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Autore: Keetaro    25/06/2014    1 recensioni
Questa è una storia (circa parallela) agli eventi dell'originale Corpse Party, che narra le vicende di alcuni ragazzi della scuola Shinora dopo aver tentato il rituale portafortuna di Sachiko.
Tuttavia, come accade a molti altri studenti, precipitano nella scuola elementare Heavenly Host, e presto dovranno fare i conti con la loro paura e con le entità che infestano la scuola, e trovare una via per tornare a casa. La domanda è: riusciranno a tornare a casa sani e salvi? Riusciranno a rimanere sani di mente?
Questo racconto è ispirato molto al gioco originale, e volevo "ricrearlo" con altri personaggi e con una storia/timeline tutta mia. Fantasticare fa bene, credo.
Ad ogni modo, buona lettura!*sospesa a tempo indeterminato per mancanza di mezzi per scrivere. Tornerò appena avrò un pc in mano o avrò modo di prendere in mano il pc con cui scrivevo. Non mi fermerò finchè non lo completerò! Aspettattevi tuttavia dei tempi di pubblicazione irregolari. Chiedo venia per il contruattempo*
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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"Dovete sapere che, una volta, c'era una scuola elementare, la Heavenly Host-così era chiamata-ed era una scuola amata da tutti i bambini che la frequentavano. Ma, un giorno, il figlio del preside, Yoshikazu, rapì 4 bambini e uccise 3 di loro, con metodi davvero grotteschi e violenti: un bambino, l'unico maschio, venne accoltellato a morte con una forbice nel petto , mentre a una bambina, la più piccola, venne staccata  tutta la testa a partire dalla mascella, con metodi poco definiti; e infine la bambina più grande venne presa a coltellate sempre dalla stessa forbice, ma nell'occhio, riducendolo in una inguardabile poltiglia carnosa; morirono tutti e tre sotto un insopportabile dolore. Successivamente, a tutti vennero tagliata la loro lingua. Non si sa come la quarta sia sopravvissuta. Successivamente Yoshikazu compì suicidio impiccandosi appena fuori dalla stanza e la scuola fu costretta a chiudere per questo tragico incidente, e il preside, infinitamente addolorato da questo dato che considerava la scuola come il proprio figlio, si gettò dal suo ufficio, al terzo piano, lasciando il nome della Heavenly Host marcire per sempre."


