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Autore: vivoditristan    23/06/2014    1 recensioni
Lexi, una diciassettenne con un passato tormentato. I suoi unici amici erano distanti da lei, e aveva un bellissimo rapporto con il fratello, Cameron. A Cameron confidava tutto, e confidò la sua cotta per Justin Bieber, un ragazzo della sua scuola. Un giorno lui si accorge di lei, e per puro caso, si incontrano ad una festa grazie a due loro amici, Jack e Joe.
Buona lettura,
-Chiara.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1- Loverstruck;

Era stanca, stanca di tutto e tutti. Lexi non sopportava più nulla. A diciassette anni era arrivata su un punto di non ritorno. Impossibile,vero? Eppure era così. Non ce la faceva più. Andava a letto con una sensazione di vuoto che se la mangiava, inghiottiva spesso le lacrime. Non voleva crollare, eppure dentro cadeva a pezzi. L’unica cosa che voleva era essere felice, ma non ci riusciva mai. Tutti i suoi sogni in frantumi; una cotta per un ragazzo, che aveva dall’inizio del liceo. Lei non glielo aveva mai detto. Lo vedeva felice, con le altre, ma lei lo voleva per se. Il ragazzo si chiamava Justin. Aveva diciotto anni, venne bocciato una volta e se lo ritrovò in classe, al primo anno. I capelli castano chiaro, tirati all’insù anche se qualche volta, li abbassava in un ciuffo; occhi color castano tendenti al miele se erano al sole. Un sorriso che.. che ve lo dico a fare, Lexi si innamorò proprio del sorriso, che la faceva stare bene. Era pieno di amici, a differenza di lei. lei non aveva nessuno. Se non il suo fratello maggiore, Cameron. Gli voleva un bene dell’anima, come lui ne voleva a lei. Cameron aveva venti anni, due più di lei. la consolava quando era triste. Era quel tipo di ragazzo, che nonostante Lexi sorridesse le leggeva gli occhi. “Che hai fatto Lex?” le chiedeva. E lei scoppiava a piangere. Si tuffava nelle braccia del fratello e lo stringeva. Era la sua ancora. Lex aveva i capelli rosso scuro, ma era nata con i capelli neri, che spuntavano dall’attaccatura. Aveva un piccolo neo sotto l’occhio destro. Era bellissima, ma non per lei. si vedeva brutta, non accettata. Si disprezzava.
Un giorno, Lexi era sdraiata a letto, con le cuffiette nelle orecchie; gli occhi chiusi.
Cameron bussò ed entrò. “hey?” Lexi scosse la testa e si girò. “Cam.” “Posso?” Lexi annuì e si mise seduta sul letto. Cameron fece lo stesso.
“Come stai?” “bene.” Rispose d’impulso. “lo sai che a me non freghi.” Lexi sbuffò. “Come stai?” “Così.” “in che senso?” chiese Cameron.
“Un giorno sto bene, un giorno vorrei sbattere la testa al muro.” “Perché?“ “Lo sai benissimo il perché. Non mi sento accettata; mi piace un ragazzo che neanche sa della mia esistenza.” “Chi? Bieber?” Lexi annuì.
“Ah, sorellina.” Le accarezzò la guancia. “Perché ti sei fissata con quel ragazzo?” “Cameron, non lo so.” “Lo so io, è l’amore.” Lexi sorrise.
“Come posso fare?” “E’ in classe tua no?” Lexi annuì. “E allora parlaci, inventati qualcosa, rovesciagli qualcosa in faccia!” Lexi rise. “Che c’è?” “Cam, ti rendi conto di quello che hai detto?” e continuò a ridere, dondolandosi sul letto. “Okay, comunque. Ci proverò.” “Bene. Ma ricorda: sorriso e spavalderia.” Le pizzicò il naso e l’abbracciò. “Chi ha un fratello come il mio?” Cameron rise. “Mi ti invidiano tutti.” “beh, sono bello, che posso farci?” Lexi lo colpì con il cuscino. e risero.
 
