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Autore: Maiko_chan    24/06/2014    9 recensioni
[Estratto]
Rimette la sua borsa dentro il cestino, appoggiandosi sul telaio per continuare a gustarsi l’abbondante cono. Il sole batte sulla sua pelle diafana, mentre il gelato si scioglie sempre più in fretta. Assorta nella degustazione del suo gelato non si accorge della persona che si sta avvicinando, con in mano due borse termiche.
«È buono?»
Grace sobbalza, voltandosi di scatto, colta di sorpresa. Le tremano le mani e, per poco, ha temuto che il cono potesse sfuggirle di mano. Boccheggia, senza sapere cosa rispondere al ragazzo che le sta di fronte.
«Il gelato.»
Annuisce piano, mentre il viso inizia a scottarle, non per il sole, ma per l’imbarazzo. Il ragazzo dai capelli ramati le sorride, facendola avvampare. I suoi occhi, così intensi da indurla a credere che siano d’oro fuso, la scrutano togliendole il respiro.
«Ci vediamo in giro, ci conto» dice facendole un occhiolino, scomparendo, così com’è arrivato.
Solo allora Grace si accorge di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo.

Prima Originale!
Terza classificata al contest "Dove mi innamorai..." indetto sul forum di efp da _MoonBeam e Nereide Ombrasmagliante. Vincitore del Premio Cuore!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nome su EFP e forum: Naruhinafra – Naruhinafra
Titolo: Of Roses and Ice cream
Rating: Verde
Genere: Commedia, Romantico, Fluff
Avvertimenti: Nessuno
Note: Il luogo dove si svolge la vicenda è completamente inventato. Si può però intuire che sia posto al confine tra Italia e Francia. Alcuni personaggi infatti hanno nomi francesi e usano anche alcuni termini di questa lingua. Altri, invece, sono italiani al cento per cento
Prompt: Gelateria
Pacchetto: Reggiana

 
Of Roses and Ice cream
 

Seduta sul muretto che costeggia il fiumiciattolo che attraversa la sua piccola cittadina, Grace rimane lì accucciata a leggere le pagine ingiallite di un piccolo libriccino color malva. Il titolo è così sbiadito che, per un occhio poco attento, è impossibile distinguere le lettere che lo compongono.
Sfoglia con attenzione e dovizia le pagine di quel piccolo manoscritto, mentre i vispi occhi verdi leggono avidi le parole stampate su quelle pagine. I lunghi capelli castani le lambiscono il viso, lasciati in balía del piacevole venticello primaverile. Una borsa beige risiede fra le sue gambe, lunghe e composte, fasciate da leggings scuri. Ai piedi porta delle ballerine color panna e, posta accanto a sé, una bicicletta lilla, dotata di un piccolo cestino in vimini.
Dà un’occhiata all’orologio che porta sul polso sinistro e questo basta a riscuoterla, riportandola alla caotica realtà, costringendola a chiudere il libriccino e a riporlo nella borsa. Salta in sella della fidata bici, mettendo la borsa nel cestino davanti a lei. Sfreccia per le strade -strette, confortevoli, familiari-, finché non appare l'insegna con su scritto “La Roseraie”. Le labbra si stirano in un sorriso entusiasta prima che lei stessa se ne renda conto, la vista del negozio la porta ad accelerare. Smonta con un balzo dalla bicicletta, assicurandola all’apposito paletto. Afferra la borsa, soffermandosi un attimo a osservare la facciata principale del negozio, spingendo lo sguardo fin dove le rose blu che lo rivestono prendono il sopravvento sulla grezza parete. Il loro profumo l’inebria come sempre, accendendole lo sguardo. Apre la porta, accolta dal dolce tintinnare del campanello d’entrata.
«Chéri, ben arrivata!»
Grace sposta lo sguardo sulla donna che le sta di fronte, sorridendole felice.
«Madame Jaqueline, oggi è ancora più in forma del solito!»
Jaqueline si apre in una risata divertita, dando luogo a una breve piroetta che porta il suo lungo vestito -ornato con delle particolari raffigurazioni di Rose Lavanda- a svolazzare insieme a lei. È una bella donna Jaqueline per cui Grace si è sempre chiesta per quale motivo non si sia mai sposata. Ha raggiunto i famigerati cinquant’anni da più di un mese, ma ancora sprizza energia da tutti i pori.
«Fille, così mi lusinghi. Ma, dimmi, ti piace il mio nuovo vestito?»
«È bellissimo, come tutti quelli che confeziona.»
Un tenue color rosa colora le guance di Madame Jaqueline, gonfia d’orgoglio per il suo lavoro.
«Basta cincischiare adesso! Quelle rose non si pianteranno certo da sole» esordisce, indicando con un cenno della mano i vasi ammucchiati al muro.
Grace si mette sull'attenti urlando un giocoso "Signorsì, signora!" precipitandosi poi a prendere i suoi guanti da lavoro -riposti ordinatamente sopra una mensola- e un piccolo grembiule, per evitare di sporcare la sua lunga maglietta viola.
Porta sul retro alcuni vasi, dove prende anche i semi di alcune varietà di rose e il concime adatto. Inizia a lavorare con impegno e cura, tutto sotto gli occhi amorevoli dell'algida figura di Madame Jaquelin, rimasta a osservarla. I suoi occhi color nocciola la scrutano con amore di madre -l'ha vista crescere, dopotutto-, mentre sistema una ciocca dei suoi lunghi capelli -bianchi, ma con ancora degli spruzzi di biondo sulle punte- dietro un orecchio. La sua piccola Chéri ormai è diventata grande.

