«Signor Holmes salga in macchina, suo fratello la sta aspettando per segnalarle le ultime cose prima di partire. Con questa sosta stiamo andando giá fuori dal programma prestabilito. Signor Holmes ci raggiunga. Ora.»

Quello che mi stava dicendo quell’ inutile agente, che Mycroft mi aveva affibbiato - perché Sherlock sei morto da due settimane, non puoi girare liberamente per il cimitero, nel quale dovresti essere sepolto.- Stupido Mycroft con le sue manie di controllo, non rovinerei mai un' operazione che mi é costata cosí tanto da tutti punti di vista.
Nel frattempo la vista illuminata e naturale venne sostituita dai sedili in pelle e dalla poca luce che riusciva a filtrare dai finestrini oscurati dell'auto, che mi stava portando da Mycroft.

Ci fermammo ad un incrocio e fu tutto questione di un minuto, mi coprí il volto con la sciarpa e corsí piú forte che potessi. Non sapevo cosa precisamente mi fosse saltato in mente, avevo semplicemente colto l'occasione che mi era stata cosí deliziosamente offerta su un piatto d'argento.
Percorsi la strada abituale per giungere a Baker Street e salí senza farmi notare fino alla mia camera da letto. Era vuota, priva di qualsiasi cosa mi potesse interessare, solo la polvere restava.

Dalla loro conversazione avevo capito che John non riusciva piú a vivere qui, peró speravo forse in un unico sforzo, in un ultimo sforzo. Che cosa assolutamente stupida e sentimentale da parte mia. Ecco perché stavo abbracciando un maglione, che tempo fa avevo rubato a John adducendo la scusa che lo avessi semplicemente distrutto in un momento di noia, erano solo dei dannati sentimenti a farmi fare quei gesti insoliti e strain per me. Forse fu anche per questo che non avvertii i passi leggeri ma non troppo di John, che aveva praticamente esaudito il mio desiderio di un' ultima visita.

Non mi accorsi nemmeno della porta della camera, che si apriva per quanto ero concentrato ad immagazinare ogni traccia olfattiva restante in quel tessuto. In seguito sentii solo un pugno ben piazzato in faccia e poi il nulla più assoluto, ma nemmeno il rumore di una porta sbattuta.
Appena riaprii gli occhi, lo vidi seduto su una sedia a osservarmi con l'espressione piú corrucciata che avessi mai visto ed ebbi persino la forza di scherzarci su, affermando con tono leggero: « Non avevi chiesto un miracolo? Non avevi chiesto che la farsa si concludesse? Bene, solo per te é conclusa. Sí, sono vivo, non sono una fantasma o qualche altra sciocchezza a cui la gente comune crede, ma no per gli altri devo rimanere morto e sepolto. Quindi ora devo andare, ci rivedremo quando sarà possibile ma fino ad allora considerami morto, è per il tuo bene.»

Non riuscii ad allontanarmi molto ma a mia difesa posso affermare che é molto difficile contrastare un soldato molto arrabbiato e fu proprio per la sua rabbia, che mi ritrovai disteso sul letto e non ebbi nemmeno il tempo di dire che non era assolutamente il momento di venire a patti con la sua "eterosessualitá" e accettare i propri sentimenti, che mi bació, e non un bacio timido e inesperto ma un bacio profondo e voglioso, che mi fece sentire forse per la prima volta elettrizzato per qualcosa di vagamente romantico. Non ebbi molta forza di ricambiare per come la sua lingua vagava per il mio palato e quando riuscii a fare un quasi inesistente tentativo, mi lasció andare e mi invitó ad andarmene.
E me ne andai con la sicurezza che, una volta che fossi tornato vivo ufficialmente vivo per tutti, avremmo continuato il nostro discorsetto in un letto.