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Autore: lambretta    26/06/2014    1 recensioni
Vi siete mai chiesti la storia di Faccia di Volpe? Credete che abbia scelto di morire in quel modo? Se vi siete incuriositi è la storia che fa a caso vostro, non ve ne pentirete
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Faccia di Volpe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gli hg foxface Gli Hunger Games di Foxface

Mi sveglio nel letto agitata, un altro anno ormai è passato e questo forse è l'anno dove la mia sorte sarà condannata, ma non penso al peggio, anzi potrei far parte dei vincitori del mio distretto.
Con questi pensieri mi alzo sorridente, mi vesto nel migliore dei modi, aiutata da mia madre Hanna e faccio una ricca colazione, le sorrido anche se dentro ho un po' di paura, ma non voglio darlo a vedere, ho timore perchè queste ultime edizioni non sono state molto fortunate per il distretto cinque anche perché sono ben 4 anni che non vinciamo e che purtroppo i capitolini non diventano i nostri sponsor, non perché non facciamo parte dei loro preferiti, ma semplicemente perché i nostri predecessori hanno perso la vita durante “il bagno di sangue”, ma ora è giunto il momento, ormai so benissimo cosa devo fare e inizio a fare la fila dove incontro diverse mie amiche e compagne di scuola che saluto con allegrai come sono solita fare, molti di voi mi potrebbero prendere per pazza perché so che da qui a pochi giorni potrei potrei finire nell'arena e combattere contro ad altri 23 ragazzi sarà dura; vedo che la presentatrice degli Hunger Games fa il suo ingresso e inizia a mostrarci il filmato annuale che ci spiega come sono nati gli Hunger Games e il motivo che ha portato a tutto questo poi si avvicinò alle due urne che contenevano i nomi dei mietuti.
Noi ragazze siamo le prime ad essere chiamate come ogni volta, il mio cuore inizia ad accellerare molto velocemente fino a che non si ferma per un istante e le mie gambe iniziano a camminare come se fossi un automa, sorrido triste al mio mentore mentre sento un urlo agghiacciante: “NOOO, NON ANCHE LA MIA FINCH”, mi scende una lacrima solitaria perché riconosco la voce di mia madre e posso solo immaginare il dolore che prova, vedo l'altro ragazzo mietuto e noto che lo avevo visto solo un paio di volte mentre girovagavamo nella centrale elettrica, ma non ci ho mai parlato veramente, vado nella sala degli incontri e dopo poco arriva mia madre che, disperata, mi getta le braccia al collo, io la guardo con gli occhi pieni di lacrime perché realizzo che la sorte non è stata a mio favore e neanche a favore della mia famiglia, puertroppo mio padre non l'ho mai conosciuto; i miei genitori si conoscevano da quando erano bambini e col passare del tempo si innamorarono, quando i due ragazzi avevano poco più di 17 anni fecero l'amore per la prima volta e mia madre rimase incinta, ne parlò con James, mio padre, che ne fu entusiato, ma l'entusiasmo durò poco perché viene estratto ai 59esimi Hunger Games e le promise che avrebbe vinto per lei e per la famiglia che avrebbero costruito insieme, ma purtroppo fu uno degli ultimi a rimanere in vita, ma fu colpito alle spalle da uno dei favoriti e le ultime parole che disse prima di morire furono: “Hanna e Finch vi proteggerò da lassù” e poi spirò.
Questo ricordo mi fece vedere mia madre sotto un'altro aspetto, era una donna forte e coraggiosa che aveva deciso di continuare a portare in grembo l'unico ricordo materiale che mio padre le aveva lasciato, l'abbraccio molto forte perché non vorrei lasciarla sola e le sussurro parole cariche di affetto mentre le asciugo le lacrime dicendole: “Farò di tutto per tornare da te mamma, ti voglio bene.”
Ci separiamo e io devo salire sul treno che mi condurrà a Capitol City, mi siedo su una delle poltroncine e inizio a scambiare alcune parole con il mio mentore, decido di non legare con il mio compagno di distrato perché non voglio affezionarmi a qualcuno che da lì a 3 settimane non ci sarebbe più stato.
Il viaggio in treno è stato abbastanza lungo, ma appena siamo arrivati nella capitale ho capito perché molti vincitori hanno deciso di trasferirsi qui.
E' giunta sera e la mia stilista mi prepara per la parata che ci sarà tra poco dicendomi che vuole prendere spunto da ciò che noi del distretto 5 produciamo: Energia e Elettricità e mi fa indossare un abito che a me non piace per nulla, è rivestito da carta argentata e ha anche una specie di corona che dovrebbe rappresentare il Sole, ma non provo neanche a ribattere perché so che nn servirebbe a niente, guardo il mio compagno di distretto che è più contrariato di me, ma io gli accenno un sorriso che lui ignora, saliamo sul carro e noto quanto sia strano, ma allo stesso tempo affascinate il costume che avevano i ragazz del distretto 12, considerato il distretto più disagiato di tutti, poi il carro inizia a muoversi, partiamo e sentiamo che il commentatore ci annuncia come i ragazzi della centrale elettrica ma orma ci siamo abituati perché ogni anno ci chiamano nello stesso modo, veniamo chiamati in modo abbastanza caloroso, ma quando entrano i ragazzi dell'ultimo distretto sembra che tutte le tribuni crolleranno da un momento all'altro e in effetti sono davvero straordinari e strabilianti, lancio un'occhiata in giro verso gli altri tributi e noto che si vede la paura ma anche la determinazione, tutti siamo determinati a vincere e io devo tornare a casa dalla mia adorata mamma che mi manca terribilmente.
