Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: ILoveRainbows    26/06/2014    1 recensioni
Le coincidenze non esistono. O sbaglio? E se non ci credete... Se per due giorni di seguito incontraste il vostro idolo non in mezzo alla folla, ma relativamente da solo, non smettereste di crederci pure a voi alle coincidenze?
Dal primo capitolo:
Quasi inchioda dallo spavento e poi accosta la macchina guadagnandosi la rabbia e le grida degli automobilisti.
Si gira verso di me. - Che c'è?! -
- Torno subito. - Senza altre parole scendo dall'auto con un balzo, sotto lo sguardo pesante di mio zio.
Ho visto la Perfezione più tre suoi amici.
Faccio una breve corsa fino ad essere davanti all'entrata di Radio Deejay e pochi passi dietro di loro.
Solo a quel punto realizzo che non ho la più pallida idea di cosa dire. Purtroppo le mie gambe godono di vita propria e prima di riuscire a fermarle mi trovo spiaccicato sulla schiena di una persona molto magra, ma muscolosa, e decisamente alta.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 11

- Mika? -
- Mmmh... -
- Mika? -
- Si? -
Siamo ancora sul dondolo e il pomeriggio sta scorrendo lentamente.
Un sole tiepido è incastonato fra qualche nuvola e in strada masse di persone si muovono frettolosamente mentre noi ci godiamo un po' di pace.
Mi giro con il volto un po' verso di lui e ricambia lo sguardo. - Cosa ne pensi di me? -
Voglio saperlo.
- Cosa intende? -
Ritorno a guardare il cielo avvolto fra le sue braccia. - Intendo... - penso - tu come mi vedi? -
- Come la persona che I love? - è visibilmente confuso.
- No... Non era questo. Forse più... - pausa - perché ti sei innamorato di me? -
Sospira e la mia schiena con lui se così si può dire.
- Quando te ho visto per la prima volta I thought che eri curioso. Forse è stato per your blushing quando ti parlo, o per la tua dolcità... I don't know! Ed è why io so di essere inamoratò di te my love -
Mi giro completamente verso di lui restando sdraiato e mi sporgo verso le sue labbra lasciandogli tanti brevi baci sulle labbra.
- Sei adorabile lo sai? -
- Soltanto? - chiede scherzando.
- Oh, ma stai zitto! - e mi rifiondo sulle sue labbra ancora leggermente socchiuse in una danza che non ha inizio né fine.

Credo di essermi appisolato fra le sue braccia sotto il sole e quando riapro gli occhi li stropiccio con i pugni chiusi come un bambino e cerco di mettere a fuoco Mika che mi guarda amorevole.
Arrossisco per non smentirmi mai.
- Quanto ho dormito? - chiedo assonnato.
- Un'oreta, not much more. - sorride e io mi sciolgo come un pupazzo di neve che bramoso di vedere l'estate resiste a tutte le intemperie per poi sciogliersi sotto il sole caldo.
- Potevi svegliarmi - gli dico strizzando leggermente gli occhi perché ho il sole contro.
- Oh, but you were lovely! - mi schiocca un bacio in fronte e io mi riaccoccolo fra le sue sue braccia completamente stravaccato su di lui.
Sto benissimo.
Sono in pace con me stesso per la prima volta dopo tanto tempo: fra le sue braccia e con il suo corpo che mi tiene caldo.
Fossi un gatto farei le fusa più sonore del mondo.
Mi guarda divertito.
- Che c'è?! Sei comodo. -
- Ooooh, lo vedo. -
Se era un invito a spostare il mio dolce peso piuma dal suo torace, beh... No way Mika, sorry!
Sto al massimo un paio di minuti ad osservare il cielo che comincia a colorarsi di mille colori: rosa, arancio, violetto (?!)... E rosso, più il tempo passa più il cielo diventa rosso sangue.
- Under a blood red sky. Come nella canzone degli U2. - dico.