"Cristo santo Jeon, ma da dove tiri fuori sta roba? Mi fai venire i nervi a fior di pelle!" urlò Arai. "Quando vengo a camminare con te, finisci sempre che mi spaventi!"
"Scusami, ma quando non ho niente da fare, non resisto. E' più forte di me" rispose Jeon.
Si conoscevano dal primo anno di superiori, e dopo tre anni di scuola, Jeon ed Arai erano diventati migliori amici, avendo tante, forse troppe, cose in comune. A entrambi piaceva uscire, giocare a tennis e andare in bicicletta. E di solito andavano insieme a scuola a piedi, visto che abitavano vicino, e dato che a Jeon piaceva raccontare storie dell'orrore, o comunque cose parecchio disturbanti, Arai era costretto a sentirne una per colore ogni mattina, e gli veniva da vomitare la colazione ogni volta che sentiva cose così disturbanti, ma, in fondo in fondo, era interessato.  Sentire parlare di fantasmi, massacri, serial killer o quant'altro alla fin fine lo intrigava, gli piaceva vedere fino a che punto l'immaginazione umana si spingeva a raccontare frottole per impaurire la gente.
"Sta tranquillo, tanto queste storie non mi fanno affatto paura.. su, continuiamo. Manca poco per arrivare a scuola."
Ed in effetti, dopo qualche minuto di camminata, scorgerono la Shinora High School, una scuola rinomata, dove gli studenti imparavano ad essere dei chimici eccellenti. Infatti si narra che alcuni di loro, dopo il diploma, avessero fatto grandi scoperte nel loro ambito. Si dice anche che alcuni di loro avessero usufruito del diploma per entrare nella malavita e produrre delle droghe così pure che si dice vengano esportate oltremare, e farne un business attivo ed efficientemente nascosto alle autorità giudiziarie.
Ad ogni modo, i nostri personaggi varcarono la soglia dell'entrata di quella scuola per condurre un'altra noiosa e abitudinaria giornata scolastica.
Tuttavia, finite le lezioni, un gruppetto di persone li fermò. Erano il gruppo che frequentavano e con cui spesso uscivano, erano due ragazze e tre ragazzi, rispettivamente Yumi, Asuka, Akira, Kuma, e un ragazzo nuovo, arrivato di recente, straniero, che condivideva la passione per il paranormale che Jeon aveva, Stephen.
"Aspetta un secondo, abbiamo una cosa di cui parlarvi!" urlò Asuka, "Stephen vuole proporre una cosa da fare per rimanere amici per sempre!"
"Amici per sempre? Non crederete mica a quelle cose lì, vero?" rispose Arai. 
"Beh farlo non ci costa nulla no? E' solo un rituale portafortuna dopotutto.." disse Akira, con un tono molto timido e sommesso.
"Bah, per me è solo una perdita di tempo. Andiamo Jeon, per favore."
"Aspettate!" disse Stephen. "Questa è una cosa che penso possa interessarvi. Conoscete Naho Saenoki?"
"La 'investigatrice del paranormale'? Certo, seguo il suo blog. Cosa hai per noi?" disse Jeon, incuriosito.
"Questa mattina ho controllato il suo blog e c'era questo rituale, chiamato da lei 'Sachiko Ever After', e da quel che dice questo è un rituale che tiene insieme per sempre le persone che vi partecipano. Mi sono fidato, e intendo fare questo rituale con voi. Vi conosco da poco, ma vi voglio bene, e vorrei che continuassimo ad essere tutti uniti, come una famiglia.."
"Che carino!" disse Yumi. "Ma quando dici per sempre, intendi... sempre sempre sempre?"
"Si Yumi, 'fino a che morte non ci separi', o come dicono ai matrimoni."
"Io ci sto!" disse Kuma. "Mi piace come cosa. Dopotutto non può accaderci niente di male, no?"
"Assolutamente no. Cioè, non ve lo avrei portato se avesse la potenzialità di farvi del male!"
"Allora ci sto anche io" disse Asuka. "Mi piace come idea dopotutto."
Insieme a lei si aggiunsero tutti gli altri, Jeon compreso, che era il più eccitato di tutti, escluso Arai.
"Non mi piace, non voglio farlo" disse lui.
"Dai Arai, non ti costa niente! Su ti prego!" lo implorò Joen.
"Ok. Però poi ce ne andiamo subito che ho fame.." rispose Arai, scocciato.
"Sicuro! Dai facciamolo! Che dobbiamo fare?" disse eccitatissimo Joen.
Stephen tirò fuori un pezzo di carta, tagliato a forma di un omino con braccia e gambe completamente tese, tipo quelli che si disegnano da bambini.
"Vedete questo?" disse Stephen. Guardò gli occhi di tutti gli altri, per esser sicuro di aver catturato la loro attenzione, e riprese "Dovete tutti quanti mettervi intorno a questo pezzo di carta, prenderlo molto saldamente e dire a mente 'Sachiko, ti preghiamo' per..." Stephen si mise a contare i presenti. "Cinque, sei, sette. Dovete dire 'Sachiko, ti preghiamo' per sette volte a mente, e poi strappare una parte, per poi conservarla. Naho dice che, finchè si ha il pezzo, si è legati con gli altri, e la vita non potrà separare l'individuo dagli altri. Pronti? Via!"
Passarono circa trenta secondi, dove l'unico rumore che si sentiva nella scuola era il cinguettare degli uccelli fuori dalla scuola.
"Fatto?" disse Stephen.
Tutti annuirono.
"Strappate!"
"Phew, era più pauroso spiegarlo che farlo, oserei dire" disse Asuka.
"Puoi dirlo forte" disse Kuma.
"Beh, è finito. Andiamo a mangiare Joen, su!" disse Arai, rivolto a Joen con un tono sollevato.


Il suolo iniziò a tremare. Tutti andarono nel panico.
"Un terremoto?!" urlò Asuka, spaventatissima. Tutti barcollavano, cercavano di mantenere l'equilibrio, e cadevano, cercando di rialzarsi subito dopo.
Qualche momento dopo il pavimento iniziò a crollare, si aprì: e uno a uno, dal primo all'ultimo, caddero tutti dentro quella voragine infinita.

"Oddio!" si alzò di soprassalto Joen, cercando di ricordare quello che gli era accaduto.
"Che cosa mi è successo? Dove sono? Perché sono qui?" si domandava il giovane. 
Si girò intorno, e notò che si trovava in un edificio, probabilmente una scuola. I banchi e le sedie erano piccole, e che c'erano dei punti in cui il pavimento cedeva, o che addirittura era già ceduto, lasciando l'aula, per così dire, "spezzata a metà", e dallo stato in cui l'aula era, pensò che dovesse essere stata colpita da un forte cataclisma per essere stata lasciata in questo stato.
Poi notò che fuori dalle finestre c'era un temporale molto forte, che però non bagnava le finestre.
"Ci sono! Le finestre! Magari posso uscire di qui! Che fortuna!"
Ma, avvicinandosi a queste, notò che non riusciva a smuoverle di un solo millimetro, come se fossero una decorazione nel muro.
Joen andò nel panico.
"Cazzo! Che razza di posto è questo?! Che ci faccio io qui?!"


"Tu sei nella Heavenly Host. Benvenuto."
   
 
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