***
 
«Lorenzo, sei sicuro di volerti trasferire qui?»
Daniele proprio non capisce perché il suo migliore amico voglia trasferirsi in quella piccola cittadina. É graziosa, sì, ma non riesce a capacitarsi del perché voglia abbandonare le comodità che le grandi città metropolitane possono offrire.
Il ragazzo accanto a lui accenna un sorriso divertito assistendo alla confusione dell'amico, nascondendo la risata che vorrebbe uscire perché ormai ha imparato a sue spese quanto Daniele sia permaloso.
«Penso che qui una gelateria sarà perfetta.»
Daniele sa che, con questa risposta, il discorso può ritenersi chiuso. Sospira, grattandosi la nuca, osservando con i suoi occhi azzurri la palazzina dove quel cocciuto del suo amico andrà a vivere. Rassegnato, scuote la testa, facendo dondolare i suoi riccioli color onice.
«Mi devi un gelato allora. E anche uno per la mia ragazza» puntualizza, con uno tono che non ammette repliche.
«Marica non odiava il gelato?»
«Non ho mai detto che avrebbe dovuto mangiarlo.»
Lorenzo non può proprio trattenersi dallo scoppiare in una fragorosa risata. L'ha sempre detto: Daniele avrebbe dovuto fare il comico.
L'unico problema é che il diretto interessato non ha neanche un briciolo di autoironia e, questa, é anche la causa dei loro frequenti litigi. Ma, si sa, fra uomini fare pace è molto semplice. Soprattutto se si é capaci di preparare ottimi gelati.

***

Due settimane dopo.
 