Si mette a canticchiarne un verso a cappella. Così, su due piedi. Anzi, con me a bloccargli la respirazione.

Under a blood red sky
A crowd is gathered in black and white
Arms entwined, the chosen few
The newspaper says, says
Say it's true, it's true...
And we can break through
Though torn in two
We can be one

Bisbiglia nel mio orecchio l'ultimo verso.
La sua voce mi fa venire i brividi come sempre. Ho provato ad abituarmici, ma ancora niente. Ora che posso averla quando voglio è ancora più una droga.
- Grazie per aver cantato per me. -
- Always. - dice con sguardo perso, innamorato.
- Ti piace così tanto mettere parole inglesi nei discorsi in italiano? -
- È beautiful. - dice arricciando il naso.
- Ho capito. - pausa. - Ma con Andrew ci hai più parlato? - 
Si incupisce per qualche secondo. - It's since we had that argument that we don't talk to each other. This is probably the end, after a lot of problems... - Parla in inglese, sussurrando. Il suo sguardo è triste e arrabbiato.
Sto fermo e lo guardo: aspettando. Una lacrima gli solca il viso e gliela asciugo. Mi guarda riconoscente.
- Posso chiedere perché avete litigato? -
- He cheated on me. - mi guarda cercando qualcosa, ma non capisco se lo trova.
Non resisto più e lo abbraccio. Niente di più.
A quel punto scoppia in lacrime e singhiozza silenziosamente. Lo tengo abbracciato per un paio di minuti, finché non si calma. - Thank you. -
- Always... - stiamo per moltissimo tempo a guardarci.
Dopo un po' scoppia improvvisamente a ridere. - This is stupid! Io ora ho te. - 
Così dicendo mi bacia fugacemente.
 - che ore sono? - chiedo dopo un po'.
- Boh... Wait - e vedo una lampadina accendersi sopra di lui.
Allunga la mano verso i miei pantaloni e infila una mano in tasca per estrarre un mobile come direbbe lui.
Sono arrossito di botto e lo guardo un po' scioccato.
- What?! Non posso? - chiede tranquillamente guardando l'ora. - By the way, sono le 17.30. -
- Ok... - dico ancora non del tutto ripreso dallo schock. 
Mi dà il cellulare e noto cinque chiamate perse.
Merda!
Luca...
Compongo il suo numero timoroso come un ragazzino quando ha venti chiamate perse dai genitori a cui non ha risposto.
Uno squillo
...
Due squilli
...
Tre squilli
...
Quattro pecore... Pardon! Squilli
...
- Dove sei? - chiede Luca dall'altra parte della cornetta mantenendo tutta la calma di cui è capace.
- Da Mika. - rispondo cautamente.
- Ma tu sei pazzo?! - mi urla in un timpano. - Non ti ho più sentito da ieri! Avresti potuto essere dappertutto! Essere morto! -
- Tranquillo tranquillo! Sto bene! - mi affretto a rassicurarlo.
Mika mi guarda incuriosito.
- Meglio. Bene. Ma ti prego, non farlo mai più. - sento una vera punta di preoccupazione nella sua voce.
- Non accadrà tranquillo. - sono dispiaciuto.
- Bene. - pausa - stasera però vieni a mangiare fuori con me e non te ne stai con il tuo bello. Sennò a sto punto ti trasferisci da lui direttam... -
- Luca! - lo interrompo brusco.
- Ups. È lì con te vero? -
- Sì! -
- Scusa scusa. Me lo passeresti un attimo? -
- Solo se non dici cose stupide - lo ammonisco.
- Croce sul cuore. -
- Spero per te. - dico un po' scontroso.
Mi giro di nuovo verso di Mika.
- Vuole parlarti. - gli comunico.
- A me? -
Annuisco.
Allunga la mano e prende il telefono.
Io mi alzo per andare in bagno. Non sono sicuro di voler sapere cosa hanno da dirsi.

