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Autore: brvkenalec    26/06/2014    0 recensioni
Vi siete mai chiesti quali siano stati i pensieri di Jace in uno dei momenti più romantici della saga di Shadowhunters? Se la vostra risposta è 'sì',allora non potete perdervi il secondo capitolo di Città degli Angeli Caduti raccontato dal punto di vista del tenebroso e affascinante Jace Herondale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Those three words 
Are said too much 

They're not enough."

 

Dalle finestre a mezzaluna del sottotetto entrava una fresca brezza notturna mentre mi avvicinai al centro della sala allenamenti.

Volsi lo sguardo verso l'alto,alle travi sopra le quali i Cacciatori allenano il loro equilibrio o si esercitano nei salti mortali.

In quel momento,su quelle travi,vi era Clary. Indossava una canottiera nera, dei pantaloncini in tinta e portava i folti capelli ricci in una coda alta sopra la testa.

«Ehi,hai intenzione di restare lassù tutta la notte?» le chiesi,sfoderando il sorriso più truffaldino del mio repertorio e incrociando le braccia al petto,senza distogliere gli occhi da lei.

«Pensavo che saresti salito quassù!» mi gridò,di rimando. «Cambiato programma?»

«E' una lunga storia.» le risposi,sorridendo. «Dunque,vuoi allenarti con i salti mortali?»

Nonostante lei fosse lassù e io invece fossi con i piedi ben saldi a terra molto distante dalla trave,al mio acuto senso dell'udito non sfuggì il suo sprezzante sospiro.

Ridacchiai ripensando al suo ultimo salto,la sera precedente. Si era rannicchiata in posizione fetale e aveva iniziato a scendere accompagnata da delle buffe grida isteriche.

«Muoviti,Clary.» la incitai. «Salta!»

Clary ubbidì quasi all'istante e,dopo aver chiuso gli occhi,si lanciò.

Proprio come la sera precedente,si lasciò semplicemente cadere,troppo terrorizzata per fare qualche capriola o qualche acrobazia.

«Bello.» commentai,sorridendole. «Aggraziata come un fiocco di neve che scende leggero...»

«Ho gridato?» chiese,improvvisamente seria. «Intendo mentre scendevo.»

Annuii ma continuai a sorridere. «Per fortuna non c'è nessun altro,altrimenti avrebbero pensato che ti stavo uccidendo.»

«Tsé! Non riusciresti nemmeno a prendermi.» mi sfidò,facendomi la linguaccia e cercando di mollarmi un calcio affettuoso.

«Scommettiamo?» le chiesi,ammiccando.

«No. Qualunque cosa tu abbia intenzione di fare...» Non le lasciai il tempo per terminare la frase. Mi avvicinai e,con un fulmineo movimento della mano,tagliai la sua fune elastica.

Lei precipitò,troppo sbalordita anche solo per gridare, e io la afferrai al volo.

L'impatto mi fece perdere l'equilibrio e,cadendo,la trascinai con me sui materassini imbottiti che ricoprivano il pavimento.

La guardai e le sorrisi. «Ecco. Stavolta è andata molto meglio. Non hai gridato nemmeno un po'!»

«Non ne ho avuto il tempo.» si giustificò,avvampando.

Sentii il battito del suo cuore accelerare e la fissai intensamente.

«Sto scherzando. Non sei così male. Ce la farai. Avresti dovuto vedere Alec,quando faceva i primi salti mortali... Una volta si è dato un calcio in testa.» le dissi,alzando una mano per scostarle i capelli dal viso.

«Sicuro. Ma avrà avuto undici anni!» rispose. «Scommetto che tu invece sei sempre stato speciale.»

«Io sono nato speciale.» dissi con modestia,accarezzando la carnagione pallida della sua guancia. Gesto che,seppur molto delicato,le provocò brividi in tutto il corpo.

«Per quanto puoi fermarti,stasera?» le chiesi.

Abbiamo finito di allenarci? domandò,accennando un sorriso.

«Mi piacerebbe pensare che abbiamo concluso gli esercizi assolutamente indispensabili. Però ci sono due o tre cosette che vorrei fare ancora...» Le mie parole vennero interrotte dal ticchettio dei tacchi di Isabelle sul parquet lucido.

