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Autore: melavia    26/06/2014    9 recensioni
Divergent!AU
Stiles Stilinski ha sedici anni ed è arrivato a un momento della sua vita in cui una sola scelta può cambiare completamente il suo destino. Dopo una vita tra i Candidi, ritrovarsi come risultato del test attitudinale 'Intrepido' non era decisamente programmato. Ma sua madre lo diceva sempre: non si può considerare coraggiosa una persona che non dice la verità.
E forse Stiles è abbastanza coraggioso da non mentire mai.
[Sterek] [Probabili accenni Scallison e Lydia/Aiden]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una scelta può cambiare il tuo destino

 

Prologo

 

 

Stiles Stilinski si sveglia il giorno del suo test attitudinale con sedici anni, quattro mesi e cinque giorni alle spalle. E anche con un mal di testa martellante che non vuole saperne di andare via.
E una strana voglia di marmellata di fragole.
Suo padre lo guarda strano quando sbatte lo sportello, infuriato, perché ovviamente c'è solo la marmellata di albicocche. Lui odia la marmellata di albicocche quasi quanto odia i mal di testa e i test attitudinali.
«Nervoso Stiles?» chiede suo padre vedendolo prendere dei biscotti e sedersi nel posto di fronte a lui, invece che a fianco come suo solito.
«Sento che potrei esplodere da un momento all'altro» borbotta ingoiando un pezzo di biscotto esageratamente grande.
«Tranquillo, andrà tutto bene»
Suo padre è un Candido, non dice bugie. Per cui esce di casa più tranquillo rispetto al suo risveglio.
 
***
 
«Scott, ricordami perché ti do ancora retta e invece che essere dentro la scuola, al fresco, sono qui sotto il sole con te ad aspettare un fottuto treno» dico facendosi ombra sugli occhi con la mano per poter guardare male il suo migliore amico.
«Perché mi vuoi bene e perché non vuoi che io diventi un escluso. Devo ancora capire come riescono a saltare dentro e fuori i vagoni senza rompersi qualcosa» risponde Scott, felice come un bambino il giorno di Natale.
Sbuffo nuovamente, con le gambe che mi fanno male e una voglia di dare un pugno sul naso al mio migliore amico. Sono decisamente troppo stressato per i miei 66 kg di pelle pallida e ossa fragili.
«Quindi, tu sei —uhm— sicuro di quello che sceglierai?» chiedo, schiacciandomi contro il muro, osservando Scott tirare fuori il suo pacchetti di sigarette dai jeans neri.
Lui annuisce, aspirando il fumo e chiudendo gli occhi. Ammiro il modo in cui il mio migliore amico riesce a rilassarsi solo fumando; io rimarrei iperattivo anche se mi iniettassero del sedativo, probabilmente.
«Mi dispiace lasciare mia madre e tutto il resto, ma sento che gli Intrepidi solo la scelta giusta, capisci?»
Annuisco, mentendo. Mi risulta così semplice che a volte neanche me ne accorgo. Non capisco cosa Scott vuole dire, perché per me la scelta giusta non c'è. Non sono abbastanza coraggioso per essere un Intrepido, abbastanza intelligente per gli Eruditi, abbastanza altruista per gli Abneganti, abbastanza onesto per i Candidi e abbastanza calmo per i Pacifici.
Scott sarà un perfetto Intrepido. Forte, coraggioso, agile e —Dio, mi sento così stupido a decantare i pregi del mio migliore amico— leale.
«Quindi, tu cosa pensi di fare invece?» chiede lui schiacciando per terra la sigaretta.
«Ancora non lo so. Voglio vedere cosa dice il test e poi... beh, poi deciderò, spero» rispondo guardando il cemento sotto i miei piedi. Come possono chiedere a me, l'eterno indeciso, di prendere una scelta che cambierà la mia vita in modo permanente?
«Già mi manca mamma» dice Scott, mentre già in lontananza si sente il rumore del treno sfrecciare sulle rotaie «Non so come farò senza di lei»
Come ho fatto io senza la mia per tutto questo tempo, penso, ti abituerai al dolore.
Melissa McCall è stata per me la mia seconda madre —dopo che la dementa frontotemporale si è portata via la mia—, ha aiutato mio padre a uscire dalla depressione e si è presa cura di un piccolo e pestifero Scott e di un ancora più iperattivo me.
 