Dopo questa stancante giornata, appena arrivo al mio piano, vado verso la mia stanza, mi sdraio sul letto e crollo addormentata.
La mattina mi sveglio di soprassalto perhcé ho avuto un incubo e vedendo le luci del sole decido di alzarmi e vestirmi, vado a fare colazione e trovo i due adulti che stanno parlando di alcune faccende private, iniziano poi a spiegarmi come funzioneranno le successive due settimane dicendo che ci alleneremo con gli altri tributi e che l'ultimo giorno saremo chiamati per una sessione privata dove mostreremo le noste abilità e che ci sarà dato un punteggio alla fine di questa valutazione.
I giorni trascorrono lenti e io ho provato ad usare un piccolo coltello, ma ho capito che le armi non sono adatte a me e nel frattempo mi guardo intorno per studiare i miei avversari, durante gli ultimi giorni decido di dedicarmi alle tecniche di sopravvivenza, imparo come accendere un fuoco o a costruire delle trappole e saper riconoscere le piante che avrei potuto trovare nell'arena e vedere quali fossero velenose e quali commestibili, ho deciso cosa mostrerò durante la sessione privata e ne parlo con il mio mentore che la trova un'idea davvero molto brillante.
L'ultimo giorno è arrivato, ho mostrato agli strateghi la mia abilità nel saper riconoscere più di 100 tipi di piante e quando torno al nostro piano mi siedo insieme agli altri fremente e scopro che ho preso un buon punteggio e festeggiamo, anche se io non ne vedo il motivo, la mia stilista si è unita a noi e capisco che è giunto il momento di preparmi per l'intervista con Caesar, hanno deciso di farmi indossare un vestito celeste e lasciarmi i capelli sciolto così potrò sentirmi a mio agio, arivo nel retrosena e noto che anche tutti gli altrti indossano vestiti davvero molto belli, i favoriti si atteggiano leggermente e si sentono molto sicuri di sé poi arriva il mio turno e Caesar mi domanda poche cose, ma ricorderò per sempre la sua ultima domanda che è: “Finch vuoi dedicare un pensiero a qualcuno?” Io lo guardo negli occhi e annuisco dicendo solamente: “Si dedico questo pensiero a due persone: Prima di tutto a mia madre, mamma ricordati che ti voglio bene e poi a mio padre che mi protegge da lassù.” Dopo queste parole Caesar mi congeda leggermente intristito per le mie parole e augurandomi buona fortuna, torno di corsa nel mio allopggio togliendomi il vestito e gettandomi sul letto per poi iniziare a piangere tutte le lacrime amare che non ho mai tirato fuori fino a questo momento, ho troppa paura e tutti gli avversari sono molto temibili specialmente i favori e la ragazza del dodici, non credo che tornerò a casa da mia madre e questo pensiero mi dilania così tanto che mi fa chiudere gli occhi e che mi lascia nelle mani del mio destino.
Mi sveglio senza la mia solito allegria perché sono consapevole che sto andando verso la mia quasi morte certa, saluto il mio mentore regalandogli un grande abbraccio e ringraziandolo, mi reco alla piattaforma che inizia a chiudersi lentamente e a sollevarsi, appena arrivo in superficie noto che l'arena è un bosco e, ricordandomi dei consigli che mi hano dato, decido di non andare verso la Cornucopia; i 10 secondi sono appena finiti e vedo che molti tributi iniziano a correre verso la Cornucopia mentre io prendo la direzione opposta, non voglio uccidere nessuno e corro verso l'acqua, inizio a raccogliere delle erbe commestibili e a costruire delle piccole trappole, sento dei passi, ma noto che si tratta del ragazzo dell'undicesimo distretto e mi nascondo subito, per mia fortuna non mi vede e inizio a prepararmi per la notte quando verso il cielo vedo le immagini dei ragazzi che sono morti durante il primo giorno e con molto rammarico e dispiacere vedo che il mio compagno non è sopravvissuto.
An mia prima notte passa tranquilla e anche gli altri giorni anche perché mi sono tenuta lontana dai tributi che sono rimasti fino a quando non viene fatto un annuncio dove ci dicono che ci verrà dato ciò che ci serve durante il festino che si terrà alla Cornucopia durante la girnata, così mi muovo con agitilità anche se sapevo benissimo che era un rischio, ma avevo bisogno di quella medicina più di ogni altra cosa, inizio a correre vedendo che sul tavolo ci sono ancora tutti gli zaini anche se mi sento osservata, ma per il momento non mi importa e spero di non essere uccisa in questo istante, scappo lontano quando inizio a sentire delle urla agghiaccianti, ritorno nel mio rifugio e aprendo lo zaino trovo ciò di cui ho bisogno, fotunatamente, così mi affretto a prenderla e mi addormento lentamente, quando apro gli occhi non sto tanto bene e la testa mi duole, ma mi alzio e inizio a cercare del cibo, ma capisco da me che è troppo tardi così decido di morire in modo rapido e veloce, esco fuori dal mio rifugio e vedo che i ragazzi del dodici sono ancora vivi e li seguo silenziosamente fino a che non livedo separarsi e decido di seguire il ragazzo fino a quando non vedo dei morsi della notte, ho capito che è un segno del destino e che è giunto il momento di raggiungere mio padre James e mangio le bacche velenose e ho un ultimo pensiero: “Vi prego ricordatemi come la ragazza che non è diventata una pedina di Panem.”
   
 
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