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Autore: miriel67    21/08/2008    4 recensioni
L'aeroporto di Venezia non è molto grande... Ha il nome di un grande viaggiatore, Marco Polo.Cosa ci faccio qui? Sto aspettando la mia Pen Pal dal Giappone: si chiama Kagome Higurashi e ha la mia età,16 anni. Io? Io mi chiamo Ginevra, faccio la prima liceo e ho sedici anni anche io... Abito a Venezia, vicino alla Prefettura, Palazzo Corner...Avete presente?!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Kagome è arrivata 2

Il volo da Londra Gatwick è atterrato

Ginevra fremeva di impazienza! Finalmente avrebbe conosciuto la sua Pen Pal.
Erano ben tre anni che si scrivevano, prima in inglese e poi ognuna nella propria lingua. Ginevra in italiano e Kagome in giapponese.
Kagome, la sua Pen Pal di Tokio!
Ginevra non stava nella pelle, aveva in mano la sua fotografia e aspettava davanti alle porte scorrevoli degli arrivi internazionali.
Non le sembrava ancora vero. Quel programma di scambio fra studenti funzionava proprio bene.
La sua amica Daniela aveva ospitato per due settimane una ragazza australiana e le aveva fatto una testa così su quella Helen che non ne poteva più.
Era uno dei motivi che le aveva fatto scegliere quella scuola, liceo linguistico sperimentale...Dove si potevano studiare anche le lingue orientali e lei aveva scelto il giapponese,oltre al francese e l'inglese.
Tanto per non farsi mancare nulla. 
La nonna diceva che avevano un antenato giapponese,ma lei non ci credeva.
Era alta,bionda con i capelli mossi e lunghi.
E gli occhi azzurri. Era molto più probabile che avesse un antenato tedesco, piuttosto!

Le porte finalmente si aprirono...Una, due ,tre persone...ma dov'è Kagome Higurashi?
-Kagome-chan!-
-Ginevra-chan!-
Due ragazze volarono una verso l'altra.
Prima di abbracciarsi Ginevra fece un breve inchino all'amica. Piccolina e con dei grandi occhi scuri. E un bellissimo sorriso.
-Kagome,benvenuta a Venezia,benvenuta in Italia-
La madre di Ginevra non fece tanti complimenti e abbracciò e baciò con trasporto la nuova arrivata. 

C'era da prendere il motoscafo per andare a casa e una buona mezz'ora di laguna prima di arrivarci, e la linea Blu stava per partire. Giusto il tempo di prendere le valigie.
Kagome e Ginevra parlavano fitto fitto e ridevano. Un po' in inglese, un po' in italiano e un po' in giapponese.
-E'stato un viaggio lunghissimo, sai...Vedrai il prossimo anno quando verrai da me-
-Non vedo l'ora Ka-chan...Mi piacerebbe tantissimo visitare Tokio-
Ginevra, mentre il motoscafo procedeva rapido verso San Marco, indicava a Kagome l'isola di Murano e poi le Vignole, prima di curvare dolcemente verso Canal Grande.
Kagome spalancò gli occhi, il sole illuminava l'acqua e lo spettacolo che le si presentava davanti,la lasciò senza fiato.
Prese le mani di Ginevra illuminandosi tutta. Era magnifico.

La casa di Ginevra era in una calle poco distante da campo Sant'Angelo, con il campanile storto di Santo Stefano sullo sfondo e i ristorantini e i bar.
Una bella casa, con un piccolo cortile interno, pieno di gelsomini e gerani bianchi,rosa e rossi.
-E' mia mamma che si prende cura del cortile...-
Ginevra con una valigia in mano ed un borsone nell'altra, salì la scala esterna in pietra d'Istria, mentre sua madre apriva la porta.
Una casa con un grande salone, un vecchio camino in marmo, un magnifico lampadario pieno di gocce e fiori in vetro.