***
 
«Malia Tate, Taylor Prior, Rebecca Jackson, Ethan Carver, Scott McCall» chiama un uomo sulla quarantina, vestito interamente di grigio e con gli occhi marroni e grandi, spenti di una qualsiasi gioia.
L'ultima fazione che sceglierò è sicuramente quella degli Abneganti, penso, guardando Scott avanzare baldanzoso vero le salette dei test. Il sistema è cambiato da quello che ho letto sui libri. Ora i ragazzi vengono chiamati uno alla volta, prima un Abnegante, poi un Erudito, un Pacifico, un Intrepido e infine un Candido, in modo che a ognuno venga assegnato un qualcuno che non sia della propria fazione, anche se principalmente i volontari sono Abneganti.
Passano dieci, forse quindici minuti e uno Scott estremamente trafelato esce dal corridoio, con lo sguardo vuoto che cerca subito il mio. Quando i nostri occhi si incontrano, Scott abbassa i suoi e torna a sedersi vicino a me.
«Com'è andata?» sussurro, cercando di allentare la tensione. Altri due turni e sarebbe venuto il mio momento.
Scott non risponde, tenendosi la testa fra le mani con uno sguardo assente —più del solito—; mi zittisco e aspetto pazientemente il suo turno. Meredith, la ragazza seduta affianco a me, mi ferma la gamba una decina di volte mentre questa continua ad agitarsi.
«Isaac Lahey, Lydia Martin, Wendy Young, Allison Argent, Stiles Stilin-, Steile-» incespica l'uomo, strizzando gli occhi.
«Si pronuncia Stilinski» lo correggo, entrando nello stretto corridoio. Ci sono cinque porte, ognuna con la targhetta per ogni fazione. La ragazza intrepida a fianco a me mi sorride, prima di aprire la porta ed entrare nella saletta; io la imito, facendomi coraggio e respirando profondamente.
La sala è interamente coperta di specchi e mi osservo da ogni angolazione possibile; al centro di questa c'è una poltrona reclinabile, come quelle dei dentisti —e io non ho mai avuto belle esperienze da loro— con accanto una macchina. Un intrepida si trova vicino a essa, sorridente.
È una donna dai lunghi capelli neri e gli occhi marroni che potrebbe ricordami Melissa, se non fosse stato per l'espressione dura e sicura che ha sul viso. Indossa i tipici abiti intrepidi e sotto le maniche della giacca in pelle posso intravedere numerosi tatuaggi.
«Non ti preoccupare» mi rassicura la donna «non fa male; siediti e mettiti comodo».
Annuisco e piano mi accomodo sgraziatamente sulla poltrona, appoggiando il capo sul poggiatesta «Io mi chiamo Talia»
«Stiles» dico solamente, mentre la luce al neon mi fa socchiudere gli occhi facendomi appena intravedere Talia che armeggia con la macchina alla mia destra. Si posiziona dietro di me e io stringo i braccioli; Talia mi attacca dei fili sul capo e li collega alla macchina, prendendo poi una fiala con un liquido trasparente e «Bevilo» mi ordina.
«Che cosa è?» domando spalancando gli occhi «Non berrò quella cosa senza prima sapere cosa mi succederà.»
«Non te lo posso dire. Devi solo fidarti» risponde Talia, mettendomi la fiala sotto il naso «Sei spaventato?»
«No» mento, facendo sorridere la donna. Okay, forse sono un pochino nel panico, ma è meglio tenermi questa considerazione per me.
«Un candido che mente» ridacchia la donna «Chissà, forse oggi mi capiterà di vedere anche una abnegante truccata»
Non rispondo e mi verso in bocca il contenuto della fialetta, chiudendo poi gli occhi.
 
