. s c y t h e
Perché non c’era più posto per
loro.
Cammina.
Bambina,
donna, anziana.
Cambia la
veste come più le aggrada, cambia l’aspetto ma non ciò che prova.
Provare è
poi un termine grosso, lei non può provar nulla.
Cammina.
Non è mai
stanca, mai lo sarà, ma il lavoro scarseggia di questi tempi.
Osserva le
strade, osserva la città che cambia il suo aspetto.
Forse un
po’ stanca lo è.
Cammina.
Nessuno la
nota, eppure un tempo la temevano.
Un tempo
tutto era diverso, un tempo.
Ma i tempi
cambiano, tutto cambia.
Cammina.
Un passo,
due passi, tre passi.
Non ci
sono bambini o semplicemente sono pochi.
Due o tre
corrono nel parco, prima erano molti di più.
Perché in fondo ormai è nulla.
Osserva.
E’ seduta su una panchina e sfoglia un giornale.
Le persone
accanto a lei la ignorano, non hanno paura di lei.
La paura è
un’altra ora.
Osserva.
Ha preso
l’abitudine delle donne anziane.
Ha preso
l’abitudine delle care nonnine.
Ma lei non
ha nessuno con cui parlare.
Osserva.
Una speranza forse in quell’uomo dall’impermeabile grigio.
Una
speranza forse nel nemico – alleato – di sempre.
In fondo
sono simili.
Osserva.
Ed è l’ultimo sguardo.
Ha deciso
di andar via, ha deciso di lasciare quel mondo in cui non ha più spazio.
“Andiamo
via.. Conosci già la strada.”
Perché in fondo lei era stata la
prima donna di Dylan Dog.
Perché in fondo lei sarebbe stata anche l’ultima.
Perché lei, signori e signori, era - è -
« Guarda quei morti come sono
patetici.. sembrano voler imitare la vita.. »
« Chissà se non sia quello che abbiamo sempre fatto
anche noi vivi.. »
Afterwork
Ed eccomi
qua con la mia prima – e suppongo ultima – fan fiction sull’indagatore
dell’incubo. Totalmente ispirata dal secondo volume del color fest e con
protagonista il personaggio che più mi è rimasto impresso de “il pianeta dei
morti”:
Un saluto
a tutti coloro che hanno letto e un grazie.
~ Lye