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Autore: Camille VanHorn    26/06/2014    4 recensioni
La storia di un primo bacio breve e intenso. E di una prima piccola delusione amorosa.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Barbagianni





Non pensavo veramente che il momento potesse giungere così all'improvviso.

"Lo troverai quando meno te l'aspetti" dicevano tutti. Il problema era che io lo aspettavo costantemente. Parlo della prima volta, di quel ragazzo a cui concedi la possibilità di assaggiare le tue labbra, di conoscere la tua bocca. Il primo. Senza che sia il più importante, il più bravo o il più simpatico, semplicemente è il primo.

Mi ero talmente abituata a farne a meno che ero arrivata ad una sorta di equilibrio con me stessa, poche responsabilità, una storia d'amore un po' scostante, ma sicuramente eterna e, in qualche modo, rassicurante.

Mi chiamo Beca, ho 16 anni (quasi) ed è circa un mese fa che ho dato il mio primo bacio.

Lui faceva il cameriere, aveva cinque anni più di me, era alto, biondo, con occhi tristi e azzurri, spalle larghe, una camminata improbabile e un perfetto piano di seduzione oltre che molta esperienza.

Fu tutto talmente veloce: amicizia su facebook, numero di cellulare, chiede di uscire, domani, bacio.

Rapido, ma non indolore.

Non vi vengo certo a dire di essermene innamorata, ma andiamo. Non sono tipo per certe cose. Sì, il tipo mi piaceva e penso ancora molto a lui. E vorrei che si fosse comportato diversamente, non che mi avesse chiesto di mettermi con lui, o che mi avesse penetrata violentemente (per carità) o che cambiasse per me. Avevo capito che era un ragazzo abituato ad ottenere quello che desiderava, sempre e comunque. Circondato da ragazze e noncurante dei loro sentimenti, spesso deludente, intelligente, ma sprecato. Non posso raccontarmi bugie in eterno. Non gli piacevo abbastanza, per lui credo sia stata l'ennesima ragazzina da baciare, l'ennesima intrigante e bella cliente del suo bar, l'ennesima bocca da assaggiare. Dopo un mese di riflessioni sono riuscita a prendere dimestichezza con questa realtà. Ma non me lo levo dalla testa. I suoi occhi azzurri. I suoi sorrisi, il suo modo di fare. Dio, le cose che mi diceva, la sua voce non riesco proprio a dimenticarla.

Ero convinta, ecco, di aver lasciato un segno. Non di essere la ragazza della sua vita, ma di essere stata diversa dalle altre per lui e invece non mi saluta per strada. Non mi saluta, capite? Non ho un minimo di importanza per lui? Neanche un briciolo? Forse pensa che io ce l'abbia con lui. O forse la verità è che a me non pensa. Forse le cose stanno semplicemente così.

 

L'abbigliamento trasudava una finta mancanza di impegno, ma la canottiera era strategicamente scollata, i capelli perfettamente spettinati e selvaggi, come al solito, ma meglio. Mi sedetti sul bracciolo del divano in attesa, con lo sguardo perso davanti a me nel tentativo disperato di non guardare il cellulare.

Chiamata.

Era lui.

Rispondi. Scendi le scale. Cercalo. Dove cazzo è? Di fronte a te. Ah okay. Figura pietosa. Sali in macchina. Panico.

Iniziammo ad avviarci in macchina verso un posto in cui cenare, l'iniziale e romantico progetto era di andare sull'argine del fiume finché c'era il tramonto e alla fine la seratina declinò da McDonald. Poco male.

Si chiacchiera. Si fuma. O meglio, lui fuma e io gli dico che è un idiota.

Parliamo delle nostre cose, i nostri interessi, conoscete tutti la prassi.

Inizia sempre lui il discorso e io lo seguo.

Cominciamo a girare in macchina, gli argomenti diventano sempre più pesanti e seri.

A me va bene, ma lui è un po' a disagio.

Amo il melodramma.

Mi parla delle sue avventure amorose e io mi comporto da amica, gli dico la mia impressione, lo ascolto, mi viene il sentore che potrebbe concludersi così, con una sana amicizia. Poi la macchina si ferma davanti a casa mia. Io sono seduta e parlo. Lui si è voltato verso di me e lentamente ma drasticamente si avvicina, un millimetro alla volta, ma sempre di più.

L'idea della sana amicizia sfuma. Ovviamente.

Mi chiede come potrei prenderla se lui mi baciasse.

Io gli rispondo che l'idea mi mette ansia. Non ho mai baciato. Lo sa benissimo.

Lo sa benissimo, ma non se ne preoccupa. Sa come muoversi, sa come muovermi.

Quando finalmente mi volto i suoi occhi azzurri sono così vicini,

così tristi,

così intriganti.

Le sue labbra un sogno tangibile.

D'accordo.

Manca pochissimo. Il suo respiro si insinua nella fessura della mia bocca.

E poi, finalmente, quel bacio. Il primo.

Ci inseguiamo, le nostre lingue si inseguono, si cercano.

E' strano, è come cercare di divorare quella persona che è troppo vicina e desiderata per non catturarla completamente, per non cercare di prenderla tutta, di comprimerla, possederla.

E' tutto in disordine. I nasi si scontrano. Le mani vorrebbero scivolare ovunque, toccare ogni parte del suo corpo.

Ma era pur sempre il primo. Avevo paura.

Alla fine si staccò rapido e mi squadrò compiaciuto.

-Che ne dici?-

Sorrisi.

-Beh...bravo, cosa ti devo dire?-

Scoppiai a ridere e lui mi guardò sconcertato.

-E' il tuo commento? Questa è la tua opinione?-

-Esattamente!-

-Adesso vedi. Ti faccio perdere la testa.-

-Scommettiamo?-

Mi prese il volto tra le mani. E ancora una volta mi baciò.

Il terzo bacio, perché ci fu anche un terzo bacio, fu una sfida.

Mi disse.

-Vuoi un bacio o no?-

-Sì che lo voglio.-

-Allora vieni a prendertelo.-

Mi avvicinai a lui e rapidamente gli fui addosso, tra le sue braccia. A rubare quell'ultimo delizioso bacio.

 

Insomma, le cose sono andate così. I due giorni seguenti uscimmo ancora e poi, per due settimane più niente. Finché non stuzzicai la sua attenzione con un messaggio, al quale rispose dicendo quanto fosse stato bene con me, ma che immancabilmente era stata solo un'avventura, niente di più.

Presi atto con dignità. Avrei preferito saperlo prima per evitare di farmi settimane di trip mentali, ma, hey, l'uomo è l'uomo e non ha mai un piano per niente.

E così è finita. La prima volta.

Rapida ma non indolore.

Avevo capito che era un ragazzo abituato ad ottenere quello che desiderava, sempre e comunque. Circondato da ragazze e noncurante dei loro sentimenti, spesso deludente.

E io probabilmente sono stata una delle tante, una delle tante che ha deluso.

Ero quasi sicura che fosse una bella persona. Invece no.

Eppure.

   
 
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