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Autore: lasognatricenerd    23/06/2014    1 recensioni
Will è appena morto, e Jem ne risente particolarmente.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, Theresa Gray
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Will non era più il mio parabatai da tempo, da quando io ero diventato un Fratello Silente. Nonostante fossi oramai lontano da quella vita, mi mancava da impazzire. Il calore di Tessa. L'adrenalina in battaglia. Le rune. Will.
I sorrisi di Will.
Le battute di Will.
Gli abbracci di Will.
Will. Will. Will.
Era morto. Cristo santo, era morto davvero. Sapevo che sarebbe successo, alla fin fine, nonostante fosse un cacciatore, era comunque umano.
Non era immortale come me, Magnus o Tessa. A volte mi chiedevo a cosa contasse l'immortalitá dopo la perdita del proprio cuore.
Lui lo era e lo era sempre stato.
Non eravamo più parabatai, le nostre anime non erano più legate, non ci sentivamo più.
Ma lo avevo sentito come se una lama mi trafiggesse il cuore. Ero caduto a terra, piangente.
Avevo urlato come avrebbe fatto qualsiasi altro essere umano. Per metá lo ero se così potevo definirmi. Infatti ero debole, molto debole, e alcune rune che gli stessi fratelli silenti usavano, su di me erano impossibili.
Molti erano accorsi verso la mai figura ma era come se il mondo mi fosse crollato addosso. Avevo sentito come se un grosso masso mi fosse caduto sulla schiena, facendomi barcollare a terra, sulle ginocchia.
Il dolore, poi, era impossibile da paragonare a qualsiasi altro. Non era solo qualcosa di fisico, ma lavorava molto sulla parte psicologica, quella più importante.
Una parte del mio cuore se n'era andata con lui. Continuavo a chiedermi perché vivevo. Quale fosse il mio scopo adesso che non c'era più nessuno.
L'unica cosa a portarmi avanti, nella vita, era il mio incontro annuale con Tessa. Basta. Nient'altro che questo.
Mi facevo forza per lei, anche se forse non si accorgeva di quello che passavo. Ero cambiato molto, non ero più il Jem che aveva conosciuto molto tempo prima.
Sapevo reprimere i sentimenti, le opinioni, gli sguardi e tutto ciò che avrebbe potuto farle capire che stavo malissimo.
- Non sei venuto al funerale di Will.. -
Avrei voluto sbraitarle contro per un millesimo di secondo, poi ripresi il mio controllo, quello che mi aveva caratterizzato da sempre. 
- Lo so. -
Non ne avevo avuto la forza. Non potevo vedere la mia metà di cuore giacere in una tomba. In una ricca tomba, certo, ma sempre morta. Non potevo accettare il fatto che non avrei più rivisto quegli occhi blu e vispi. Che non avrei più sentito quella voce maliziosa quando si trattava di andare in battaglia. Quella voce di sfida ogni volta che parlava con qualcuno che non gli andava molto a genio.
E Tessa avrebbe dovuto capire più di tutti ed, in ogni caso, non pensavo fosse un rimprovero. Forse voleva solo farmi capire che per me, lei c'era e che non dovevo nasconderle nulla.
Ma il dolore che provavo dalla sua morte era troppo forte, ed il vuoto che mi portavo dietro era incolmabile. Seriamente. Chiusi gli occhi odorando l'aria che si poteva respirare sul ponte.
Will. Solo quel nome mi aveva sempre mandato fuori di testa. Fin da subito.
Avevo imparato ad amarlo come nessuno aveva fatto, come nessuno avrebbe mai potuto fare. Sapevo che, dietro a quel comportamento, si nascondeva qualcosa che non poteva velare a tutti noi.
Solo io potevo capirlo. Lo conoscevo. Era il mio parabatai e mai aveva smesso di esserlo. Mai. Avevamo fatto tante cose insieme, che era vietato fare.

Giusto qualche volte le nostre labbra avevano fatto tratti troppo lunghi sul corpo dell’altro, ma mai nessuno era venuto a saperlo perché era giusto che fosse così.
Troppe volte ci eravamo scambiati parole d’amore profondo, parole che nessuno avrebbe mai potuto capire.
Entrambi sapevamo che non era giusto, perché il giuramento dei parabatai lo vietava severamente. Ma a volte era davvero impossibile fermarsi.
E lui, probabilmente, non era la metà del mio cuore, ma era il mio cuore, per intero. Ed ora che se n’era andato, io non avevo più modo di vivere, ne di respirare.
Mi sembrava di essere in una bolla, da solo, isolato, senza che nessuno potesse sentirmi ed io non facevo niente per far avvenire il contrario.
Preferivo rimanere in silenzio, pensando al dolore che mi aleggiava in tutto il corpo, pensando a come avrei potuto riempire il vuoto che il mio migliore amico mi aveva lasciato.
La mia anima gemella.
Il mio parabatai.
Lui.
Will.
Ave atque vale, William Herondale.
   
 
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