Parole rare
Il
sole alto nel cielo irradiava la sua luce sulla finestra e
all'interno della stanza Fine riposava ancora. I capelli color
rubino, distesi sul cuscino bianco, illuminati dai raggi mattutini,
presentavano sfumature scarlatte rendendoli leggermente più
chiari.
Sulla soglia della porta, Rein la osservava e mentre si avvicinava a
lei per svegliarla, si domandava come riuscisse a dormire con i raggi
del sole posati sul dolce viso. Sorrise e scuotendola leggermente
cercò di svegliarla.
«Fine»
sussurrò piano.
Come
risposta la sorella afferrò il lenzuolo, nonostante il caldo
estivo
e si coprì fino alla testa. Rein sospirò e la
scrollò
energicamente, convinta di poterla svegliare. Tuttavia la gemella non
si degnò di muovere nemmeno un muscolo e rimase immobile,
distesa
sul morbido materasso.
«Lo
sai vero che devi andare al mare con Shade?»
«Rein
la sveglia deve ancora suonare!»
La
gemella sospirò. «Be'... credo che ti sia
dimenticata di metterla
perché stamattina solo quando Shade ha suonato il campanello
ci
siamo svegliate.»
«Ma
io sono sicura di averla messa...» disse prendendo dal
comodino
affianco il cellulare che stranamente non si accese «...e
come al
solito questo
coso
si spegne. E se si spegne la sveglia non suona! Accidenti!»
Rein
non poté trattenersi e rise sotto gli occhi imbronciati
della
sorella. «Be'
così saprò cosa regalarti per
il compleanno» disse affrettandosi ad uscire dalla porta,
mentre la
sorella con la mano destra sosteneva
il cuscino, sul quale aveva appena dormito. Lo lanciò con
forza
cercando di colpire Rein, tuttavia mancò il bersaglio, e il
cuscino
impattò dapprima con la porta e successivamente
trovò riposo sul
pavimento in legno.
Convinta
che la sveglia, quella mattina, non era suonata decise di prepararsi
e poi recarsi in sala, dove Shade la attendeva.
Passarono
poco più di dieci minuti quando Fine si presentò
in sala. Shade
fissava il tavolo e non si era
minimamente accorto che la ragazza era proprio davanti a
lui.
Gli sventolò un mano davanti, cercando di ridestarlo dai
suoi
pensieri. «Shade?» mormorò timorosa.
La
osservò con uno sguardo stranito. «Ma come, sei
già pronta?»
«Ovvio,
non sono mica come Rein.»
«Ehi
guarda che ti ho sentito!» disse dalla stanza accanto.
«Scusa
sorellina,»
disse marcando l'ultima parola «ma dovevo pur fartela pagare
per
prima.»
«Sta
attenta Fine» mormorò sorridendo sbarazzina.
La
gemella la squadrò, fissandola nei suoi vivaci occhi
verde-acqua. «E
tu preparati per il mio ritorno!»
Fine
e Rein risero insieme e terminarono l'assurda conversazione che aveva
preso piede così in fretta. La ragazza dai capelli rossi
prima di
uscire e partire per il tanto desiderato mare, diede una bacio alla
madre, che nel frattempo l'aveva raggiunta e per ultima, ma non meno
importante, abbracciò la sorella mentre quest'ultima le si
avvicinò all'orecchio: «Divertiti con Shade dolce
sorellina»
sussurrò facendole l'occhiolino. L'intelletto di Fine prese
il
sopravvento e proiettò in pochi istanti immagini di lei e del
suo
ragazzo poco adeguate. Il volto, a parere della ragazza, si tinse
interamente di rosso. Poi cercando di riprendersi scosse la testa,
sorpresa dai suo pensieri.
«Fine?»
le domandò il ragazzo, che seduto al posto di guida della
sua nuova
auto, la aspettava divertito.
«E-Eccomi,
arrivo!»
Salì
in macchina, si allacciò la cintura e disse:
«Bene. Sono pronta,
possiamo partire!»
L'entusiasmo
di Fine, come spesso accadeva, contagiava Shade e quel sorriso sulle
sue labbra riempì il freddo cuore del giovane. La prima
volta che si
erano incontrati, non lo aveva notato, ciononostante, adesso, cercava
sempre di renderla felice così da poter rasserenare il suo
cuore.
Quella ragazza che non aveva portato alcun interesse in lui
inizialmente, era diventata importante e il solo pensare di perderla,
di non poterla vedere, lo rendeva cupo e malinconico. I suoi modi di
fare, potevano apparire contraddittori ai sentimenti che provava,
tuttavia lui era ciò che lei aveva scelto e accettato, e
questo
bastava. Ogni tanto, quando la notte calava, continuava assiduamente
a chiedersi perché fra tutti i ragazzi, lei avesse scelto
uno come
lui. Eppure la risposta non arrivava mai e il silenzio delle stelle e
della luna lo convincevano a lasciar perdere ed accogliere quella
ragazza dal sorriso brillante nel suo cuore.
«Sì,
andiamo» disse accennando un lieve sorriso.
Nonostante
il caldo e il sole ardente che scintillava in alto nel cielo, Fine
sembrava non soffrire il clima afoso. Col finestrino abbassato di
qualche centimetro posò i suoi occhi verso i campi che si
susseguivano veloci oltre il vetro. Notò un anziano signore
coltivare la terra, poi un altro ancora guidare un trattore e un
altro chiamare il figlio.
Poi
le figure cambiarono.