«Chéri, hai sentito la nuova notizia?»
Grace sobbalza, voltandosi verso Madame Jaqueline, la quale sfoggia un sorriso entusiasta. Seduta su una piccola sedia sul retro del negozio, Grace si stava riposando dopo una lunga giornata di lavoro a “La Roseraie”, pensando a quanto avrebbe voluto una bibita ghiacciata. Il sole inizia a farsi sempre più caldo con l’avvicinarsi dell’estate ma sembra che l’unica persona che non soffra per questo sia Madame Jaqueline, solare e vivace come sempre.
«Di cosa si tratta, Madame?»
«Oggi inaugureranno una gelateria a pochi passi da qui. Non lo trovi meraviglioso? Finalmente anche il nostro piccolo paesino avrà una gelateria artigianale!»
Grace sgrana di poco gli occhi chiari, balzando in piedi e prendendo con slancio le mani di Jaqueline.
«La prego, posso andare all’inaugurazione?» implora con voce servizievole Grace, già pregustando il gustoso gelato che l’aspetta.
Ride Jaqueline, annuendo con il capo. Grace si lascia sfuggire un gridolino entusiasta, arrossendo subito dopo per quello slancio d’eccitazione. Scatta verso l’uscita, riponendo guanti e grembiule sulla solita mensola, urlando un saluto mentre apre la porta. Sorride, Jaqueline, girandosi verso il giardino che si estende davanti a lei. Fa qualche passo, sedendosi sulla panchina su cui Grace, pochi secondi prima, stava riposando. Da una tasca del suo vestito estrae un piccolo taccuino beige e un’elegante penna stilografica. Dà un’ultima occhiata al giardino gremito di rose, iniziando poi a scrivere. Un titolo scritto in una raffinata calligrafia e una pagina bianca da riempire. “Memorie” è ciò che si legge.

***

Grace sfreccia veloce sulla sua bici, cercando con lo sguardo qualche segno che possa farle capire dove si trova l’inaugurazione. “Eppure non dev’essere troppo lontana” pensa, aguzzando lo sguardo. L’apertura di una gelateria dovrebbe attirare moltissime persone, data anche la quantità di bambini che risiedono nella cittadina. Svolta a destra, costeggiando il muretto che delimita il fiumiciattolo. Ode degli schiamazzi, collegandoli alla gelateria. Imbocca un traversa, percorrendola in tutta la sua lunghezza, trovando davanti a lei un parco giochi per bambini.
Assicura la bicicletta a un posteggio, dirigendosi verso la colorata insegna con su scritto “Gelateria cuor di leone”. Trabocca di clienti e tutti hanno in mano un abbondante cono gelato. Grace sorride osservando le bocche sporche dei bambini, guardando con desiderio l’enorme cono sorretto dalle loro manine. Si fa spazio fra la folla, mettendosi in fila, aspettando con l’acquolina in bocca il suo turno.
Scorge i vari gusti esposti, decidendo all’istante cosa prendere. I suoi gusti preferiti l'attraggono come calamite. Quando arriva il suo turno, incrocia lo sguardo della ragazza che è al di là del bancone, pronta a prendere la sua ordinazione. È bionda, i capelli le accarezzano lievemente le spalle, mentre gli occhi scuri la scrutano con curiosità.
«Vorrei un cono con… crema e cioccolato, per favore» squittisce Grace, un po’ intimidita dallo sguardo che la ragazza le rivolge.
Annuisce, la ragazza del gelato -così ha deciso di chiamarla-, mentre con gesti precisi ma sbrigativi le riempie di gelato un cono che potrebbe non sopportare tutto quel peso.
«Fanno un euro e cinquanta» dice, porgendole con mano ferma il cono.
«S-sì, ecco a lei.»
Appena ha fra le mani lo scontrino, si volta repentinamente verso l’uscita mormorando un “Arrivederci” che -ne è certa- la ragazza del gelato non avrà nemmeno sentito.
Solo quando è fuori dalla gelateria, in mezzo a una moltitudine di persone, assaggia il gelato -buonissimo- e si dà della stupita. Continua a portarsi alle labbra piccole porzioni di gelato con il cucchiaino che gli è stato dato, attraversando il piccolo parco giochi per raggiungere la bici. Rimette la sua borsa dentro il cestino, appoggiandosi sul telaio per continuare a gustarsi l’abbondante cono. Il sole batte sulla sua pelle diafana, mentre il gelato si scioglie sempre più in fretta. Assorta nella degustazione del suo gelato non si accorge della persona che si sta avvicinando, con in mano due borse termiche.
«È buono?»
Grace sobbalza, voltandosi di scatto, colta di sorpresa. Le tremano le mani e, per poco, ha temuto che il cono potesse sfuggirle di mano. Boccheggia, senza sapere cosa rispondere al ragazzo che le sta di fronte.
«Il gelato.»
Annuisce piano, mentre il viso inizia a scottarle, non per il sole, ma per l’imbarazzo. Il ragazzo dai capelli ramati le sorride, facendola avvampare. I suoi occhi, così intensi da indurla a credere che siano d’oro fuso, la scrutano togliendole il respiro.
«Ci vediamo in giro, ci conto» dice facendole un occhiolino, scomparendo, così com’è arrivato.
Solo allora Grace si accorge di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo.

