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Autore: RobbieMJH_    27/06/2014    0 recensioni
Un articolo di giornale ed un arresto possono avvicinare due persone che si sono separate momentaneamente. Ecco la breve storia di come Shannon e Christine hanno scoperto di non saper resistere l'uno all'altra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve mie adorate! E' da molto tempo che non pubblicavo qualcosa su EFP, ma sapete i mesi invernali per me sono di scarsa ispirazione, così appena arriva l'estate rifiorisco io e la mia ispirazione ed ecco qua una piccola one shot che ho partorito dopo la grandissima tristezza provocata dall'arresto di Shannon, e dalla mancanza che ho sentito quando sono stata al concerto, esattamente una settimana fa! Detto questo spero vi piaccia! Recensite, recensite, recensite e fatemi sapere!
Un Bacio!

 
Yes, I Love You

‘’Shannon Leto arrestato per guida senza patente in stato di ebrezza a Los Angeles, guai per il bel batterista dei Thirty Seconds To Mars, al quale si richiedono 7500 dollari per la cauzione’’
 
I miei occhi, scorrevano veloci su quel titolo che aveva catturato la mia attenzione su quel giornale, uno dei tanti tabloid scandalistici che circolavano per informare la gente comune delle stravaganze e degli eccessi delle star hollywoodiane. Subito il gesto più automatico fu di prendere il cellulare e chiamarlo, muto. Nessuna risposta. In quel momento mille emozioni mi passarono in corpo, dalla rabbia alla preoccupazione, la voglia di saltargli addosso e di urlargli contro quanto fosse stato stupido ad ubriacarsi tre giorni prima dell’inizio di una tournèe europea. Posai dunque il telefono nuovamente nella  tasca dei jeans e posai il giornale sul tavolino della stanza d’hotel dove mi trovavo, a Torino, città dove si sarebbero dovuti esibire i Thirty Seconds To Mars, e subito mi alzai dalla poltroncina diretta alla mia valigia, propensa a rifarla e a prendere il primo volo per Los Angeles. Proprio in quel momento entrò Jared, fratello di Shannon e cantante del gruppo, capelli lunghi e castani, folta barba, fisico asciutto e fare stravagante ed eccentrico.
-Non ti hanno insegnato a bussare, Leto?-
Mormorai, passandomi una mano tra i folti capelli rossi e mossi sbuffando appena.
-Scusa Christine, non volevo disturbarti, ma.. cosa stai facendo?-
Domandò Jared avvicinandosi a me, mentre mi osservava, spostando poi lo sguardo sul tavolino, e presumo sul giornale posato su di esso.
-Sto andando a far uscire tuo fratello di prigione-
Dissi mentre infilavo alla rinfusa vari vestiti dentro alla valigia.
-Christine, ho già parlato io con l’avvocato, è andato poco fa alla centrale, Shannon ha pagato la cauzione, è fuori.-
Mormorò con un tono di voce bassa Jared, mettendosi difronte a me – e tu non puoi lasciarci ora, manager- posò le mani sulle mie spalle, guardandomi dritto negli occhi.
 
