Titolo: Of Roses and Ice cream
Rating: Verde
Genere: Commedia, Romantico, Fluff
Avvertimenti: Nessuno
Note: Il luogo dove si svolge la vicenda è completamente inventato. Si può però intuire che sia posto al confine tra Italia e Francia. Alcuni personaggi infatti hanno nomi francesi e usano anche alcuni termini di questa lingua. Altri, invece, sono italiani al cento per cento
Prompt: Gelateria
Pacchetto: Reggiana
Of Roses and Ice cream
Seduta sul muretto che costeggia il fiumiciattolo che attraversa la sua piccola cittadina, Grace rimane lì accucciata a leggere le pagine ingiallite di un piccolo libriccino color malva. Il titolo è così sbiadito che, per un occhio poco attento, è impossibile distinguere le lettere che lo compongono.
Sfoglia con attenzione e dovizia le pagine di quel piccolo manoscritto, mentre i vispi occhi verdi leggono avidi le parole stampate su quelle pagine. I lunghi capelli castani le lambiscono il viso, lasciati in balía del piacevole venticello primaverile. Una borsa beige risiede fra le sue gambe, lunghe e composte, fasciate da leggings scuri. Ai piedi porta delle ballerine color panna e, posta accanto a sé, una bicicletta lilla, dotata di un piccolo cestino in vimini.
Dà un’occhiata all’orologio che porta sul polso sinistro e questo basta a riscuoterla, riportandola alla caotica realtà, costringendola a chiudere il libriccino e a riporlo nella borsa. Salta in sella della fidata bici, mettendo la borsa nel cestino davanti a lei. Sfreccia per le strade -strette, confortevoli, familiari-, finché non appare l'insegna con su scritto “La Roseraie”. Le labbra si stirano in un sorriso entusiasta prima che lei stessa se ne renda conto, la vista del negozio la porta ad accelerare. Smonta con un balzo dalla bicicletta, assicurandola all’apposito paletto. Afferra la borsa, soffermandosi un attimo a osservare la facciata principale del negozio, spingendo lo sguardo fin dove le rose blu che lo rivestono prendono il sopravvento sulla grezza parete. Il loro profumo l’inebria come sempre, accendendole lo sguardo. Apre la porta, accolta dal dolce tintinnare del campanello d’entrata.
«Chéri, ben arrivata!»
Grace sposta lo sguardo sulla donna che le sta di fronte, sorridendole felice.
«Madame Jaqueline, oggi è ancora più in forma del solito!»
Jaqueline si apre in una risata divertita, dando luogo a una breve piroetta che porta il suo lungo vestito -ornato con delle particolari raffigurazioni di Rose Lavanda- a svolazzare insieme a lei. È una bella donna Jaqueline per cui Grace si è sempre chiesta per quale motivo non si sia mai sposata. Ha raggiunto i famigerati cinquant’anni da più di un mese, ma ancora sprizza energia da tutti i pori.
«Fille, così mi lusinghi. Ma, dimmi, ti piace il mio nuovo vestito?»
«È bellissimo, come tutti quelli che confeziona.»
Un tenue color rosa colora le guance di Madame Jaqueline, gonfia d’orgoglio per il suo lavoro.
«Basta cincischiare adesso! Quelle rose non si pianteranno certo da sole» esordisce, indicando con un cenno della mano i vasi ammucchiati al muro.
Grace si mette sull'attenti urlando un giocoso "Signorsì, signora!" precipitandosi poi a prendere i suoi guanti da lavoro -riposti ordinatamente sopra una mensola- e un piccolo grembiule, per evitare di sporcare la sua lunga maglietta viola.
Porta sul retro alcuni vasi, dove prende anche i semi di alcune varietà di rose e il concime adatto. Inizia a lavorare con impegno e cura, tutto sotto gli occhi amorevoli dell'algida figura di Madame Jaquelin, rimasta a osservarla. I suoi occhi color nocciola la scrutano con amore di madre -l'ha vista crescere, dopotutto-, mentre sistema una ciocca dei suoi lunghi capelli -bianchi, ma con ancora degli spruzzi di biondo sulle punte- dietro un orecchio. La sua piccola Chéri ormai è diventata grande.
***
«Lorenzo, sei sicuro di volerti trasferire qui?»Daniele proprio non capisce perché il suo migliore amico voglia trasferirsi in quella piccola cittadina. É graziosa, sì, ma non riesce a capacitarsi del perché voglia abbandonare le comodità che le grandi città metropolitane possono offrire.
Il ragazzo accanto a lui accenna un sorriso divertito assistendo alla confusione dell'amico, nascondendo la risata che vorrebbe uscire perché ormai ha imparato a sue spese quanto Daniele sia permaloso.
«Penso che qui una gelateria sarà perfetta.»
Daniele sa che, con questa risposta, il discorso può ritenersi chiuso. Sospira, grattandosi la nuca, osservando con i suoi occhi azzurri la palazzina dove quel cocciuto del suo amico andrà a vivere. Rassegnato, scuote la testa, facendo dondolare i suoi riccioli color onice.
«Mi devi un gelato allora. E anche uno per la mia ragazza» puntualizza, con uno tono che non ammette repliche.
«Marica non odiava il gelato?»
«Non ho mai detto che avrebbe dovuto mangiarlo.»
Lorenzo non può proprio trattenersi dallo scoppiare in una fragorosa risata. L'ha sempre detto: Daniele avrebbe dovuto fare il comico.
L'unico problema é che il diretto interessato non ha neanche un briciolo di autoironia e, questa, é anche la causa dei loro frequenti litigi. Ma, si sa, fra uomini fare pace è molto semplice. Soprattutto se si é capaci di preparare ottimi gelati.
***
Due settimane dopo.
Due settimane dopo.