Era suonata la campanella che indicava la fine delle lezioni.
Come mio solito uscii dall'aula con già le cuffiette con la musica a tutto volume nelle orecchie.
Fuori faceva caldo,molto caldo.
Nel tragitto verso a casa decisi di fermarmi al parco.
Era appena arrivata la primavera e si vedeva:gli alberi verdi,i primi fiorellini sul prato verde e pulito.
C'era qualche bambino con lo zaino ancora sulle spalle che correva per il prato,sorridevano e si divertivano.
Trovai una panchin libera e mi ci sedetti,restando ad osservare i visi angelichi di quei bimbi così innocenti e all'oscuro di ció che avevano davanti.
Una vita.
Alcuni di loro l'avrebbero affrontata con spensieratezza,arrivando in cima senza alcuno sforzo.
Altri,invece,avrebbero dovuto lottare per riuscire ad arrivare in alto.
Avrebbero dovuto imparare da soli a cavarsela,senza qualcuno che gli terrà la mano.
Qualcuno di loro sarebbe caduto,autoconvoncendosi che non ce l'avrebbero fatta,altri si sarebbero alzati,con il cuore a pezzi,l'anima in fiamme e i demoni dentro.
Qualcuno perderà la strada ed infine anche se stesso,qualcuno si accontenterà di prendere una strada qualsiasi e sarà lui a renderla perfetta.
Qualcuno cercherà aiuto,altri urleranno in silenzio e non verranno mai sentiti e si frantumeranno.
Perchè in fondo è tutto ció che succede veramente.
Lo noto negli adolescenti,lo noto in me stessa.
Adesso,sono in un periodo di black-out,non so cosa sta succedendo e cosa sta diventando.
Mi alzai dalla panchina e con mille pensieri che mi bruciavano nella testa tornai a casa.