"E così è questo il luogo dove aveva scelto di rinchiudersi... Personalmente mi aspettavo qualcosa di meglio. Qualcosa che fosse più forte, più deciso. Ma cosa potevo aspettarmi da qualcuno che preferisce il partecipare alla vittoria Niente di diverso. Poco m'importa, tanto non dovrò restarci troppo a lungo. Ho fallito, questo è innegabile. Ho permesso a... Quello di riprendersi il trono. Ma è solo questione di tempo. Prima o poi mi rivorrà, prima o poi fallirà, prima o poi..."
"Sarai chiamato."
". . . Oh. Ma guarda chi osa farmi visita. Pensavo ti stessi godendo la libertà."
"Non sbagli. In effetti poter riutilizzare il mio corpo, i miei sensi, tutto, è meraviglioso. Ma prima di potermi rilassare appieno... Devo fare una cosa."
". . . Cosa."
"Usarti."
"CHE COS-"
"Pensala come uno scambio equo. Tu hai usato il mio corpo e la mia coscienza per inseguire quell'ideale di vittoria suprema che rappresenta la tua stessa esistenza. Io userò la tua sete di vittoria per non rendere vano l'impegno di Kuroko. Fosse per me avrei già raggiunto la perfezione, ma non posso dimenticarmi che devo lottare ancora. Se non per me, almeno per i miei compagni."
"NON PUOI-"
"Non posso? Tu hai quel qualcosa che mi manca. O meglio, se ti uso nella maniera migliore potrò provare il desiderio di vincere e rendere questo gioco seriamente divertente."
"NON TE LO PERMET-"
"Permettimi di dissentire rubandoti una tua frase.
Io sono assoluto. Almeno, in questo luogo e in queste circostanze."
"No... NON VOGLIO!"
"Suvvia, non fare così. Riceverai il migliore dei funerali, la più splendente delle cerimonie. Verrai onorato com'è giusto che sia, per essere stato il migliore degli imperatori e il peggiore dei capitani.
In fondo, è questo il massimo che posso offrirti. Io sono il nessuno che servirai nella maniera che meglio conosco.
Dovresti proprio sentirti onorato, mio Imperatore. Alla fine, l'unico che ti odia sono io."

Note.

Il titolo è ripreso dalla canzone di Gaber “Dialogo tra un impiegato e un non so”.
Ancora non avevo scritto sui due Akashi alla luce del 266. Ed ora ho rimediato.