Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt
Titolo: Golden chain take him to the spot
Personaggi: Kagami Taiga, Kise Ryota
Pairing: KiseKaga
Genere: slice of life, introspettivo
Avvisi: sproloquio anatomico, che ogni tanto mi piace farne. Also, crack!pairing
Rating: verde
Note:
Beh, oramai sarete abituati ai miei voli pindarici, no?
Il titolo viene da Goldeneye, by Tina Turner (che, 007 a parte, con kisa si sposa bene)
Titolo: Golden chain take him to the spot
Personaggi: Kagami Taiga, Kise Ryota
Pairing: KiseKaga
Genere: slice of life, introspettivo
Avvisi: sproloquio anatomico, che ogni tanto mi piace farne. Also, crack!pairing
Rating: verde
Note:
Beh, oramai sarete abituati ai miei voli pindarici, no?
Il titolo viene da Goldeneye, by Tina Turner (che, 007 a parte, con kisa si sposa bene)
Golden chain take him to the spot
Osservalo.
Kagami ha una schiena ampia, le spalle larghe, i muscoli che guizzano sotto la pelle liscia. Ha dei deltoidi ben delineati, che esaltano le curve delle sue spalle; un trapezio allenato, ben sviluppato attorno al collo e che abbraccia tutta la parte alta della schiena con i suoi fasci sottili, un mantello di carne che si stira invitante ad ogni moto delle braccia; dei dorsali ampi e robusti, che gli fasciano i fianchi e gli sostengono i lombi fino a quella conca morbida che si apre sopra i glutei rotondi.
Osservalo.
Kagami solleva le braccia, stirando prima un arto e poi l’altro, un gioco di bicipiti e tricipiti che si contraggono e poi si rilassano guizzando celeri sopra le ossa. Piega il capo, facendo scricchiolare piacevolmente le vertebre e allentando la tensione degli spleni della nuca. Fa ruotare le spalle, le scapole che si allargano sporgenti e tirando la cute e tutti i muscoli che si mettono in movimento in un concerto meticoloso e al tempo stesso erratico che gli allenta il fiato e gli secca la gola.
Osservalo.
-Si può sapere che hai da guardare?-
Kise batte le palpebre, gli occhi dorati che perdono il loro fuoco e la loro concentrazione per tornare fiochi e caldi, affettuosi. Abbassa un secondo lo sguardo, mentre la sua mente termina di incasellare nella sua memoria ognuno di quei piccoli movimenti, ciascuno di quei singoli gesti, per acquisirli come propri e scolpirli nella propria essenza. Per farlo suo, Kagami, in un modo che nessun alto gesto d’affetto potrebbe fare.
-Sei bello, Kagamicchi. Non posso ammirarti?-
Taiga arrossisce, gli zigomi alti che si tingono di un rosa violento, e borbotta qualche insulto sconclusionato prima di tornare a chinarsi sul letto per assestargli un bacio sulla guancia. Ma Ryota lo conosce abbastanza per ricordarsi le sue movenze, prendergli il viso tra le mani e guidarlo alla propria bocca, invece.
Kagami potrà essere il migliore e potrà non avere uguali sul campo da basket, ma qui, nella camera da letto, Kise ha copiato sufficienti mosse per farlo capitolare in un tempo assai breve.
Kagami ha una schiena ampia, le spalle larghe, i muscoli che guizzano sotto la pelle liscia. Ha dei deltoidi ben delineati, che esaltano le curve delle sue spalle; un trapezio allenato, ben sviluppato attorno al collo e che abbraccia tutta la parte alta della schiena con i suoi fasci sottili, un mantello di carne che si stira invitante ad ogni moto delle braccia; dei dorsali ampi e robusti, che gli fasciano i fianchi e gli sostengono i lombi fino a quella conca morbida che si apre sopra i glutei rotondi.
Osservalo.
Kagami solleva le braccia, stirando prima un arto e poi l’altro, un gioco di bicipiti e tricipiti che si contraggono e poi si rilassano guizzando celeri sopra le ossa. Piega il capo, facendo scricchiolare piacevolmente le vertebre e allentando la tensione degli spleni della nuca. Fa ruotare le spalle, le scapole che si allargano sporgenti e tirando la cute e tutti i muscoli che si mettono in movimento in un concerto meticoloso e al tempo stesso erratico che gli allenta il fiato e gli secca la gola.
Osservalo.
-Si può sapere che hai da guardare?-
Kise batte le palpebre, gli occhi dorati che perdono il loro fuoco e la loro concentrazione per tornare fiochi e caldi, affettuosi. Abbassa un secondo lo sguardo, mentre la sua mente termina di incasellare nella sua memoria ognuno di quei piccoli movimenti, ciascuno di quei singoli gesti, per acquisirli come propri e scolpirli nella propria essenza. Per farlo suo, Kagami, in un modo che nessun alto gesto d’affetto potrebbe fare.
-Sei bello, Kagamicchi. Non posso ammirarti?-
Taiga arrossisce, gli zigomi alti che si tingono di un rosa violento, e borbotta qualche insulto sconclusionato prima di tornare a chinarsi sul letto per assestargli un bacio sulla guancia. Ma Ryota lo conosce abbastanza per ricordarsi le sue movenze, prendergli il viso tra le mani e guidarlo alla propria bocca, invece.
Kagami potrà essere il migliore e potrà non avere uguali sul campo da basket, ma qui, nella camera da letto, Kise ha copiato sufficienti mosse per farlo capitolare in un tempo assai breve.