-Ti piace? E' un po' vecchia, la mia famiglia abita qui da quasi cento anni.-
Ginevra stava aiutando l'amica a disfare la valigia.
-Ti ho portato un po' di regali...-
Dal borsone,Kagome cominciò a tirare fuori peluches, manga introvabili e poi una scatolina.
-Questa me l'ha data il nonno, per te. E' un antico cimelio degli Higurashi, in questo modo entri a far parte della nostra famiglia...-
Ginevra aprì il misterioso pacchetto con mani curiose e trepidanti.
Un ciondolo. Sembrava una perla,anche se era un po' più grossa di una perla normale. Violacea, con dei bellissimi riflessi iridescenti.
Agganciata ad una catenella d'argento.
-Io non so se posso accettare, mi sembra una cosa preziosa...-
Ginevra teneva quel ciondolo fra le mani, non riusciva a capire che pietra fosse.
-Vediamo come ti sta...-
Kagome prese la Shikon no Tama e la infilò al collo dell'amica.
In quell'istante, gli occhi di Ginevra assunsero una sfumatura indaco che non avevano mai avuto.
Si guardò allo specchio. Era proprio un bel ciondolo.
La voce della mamma di Ginevra, le chiamò per la cena.
-Stasera fritto misto! Alla tua amica piace il pesce vero Ginevra?!-
-Si mamma,arriviamo-

Trascorsero i primi giorni girando per Venezia, senza una meta particolare.
Kagome doveva smaltire un po' il fuso orario e quindi avevano deciso che per i primi due giorni non avrebbero visitato musei e chiese, ma solo passeggiato, mangiato gelati e chiacchierato.
La mattina del terzo giorno, Ginevra si era accorta che sua madre aveva dimenticato le chiavi di casa e il cellulare sul tavolo della cucina.

-Ka-chan ti dispiace se prima di andare a Rialto passiamo da mia mamma, al lavoro,  a portarle chiavi e telefono? E'qui vicino...-
Palazzo Corner era proprio vicino, a due passi. E la madre di Ginevra era impiegata proprio là.
-Ma è un bellissimo palazzo,stupendo...-
Kagome cominciò a fotografare ogni cosa. Da quando era arrivata aveva la macchina digitale sempre in mano.

Tipicamente giapponese...     
                           

-Appoggiati là Ginevra che ti faccio una foto-
L'antica vera da pozzo di Palazzo Corner era ricoperta da un pesante coperchio di bronzo, fissato con bulloni e fasce avvitate.
Ginevra salì il gradino e si appoggiò.

Pronti un bel sorriso...cheese...

Il ciondolo appeso al collo di Ginevra cominciò a pulsare. Uno, due ,tre battiti, come se la pietra avesse un cuore all'interno.
Il click della macchina fotografica.

CLICK

Nello stesso momento, il coperchio del pozzo saltò per aria e Ginevra fu risucchiata dentro.

Non riuscì neanche a dire aiuto. Non se ne rese neanche conto
Kagome guardò il minuscolo monitor della fotocamera digitale. C'era il pozzo, ma Ginevra dov'era?

§

-Perché è buio? Dove sono?-
Ginevra aveva appena riaperto gli occhi.
Per un brevissimo istante le era sembrato di perdere i sensi, come se si fosse addormentata e risvegliata in un istante.
-Sono caduta nel pozzo?!-
Si fece questa domanda perché alzando gli occhi riusciva a vedere un pezzo di cielo azzurro perfettamente circolare.
-Kagome! Kagome!-
-Forse è andata a chiamare aiuto...-
Poi sentì qualcosa che le camminava sulla mano,un ragno?, un millepiedi?
Cacciò un urlo e cercò di arrampicarsi fuori da quel buco.
Odiava gli insetti. Ma l'idea che là sotto ci potesse essere un ragno le aveva dato la forza per arrampicarsi.
Era una discreta atleta tutto sommato.
E non era difficile, la parete del pozzo era piena di anfratti dove poter infilare mani e piedi.
Ginevra si issò sul bordo del pozzo.
-Legno? Perché è di legno?-
Ma la sua testa si pose ben altre domande,quando davanti a lei apparve un prato ed un boschetto di betulle.

 

 

Grazie a chi legge e a chi commenta!

Nota storica:
In realtà la vera da pozzo di palazzo Corner è stata spostata in campo SS Giovanni e Paolo, dove c'è l'ospedale cittadino...
Interessante coincidenza, vero?!
   
 
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