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Autore: amorisegreti    23/06/2014    1 recensioni
Giorgia è un'adolescente che non crede nel futuro. Dal giorno in cui ha perso la sua verginità si è chiusa in se stessa rinnegando il suo doloroso passato e non permettendo a nessuno di farle ancora del male.
Trevis è un ragazzo con una famiglia all'apparenza perfetta ma cin molti scheletri nell'armadio, visto che il padre è violento e la madre si sottomette sempre a tutto.
Se il destino li fa incontrare e gli offre la possibilità di riscattarsi cosa potrebbe accadere?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Universitario
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~~
Le nocche del signor Owen sono lacere e gocciolano sangue sul cemento davanti alla dèpendance. Travis è a terra, sulla guancia ha uno squarcio profondo come una fessura nella corteccia di un’ albero. Ha il labbro spaccato e la pelle imbrattata di sangue.
Socchiude gli occhi su di me e io mi affretto subito a indicare un punto alle mie spalle.
< In cucina c’è qualcuno che la sta cercando.>
Dico al signor Owen.
< avevano bisogno di aiuto per ……. Non ricordo cosa>
< e tu chi diavolo sei? >
< Giorgia Rence>
Rispondo tranquillamente. Ha l’alito che puzza di alcool.
Il suo sguardo si sposta sulle mie scarpe consumate e sulla felpa nera con le fibbie. Sembro una senzatetto, ma è quello che voglio passare inosservata.
< ah si sei la figlia dell’allenatore Rence, non ti avevo riconosciuto con questa poca luce.>
Abbassa lo sguardo sulle nocche sanguinate e poi lo punta di nuovo su di me.
< Ascolta Giorgia non era mia intenzione, è stato un’incidente>
< ok>
< vado a lavarmi> borbotta, poi si avvia con passo oesante verso la porta sul retro tenendo la mano ferita dietro la schiena.
Mi concentro su Trevis , riuscendo a liberare un sospiro che mi era rimasto intrappolato in gola.
< Tutto bene?>
< sto bene.> Mi risponde con voce aspra e sgarbata, così penso sia meglio avviarmi verso casa pronta per levare le tende.
< Perché l’hai fatto?> mi grida dietro nel buio.
Mi fermo sul bordo del prato e mi volto a incontrare il suo sguardo.
< ho fatto quel che avrebbe fatto chiunque>.
< No non è vero> dice accigliandosi.
Io e Travis siamo andati a scuola insieme fin dall’asilo. Purtroppo questa è stata la conversazione più lunga che abbiamo avuto da quando più o meno in  prima media mi hanno etichettato come la sfigata della classe. Quando le nostre famiglie cenano insieme lui fa finta di non conoscermi.
< Hai fatto quel che quasi nessuno avrebbe mai fatto>.
È il classico ragazzo di cui tutte le ragazze si infatuano e di cui mi sono infatuata anch’io, quando ancora non vedevo l’altro sesso come una minaccia. Ha i capelli biondi arruffati, il viso ( quasi sempre) perfetto e gli occhi verde smeraldo.

Mi gratto la fronte, un gesto tipico dettato dal nervosismo.
< Non potevo semplicemente girare i tacchi e andarmene, non me lo sarei perdonato.>
< Non devi parlarne con nessuno, ok? Era ubriaco e …… sta attraversando un brutto momento. >
Mi mordo le labbra incerta se credergli o no
< D’accordo se è questo che vuoi>
< è questo che voglio> ripete in tono sostenuto.
< Giorgia……. Giorgia ti chiami vero? Me lo faresti un favore?>
Mi dice mentre mi avvio verso casa.
Gli lancio un’occhiata voltandomi < certo>
< Nel bagno al pian terreno c’è un kit di pronto soccorso e nel freezer del ghiaccio, me li prenderesti?>
Ho un disperato bisogno di andarmene ma la sua voce è più che convincente.
< Si>
Stringo i gomiti al corpo sperando che nessuno mi tocchi e mi addentro nella calca ma vengo fermata da Brooke Owen, la madre di Travis, sta chiacchierando con altre persone
< Giorgia mamma è con te?>
< Sta in macchina, mi ha mandato a prendere mio fratello, l’ha visto?
< forse si, forse no> davanti a lei c’è una bottiglia di vino vuota quindi decido di spostarmi immediatamente. Trovo mio fratello e li dico di raggiungere mamma omettendo la parte di Travis.
Dopo prendo il ghiaccio e il kit e raggiungo Travis.
< ehi.>
Travis spunta fuori dalla stanza in fondo ; si è tolto la camicia e si preme la guancia con un asciugamano sporco di sangue.
< hei hai preso tutto?>
Io chiudo la porta e li passo il kit.
< Non mordo Giorgia, non c’è bisogno che fissi il muro>.
Costringo i miei occhi a guardarlo e poi non riesco più a staccarli dalle numerose cicatrici che li segnano il petto.
< Forse ci vorranno dei punti per quel taglio sotto l’occhio, non ha un bel aspetto>
< si rimarginerà, riesco a , gestire le cicatrici, specialmente quelle esterne.
Capisco cosa voglia dire dal profondo del cuore. Raccolgo La garza ne strappo una parte prendo il cerotto dal kit. Poi scacciando dalla mente tutti i momenti che mi terrorizzano, avvicino le dita alla sua guancia.
Travis rimane immobile mentre io li sistemo la benda sulle ferite. Tiene gli occhi fissi su di me, corruga la fronte e trattiene quasi il respiro quando metto il cerotto.
< Mi permetto di insistere sui punti>.
Chiude il kit e pulisce una goccia di sangue caduta sul coperchio.
< Hai visto mio padre dentro casa? >
< No tranquillo. Devo andare, mia madre mi sta aspettando. Sicuro di stare bene?>

si affretta ad aggiungere. Mi fermo con la mano sulla maniglia. Mi sento male all’idea di lasciarlo ma sonpo troppo vigliacca per restare.
< Per cosa?>
Medita sulla risposta per un’eternità e alla fine sospira.
< Per avermi portato il kit e il ghiaccio>
< figurati>

< si penso anch’io>. In realtà  non credo che ci sarà juna seconda volta.

 


ANGOLO DELL’AUTRICE
Spero che vi piaccia questo capitolo. Per il prossimo almeno una recensione per farmi capire se vi interessa la storia o no,
BACIONI

   
 
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