«Vedo che qui si amoreggia. Ma non dovevate allenarvi?» disse con un sorriso sghembo quando si accorse di me e Clary.

«Nessuno ti ha detto che potevi entrare senza bussare,Iz.» osservai,senza scomodarmi. Clary invece sembrò a disagio perché si alzò di scatto e si risistemò i vestiti,le guance visibilmente arrossate.

«E' la sala allenamenti,un luogo pubblico.» replicò lei,osservando il guanto di velluto rosso che si era appena sfilata. «Li ho appena presi da Trash and Vaudeville,la mecca del look da rockstar. Erano in saldo. Non vi piacciono da morire? Non ne vorreste un paio anche voi?» domandò con voce sognante,puntando il dito verso di noi.

«Non so. Ho paura che stonerebbero con la mia divisa.» dissi,ironico.

«Hai sentito dello Shadowhunter trovato morto a Brooklyn? Il cadavere era completamente dilaniato,perciò non sono ancora riusciti a identificarlo. Credo che la mamma sia già sul posto.» mi disse.

«Sì. Riunione del Conclave. L'ho incontrata mentre usciva.» spiegai,alzandomi.

«Non me l'hai detto. E' per questo che ci hai messo così tanto ad andare a prendere quella corda?» mi chiese Clary.

Annuii. «Scusami. E' che non volevo spaventarti.»

«In realtà non voleva rovinare l'atmosfera romantica.» disse Isabelle,beccandosi una mia occhiataccia di disapprovazione.

«Spero solo che non sia qualcuno che conosciamo.» aggiunge,mordendosi il labbro inferiore.

«Non credo. Il cadavere è stato ritrovato in una fabbrica abbandonata,dove è rimasto per diversi giorni. Se fosse stato qualcuno dei nostri,ci saremmo accorti della sua assenza.» le risposti,cercando di rassicurarla.

«Vado a cambiarmi.» annunciò Clary,dirigendosi verso gli spogliatoi.

Durante la sua assenza io e Isabelle scambiammo ancora qualche parola sulla tragica morte del Cacciatore,poi iniziammo a parlare dell'appuntamento che Isabelle aveva avuto con Simon la sera precedente.

«Non ci credo che ti ha portato in un vero ristorante!» esclamai,sistemando l'attrezzatura e i tappetini.Pensavo che la sua idea di appuntamento consistesse nel portarti a vedere lui che gioca a World of Warcraft coi suoi amici sfigati.

«Io sarei uno dei suoi amici sfigati,grazie tante.» mi fece notare Clary che,nel frattempo era ritornata dagli spogliatoi.

Le sorrisi.

«Non era un vero e proprio ristorante,diciamo più una tavola calda. E poi voleva che assaggiassi una zuppa rosa...» disse Isabelle,probabilmente rivivendo nella mente quei momenti passati con Simon. «E' stato molto dolce.»

«Ha detto che vi siete divertiti.» intervenne Clary.

«Hai parlato con lui?» le chiese mia sorella,inarcando delicatamente le sopracciglia.

«Sì,mi ha telefonato qualche minuto fa,giusto per farmi un saluto.» rispose lei,facendo spallucce.

«Capisco. Dunque,dicevo,Simon è molto dolce. Forse un tantino troppo dolce... Il che può diventare noioso.» commentò,infilando i guanti rossi in tasca. «Comunque non è una cosa stabile. Per adesso ci stiamo solo divertendo.»

«Avete mai parlato...sì,insomma,del fatto di non uscire con nessun altro?» chiese Clary,incrociando le braccia al petto.

«Certo che no!» rispose,con un'aria vagamente scandalizzata. Alzò le braccia sopra la testa e si stiracchiò per poi nascondere uno sbadiglio con la mano. «Okay,e ora a letto. Ci vediamo,piccioncini!»

Dopo averci salutato ancora una volta con la mano,si dileguò dalla stanza lasciando dietro a sé un'avvolgente scia di profumo al gelsomino.

«Devi tornare a casa,vero?» chiesi a Clary,osservandola.

