di fronte era un mezzo demone dal carattere completamente cambiato. Com'é
possibile che questo sentimento abbia un potere così grande? E chi lo sa, gli
effetti dell'amore sono infiniti!
****Fine****
Allora, come detto all'inizio, questa é una versione
“leggermente” riveduta e corretta di “Problemi per Kagome”. Grazie alle critiche
di KaDe e makiolina ho capito che avevo scritto delle cavolate allucinanti, e
spero vivamente che questa fic sia migliore della prima. Ringrazio in anticipo
chi avrà la pazienza di leggerla e recensirla, vi prego solo di essere buoni,
dopotutto sono alle prime armi.
Baci, Kikyo90.