***

«Fille
Grace continua a lavorare le terra dove poter piantare altre varietà di rose, gli occhi fissi sulle sue mani.
«Chéri
Dopo la sua piccola avventura alle gelateria, non è più tornata in quel luogo, anche se la curiosità e la voglia di gelato non sono certo dalla sua parte. Ogni volta che ripensa a quel misterioso ragazzo le si imporporano le guance. Non riesce a capire il perché di questa sua reazione: ha riflettuto a lungo su questo, senza mai arrivare a una conclusione.
«Grace!»
Sobbalza, girandosi repentinamente verso Madame Jaqueline, che la scruta con curiosità e rimprovero. Abbassa la testa, colpevole, mentre si toglie i guanti e li ripone accanto al tratto di terra smussata. Si avvicina a Jaqueline, pronta ad affrontare uno dei rari rimproveri che la donna le impartisce. Ma, con sua grande sorpresa, Madame Jaqueline le dà un buffetto affettuoso sulla guancia, sorridendole accondiscendente.
«Ti vedo pensierosa in questi giorni, Grace. C’è qualcosa che ti turba?»
«No, niente. Sono solo un po’ stanca, nulla di cui preoccuparsi.»
Grace non è mai stata una grande bugiarda. Jaqueline lo sa, ma decide di non dire nulla. Le sorride, mentre elabora come poter scoprire ciò che la rende così distratta.
«Allora non ti dà alcun fastidio andare a comprarmi una vaschetta di gelato alla “Gelateria cuor di leone”, giusto?»
Quando la vede irrigidirsi, cercando di nascondere una smorfia contrariata, non può fare a meno di ridacchiare fra sé e sé.
Annuisce piano, Grace, non molto entusiasta.
«Grazie, Chéri!» cinguetta Jaqueline, soddisfatta «Ricordati di prendere anche la vaniglia e la stracciatella!»
Grace, già alla porta, le sorride mormorando un “Me ne ricorderò” e fugge, lesta, verso la sua bici. Salta in sella, prendendo immediatamente velocità. I capelli fluttuano, senza peso, nell’aria, solleticandole piacevolmente il collo. In pochi minuti ripercorre il tratto di strada che porta alla gelateria, perdendosi nei suoi pensieri. Questa volta, però, ferma la bici davanti all’entrata, entrandovi timorosamente. Con grande sorpresa non trova la ragazza del gelato, anzi non trova proprio nessuno.
Si guarda intorno, curiosa, scoprendo particolari di quel luogo che la scorsa volta non aveva notato a causa della moltitudine di persone che si erano riunite per l’inaugurazione. Le pareti sono dipinte di un grazioso color cielo, con alcuni spruzzi di bianco, che compongono un cono gelato stilizzato ma elegante. Il bancone è ampio, ben organizzato e tutti i gusti hanno un aspetto molto invitante. Vi sono dei piccoli tavoli, con massimo quattro sedie ciascuno. Non sapendo cosa fare, si siede su una di quelle sedie, saggiandone la comodità ed estrae il suo libriccino color malva continuandone la lettura.