Lei annuì senza entusiasmo.

«Devo tornare a casa. Sono quasi le undici e mia mamma va fuori di testa se mi fermo qui oltre le dieci.» disse.

«D'accordo.» Appoggiai la giacca della divisa sulla panca. «Ti accompagno fuori.»

«Dimmi un po',hai sentito di recente Alec e Magnus? Si stanno divertendo?» mi chiese lei,mentre camminavamo spediti nel silenzio dei corridoio dell'Istituto.

«Sembrerebbe di sì.» Le risposi,porgendole il cellulare per scorrere le foto che Alec mi aveva mandato durante la sua vacanza con Magnus.

«Te lo tolgo di mano prima che arrivi all'India.» le ripresi il cellulare. «Magnus con il sari. Sono cose che non si dimenticano tanto facilmente.»

Clary scoppiò a ridere e fu come se mi fossi innamorato un'altra volta.

Entrammo con calma nel vecchio e traballante ascensore e quando esso iniziò a scendere afferrai Clary per la vita e la avvicinai a me.

Lei appoggiò le sue mani delicate sul mio petto. «Mi dispiace di non poter restare.» sussurrò lei,guardandolo negli occhi.

«Non ti devi dispiacere.» dissi,d'impulso. La mia voce aveva assunto un tono severo e lei sembrò preoccuparsi. «Jocelyn non vuole che diventi come me. E non posso darle torto.»

«Jace... va tutto bene?» mi chiese,mordendosi il labbro inferiore.

Non le risposi. La strinsi fra le mie braccia e iniziai a baciarla,premendo la sua schiena contro la parete dell'ascensore. Quel bacio mi mandò in confusione. Nella mia testa i pensieri ronzavano come uno sciame d'api imbestialito. Una parte di me mi diceva di amare quella ragazza dai capelli rossi che ora era stretta fra le mie braccia mentre l'altra parte,sicuramente più minacciosa della prima,continuava a ripetermi di stare lontano da lei,di proteggerla e di impedirle di diventare una copia di me stesso,di impedirle di diventare un mostro.

Quando l'ascensore arrivò a destinazione cigolando Clary mi fissò e sussurrò: «Forse posso restare. Ancora un pochino.»

Mi irrigidii e non dissi nulla. Affondai il mio viso sopra la sua spalle mentre il mio corpo venne scosso da brividi.

«Jace.» mi chiamò lei.

Io la lasciai andare di scatto e feci un passo indietro. «No. Non voglio dare a tua madre un'altra ragione per detestarmi. Lei già mi vede come la reincarnazione di mio padre...» Ma non terminai la frase. Sapevo bene che Clary preferiva evitare l'argomento ''Valentine.''

Le passai accanto aprendole il cancelletto dell'ascensore. «Ti amo,Clary.» le dissi,osservando pensieroso le fiamme delle candele che illuminavano la navata della chiesa. «Più di quanto abbia mai...» Mi interruppi cercando le parole giuste. «Dio...forse più di quanto vorrei. Lo sai,vero?»

Clary uscì dall'ascensore a testa bassa ma poi si girò e mi fissò in faccia,come se volesse dirmi qualcosa. Non le lasciai il tempo di aprir bocca e distolsi subito lo sguardo,premendo il pulsante che avrebbe riportato l'ascensore ai piani dell'Istituto. Clary dischiuse ma nessuna parole le uscì di bocca. Le porte si serrarono di scatto e io rimasi lì in quello spazio ristretto a osservare il mio riflesso nello specchio.

 

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*Momento autrice*

Bentornati! Ecco a voi,come promesso,l'ennesimo estratto dalla saga di Shadowhunters! Vi è piaciuto? Spero di sì!
Comunque. Momentaneamente non ho idee su quali altre scene riscrivere quindi,se voi avete particolari richieste,vi invito a scrivermele nella vostra recensione. :)
Grazie mille a tutti!
Ali.

P.S: TUTTI i dialoghi sono quelli della Clare. Io non ho modificato nulla,al massimo ho solo tolto qualche pezzetto ma non ho aggiunto nulla.


 
  
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