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Autore: Tully_    23/06/2014    2 recensioni
Differenza tra il Light che scriveva i nomi sul Death Note, consapevole di essere Kira e di conseguenza il Dio della Giustizia incontrastato nel Mondo e quello stesso Light che muore implorando di vivere.
-Morte del manga-
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota: "Kira Deus Vici Canti" è il testo di Low of Solipsism, una delle mie OST preferite di Death Note. 






L’unico rumore che si ode, ora, nella triste penombra della camera dello studente più brillante di tutto il Giappone è lo struscio della penna a sfera su un piccolo quaderno a righe dalla copertina color della notte. Un sorriso soddisfatto campeggia sul viso pallido del ragazzo mentre continua a scrivere, imperturbabile, gli occhi che passano dal foglio tempestato di nomi e cognomi scritti in una grafia molto elegante ma decifrabile da chiunque al piccolo televisore sulla scrivania.



| Kira |

Un altro nome.
Un altro ancora.
E’ possibile fermarsi, arrestarsi?
No, la Giustizia continua imperterrita nel suo lavoro.
La feccia del Mondo scomparirà.
Pagherà per tutto il male che ha fatto, insudiciando l’Umanità.
Pagheranno.
Se lo meritano.
Pagheranno tutti.
Grazie a me, Kira.
Sono io.



| Deus |

Io sono il Dio del nuovo mondo.
Sono io.
Incarno la Giustizia, chi si oppone a me è soggiogato dal male.
E va eliminato.
Io potrò farlo, solo io porterò a termine la mia opera e regnerò incontrastato.
Non ci sarà nessun altro.
Ho ricevuto il mio potere direttamente dal Cielo perché ero da sempre il predestinato.
Sento una musica rimbombare nella mia testa,
composta da archi e non si arresta, è fluente, veloce, non si lascia interrompere da alcuno.
Sono io.



| Vici |

Hai perso, L!
Non puoi più rispondermi dalla terra che ora è riversata sul tuo corpo, vero?
Non avrò più rivali, perché saranno intimoriti dalla mia potenza.
I criminali ora tremano, sentono la morte che alita gravemente sul loro collo
scosso da tremori
e si tengono stretti il loro nome.
Vivano nell’agonia, fino al giorno del giudizio!
Non verranno risparmiati per le loro malefatte.
Il loro cuore si fermerà con tale naturalezza che, negli ultimi momenti vitali,
immagineranno che qualche Dio dall’alto abbia voluto il loro decesso.
Quel Dio sono io. 


| Canti |



[…]



Una pozza di sangue dove sta immerso un umano devastato dai colpi di pistola.
Che fine degradante per il Dio della Giustizia, per Kira.

«Ryuk! Ma certo, Ryuk! Scrivi tu i nomi di questa gente sul tuo quaderno!
Muoviti, Ryuk, scrivili!»

Rantoli soffocati che non vengono uditi, parole pronunciate quasi con disperazione,
da un povero umano per il quale si può provare pena e compassione.
Tiene alla sua vita, dopotutto, anche se si è divertito a decretare le morti ai criminali.
Prima o poi doveva arrivare il suo turno.
Infatti, eccolo.
Ma l’umano è solito stare attaccato alla propria vita fino all’ultimo, anche se magari l’ha disprezzata diverse volte e non possiamo sicuramente trascurare le suppliche di Light Yagami che vuole ancora vivere. 
Quando lo Shinigami apre il proprio quaderno, il ragazzo non può trattenere il ghigno di vittoria. Tutto è compiuto, la fortuna è dalla sua parte. Il destino ha evidentemente deciso a suo favore che la morte si deve tenere a distanza. Ma proprio nel grido di vittoria contro Near, che secondo le illusioni dell’ormai ex-Dio (a sua insaputa) sta per perire, viene interrotto da Ryuk, che con tranquillità degna di lui, afferma che il nome che trascrive è proprio il suo.


Light Yagami 


« Io morirò? Sto per morire?! »

Passeranno solo quaranta secondi, che forse saranno i più lunghi della sua esistenza.
Light, ti sei divertito a controllare il tuo orologio per vedere quanto mancasse alla morte delle persone delle quali avevi scritto il nome, giusto?
Che si prova a essere consapevoli della propria morte imminente, a differenza loro?
E’ peggiore? O no?

« Mo… morirò…? No… non voglio! Non voglio morire! »

Le mani cercano invano e disperatamente di aggrapparsi a qualcosa di solido, 
ma ormai stai cadendo dalla torre altissima che avevi fabbricato con le tue mani. 
Stai precipitando nella voragine dalla quale non puoi più fare ritorno. 
Non ci sono appigli, solo il buio più profondo. 
Nessun aiuto. 

Trentotto, trentanove…

« Morirò. Tra pochi secondi morirò… No. Non voglio morire! Non voglio morire! »

Quaranta.

Ultimo battito.
E poi…

Il Nulla.




| Kyrie Eleison |

| Signore, pietà |

  
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