Quando torno Mika si sta stiracchiando. Io gli giungo alle spalle e gli poggio le mani sulle spalle per fargli un piccolo massaggio e fargli passare l'indolenzimento.
Quando sente le mie mani su di lui si gira a guardarmi e io abbasso le braccia pensando che non gradisca e arrossisco per la figura che ho fatto.
Si gira di novanta gradi verso di me e mi prende le mie mani fra le sue portandole alle sue spalle e facendomi cenno di fare quello che volevo fare.
Inizio a disegnare cerchi con i pollici sopra le scapole, in un punto strategico, che tanti anni fa mi ha insegnato mia madre.
Mugola debolmente compiaciuto sotto le mie mani.
Appena finisco si gira verso di me del tutto e mi bacia dolcemente per appena un paio di secondi. Poi si avvicina con le labbra al mio orecchio - You know, dovreste farlo anche a letto. -
Inutile ormai dire la mia reazione, risulterei solo ripetitivo e noioso.
Si allontana e entra in casa. Mi affretto a seguirlo.
- Usciamo for dinner. - mi rende partecipe dei suoi piani (che comprendono anche il sottoscritto).
Lo seguo come un cagnolino mentre va in camera.
- Dove? -
- Con Luca. -
Apre l'armadio e ci infila dentro la testa alla ricerca di qualcosa.
- Non ho chiesto con chi. -
- Io, te e lui. -
Scuoto la testa mentre non può vedermi. - Roger! Lo abbiamo perso. -
Mi butto sul letto.
In dieci minuti è pronto. Io non posso fare molto e spero che non andremo in un luogo troppo di lusso.
Si avvia verso il bagno per sistemare gli ultimi particolari e io mi decido ad alzarmi dal letto per andare verso la porta per uscire.
- Where the hell are you going? -
- Dobbiamo uscire. - Il mio tono è leggermente stupito. Cosa dovrei fare? Uscire dalla finestra. -
- Non esci like that. - Indica il mio abbigliamento.
- cosa dovrei mettere? -
- I give you qualcosa. -
Torna all'armadio e mi lancia un paio di pantaloni beige e una t-shirt blu elettrico, ma non kitsch.
- Ecco! -
- Oh, grazie. -
Neanche ho finito la frase che è già in bagno. Mi cambio velocemente e sono pronto.
Quando torna in camera è vestito di tutto punto. Sembra pronto per gli Oscar per quanto i vestiti siano un po' sportivi e trascurati a modo loro. Mi osserva pensante per qualche secondo e poi mi lancia una camicia blu elettrico che mi calza a pennello, quindi a lui è piccola. La infilo sopra la maglietta e la lascio aperta. Non credo che stiamo andando in qualche luogo molto particolare e elegante.
- Siamo pronti. - gli sorrido e lui ricambia felice.
Scendiamo e vedo una Mercedes che ci aspetta.
Ci avviamo verso la macchina, ma Mika mi precede di qualche passo e mi apre la porta per farmi entrare.
Incateno lo sguardo con il suo prima di entrare.
Mika si siede dietro con me e passa un foglietto all'autista con l'indirizzo.
Tutti questi segreti iniziano incuriosirmi.
Senza contare che è presto per uscire a cena, molto presto.
Partiamo e dopo pochissimo Mika tira fuori dalla tasca della giacca un foulard che si annoda con un fiocco intorno al collo.
- Dove stiamo andando? - chiedo non appena entriamo in autostrada.
- Surprise! - dice con un sorriso malandrino.
- Daiiiii!!! Odio le sorprese! - faccio gli occhioni dolci, ma Mika è irremovibile. Il massimo che ottengo è un bacio sulla punta delle labbra.
Cartelli:
• Monza •
• Bergamo •
• Brescia •
• Peschiera •
A Peschiera l'autista mette la freccia per uscire dall'autostrada.