**
Lexi stava uscendo di casa, con lo zaino in spalla. Stava per uscire.
“Aspetta Lex!” disse Cameron rincorrendola. “Si?” chiese voltandosi. “Ricorda, sorriso e spavalderia.” Le baciò la guancia. “Ora vai.” Lexi sorrise e lo salutò con la mano.
Ci mise più del previsto ad arrivare a scuola. L’autobus non si muoveva. Infatti arrivò in ritardo.
“Lexi.” La chiamò il professore di matematica. “Scusi per il ritardo, ma c’era traffico e..” “Non c’è tempo per le scuse. C’è un banco libero accanto a Justin. Vai lì.” Lexi deglutì e respirò profondamente. ‘sorriso e spavalderia.’
Andò a sedersi accanto al ragazzo, cercando di essere il più tranquilla possibile. Sbuffando, si mise seduta. “Continuiamo la lezione. Allora..” Lexi non lo ascoltava. Odiava la scuola, ma la matematica non le andava giù. Stava con la testa appoggiata alla mano e fissava il professore, facendo finta di ascoltare.
“hey.” Lexi si voltò. Justin. Fece un cenno con la testa. “io non le sopporto, le sue lezioni.” “neanche io.” “piacere, Justi-“ “So chi sei, stai in classe con me dal primo liceo.” “oh..” “comunque, piacere Lexi.” Sorrise, e Justin ricambiò il sorriso.
“Come mai ti sei accorto della mia esistenza, dopo quasi tre anni?” Justin si grattò la nuca.
“Beh, potrei dire lo stesso di te.. sei stata in disparte” “ho i miei problemi.” “Ce li ho anche io.” Lexi rise sarcasticamente. “Un ragazzo come te? Che ha dei problemi?” “Sì.”
Lexi si girò verso il professore. “E poi chi ti dice che io non mi sia mai accorto di te?” chiese Justin dopo un po’.
“beh, non hai spiccicato parola per tanto, tanto tempo.” “neanche tu hai aiutato però.” “te l’ho detto, ho i miei problemi.” “Del tipo?” il professore tossì e li guardò. poi tornò al suo discorso.
“del tipo?” ripeté Justin a bassa voce. “non vengo a parlare dei miei problemi con te.” Lexi scosse la testa e tornò a fissare il vuoto. “Beh, io ho la paura che non sia accettato.” Lexi sgranò gli occhi. “tutta la scuola ti vorrebbe e tu ti preoccupi di questo? Qui, quella che non è accettata sono io.” “E chi te lo dice che tutti non ti accettino?” “Io.” “magari se ti conosco meglio riesco ad accettarti, che ne sai.” Suonò la campanella, Lexi si preparò per uscire. Si avviò verso l’uscita della classe, per poi andare alla lezione di storia.
 
**
Dopo sei ore di scuola, Lexi stava per addormentarsi sul banco. Suonò la campanella, e si avviò verso l’uscita. La raggiunse Justin. “Che fai domani sera?” “Uhm, sto a casa.” “A fare cosa?” “Sei uno stalker?” “No.” “Allora non ti dovrebbe interessare. Ci vediamo domani.” Justin fece un cenno con la testa sorridendo. Lexi, si precipitò da suo fratello, che la stava aspettando nel parcheggio della scuola. Gli corse incontro e lo abbracciò.
“Com’è andata?” “La sorte è a mio favore” disse ridendo. “Menomale.” Le sorrise.
“Sali in macchina.” Lexi lo fece. “Dove andiamo?” chiese Lexi. “A casa, magari?” “Volevo il gelato.” Disse Lexi ridendo.
“Stasera i Duncan fanno una festa.” “I Duncan, o i gemelli?” “I gemelli,” disse ridendo Cameron. “I genitori stanno alle Hawaii.” “Okay, e quindi?” “Niente, ti chiedevo se volevi venire.” Lexi ci pensò.
“Sì, dai, perché no.” “Perfetto allora.” Cameron sorrise, lo sguardo fisso sulla strada. “A che ora è?”
“La festa? Alle nove, e credo continuerà per tutta la sera.” “Okay..e dov’è?” “due chilometri da qui.”  “bene.” Sorrise.
 
Arrivarono a casa, e verso le otto Lexi corse subito a vedere cosa poteva mettersi. Decise di indossare una maglietta rossa, e dei leggins neri, con delle ballerine nere.
Si sistemò i capelli in una coda, e si truccò con l’eye-liner nero.
Scese e andò in macchina dal fratello. Mancavano pochi isolati alla casa dei Duncan, ma Cameron era teso.
“Cam, cos’hai?” “Nulla.” “Cameron” “Okay, ci stanno dei tipi che non mi piacciono.” “Oh..beh non ti faranno del male no?” Cameron si sforzò di sorridere. “No.”
Mentiva. Ma era bravo a mentire. Alcuni ragazzi erano come governati dal male. Se Cameron tornava a casa con qualche livido, era a causa loro. Cameron era bello, dolce, gentile; era invidiato da tutti, quindi era il primo che veniva preso di mira.
Scesero dall’auto e andarono nella casa. C’era la musica, e Lexi cercava la sorella dei gemelli, Delia. Appena la trovò le corse incontro abbracciandola.
Cameron cercò i gemelli, ma non riusciva a trovarli.
Invece venne trovato da quei ragazzi. “Dallas.” Cameron deglutì. “Buonasera.” “Vedo che ti sei portato dietro la sorellina. Carina..” “Lei lasciala stare proprio.”
“Non devi darci qualcosa?” “Cosa?” “oh dai, come se non lo sai.” “Siete pazzi.” “No, non lo siamo.”
Cameron continuava a guardare la sua sorellina, sperando che non le facessero del male. Anche loro la guardavano. “Bella la ragazza.” Uno del gruppo si strofinò le mani. “Tu lei non la tocchi, proprio.” “E se lo facessimo?” “Provateci e giuro che vi ammazzo.” “pf, come se ci riuscissi Dallas.”
“Lasciatelo stare.” I gemelli arrivarono, fortunatamente. “Via, sparite.” Se ne andarono.
“Grazie per avermi salvato la vita, ragazzi.” Jack e Joe erano Gemelli, quasi identici. Erano molto amici con Cameron e Lexi, da quando erano bambini.
“Tu stasera stai appiccicato a noi,fratello.” Disse Jack ridendo


Angolo scrittrice:
Sono Chiara, sono nuova su EFP. Spero vi sia piaciuto il primo capitolo della mia FF. Recensite, e ditemi se vi è piaciuto!
baci,
Chiara.

   
 
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