***
 
Li riapro un istante dopo, non ritrovandomi più nella saletta con Talia, ma in un altro posto, che somiglia vagamente alla mensa della scuola, senza lunghi tavoli e con pareti di vetro. Un solo tavolo è davanti a me e su questo due cesti: in uno c'è un pezzo di formaggio e nell'altro un coltello lungo minimo quando tutto il suo torace.
«Scegli» dice la voce di una donna, dietro di me.
«In base a cosa?»
«Scegli!»
Ragiona Stiles, penso tremante, probabilmente dovrai difenderti da qualcosa -e il formaggio non è una delle migliori armi. Afferro il coltello e subito i due cesti scompaiono.
Sento una porta aprirsi e tutto ciò che i miei occhi vedono nella stanza bianca è un cane dal muso appuntito, a pochi metri da me. L'animale ringhia e mi guarda con gli occhi rossi iniettati di sangue.
Potrei scappare, ma il cane mi raggiungerebbe e non posso batterlo in una combattimento corpo a corpo. L'unica soluzione è ucciderlo o provare a... ragionarci, ecco.
«Hey, bello» lo chiamo accucciandomi per terra «Io non ti voglio fare del male e sarebbe molto carino da parte tua se tu non ne facessi a me»
Il cane abbaia, avvicinandosi ancora di più. Io continuo a sorridere mentre tengo ben stretto il coltello fra le mani.
«Cuccia» gli ordino, guardandolo negli occhi. L'animale ringhia, a pochi metri da me.
Non devo guardarlo negli occhi, mi ricordo, è segno di aggressività; qual'è invece segno di sottomissione? Qualcosa tipo mostrare il collo. O forse quelli sono i lupi.
Il cane ringhia di nuovo e stavolta di fronte alla mia faccia paralizzata. Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo, pronto ad affondare il coltello. Dei brividi mi percorrono, partendo dalla base del collo fin ad arrivare alle punte dei piedi.
Respiro di nuovo e posso sentire l'alito pesante dell'animale, che ha smesso di ringhiare e probabilmente si prepara a dilaniarmi il collo.
Senza neanche pensarci, infilo il coltello con tutta la forza che ho nella carne del cane, che guaisce ad alta voce. Mi alzo in fretta, in tempo per vedere l'animale contorcersi per terra e poi sparire in una nube di fumo. Mi viene da vomitare, al pensiero di quello che ho appena fatto e mi riprometto che una volta tornato a casa prendero un cucciolo dal canile.
La scena cambia. Mi ritrovo seduto immobilizzato, con davanti un uomo dallo sguardo cattivo. L'uomo brandisce una foto che ritrae una ragazza più o meno della mi età, con dei capelli biondi e gli occhi grandi. Mi sembra di riconoscerla; è Amber, la mie vicina di casa, quella che fa i biscotti buoni e che mi ha detto di avere una piccola cotta per me, l'anno precedente.
«La conosci?» chiede, fissandolo con l'unico occhio buono. I suoi vestiti sono stracciati e ha alcune ferite sul petto.
Faccio segno di no con la testa, serrando le labbra. Amber è una brava ragazza e quell'uomo mi ispira decisamente poca simpatia, ha tutta l'aria di essere un pazzo psicopatico, a dirla tutta.
«Menti» dice l'uomo, scrutandomi ancora. Ghigna e mi riprende il viso, costringendomi a un faccia a faccia con il suo viso deforme. Gli stessi brividi precedenti mi percorrono la schiena, dandomi una scarica di adrenalina.
«Se la consci, dimmelo. È lei che mi ha fatto questo»
«Mi dispiace, ma non so chi sia»
Così come è iniziata, le scena si conclude con un semplice battito di ciglia. Mi ritrovo nuovamente nella stanza, con Talia e la sua macchina infernale.
«È stato un incubo» mormoro, guardando la donna sorridergli e asciugandomi contro i pantaloni bianchi le mani umidicce.
«Me ne sono accorta» risponde lei «non hai fatto altro che contorcerti sulla poltrona per tutto il tempo»
Io sorrido imbarazzato, e sposto lo sguardo sul mio riflesso. Sotto le luci al neon sembro ancora più pallido e malaticcio, con i capelli in disordine e i nei a creare una strana scia lungo il mio collo scoperto.
«Allora, vuoi sapere solo il risultato o anche una spiegazione dettagliata, Mr. Curiosità?»
«Spiegazione dettagliata» rispondo, facendo per alzarmi «Posso alzarmi? Camminare mi calma»
La donna sembra capire e mi sorride di nuovo, annuendo «La simulazione progredisce a esclusione» spiega «Quando nella prima fase hai scelto il coltello al posto del formaggio, sono stati esclusi i Pacifici e confermati gli Intrepidi. Tuttavia, hai provato prima a contrattare con il cane, una mossa intelligente che ha confermato anche gli Eruditi. Ma quando lo hai pugnalato, sono stati esclusi anche loro. Nella seconda, sono stati esclusi Candidi e Abneganti, in quanto hai mentito e hai rifiutato di aiutare l'uomo»
Io allargo gli occhi in una smorfia preoccupata «Per cui il risultato è...»
«Intrepidi» dice Talia, facendomi l'occhiolino «Congratulazioni. Spero di vederti tra le nostre file. Nonostante tutto, credo tu abbia un cervello niente male. Non tutti gli Intrepidi avrebbero prima cercato di contrattare con il cane o ragionato sul modo migliore per riuscirci»
 
