“ nessuno è fatto per essere solo”
 
 
 
 
 
Era una notte senza luna e senza stelle, buia e fredda.
Dean stava appoggiato al muro del vicolo , con la gamba sinistra piegata e il piede lungo la parete.
In tasca aveva le chiavi della sua Piccola, in mano una birra che sorseggiava con aria indolente.
Sul viso inespressivo, gli occhi verdi luccicavano , fissando il vuoto arrossati .
Dean strinse la bottiglia più forte.
Per un attimo qualcosa , in quegli occhi così fermi, vacillò , come se fosse rimasto sull’orlo di un precipizio troppo a lungo.
 
Ci fu un frullo d’ali.
Dean non si voltò nemmeno.
“ Ciao Cas”
“ Dean” .
L’angelo , nel suo trenchcoat troppo stropicciato era appena apparso accanto al lampione fulminato , rigido e con gli occhi tristi.
Non si mosse.
Rimase a guardare Dean che si scolava l’ultimo sorso per poi gettare la bottiglia vuota nel cassonetto, gustandosi il rumore del vetro che si infrangeva contro l’acciaio.
Poi si voltò verso l’amico.
E lo guardò.
Lo guardò disperato , rivolgendogli lo stesso sguardo con cui la sua anima straziata nell’inferno, si era  rivolta , il giorno del loro primo incontro a quell’angelo , prima di essere trascinata  fuori.
 
L’angelo continuò a osservarlo come sempre, come se non aspettasse altro che un ordine, una richiesta, per rendere felice il suo amico.
Vedeva l’ombra di dolore che offuscava lo sguardo di Dean, lo percepiva.
Socchiuse le labbra, avrebbe voluto saper cosa dire.
Ma Cas non era mai stato bravo con le parole.
Le parole gli morirono in gola.
E rimase a fissare l’amico, con gli occhi più cupi che mai , senza riuscir a serrare quelle labbra, da cui però non usciva nessun suono.
 
Lo sguardo di Dean si rasserenò, come quando ti ricordi di una cosa dimenticata, o ti accorgi di una cosa di cui non ti eri mai accorto prima.
 
Aveva aspettato di incontrare la persona nei cui occhi riversare la sua anima , la cui anima a sua volta si rispecchiasse nei suoi, e aveva continuato a cercarla, per anni e anni… avrebbe dovuto capire tempo fa che negli occhi di Cas vedeva l’Infinito.
 
 
A Dean sfuggì un sorriso.
 
 
 
Quegli occhi.
Non erano gli stessi occhi dell’Angelo del Signore che lo aveva salvato dalla perdizione.
-Erano passati anni.
Ora il blu di quegli occhi non era più freddo, era il mare in tempesta, nelle tiepide  notti d’estate.
Ora Castiel era Cas, l’uomo e essere immortale, o in qualsivoglia  maniera lo si voglia  definire, con cui avrebbe voluto invecchiare.
Ormai Dean aveva capito che vivere tanto da veder invecchiare chi si ama non è un male, ma un dono.
E  poi ormai sapeva che  l’amore poteva spezzare il velo della morte,glielo aveva insegnato Kevin.
 
Cas aveva sempre vegliato e vegliava su di lui , lo sapeva, come lo aveva sempre saputo  tutte le notti che aveva pianto guardando le stelle o urlando preghiere in un banco di una chiesa fredda.
Lo aveva sempre saputo.
Glielo diceva  anche Mary. Gli angeli vegliano su di te
 
Cas, rimasto fermo, senza  ben capire perché d’un tratto l’amico avesse cambiato espressione abbozzò un sorriso impacciato.
 
 “ Che pensi Dean?” chiese  , sempre più perplesso.
 
 
 
 
Dean rise , mettendo una mano sulla spalla dell’amico disse:
 
“ Niente Cas, andiamo a prendere un’altra birra”
  
Si sarebbe preso cura del suo angelo.
E il suo angelo si sarebbe preso cura del suo cacciatore.
 
 
I due amici si incamminarono lungo il vicolo scuro , un po’ meno soli.
 
 
 
 
 
NDA. Questa fan fiction più che una fanfiction è uno stream of consciousness di Dean che realizza si rende conto di quanto Cas sia importante.
Non so che senso abbia, ma boh. <3
Ps. spero che non ci siano errori di battitura che ne faccio un sacco -.-