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Autore: pierres    24/06/2014    7 recensioni
Terra, Norvegia, Darling Ulv Stranden.
Resta in silenzio e la guarda. La guarda e basta, se la imprime nella mente - lei e i suoi capelli biondi, quelle maglie dai colori improbabili e i pantaloni della tuta sformati.
Arrivano degli attimi in cui devi compiere delle scelte.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 10 (human), Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie di cartastraccia'
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Con dita tremanti














La baia del Lupo Cattivo ha già visto troppe lacrime e troppi addii, nelle sue piatte distese di sabbia pallida e di gabbiani stridenti, eppure sembra non averne abbastanza. Come un testardo, putrescente morbo, ancora c'è qualcosa nell'aria che continua a strappargli dalle dita deboli le cose che ama: forse è il vento davvero troppo freddo, che gli fa tremare le mani - ma solo perché non c'è lei a stringerle. O, magari,le acque torbide e vorticanti e i rabbiosi schizzi di spuma bianca - non avrebbe dovuto vederli, no, ma  non ci sono più i suoi occhi da guardare.

Perché senza Rose sembra tutto così freddo e duro e rabbioso, tutto così inutile da annichilirlo completamente. Ricorda quella sensazione - molto tempo prima, o forse troppo poco, sulla stessa, avida spiaggia - e se credeva che Martha e Donna e l'amore che gli avevano donato sconsideratamente fosse riuscito a ricucirlo, come con una fiacca e vecchia bambola di pezza, ora si rende conto che era soltanto una grande bugia, perché i fili erano stati sempre troppo smagliati e deboli - avrebbero continuato ad esserlo, senza di lei - e niente aveva mai davvero smesso di sembrare così piatto.

Ma ora che l'ha davanti, ora che rivede i suoi occhi lucidi e i suoi capelli spettinati e tutto acquista colori così vividi da bruciare le pupille, ora si accorge che quello è davvero un addio. Che è un per sempre, un per sempre scelto e ponderato, perché sta seriamente prendendo quella decisione: Rose  non gli viene brutalmente  strappata  dalle mani. E' lui, a lasciarla andare. E deve essere forte per entrambi.

«Ma non sei tu!» geme Rose, le lacrime che le rigano il volto del nero del mascara.

No, non lo è, ma il Dottore non può farci niente, e sa che entrambi - Rose e la sua metacrisi - hanno bisogno l'uno dell'altra. Non vuole essere egoista, davvero,  non vuole, ma non può fare a meno di chiedersi di cosa ha bisogno lui. E la risposta gli giunge così dannatamente lampante ed immediata che vorrebbe soltanto smetterla - smetterla con tutto quanto - e sedersi, fermarsi e piangere come se Rose fosse morta - perché la sta lasciando andare, piano piano, anche se l'unico a morire veramente sarà soltanto lui. Le sta dicendo addio.

Oh, Rose, sospira, ed anche i suoi pensieri hanno voce straziata, la mia fantastica, brillante Rose. Quante volte ancora dovrò farti piangere?

«Beh, ha bisogno di te. Questo è tipicamente da me» le fa notare.

Lei non si arrende, ed ora vorrebbe solo che la smettesse. Inizia a pensare di non essere abbastanza per poter sopportare il dolore di entrambi, e che farà l'egoista e cederà al desiderio di portarla via di nuovo. La verità è che fin troppe persone hanno sofferto, e Rose non deve essere una di queste - Rose non merita tutto quello che lui potrebbe darle, non merita la paura e la morte e l'abbandono.

Ma il Dottore sì. Il Dottore se li merita tutti.

«Come finiva quella frase, Dottore? Come finiva?»

Resta in silenzio e la guarda. La guarda e basta, se la imprime nella mente - lei e i suoi capelli biondi, quelle maglie dai colori improbabili e i pantaloni della tuta sformati.

Arrivano dei giorni, dei momenti, in cui ti rendi conto con sorprendente chiarezza di quanto certe decisioni possano lacerarti così a fondo da non farti guarire più, eppure le prendi lo stesso. Nei quali semplicemente non ti trovi in una situazione in cui puoi ammettere di aver compiuto un azione perché era la cosa giusta da fare. Arrivano degli attimi in cui devi soltanto farlo, e per tutta la vita non avrai altro che la speranza che sia stata la cosa migliore, perché davvero non sai quale sia, e probabilmente non lo saprai mai.

Arrivano dei giorni in cui devi compiere delle scelte. E il Dottore lo fa.

Sceglie.

«C'è bisogno che te lo dica?»

Quando pronuncia l'ultima parola, l'ultima sillaba, l'ultima vocale, sa che è tutto finito e la scelta è fatta - eppure non riesce a sentire il sollievo. Non riesce a sentire niente.

L'altro Dottore si china e le sussurra qualcosa nell'orecchio, mentre lui vede Rose scivolare via, mentre sente che le sue dita si aprono, quasi contro la sua volontà, e la liberano. Ma tutto ciò che vorrebbe fare adesso è urlarlo al mare, ai gabbiani e al vento freddo, che le sa anche lui, fin troppo bene, quelle due parole che bastavano per completare la frase e per avere lei.

Due parole che ha sulla punta della lingua da quando l'ha incontrata, che sapevano di miele e di risa, prima, ed ora sanno solo di aceto. Ma non le dice, resta in silenzio. Fa la sua scelta.

La lascia andare.
 
 
 
 
 
«Per quanto tempo resterai con me?»
«Per sempre.»
 
 
 
 











note: ebbene, il mio esordio su questo fandom. Importa che ribadisca le lacrime per la mia coppia preferita? No, vero? No.
Tu pensi di essere uscita dal circolo del dolore e poi- BANG! Arriva la 4x13 a farti sprofondare di nuovo nella disperazione ç_ç
Insomma, penso che andrò a deprimermi con una coppa di gelato. Voi nel frattempo me la lasciate una recensione, per favore? ^^
pierres
  
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