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Autore: AxelBlake    25/06/2014    1 recensioni
Continuo di "Wherever You Are", uscito così senza preavviso.
"Si era aperto con pochissime persone e Daniel era una di queste..."
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sempre Sarai*


Era passata una settimana da quando Daniel si era dichiarato.

Kay lo sapeva bene che il mattino dopo non lo avrebbe ritrovato, infondo era inutile sperare che sarebbe cambiato per lui.

Semplicemente aveva aperto gli occhi e si era ritrovato a stringere con forza il cuscino del suo amico, con il naso premuto contro, respirando a pieni polmoni il suo profumo mischiato a quello del fumo.

Si era alzato e si era guardato intorno come un gattino spaesato alla ricerca del suo padrone.

Di lui nessuna traccia, nulla che potesse essergli da riferimento.

Era passata una settimana da quando era rimasto tutto il tempo a letto.

Sospirò e prese il cellulare appoggiato sul comodino e controllò le chiamate e i messaggi ma non trovò nulla così si ritrovò a guardare le loro foto.

Sorrise piano dietro molte ma dopo un po' lasciò scendere le calde lacrime, singhiozzando piano.


Perché mi hai lasciato solo?

Mi avevi promesso che saresti stato sempre al mio fianco..

Non puoi prima aprire una porta per poi sbattertela alle spalle come se nulla fosse!”


Lasciò scivolare il cellulare sul letto e si portò le gambe al petto, dando sfogo a tutta la tristezza improvvisa che gli prese.

Quindi era stato solo un giocattolo per tutto quel tempo?
Qualcuno da prendere in giro con belle parole per poi abbandonare così appena non serviva più?

La rabbia si mischiò al dolore e prese la prima cosa che aveva a portata di mano e la lanciò.


Così sono stato solo un oggetto?

Così ti servivo solo per allietare i tuoi momenti di noia?

Vai a quel paese!”


Quindi si era rivelato come tutti quanti che lo avevano solo preso in giro, deridendo di lui e della sua sensibilità.

Si era aperto con pochissime persone e Daniel era una di queste e che aveva fatto?

Lo aveva abbandonato come se nulla fosse dopo l'ennesima notte passata insieme.

Dopo una settimana era scoppiato e non riusciva a capirne il perché.

Forse il fatto era che sperava in un suo ritorno, si diceva che se era sparito era perché sicuramente aveva avuto degli imprevisti.

Sì ma era una settimana!

E tutto fu silenzio, non si udì nemmeno i suoi singulti, nulla.

Era inutile starsene lì a piangere per nulla, aveva solo avuto l'ennesima delusione da qualcuno a cui teneva molto.


“Forse era destino.

Mi avevi avvisato che eri una persona difficile, che starti vicino era un'impresa difficile e che nessuno poteva farcela.

Volevo provare...ma non sapevo che mi sarei affezionato così a qualcuno...”


Il silenzio venne spezzato da un bussare di campanello.

Chi era che rompeva?

Sbuffò e lasciò scivolare le gambe giù dal letto e si tirò in piedi.

Aaah, chiunque fosse era meglio che avesse dei buoni motivi o lo avrebbe sbattuto a calci nel sedere fuori di casa.

Lentamente attraversò il salone e si avvicinò alla porta, appoggiò l'orecchio al legno e socchiuse gli occhi.

«Chi è?» chiese seccato, tenendo la guancia premuta contro la porta.

«Chi vuoi che sia? Qui si muore di caldo, non mi fai entrare?»

Sussultò nel sentire quella voce profonda e calda.

Aprì la serratura con la chiave e appoggiò la mano sulla maniglia abbassandola, lasciando che due braccia lo avvolgessero con forza non appena fosse entrato.

Kay sollevò il volto e cercò gli occhi celesti di Daniel per capire cosa gli fosse passato in testa.

Prima lo abbandonava senza dargli spiegazioni e poi tornava come se nulla fosse?

«No ora ti levi di dosso e te ne vai! Prima mi dici che mi ami e poi sparisci per un'intera settimana! Vattene!» gli urlò contro combattuto con i propri sentimenti.