Amo Peschiera! È una cittadina molto bella.
Ormai sono le 19.00.
Pensavo ci fermassimo a Peschiera, ma considerando che stiamo uscendo dal paese, le mie teorie sono errate.
Arriviamo ai margini di un bosco che si estende per molti chilometri e che è pieno di radure. Ci sono già stato una volta.
Ci fermiamo all'inizio del bosco. Ci sono moltissime macchine parcheggiate e la gente va e viene dal bosco. Alcune sono macchine veramente particolari.
C'è un'aria di festa e allegria.
Quando esco dalla macchina sento della musica che suona in lontananza.
Le persone sono divise in gruppetti e chiacchierano felici.
Mi mette gioia solo stare qui. Voglio assolutamente prendere parte anch'io a questo marasma.
Ho un sorriso stampato in faccia quando Mika mi raggiunge. Siamo ancora accanto alla macchina e io mi guardo intorno cercando di capire il perché di tutto ciò e cosa mi aspetta una volta entrati nel bosco.
Mika mi guarda, contento del mio stupore e mi strappa un bacio a tradimento mentre sono distratto.
- Che cos'è tutto questo? -
- Una festa for old music fans. -
- Lo vedo! Come facevi a sapere che amo queste cose? -
Mi fa l'occhiolino. - Comunque for tonight: mangiamo. Cantiamo. Baliamo. Beviamo e we have fun. -
- Sembra fantastico! - sono veramente entusiasta.
Dopo un po' arriva una moto nera. Quella di Luca. A bordo però ci sono due persone.
Ci avviamo verso la moto che nel frattempo si è fermata poco lontano da noi.
Ne scendono un Luca tranquillo e un Morgan elettrizzato per la corsa in moto.
- Questo è fuori. - commenta quest'ultimo quasi urlando di gioia indicando il mio coinquilino.
Guardo Luca e questi fa spallucce mentre mette via il casco.
- Abbiamo corso tantissimo e più di una volta ho temuto ci schiantassimo. È stato veramente fortissimo! -
- Mika, non mi avevi detto di Morgan. -
Si gira verso di me e dice semplicemente - Suprise. -
Mi lancio verso di lui e lo bacio per neanche un secondo, ma mi basta per il momento.
- Allora, entriamo? - si intromette Luca.
Annuisco cercando di contenere la felicità. Sono come un bambino in un negozio di caramelle.
Scatto verso l'entrata, ma quasi subito mi giro e noto che gli altri sono dove erano prima che mi guardano divertiti. - Daiii! - Urlo - andiamo! -
Mika inizia a farsi prendere dalla festosità ed è il primo a raggiungermi con un sorriso sulla faccia.
Mi prenda per mano e intreccia le sue dita alle mie provocandomi un brivido.
Ci avviamo verso l'entrata del bosco, incuranti se gli altri ci stiano seguendo o meno.
Il bosco non è fitto ed è pieno di gente che cammina lungo i sentieri. 
Ci buttiamo in uno a caso perdendo gli altri due. Sopravviveranno.
Ci facciamo trasportare dal flusso di persone.
Il sole splende ancora, ma non tanto quanto prima.
Arriviamo in una piccola radura. In un angolo vendono birre e vino e c'è un pianoforte con il quale una donna sta cantando e suonando "I Will Survive".
Alcune persone ballano quasi come in discoteca. Altri formano gruppetti e chiacchierano. Altri sono intorno al pianoforte che cantando insieme alla cantante.
Siamo in un punto fermo nel tempo, un universo differente. Siamo negli anni '80 e fine anni '80.
Sempre mano nella mano andiamo a prendere del vino e poi finiamo accanto al pianoforte a cantare a squarciagola.
Quando la canzone finisce iniziamo a battere le mani.
Non so come Mika finisce seduto al pianoforte e tutti intorno lo incitano a suonare qualcosa. Pochi però sembrano averlo riconosciuto.