«Desidera?»
La voce di un ragazzo la fa sobbalzare, portandola a girarsi repentinamente verso la fonte di quel suono. Sgrana gli occhi verdi quando vede lo stesso ragazzo dell’ultima volta con indosso un grembiule bianco e con in mano una frusta e una bacinella piena di soffice panna montata. Arrossisce per riflesso, distogliendo lo sguardo. Sente gli occhi color oro del ragazzo fissi su di lei e non sa cosa fare. Apre la bocca per parlare, ma non le esce alcun suono.
«Ma tu non sei la ragazza dell’altra volta?» esordisce lui, con voce calda e melodiosa che -non sa spiegarselo- la fa sciogliere.
«S-sì, sono io.»
Il ragazzo si illumina, aprendosi in un luminoso sorriso e appoggiando da una parte la frusta e la bacinella. Le si avvicina, mentre Grace prega con tutte le sue forze che non voglia sedersi accanto a lei, perché sa che non lo reggerebbe.
«Io sono Lorenzo, il proprietario di questa gelateria. Vuoi ordinare qualcosa…?»
«Grace» pigola lei, con un fil di voce «Mi chiamo Grace.»
Lorenzo assottiglia gli occhi, come se volesse leggerle dentro, ma poi sorride indicando con un cenno il bancone dietro di lui.
«Immagino che tu sia venuta qua per prendere un gelato. Vuoi ordinare oppure preferisci aspettare un po'?»
«Oh, non vorrei disturbarti, vedo che hai da fare...»
Lorenzo la interrompe con un cenno della mano, regalandole un altro dei suoi sorrisi.
«Non preoccuparti, ho finito di montare la panna. Sono a sua disposizione mademoiselle» esordisce scherzosamente lui, facendole l'occhiolino.
Grace avvampa, lusingata da tante attenzioni, aprendosi in un sorriso timido ma cordiale.
«Io vorrei un vaschetta con più gusti, se possibile.»
«Certamente! Vado a prendere l'occorrente.»
Il ragazzo scatta verso la porta che dá l'accesso alla cucina, attrezzata per la creazione di gelati. Torna come un lampo da Grace, che intanto stava osservando i vari gusti esposti.
«Mmm... vorrei vaniglia, stracciatella, crema, cioccolato e amarena, grazie.»
«Subito, mademoiselle
Con pochi gesti misurati e abili, Lorenzo riempie con maestria la vaschetta, tutto sotto gli occhi affascinati di Grace. Ha il viso rilassato, i movimenti sono fluidi, solo un esperto riesce a destreggiarsi così bene.
«Ecco a te!» esordisce, porgendole la vaschetta colma di gelato ed ermeticamente chiusa «Spero che tornerai a farmi vistita.»
Grace avvampa, tenendo stretta tra le braccia la vaschetta, mentre un sorriso si fa largo sulle sue labbra.
Mentre sfreccia con la sua bici per tornare a "La Roseraie" la sua mente rimane con il ragazzo dai capelli ramati nella "Gelateria cuor di leone", perdendosi nei suoi occhi color ambra.

