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Autore: Ayumu Ena    26/06/2014    1 recensioni
Fine e Rein risero insieme e terminarono l'assurda conversazione che aveva preso piede così in fretta. La ragazza dai capelli rossi prima di uscire e partire per il tanto desiderato mare, diede una bacio alla madre, che nel frattempo l'aveva raggiunta e per ultima, ma non meno importante, abbracciò la sorella mentre quest'ultima le si avvicinò all'orecchio: «Divertiti con Shade dolce sorellina» sussurrò facendole l'occhiolino. L'intelletto di Fine prese il sopravvento e proiettò in pochi istanti immagini di lei e del suo ragazzo poco adeguate. Il volto, a parere della ragazza, si tinse interamente di rosso. Poi cercando di riprendersi scosse la testa, sorpresa dai suo pensieri.
Fine/Shade
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parole rare



Il sole alto nel cielo irradiava la sua luce sulla finestra e all'interno della stanza Fine riposava ancora. I capelli color rubino, distesi sul cuscino bianco, illuminati dai raggi mattutini, presentavano sfumature scarlatte rendendoli leggermente più chiari. Sulla soglia della porta, Rein la osservava e mentre si avvicinava a lei per svegliarla, si domandava come riuscisse a dormire con i raggi del sole posati sul dolce viso. Sorrise e scuotendola leggermente cercò di svegliarla.
«Fine» sussurrò piano.
Come risposta la sorella afferrò il lenzuolo, nonostante il caldo estivo e si coprì fino alla testa. Rein sospirò e la scrollò energicamente, convinta di poterla svegliare. Tuttavia la gemella non si degnò di muovere nemmeno un muscolo e rimase immobile, distesa sul morbido materasso.
«Lo sai vero che devi andare al mare con Shade?»
«Rein la sveglia deve ancora suonare!»
La gemella sospirò. «Be'... credo che ti sia dimenticata di metterla perché stamattina solo quando Shade ha suonato il campanello ci siamo svegliate.»
«Ma io sono sicura di averla messa...» disse prendendo dal comodino affianco il cellulare che stranamente non si accese «...e come al solito questo coso si spegne. E se si spegne la sveglia non suona! Accidenti!»
Rein non poté trattenersi e rise sotto gli occhi imbronciati della sorella. «Be' così saprò cosa regalarti per il compleanno» disse affrettandosi ad uscire dalla porta, mentre la sorella con la mano destra sosteneva il cuscino, sul quale aveva appena dormito. Lo lanciò con forza cercando di colpire Rein, tuttavia mancò il bersaglio, e il cuscino impattò dapprima con la porta e successivamente trovò riposo sul pavimento in legno.
Convinta che la sveglia, quella mattina, non era suonata decise di prepararsi e poi recarsi in sala, dove Shade la attendeva.

Passarono poco più di dieci minuti quando Fine si presentò in sala. Shade fissava il tavolo e non si era minimamente accorto che la ragazza era proprio davanti a lui. Gli sventolò un mano davanti, cercando di ridestarlo dai suoi pensieri. «Shade?» mormorò timorosa.
La osservò con uno sguardo stranito. «Ma come, sei già pronta?»
«Ovvio, non sono mica come Rein.»
«Ehi guarda che ti ho sentito!» disse dalla stanza accanto.
«Scusa sorellina,» disse marcando l'ultima parola «ma dovevo pur fartela pagare per prima.»
«Sta attenta Fine» mormorò sorridendo sbarazzina.
La gemella la squadrò, fissandola nei suoi vivaci occhi verde-acqua. «E tu preparati per il mio ritorno!»