***
 
«Allora» Scott prende parola dopo un'ora e ventisette minuti in cui siamo rimasti in silenzio «Com'è andata?»
Io alzo lo sguardo dalle mie scarpe nere e sporche, per incontrare gli occhi di Scott. C'è stato un periodo, alcuni mesi prima, in cui ho avuto una cotta per lui e una delle parti che preferivo del mio migliore amico erano sicuramente i suoi occhi.
«Non si può parlare dei propri test» dico, riprendendo a guardare le mie vecchie scarpe di tela.
Intrepido, io. Non si può considerare coraggioso una persona che non diceva la verità, lo diceva sempre mia madre.
«Oh, andiamo Stiles» dice Scott, agitandosi sul suo sedile «Ci conosciamo da una vita e davvero non vuoi dirmi il risultato del tuo test?»
«Dimmi prima il tuo»
Incrocio le braccia al petto, mentre il mio migliore amico boccheggia. Non capisco l'insistenza di Scott nel sapere il mio risultato, alla fine tanto conta la fazione che sceglierò.
«Abneganti» risponde lui, dopo aver sospirato profondamente.
«Non prendermi in giro» dico, girandomi «E rispondimi seriamente»
«Sono fottutamente serio» replica Scott, sull'orlo delle lacrime, strattonando la manica della mia maglietta «Non so come sia potuto succedere. Un attimo prima c'era il formaggio e io l'ho lanciato al cane e un attimo dopo ho riconosciuto tuo padre nella foto e non potevo non salvare la bambina»
Mentre il mio migliore amico farnetica, io sgrano gli occhi e apro la bocca a scatti.
Scott non ha preso il coltello. Per lui non è stato istintivo come invece per me; ha scelto il formaggio.
«Talia mi ha spiegato che la simulazione procede per esclusione. Quando hai afferrato il formaggio al posto del coltello, sono stati scartati gli Intrepidi» mormoro, più a me stesso che a Scott.
«Sì, ma insomma, perché avrei dovuto prendere il coltello se non sapevo che cosa sarebbe successo dopo?» risponde lui piccato, come se fosse la cosa più ovvia da fare «Comunque, a te sono usciti cosa, Eruditi o Candidi? Sembravi sconvolto quando sei uscito che credevo il tuo test fosse stato inconcludente. Ma non lo è stato, vero?»
Ho spesso sentito parlare di questi test inconcludenti. Sono il risultato di persone che mostrano un attitudine a due o più fazioni, li chiamano divergenti. Mio padre sostiene siano pericolosi, una minacci che porterà alla distruzione della pace.
Il futuro appartiene a coloro che sanno qual'è il loro posto. E non puoi appartenerne a due.
«No» replico, strofinando le mani «Ma lo avrei preferito»
Il bus si ferma davanti a casa mia e noto come mio padre sia già sulla porta ad aspettarmi. Mi sistemo la maglietta e faccio per alzarmi, quando Scott mi trattiene.
«Non mi hai detto il tuo risultato» dice, cercando di sussurrare «E non pensare di mentirmi o scappare»
Mi guardo in torno, spaesato, prima di avvicinare la bocca all'orecchio di Scott e sussurrare: «Intrepidi»
L'ultima cosa che vedo prima di scendere dall'autobus è l'espressione letteralmente sconvolta del mio migliore amico. Forse avrei dovuto dirglielo con più tatto, mi sente come se gli avessi rubato il suo sogno, il suo destino.
Saluto suo padre e, senza dire una parola, mi dirigo in camera mia. Ho bisogno di pensare, valutare.
La mia vita è sempre ruotata, come quella di ogni altro Candido, intorno alla frase: 'Meglio un'amara verità piuttosto che una dolce bugia'. Solo le persone coraggiose dicono sempre la verità. Sono abbastanza coraggioso per non mentire, ne agli altri ne a se stesso?
Rimango tutta la notte sveglio a interrogarmi su come sarà stata la mia vita se scegliessi gli Intrepidi. Nuova gente, nuove esperienze, nuove cose.
'Deve essere la cosa più adrenalinica del mondo' ha detto Scott, vedendo gli Intrepidi saltare giù da un treno in corsa. E rimanere nei Candidi non mi procurerebbe sicuramente lo stesso apporto di brividi lungo la schiena.
A me, i brividi lungo la schiena, piacciono da matti. E forse so già dove farò cadere il suo sangue, durante la Cerimonia di Scelta.