Credevo avrebbe fatto una sua canzone, ma improvvisa "I Need A Hero" di Bonnie Tyler e tutti dietro a cantare con lui. Ha un modo magico di coinvolgere il pubblico. Sono sempre affascinato da come tutti lo seguano quanto inizia a cantare.
Tutti cantano e ballano. Se quello che stanno facendo può definirsi ballo.
Alla fine della canzone il pubblico chiede il bis e Mika, dopo aver mandato giù mezzo bicchiere di vino in un sorso li accontenta con ancora più energia della prima volta.
Io sono in piedi accanto a lui come un sacco di altra gente e canto con gioia. Ogni tanto ci scambiamo uno sguardo. Non avrebbe potuto farmi sorpresa migliore. Altro che discoteca, qui si sta molto meglio!
Dopo esserci scatenati sulle note di quella canzone per la seconda volta un'altra donna che intona un pezzo un po' diverso. "Walking On Sunshine".
È una canzone che mi mette gioia.
Io e Mika ci allontaniamo un po' dall'occhio del ciclone. 
Ci guardiamo e inizio:
- I used to think maybe you loved me now baby I'm sure
And I just cant wait till the day when you knock on my door -
Mi fa capire che continua lui e mi zittisco senza smettere di guardarlo.
- Now everytime I go for the mailbox , gotta hold myself down
'Cos I just wait till you write me your coming around -
Infine cantiamo insieme.
- I'm walking on sunshine , wooah
I'm walking on sunshine, woooah
I'm walking on sunshine, woooah -
Ridiamo e cantiamo. Sto camminando sette metri sopra il cielo.
Non aspettiamo che la canzone finisca e sulle sue note prendiamo un altro sentiero in direzione di un'altra radura.
Riconosco da lontano le note di Elvis Presley.
Oh, gli anni '50! Bello! pensa il mio cervello dirigendosi verso quel bellissimo suono.
Trovammo gente che sembrava effettivamente arrivare dagli anni '50.
Una band suonava "Jailhouse Rock" e le persone si scatenano sulle note della canzone. Non mi stupirei se lo stesso Elvis spuntasse da dietro un albero. Ok, forse qualche domanda me la farei.
Senza pensarci due volte trascino Mika in mezzo alla pista tirandolo per un braccio.
" The warden threw a party in the county jail.
The prison band was there and they began to wail.
The band was jumpin' and the joint began to swing.
You should've heard those knocked out jailbirds sing.
Let's rock, everybody, let's rock.
Everybody in the whole cell block
was dancin' to the Jailhouse Rock. "
Canta la band e noi con loro.
Ci scateniamo durante tutto il pezzo ridendo e ballando come deficienti.
Quando finisce la band attacca subito con "Hard Headed Woman", per rimanere in tema Elvis anni '50.
"Well a hard headed woman
A soft hearted man
Been the cause of trouble
Ever since the world began
Oh yeah, ever since the world began
A hard headed woman been
A thorn in the side of man. "
Continuiamo a stare nella pista da ballo e alla fine ci dileguiamo ridendo.
Anche lungo i sentieri ci sono persone sedute per terra in gruppetti con una chitarra che improvvisano canzoni su due piedi.
Poco lontano dagli anni '50 sentiamo qualcuno suonare della musica Honky-Tonk. Improvviso un balletto, ma proseguiamo cercando un'altra meta.
Boogie-Woogie! La faccia di Mika dice "no, ti prego. Se mi ami non farmi ballare il boogie-woogie." Rido per la sua faccia, ma continuiamo dritti, mano nella mano.
Jazz. Stile John Coltrane. Questa volta sono io a tirare dritto.
Oh, blues di Chicago. Questo anche ci piace molto. Pensa il mio cervello in autonomia e trascina verso quella musica il mio corpo e Mika.
Muddy Waters. Che coraggio a fare un pezzo suo. Del padre del blues di Chicago.