Fine e Rein risero insieme e terminarono l'assurda conversazione che aveva preso piede così in fretta. La ragazza dai capelli rossi prima di uscire e partire per il tanto desiderato mare, diede una bacio alla madre, che nel frattempo l'aveva raggiunta e per ultima, ma non meno importante, abbracciò la sorella mentre quest'ultima le si avvicinò all'orecchio: «Divertiti con Shade dolce sorellina» sussurrò facendole l'occhiolino. L'intelletto di Fine prese il sopravvento e proiettò in pochi istanti immagini di lei e del suo ragazzo poco adeguate. Il volto, a parere della ragazza, si tinse interamente di rosso. Poi cercando di riprendersi scosse la testa, sorpresa dai suo pensieri.
«Fine?» le domandò il ragazzo, che seduto al posto di guida della sua nuova auto, la aspettava divertito.
«E-Eccomi, arrivo!»
Salì in macchina, si allacciò la cintura e disse: «Bene. Sono pronta, possiamo partire!»
L'entusiasmo di Fine, come spesso accadeva, contagiava Shade e quel sorriso sulle sue labbra riempì il freddo cuore del giovane. La prima volta che si erano incontrati, non lo aveva notato, ciononostante, adesso, cercava sempre di renderla felice così da poter rasserenare il suo cuore. Quella ragazza che non aveva portato alcun interesse in lui inizialmente, era diventata importante e il solo pensare di perderla, di non poterla vedere, lo rendeva cupo e malinconico. I suoi modi di fare, potevano apparire contraddittori ai sentimenti che provava, tuttavia lui era ciò che lei aveva scelto e accettato, e questo bastava. Ogni tanto, quando la notte calava, continuava assiduamente a chiedersi perché fra tutti i ragazzi, lei avesse scelto uno come lui. Eppure la risposta non arrivava mai e il silenzio delle stelle e della luna lo convincevano a lasciar perdere ed accogliere quella ragazza dal sorriso brillante nel suo cuore.
«Sì, andiamo» disse accennando un lieve sorriso.
Nonostante il caldo e il sole ardente che scintillava in alto nel cielo, Fine sembrava non soffrire il clima afoso. Col finestrino abbassato di qualche centimetro posò i suoi occhi verso i campi che si susseguivano veloci oltre il vetro. Notò un anziano signore coltivare la terra, poi un altro ancora guidare un trattore e un altro chiamare il figlio.
Poi le figure cambiarono.
Prese quella realtà e immaginò se stessa correre in mezzo a tutto al verde, immaginò se stessa con un bambino in braccio dai capelli rossi e gli occhi cobalto, immaginò se stessa con un anello al dito, con Shade al suo fianco che la stringeva, e con una splendida casa in campagna, lontana da tutti. Forse un giorno Shade le avrebbe chiesto di sposarla. Forse. Sospirò rassegnata all'idea che il suo ragazzo non mostrava molto spesso il suo amore per lei. Tuttavia sentiva quella sensazione di pace, tranquillità quando stava con lui e il suo cuore non poteva fare altro che battere rigonfio di meraviglia. Shade la amava, poteva percepirlo. Vedeva nel suo sguardo la sincerità di quelle parole che raramente udiva, e che custodiva preziose nel suo animo. Si portò una mano verso il petto, come per assicurarsi che le sue emozioni fossero al sicuro.
«A cosa pensi?» domandò continuando ad osservare attendo la strada davanti a sé.
«Ehm... niente, niente!» si affrettò a dire la povera Fine, che ancora una volta sentì il volto riscaldarsi e arrossire.
«Sai non ti facevo così.»
Fine parve non capire. «Così come?»
«Be' se sei arrossita in quel modo, chissà a cosa stavi pensando.»
La giovane sprofondò nell'imbarazzo e abbassò lo sguardo, tentando di non mostrare la vergogna sul viso.
Trovò il coraggio di rispondergli solo qualche secondo dopo, quando finalmente si rilassò.
«Quello che pensa male sei tu! Io,» sospirò intensamente e squadrò il profilo del fidanzato «pensavo a te e al mio... nostro futuro, contento?»
Shade arrossì impercettibilmente e quando si voltò, anche se per poco, conquistò il dolce sguardo di Fine. «Certo, mi fa sempre piacere quando pensi a me, lo sai.»
Fine fissò nuovamente la vista sulle gambe e un timido sorriso nacque sul suo volto, mentre on la coda dell'occhio il ragazzo poté notare quel piccolo particolare.
Per il resto del viaggio continuò a scrutare il paesaggio, lasciando correre la fantasia.
L'idea di trascorrere un giornata al mare l'aveva entusiasmata sin dall'inizio, quando due settimane prima lei e Shade avevano deciso dove andare. Ancora non ci credeva, mancavano solo pochi minuti e finalmente, dopo un anno, avrebbe rivisto la costa lontana e il blu che si stagliava infinito verso il cielo, verso l'orizzonte.
Quando la macchina si fermò, Fine scese velocemente, prese la sua borsa, e afferrò la mano di Shade, che fece appena in tempo a chiudere la macchina, poi corse verso la spiaggia che attendeva solo lei. Desiderosa di affondare i piedi nella sabbia e di sentire quel piacevole torpore insinuarsi fra le dita dei piedi, si tolse le infradito e con una calma quasi innaturale, camminò lentamente verso le onde del mare. Appena l'acqua tocco le punte dei piedi un brivido leggero la percosse. Soddisfatta della vista davanti a sé tornò da Shade che nel frattempo si era tolto la maglietta, rimanendo in costume. Fine rimase imbambolata dal fisico del giovane, a suo parere perfetto. Si tolse i vestiti anche lei, sfoggiando un due pezzi nero.
Si sdraiò sul telo roseo come la sua pelle e chiuse gli occhi rilassandosi. Inspirò ed espirò profondamente, assaporando l'aria fresca e leggera, notevolmente diversa da quella inquinata e pensante della città in cui viveva. Percepiva la brezza sfiorarle la pelle e il sole sembrava riscaldarla fino alle ossa.
Restò immobile fino a quando una mano le accarezzò gentilmente la guancia, poi due labbra si posarono sul collo liscio e morbido. Nonostante il caldo e l'afa di quel giorno Fine percepì un leggero tremolio del suo corpo, tuttavia capì subito a cosa era dovuto. Quando sollevò le palpebre, Shade contemplava ancora la sua bellezza. Incatenò i loro sguardi in un intreccio di colori che sfumavano dal rosso al cobalto e dopo tanta indecisione, finalmente parlò.
«Ti amo.»


Angolo Autrice
Buonasera lettori e autori,
Finalmente è finita! Non posso crederci, ancora no mi sembra vero! Ho dedicato moltissimo tempo a questa One-shot. Ogni volta che la cominciavo, finivo per cancellarla poiché l'idea che avevo non mi piaceva più. Tuttavia eccomi qua, dopo un mese di correzioni, cancellazioni e chi più ne ha più ne metta, l'ho finita e spero che vi piaccia.
È una
Redmoon, la prima in assoluto che scrivo e pubblico.
No, non mi sono “convertita”, la mia coppia preferita rimane la
Bluemoon, ciononostante sentivo il bisogno di scrivere qualcosa su Fine e Shade.
È stato difficile per me scrivere su questa coppia, ma volevo mostrare, attraverso la One-shot la vivacità, l'allegria e anche la timidezza di Fine, ma anche il suo amore nei confronti del bel principe. Confido nel fatto di esserci riuscita e spero che mi facciate sapere cosa ne pensate e se ci sono eventuali errori che sono sfuggiti al mio occhio miope.

Un abbraccio
Helen Ward


   
 
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