 
 
Writer's wall:
Salve a tutti. Io sono beh, nuova, sia nel fandom di Teen Wolf su Efp che nel fandom in generale; ma questo non importa a nessuno. Parliamo della fanfiction.
Come avrete capito è un AU dove i personaggi di Teen Wolf vivono nel mondo di Divergent. Ora, non so se voi abbiate visto il film o letto il libro, ma per farvi capire meglio la situazione vi lascio qui il link della pagina di Wikipedia apposita. Nella fanfiction saranno presenti: Stiles (ovviamente), Scott, Allison, i gemelli Ethan e Aiden, Isaac, Lydia, Malia, Derek e Peter. Li incontreremo con l'andare avanti dei capitoli, alcuni prima altri dopo.
Nel prologo e nel primo capitolo sono presenti numerose frasi del libro o film di Divergent, che adesso non sto qui a elencare poiché sono davvero molteplici. La fanfiction non seguirà l'andamento del libro: Stiles non è un Divergente, Jeanine non vuole distruggere gli Abneganti (prova solo molta antipatia nei loro confronti) e la pace non è precaria.
Detto questo, non posso che ringraziare il mio beneamato Tumblr, che durante una serata di cazzeggio mi ha per sbaglio ispirato questa fanfiction; Celestial, che mi ha aiutata a scegliere il titolo, e il mio cane, per avermi tenuto compagnia mentre la scrivevo.
Non so quanti capitoli durerà, credo più di venti, e spero di riuscire ad aggiornare ogni settimana. La storia non è betata quindi mi assumo tutta la responsabilità di eventuali errori grammaticali, che sarei lieta di correggere se voi me li segnalaste. Ringrazio tantissimo rainagain per il fantastico banner che ha creato per la storia e grazie a chi leggerà, ma sopratutto a chi utilizzerà il suo tempo lasciandomi una recensione, e non esitaste a scrivere quello che davvero pensate.
Vi lascio il link per contattarmi su 
facebook, twitter e ask.
Arrivederci.
-sognandoti
   
 
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