***

Sono passati due mesi dalla piccola conversazione avuta con Lorenzo e, da allora, lui e Grace hanno iniziato a vedersi sempre più spesso.
Grace, ormai, va ogni giorno alla "Gelateria cuor di leone", ordinando -sulle labbra ha un dolce sorriso- il solito gelato con crema e cioccolato. Lorenzo, all'orario di chiusura, l'accompagna sempre davanti a "La Roseraie" ottenendo tutte le volte l'accoglienza frizzante di Madame Jaqueline. La donna ha preso a cuore il giovane gelataio dai capelli rossi e -anche per questo- si lascia sempre scappare un innocente commento sul rapporto che si è creato tra lui e Grace.
Ma la reazione è sempre la stessa: Grace avvampa, rifugiandosi sul retro, mentre Lorenzo scappa verso la porta, urlando in tutta fretta un veloce saluto a entrambe.
E Jaqueline si chiede -ogni sacrosanta volta- com'è possibile che quei due non capiscano di essersi innamorati.

***

Grace è seduta sul muretto che costeggia il piccolo fiume che attraversa la cittadina, leggendo avidamente le ultime pagine del suo libriccino. Quando, finalmente, conclude l'ultima frase non può non tirare un urletto di gioia subito soffocato dalla sua mano, repentinamente posta sulle sue labbra. Guarda il fine orologio da polso che indossa e balza con foga giù dal muretto, iniziando a correre verso la gelateria del suo amico.
Oggi le presenterà i suoi amici, venuti a trovarlo da Firenze, dove prima abitava anche lui. Non si tratterranno a lungo, solo un paio d'ore, ma Lorenzo ha insistito nel volerglieli presentare.
Rimpiange ancora una volta l'aver dimenticato la bicicletta a casa, ma adesso è troppo tardi per tornare indietro e Grace sa di essere già in ritardo. Svolta a sinistra, imboccando la strada che la porterà dritta a destinazione. Quando finalmente vede l'insegna colorata della gelateria, non trattiene un sospiro appurando però che i suoi amici devono essere già arrivati: infatti, posteggiata davanti all'ingresso, c'è una macchina blu elettrico con -nella targa- le lettere FI. Sì, era decisamente in ritardo.
Spalanca la porta della gelateria con insolita foga, accolta dal suono delle risate di Lorenzo.
«Grace!»
Arrossisce, la ragazza dagli occhi smeraldini, avvertendo l'attenzione dei presenti su di sé. Grande è la sua sorpresa quando vede, insieme a un ragazzo dai ricci capelli neri, la ragazza del gelato che la osserva con crescente sorpresa e curiosità.
«C-ciao.» pigola, accennando un sorriso timido.
Lorenzo non sembra accorgersi della sua riluttanza, presentandogli i due ragazzi.
«Grace, loro sono Marica e Daniele, i miei migliori amici.»
Marica fa un passo avanti, sorridendole cordiale, lanciando un'occhiata di sottecchi a Daniele. Il ragazzo si accorge del suo sguardo, aprendosi in un ghigno sprezzante.
«Piacere, Grace. Io e Daniele ci fermeremo per poco, ma sono felice d'incontrarti. Lorenzo ci ha parlato tanto di te.»
Grace avvampa, distogliendo lo sguardo mentre Lorenzo cerca di sviare la loro attenzione su qualcos'altro che non sia il loro rapporto d'amicizia.
Grace sa che questa sarà una lunga giornata.