Prese
quella realtà e immaginò se stessa correre in
mezzo a tutto al
verde, immaginò se stessa con un bambino in braccio dai
capelli
rossi e gli occhi cobalto, immaginò se stessa con un anello
al dito,
con Shade al suo fianco che la stringeva, e con una splendida casa in
campagna, lontana da tutti. Forse un giorno Shade le avrebbe chiesto
di sposarla. Forse. Sospirò rassegnata all'idea che il suo
ragazzo
non mostrava molto spesso il suo amore per lei. Tuttavia sentiva
quella sensazione di pace, tranquillità quando stava con lui
e il
suo cuore non poteva fare altro che battere rigonfio di meraviglia.
Shade la amava, poteva percepirlo. Vedeva nel suo sguardo la
sincerità di quelle parole che raramente udiva, e che
custodiva
preziose nel suo animo. Si portò una mano verso il petto,
come per
assicurarsi che le sue emozioni fossero al sicuro.
«A
cosa pensi?» domandò continuando ad osservare
attendo la strada
davanti a sé.
«Ehm...
niente, niente!» si affrettò a dire la povera
Fine, che ancora una
volta sentì il volto riscaldarsi e arrossire.
«Sai
non ti facevo così.»
Fine
parve non capire. «Così come?»
«Be'
se sei arrossita in quel modo, chissà a cosa stavi
pensando.»
La
giovane sprofondò nell'imbarazzo e abbassò lo
sguardo, tentando di
non mostrare la vergogna sul viso.
Trovò
il coraggio di rispondergli solo qualche secondo dopo, quando
finalmente si rilassò.
«Quello
che pensa male sei tu! Io,» sospirò intensamente e
squadrò il
profilo del fidanzato «pensavo a te e al mio... nostro
futuro,
contento?»
Shade
arrossì impercettibilmente e quando si voltò,
anche se per poco,
conquistò il dolce sguardo di Fine. «Certo, mi fa
sempre piacere
quando pensi a me, lo sai.»
Fine
fissò nuovamente la vista sulle gambe e un timido sorriso
nacque sul
suo volto, mentre on la coda dell'occhio il ragazzo poté
notare quel
piccolo particolare.
Per
il resto del viaggio continuò a scrutare il paesaggio,
lasciando
correre la fantasia.
L'idea
di trascorrere un giornata al mare l'aveva entusiasmata sin
dall'inizio, quando due settimane prima lei e Shade avevano deciso
dove andare. Ancora non ci credeva, mancavano solo pochi minuti e
finalmente, dopo un anno, avrebbe rivisto la costa lontana e il blu
che si stagliava infinito verso il cielo, verso l'orizzonte.
Quando
la macchina si fermò, Fine scese velocemente, prese la sua
borsa, e
afferrò la mano di Shade, che fece appena in tempo a
chiudere la
macchina, poi corse verso la spiaggia che attendeva solo lei.
Desiderosa di affondare i piedi nella sabbia e di sentire quel
piacevole torpore insinuarsi fra le dita dei piedi, si tolse le
infradito e con una calma quasi innaturale, camminò
lentamente verso
le onde del mare. Appena l'acqua tocco le punte dei piedi un brivido
leggero la percosse. Soddisfatta della vista davanti a sé
tornò da
Shade che nel frattempo si era tolto la maglietta, rimanendo in
costume. Fine rimase imbambolata dal fisico del giovane, a suo parere
perfetto. Si tolse i vestiti anche lei, sfoggiando un due pezzi nero.
Si
sdraiò sul telo roseo come la sua pelle e chiuse gli occhi
rilassandosi. Inspirò ed espirò profondamente,
assaporando l'aria
fresca e leggera, notevolmente diversa da quella inquinata e pensante
della città in cui viveva. Percepiva la brezza sfiorarle la
pelle e
il sole sembrava riscaldarla fino alle ossa.
Restò
immobile fino a quando una mano le accarezzò gentilmente la
guancia,
poi due labbra si posarono sul collo liscio e morbido. Nonostante il
caldo e l'afa di quel giorno Fine percepì un leggero
tremolio del
suo corpo, tuttavia capì subito a cosa era dovuto. Quando
sollevò
le palpebre, Shade contemplava ancora la sua bellezza.
Incatenò i
loro sguardi in un intreccio di colori che sfumavano dal rosso al
cobalto e dopo tanta indecisione, finalmente parlò.
«Ti
amo.»
Angolo
Autrice
Buonasera
lettori e autori,
Finalmente
è finita! Non posso crederci, ancora no mi sembra vero! Ho
dedicato
moltissimo tempo a questa One-shot. Ogni volta che la cominciavo,
finivo per cancellarla poiché l'idea che avevo non mi
piaceva più.
Tuttavia eccomi qua, dopo un mese di correzioni, cancellazioni e chi
più ne ha più ne metta, l'ho finita e spero che
vi piaccia.
È
una Redmoon,
la prima in assoluto che scrivo e pubblico.
No,
non mi sono “convertita”, la mia coppia preferita
rimane la
Bluemoon,
ciononostante sentivo il bisogno di scrivere qualcosa su Fine e
Shade.
È
stato difficile per me scrivere su questa coppia, ma volevo mostrare,
attraverso la One-shot la vivacità, l'allegria e anche la
timidezza
di Fine, ma anche il suo amore nei confronti del bel principe.
Confido nel fatto di esserci riuscita e spero che mi facciate sapere
cosa ne pensate e se ci sono eventuali errori che sono sfuggiti al
mio occhio miope.
Un
abbraccio
Helen
Ward