Devo dire che però il ragazzo che suona, che tanto ragazzo non è più, non se la cava male.
A Mika non deve piacere il blues particolarmente. Storce un po' il naso, ma non mi fa allontanare vedendo la mia aria felice.
Pendo dalla chitarra del tipo. Si può dire? Come se pendessi dalle sue labbra, ma pendo dalla sua chitarra.
È veramente bravo considerando chi sta cercando di eguagliare.
Uno dei più grandi chitarristi di sempre. Sicuramente fra i 50 più bravi.
Quando finisce di suonare "She's All Right" mi faccio largo fra la folla, Mika al seguito, per complimentarmi per la performance.
Lui per ringraziarmi del complimento improvvisa un motivetto allegro con la chitarra e si allontana ridendo.
Mi giro verso Mika che appena mi guarda scoppia a ridere. Ridiamo e non riusciamo a smettere.
Qui dentro sono tutti pazzi e fantastici.
Prendiamo un'altra birra e la sorseggiamo mentre un ragazzo, veramente un ragazzo, suona un pezzo di Chuck Berry.
Ascolto la musica e per un po' nessuno dei due parla.
Mi sto prendendo un momento. Un momento per pensare a quanto fantastico sia l'uomo che ho al mio fianco.
Mi ha portato in un posto fantastico. Musica musica musica. Poi... Ricordiamoci che lui è un musicista e un cantante quindi questo posto piace anche a lui. È tutto perfetto.
L'uomo che amo al mio fianco e tutta la musica che voglio.
A un certo punto mi sporgo verso di lui e gli lascio un fugace bacio che sa di birra sulle labbra.
Mi sorride leggermente interrogativo e io alzo le spalle.
Mi prende per mano e io mi lascio condurre verso qualunque posto voglia andare.
Seguiamo musica piano bar e giungiamo in una radura più grande delle altre.
Guardiamo verso il pianoforte per capire chi stia suonando così bene e vediamo Morgan con una sigaretta fra le labbra sottili teatralmente che suona con sentimento e passione.
Qui la situazione è più calma che dalle altre parti. Il prato è ricoperto da un parquet provvisorio ed è pieno di tavolini dove le persone sorseggiano drinks, ordinati al bancone improvvisato bar.
Ad un tavolo adocchiamo Luca e ci avviamo in là ordinando un analcolico, per la nostra sicurezza.
- Ciao - dico quando arrivo.
- Hei ciao piccioncini. - ci schernisce lui sorridendo mentre ci sediamo.
- Da quanto siete qui? - bisbiglio.
- Abbiamo fatto un giro. Poi non trovandovi Morgan ha visto il pianoforte dove non stava suonando nessuno e ci si è subito fiondato. Hai ragione, suona da Dio. -
- Te l'ho sempre detto, ma non mi hai mai ascoltato. -
Sorride innocentemente a trentadue denti.
Mi giro verso di Mika e noto che non c'è più, poi lo vedo al pianoforte con Morgan.
Suonano a quattro mani e dopo qualche secondo di improvvisazione sembrano decidere cosa suonare e Morgan inizia a intonare la canzone a volte facendo di quando in quando bolle di fumo con la bocca.
- It's nine o'clock on a Saturday
The regular crowd shuffles in
There's an old man sitting next to me
Making love to his tonic and gin
He says... -
Mika gli dà subito il cambio con le parole.
- Son can you play me a memory
I'm not really sure how it goes
But it's sad and it's sweet and I knew it complete
When I wore a younger man's clothes -
Non riesco a fare a meno di immaginarmi Mika nei panni del vecchio signore e faccio fatica a trattenermi dal ridere.
Poi continuano insieme.
- Sing us a song, you're the piano man 
Sing us a song tonight 
Well, we're all in the mood for a melody 
And you've got us feelin' alright -
L'alchimia che c'è tra di loro quando cantano è incredibile. Sembrano amanti... Si lanciano sguardi indecifrabili e anticipano le mosse dell'altro.