«Mi dispiace se ti ho lasciato solo senza dire nulla ma ho avuto problemi con la mia famiglia. Lo sai quanto rompe. E per giunta il mio cellulare era qui.» il suo tono era calmo a dispetto di quello del moretto e ciò fece sussultare quest'ultimo che ormai non sapeva a cosa credere.

Era tutta una menzogna o era vero?

Molte volte il corvino gli aveva dato prova che si poteva fidare, che veramente non aveva nulla da nascondergli e che poteva contare sempre e comunque sulla sua presenza.

Sospirò e si passò una mano fra i corti capelli non credendogli del tutto.

«Sei un'idiota..ti ho aspettato fino ad ora! Non ti sei fatto nemmeno vivo per avvisarmi né nulla..come posso crederti? Dimmi come poss-» non finì la frase che si sentì le sue labbra premere contro le proprie.

Socchiuse gli occhi e gli strinse la maglietta per tirarlo un po' più in basso, gli circondò il collo con le proprie braccia e lasciò che le lacrime tornassero a scorrere copiose mentre i mille dubbi, le incertezze tutto iniziava a svanire poco alla volta.

Se c'era qualcosa che riusciva a calmarlo ogni volta erano proprio le sue labbra e le sue braccia.

Il corvino lasciò scivolare le mani intorno ai suoi fianchi per farlo più vicino e approfondì il bacio, volendo solo calmarlo almeno un po'.

Lo aveva pensato per un'intera settimana, sopportando le urla dei propri genitori e sbuffando rinchiuso in camera propria.

Avrebbe voluto davvero avvertirlo ma gli avevano vietato tutto e per giunta il cellulare era rimasto a casa del suo “amico”.

Sapeva com'era fatto Kay e gli era dispiaciuto non poco, moltissimo non poter dare proprie notizie, infondo era solo il ragazzo che lo aveva stregato e reso un po' più migliore.

Si separarono e il corvino si morse il labbro inferiore, dispiaciuto per averlo fatto star male con la propria assenza.

Sapeva che si sarebbe fatto i peggiori film mentali e così era stato infatti.

Kay riaprì gli occhi e affondò il volto contro il suo petto, finalmente più calmo di prima e un po' più in pace.

«Credevo che mi avessi solo usato...che ero come gli altri...quando non ti ho visto mi sono sentito crollare il-»

«Lo so..lo so e mi dispiace tanto. Hai tutto il diritto per esser arrabbiato con me.» gli sorrise Daniel.

Il moro alzò lo sguardo per perdersi nuovamente in quel pezzetto di cielo che si ritrovava davanti e tutto si calmò in sé.

«Ti amo Dani..non lasciarmi..» e si addormentò tra le sue braccia, stanco per tutto quel turbine di emozioni a cui non era abituato, stanco per la settimana passata in bianco, semplicemente la stanchezza e il sonno avevano preso la meglio su di lui, finalmente, e lo avevano fatto crollare così fra le sue braccia.

Daniel sorrise e lo sollevò in braccio e si avvicinò al divano, lo appoggiò sopra e scivolò a sedere sul pavimento con un ampio sorriso.

«Anche io ti amo Kay...buon riposo..»


Sai Daniel, credo che infondo avevi ragione.

Sono stato uno stupido non credendoti.

Ma ormai non ha più importanza...riesco a sentire il tuo cuore battere con il mio.”


Ogni persona nasce con una metà di cuore.

Nella vita incontrerà altre persone con le quali

proverà a unire la propria metà ma nessuna

combacerà con la propria parte.

Quando incontrerà quella persona con la quale

i due pezzi combaceranno perfettamente

avverrà la magia.

Perché due persone formano un unico cuore..



Angolino:


Okay, diciamo che questa è una vera e propria fine, se vogliamo chiamarla così.

Va bhe °-° credo che ci farò una piccola storia vera e propria, non so.

So soltanto che è stato un parto (?) questo capitolo.

Va beh, vi saluto.

Bye bye be!


*Sempre Sarai – Moreno


Ps:Vi consiglio di leggerla ascoltandola, come per l'altra storia con l'altra canzone, perché credo che coinvolga di più con la lettura. Poi va bhe è solo un consiglio il mio. xD

  
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