***

Lorenzo si butta a peso morto su una delle sedie della gelateria, sbuffando: Daniele e Marica sono andati via da un paio di minuti, dopo un pomeriggio passato a girare per tutta la cittadina sotto la guida di Grace. Il ragazzo accenna un sorriso pensando alle guance perennemente rosse dell'amica a causa delle battute di Daniele o per i commenti pungenti di Marica. Grace si siede con eleganza su una sedia adiacente, sospirando anch'essa per la stanchezza.
La giornata non è ancora finita, Lorenzo ne è consapevole.
«Grace, ti andrebbe di darmi una mano a montare la panna e a fare un po' di gelato per domani?»
La ragazza annuisce, sorridendo, felice di poter passare un altro po' di tempo con l'amico.
Lorenzo si apre in un sorriso entusiasta, ritrovando la verga che lo contraddistingue. Fa cenno a Grace di seguirlo, mentre apre la porta che dà sulla piccola cucina sul retro.
Grace lo segue, timorosa: è la prima volta che la porta nel suo laboratorio del gelato.
«Sai come montare la panna?» le chiede, allungandole una frusta e tutto l'occorrente per farla.
Annuisce, Grace, riponendo ciò che le è stato dato su uno dei tavoli da lavoro. Lorenzo si sistema in un altro dei ripiani lì vicino, iniziando a preparare quello che sembra un gelato all'amarena.
Grace inizia a sbattere con riluttanza il preparato per la panna, prendendoci a poco a poco dimestichezza. Sorride mentre nota il preparato diventare sempre più simile alla panna che Lorenzo prepara ogni giorno.
Aumenta il ritmo, intonando sottovoce un simpatico motivetto. Lorenzo l'ascolta con piacere, iniziando anche lui a canticchiare. Osserva il risultato del suo lavoro, agguantando un cucchiaino accanto a sé e immergendolo nel gelato appena fatto. Prende una bella cucchiaiata, gustando il risultato del suo lavoro. Si gira verso Grace, in mano un cucchiaio colmo di gelato all'amarena.
«Ehi, Grace, vuoi assaggiare un po' del mio gelato?» esordisce, le labbra stirate in un gran sorriso.
«Certamente!»
Si volta con entusiasmo, in mano ha ancora la frusta. Lorenzo rimane per un attimo interdetto, per poi scoppiare in una fragorosa risata. Grace avvampa, non riuscendo a capire il perché delle sue risate. I suoi capelli ramati ondeggiano sotto i tremori del suo corpo, che sussulta per le troppe risa. Ha le lacrime agli occhi, ma cerca comunque di ricomporsi notando il broncio sul visino di Grace, rimettendo il cucchiaino dentro la ciotola di gelato.
«Mademoiselle, sei sicura di sapere come si fa a montare la panna?» chiede, togliendo con un dito un po' di panna che è finita sulla sua guancia.
«E-ecco io... è stato solo un incidente
Lorenzo ridacchia, portandosi il dito alle labbra leccando avido la panna su di esso. Grace, se possibile, avvampa ancora di più.
«Allora possiamo considerare anche questo un incidente, mademoiselle
Si avvicina a lei, mettendole una mano sul fianco e l'altra ad accarezzare una guancia. Sente il suo respiro affannoso sulle labbra, vicine a quelle carnose di lei. Lo guarda con gli occhi lucidi Grace, mentre il suo cuore scopre a poco a poco ciò che lei ha appreso solo dai suoi libri.
«Sai una cosa?» mormora piano Lorenzo, avvicinandosi alle sue labbra, incatenando i suoi occhi dorati a quelli smeraldini di Grace «Penso di essermi innamorato di te.»
Grace non riesce a elaborare le emozioni che imperversano dentro di lei, avverte solo le labbra calde di Lorenzo sulle sue, la barba sottile che le graffia le guance. Ricambia timidamente il suo bacio, buttandogli le braccia al collo, risalendo piano sul collo per potergli accarezzare i corti capelli rossi. Sente la sua mano sulla guancia, che l'accarezza piano.
Si staccano solo per poter respirare, riprendendo a baciarsi sempre con più foga, mentre la panna sul viso di Grace si spalma anche sulle guance e sulle labbra di Lorenzo.
«Ti amo» soffia Grace, tra un bacio e l'altro, fatto di rose, panna e gelato all'amarena.

***

Dieci anni dopo.
 
Madame Jaqueline sorride, furba, mentre osserva Grace e Lorenzo coccolare un piccolo batuffolo rosa tra le braccia di lei.
Dà un buffetto al bambino dai capelli rossi, i curiosi occhi verdi la scrutano con interesse giocando con i suoi lunghi capelli bianchi. Jaqueline sorride, dando un'occhiata all'orologio, appurando che tra poco arriveranno i nonni dei due piccoli. Sorride al bambino di tre anni che ha davanti, mettendolo sulle sue ginocchia, ottenendo un urletto entusiasta dalla peste che è il piccolo Alessandro.
«Zia Jaqueline, quando arrivano i nonni?» chiede, Alessandro, le piccole manine sempre ad attocigliarle una ciocca di capelli.
«Presto, piccolo. Intanto che ne dici di andar a dar noia a mamma, papà e a Sofia?»
Nella tasca ha ancora un piccolo taccuino beige, ma le sue pagine non sono più bianche.

***


 
Of Roses and Ice cream



 
Salve a tutti! *^*
Sono davvero felicissima che questa storia -che è anche la prima storia scritta negli originali- abbia raggiunto questa postazione nel contest *_____* con l'aggiunta del Premio Cuore! *^* Spero tanto che vi piaccia!
E con due bellissimi banner! Banner storia  Banner premio
^_^ Fatemi sapere cosa ne pensate! :D
Un bacione! <3

Naruhinafra
   
 
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