È proprio così che dev'essere una coppia: nella musica come nella danza o nel pattinaggio. In qualunque campo artistico.
Quando hanno finito il pubblico scoppia in un fragoroso applauso che loro si prendono tutto prima di raggiungerci al tavolo con sguardo felice.
- Allora, voi due vi siete divertiti? - chiede Marco a me e Mika.
Io annuisco energicamente e mi stampo in faccia un sorriso fino alle orecchie.
- Direi di sì. - sorride e tira un'altra boccata di fumo dalla sigaretta.
Sento un rumore strano provenire dalla parte di Mika e mi giro verso di lui interrogativo.
Si sta tenendo lo stomaco. - Ho fame credo. -
- Splendido! - esclama Morgan saltando in piedi.
Lo seguiamo a ruota e si dirige a passo sicuro fra gli alberi facendo slalom fra chitarre e cespugli.
Arriviamo in una zona simile a quella dove siamo appena stati. Parquet per terra. Bar. Tavolini. Ma l'atmosfera è completamente diversa. Bar anni '80. Cameriere in minigonna. Jukebox che suona. Colori accesi. Poltrone imbottite. Luci al neon.
Ci sediamo e ordiniamo degli hamburger.
Mangiamo in silenzio, divorando con voracità il panino. Il primo a finire è ovviamente Mika, che subito adocchia il mio hamburger ancora a metà. Risultato: ingurgito il panino velocissimamente prima che lui abbia la possibilità di addentarlo.
Quando abbiamo finito Luca chiede che si fa e io propongo di andare a scatenarci con musica rock anni '70.
La proposta viene accettata di buon grado da tutti e ci muoviamo velocemente sotto le luci della notte ormai inoltrata alla ricerca delle canzoni giuste.
A un certo punto Morgan si ferma di colpo e prende una strada diversa da quella che stiamo facendo. Lo raggiungiamo di corsa mentre si muove velocemente. Ha trovato qualcosa e poco dopo capisco cos'è.
"Heroes". Quest'uomo è proprio fissato.
Finalmente troviamo l'origine del suono. La gente intorno inizia ad essere un po' alticcia.
Appena arriviamo Morgan si mette a cantare con l'attuale musicista a squarciagola.
-I, I will be king
And you, you will be queen
Though nothing will drive them away
We can be Heroes, just for one day
We can be us, just for one day. -
Quaranta e passa anni, ma con le stesse forze di un adolescente.
Passiamo lì del tempo perdendoci nella musica suonata da varie persone e gruppi. Tutti molto bravi.
Un gruppo con “Smoke On The Water” dei Deep Purple e "Highway To Hell" degli AC/DC.
Un uomo con "Psycho Killer" dei Talking Heads.
Questa serata è un'occasione per ascoltare canzoni che non sentivo da tempo. Ci vorrebbe un po' di metal forse, ma così va più che bene.
Passano un sacco di artisti con le canzoni più disparate e l'ultima che sentiamo è "My Sharona" dei The Knack.
Con le note di questa canzone ci avviamo verso l'uscita mentre la luna e le stelle illuminano la nostra vita e questo posto che sembra essere parte di un altro mondo.

ANGOLO SCRITTRICE: alleluia! Non sono morta XD no beh, ci ho messo di più, ma è anche il doppio più lungo.
Non so esattamente cosa dire del capitolo. È un po' un delirio da parte mia. Un incrocio fra il Latitude Festival e Woodstock. Non so, però è un po' l'utopia del posto per me perfetto. Che dire?... Beh, sicuramente ci sono imprecisioni, in quanto, ho trapiantato un bosco di chilometri e chilometri vicino a Peschiera e non ricordo ci sia in realtà.
Comunque spero vi sia piaciuto ^_^ mi sono divertita a scriverlo
Alla prossima tesurini
ILoveRainbows
  
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