Ho aperto gli occhi. Mi sono risvegliata. La mia pelle è tornata normale. Non capisco cosa mi sia successo, muovo gli occhi su e giù per trovare mille spiegazioni. Capisco solo dopo qualche secondo di essere dentro ad una bara. Mi metto a sedere e sento una leggera bruciatura all'altezza del cuore, che piano a piano scompare. 
- Finalmente, Chiara! 
Alzo gli occhi e lo vedo, è proprio di fronte a me.
- Niklaus! 
Mio fratello, mi guarda con espressione divertita, non riesco a credere che sia proprio lui quello davanti ai miei occhi.
- Che cosa ci fai qui, Niklaus? Dov'è Elijah?
- Calma, calma.. Vedo che anche dopo centocinquant'anni non hai ancora perso il tuo debole per Elijah.
-  Dove siamo?
La stanza è buia, illuminata solo da candele sparse un po' su tutti i ripiani. Molti mobili mi stanno intorno, come anche delle bare completamente vuote. 
- Siamo a Mystic Falls! Bentornata a casa sorellina! 
Ricordo poi che fu lo stesso Niklaus a pugnalarmi centocinquant'anni prima durante il soggiorno in Italia. 
- Sai, sorellina.. - riprende - Tutti gli altri credevano che ti avessi buttata in fondo all'oceano, ma sei sempre rimasta in Italia, da un caro amico, soggiogato appositamente. 
- Niklaus, riformulo un'altra volta la mia domanda: dov'è Elijah? Ti conviene rispondermi. 
- Elijah sta bene, non ti agitare sorella. Piuttosto, ora scendi, vieni, dai un'occhiata al nuovo mondo.
Mi tese la mano ma io rifiutai, con scatto veloce gli fui subito accanto. Gli sfilai dalle mani il pugnale con il quale mi aveva costretta al mio lungo sonno, glielo puntai alla gola e dissi: 
- Se è il mio appoggio che vuoi per qualcosa che tu hai combinato, sappi che hai sbagliato a riportarmi in vita e se proverai a ostacolarmi ancora una volta sappi che non avrò paura di infilarti questo pugnale dritto nel cuore. 
Così facendo lasciai cadere la lama e fui subito fuori da quel posto orribile. 
Uscii dalla porta in ferro battuto, era quasi l'imbrunire. Mi guardai attorno. Che cosa avevano fatto alla città dove ero nata? I palazzi non erano più gli stessi. L'aria che si respirava era pesante e non più fresca come quella di un tempo. Era davvero tutto cambiato. 
Scesi gli scalini, e mi trovai in mezzo al viale, non vi era altro che asfalto. Cos'è questo luogo? 
Ricordai ad un certo punto gli abiti che indossava Niklaus, così strani. Così diversi dai miei.
Avevo davvero molta sete, sarei stata pronta a staccare la testa di qualcuno a morsi, ma volevo ritrovare Elijah. Volevo rivedere mio fratello. Lui mi avrebbe aiutata. 
Sentii qualcuno dietro di me. 
- Calma sorellina, non voglio farti del male, e posso portarti da Elijah se è questo che desideri. 
Ancora Niklaus. 
- Non so che cosa tu voglia da me, Niklaus. Ma di sicuro non mi fiderò di te dato che mi hai tenuta dentro ad una bara per tutto questo tempo! 
- Elijah è a casa. 
- Di che casa parli? Non ti sarai di nuovo venuto a cacciare in un qualche guaio a Mystic Falls per poi restarci, non è vero?
- Seguimi. 
Così dicendo si allontanò. 
Decisi di seguirlo mantenendo comunque le distanze da lui. La mia voglia di vedere Elijah era più forte della paura che provavo per Niklaus. 
- I tuoi abiti sono molto sgualciti, Chiara, e credo che tu debba rifocillarti. Potremmo bere insieme come ai vecchi tempi. 
- Prima conducimi da Elijah!
- Come tu desideri.. 
Arrivammo dopo qualche minuto di fronte a una casa, non male, pensai. 
- Questa è casa nostra. Questa casa è per tutti noi. Per la nostra famiglia. 
- Tu sei soltanto un viscido individuo a cui importa solo di sè stesso, così eri e così sarai. Non credere che io mi fidi ancora di te. 
E adesso, lasciami entrare. 
Niklaus senza battere ciglio, si incamminò verso la porta. La aprii e appena entrata al suo seguito mi ritrovai in un salottino dai gusti nobili. Mio fratello aveva arredato tutto con il suo stile. Sembrava che ogni cosa lì dentro portasse la sua firma. 
- Nella prima camera di sopra a destra potrai trovare dei vestiti per te. Cambiati e raggiungimi di nuovo qui. 
Stavo per incamminarmi verso le scale quando sentii dei passi provenire dai gradini più alti. 
- Klaus, dove sei sta......
Elijah era proprio di fronte a me. 
- ELIJAH!!
- Non posso crederci....Chiara!! 
Mi corse incontro e mi abbracciò. Finalmente Elijah era con me. Mio fratello era ancora bellissimo come lo era sempre stato. Alto, moro, con uno sguardo severo e con un animo così dolce che potevo quasi sentire battere il mio cuore. 
- Niklaus mi ha appena risvegliata..
- E dovresti ringraziarmi sorella, finalmente anche tu ritorni a far parte della famiglia.
Intervenne lui. 
- Chiara, vai a prepararti, ci sono cose importanti di cui dobbiamo parlare. Klaus, prepara le banche di sangue. 
Annuii e mi rinchiusi nella stanza. 
- Klaus, sei impazzito?! Avresti dovuto tenerla fuori da questa storia non possiamo permettere che si faccia del male o che le succeda qualcosa!
- Elijah... I Salvatore con lei non hanno scampo, la Doppelganger non ha bisogno di due pivelli come loro... Manderemo Chiara a occuparsi della situazione, è la più giovane tra tutti, ma anche lei è un'originale, non dimenticarlo...
- Che non le venga toccato un capello, sarai il primo che ne risentirà se questo accadrà.