-Jared, è di Shannon che stiamo parlando.. ha 44 anni ma è un bambino, non vedi? Lo abbiamo lasciato solo qualche ora ed ecco il risultato. Vado a Los Angeles, voi ve la caverete anche senza di me, avete Jamie e tutti i membri della Mars Crew, e tu poi sei unico, saprai fare il tuo meglio, ne sono certa.-
Dissi, guardando Jared, sperando che dai miei occhi trasparisse solo serietà e nessun’altro sentimento. Mi guardò rassegnato, annuendo e capendo che qualsiasi cosa avrebbe detto o fatto non mi avrebbe fermata.
-Fa buon viaggio Christie, e fallo ragionare, salutamelo e digli di non fare più altre cazzate-
Mi disse stringendomi in un abbraccio caloroso, per poi lasciare la stanza.
Finii di fare le mie valigie e mi diressi all’aeroporto, presi il primo volo disponibile per e dopo molte ore di viaggio, finalmente atterrai  Los Angeles. Chiamai un taxi e mi feci subito portare a casa di Shannon. Scesi dal taxi, non prima di aver pagato la corsa. Raggiunsi la porta e mi attaccai al campanello che suonavo senza fermarmi, sbirciando dalle finestre, ovviamente aperte, lui era in casa. Ci stava mettendo tempo, sbuffai. Così decisi di scavalcare il cancello, lanciai prima la valigia dall’altra parte e poi, goffamente salii lungo le sbarre di ferro di cui era composto, oltrepassandolo. Mi ritrovai quindi sul vialetto della villa, ripresi la valigia e camminai verso la porta d’ingresso, una volta davanti ad essa mi chinai a spostare lo zerbino dal pianerottolo sotto il quale c’era la chiave per aprire la porta. Infilai subito la chiave nella serratura, facendola scattare diverse volte, finchè la porta non si aprì e mi apparse l’ingresso, intonso, immacolato com’era solito essere, visto che Shannon era un vero e proprio fanatico dell’ordine. Lasciai la valigia davanti alla porta e la richiusi alle mie spalle, mi affacciai verso il soggiorno e non c’era ombra di lui, stessa cosa in cucina, salii quindi le scale, e lo incrociai su di esse. Era perfetto, come sempre, dannatamente, pericolosamente perfetto. Lo guardai, dalla testa ai piedi, il capelli corti e castani con quel ciuffo che ricadeva sulla fronte tenuto a bada con del gel, quegli occhi verdi, tendenti al nocciola che sembravano voler dire tante cose senza sapere come, ed il suo corpo, le sue braccia posssenti, muscolose e tatuate, dalle quali avrei desiderato nient’altro che essere stretta, e quel petto ampio, villoso, appena scoperto grazie ad una delle sue canotte vedo-non vedo, un paio di jeans a coprire le sue gambe, che di certo non gli davano un’altezza da gigante ed i suoi amati stivali. Tra le mani, grandi e dalle dite tozze e callose stringeva due bacchette, stava suonando la sua amata batteria.
-Christine?-
Mormorò lui quasi in un soffio, come fosse sorpreso di vedermi lì, con quelle labbra carnose, che commettevano peccato anche solo a muoversi parlando.
-Shannon Christopher Leto.-
Sentenziai io, fulminandolo con lo sguardo, arrabbiata, mentre una mia mano andava a colpire la sua guancia destra, resa pungente dalla ispida barba. -Mi hai lasciata a Torino, da sola, hai lasciato la band, tuo fratello ed il tuo migliore amico, i tuoi fans per una bevuta? Cosa ti è saltato in mente!!-
Urlai, furiosa mentre lo fissavo massaggiarsi la guancia, con la tipica faccia da persona dispiaciuta.
-Mi mancavi.-
Farfugliò lui, guardandomi con quegli occhi che mi facevano mancare il respiro.
-Ah, Shannon sta zitto! Come facevo a mancarti se un mese fa non ti sei fatto nessuno scrupolo con quella modella, che per giunta il giorno dopo essersi fermata a ‘’dormire’’ qui indossava i tuoi vestiti! Per quanto ancora dovremmo parlarne?!?-
Lo fulminai di nuovo, mentre gli urlavo contro.
-Christine, piccola.. ho sbagliato. Perdonami, io ti amo.-
Disse, avvicinandosi maggiormente al mio corpo, azzerando la distanza. ‘’Ti Amo.’’ Lo aveva detto sul serio? Quelle due parole dette con il suono della sua voce mi fecero sussultare e per un attimo perdere il controllo che avevo su di lui.
-Non ti credo, Leto.-
Ribattei fredda, alzando lo sguardo ai suoi occhi che mi fissavano lucidi. Non ebbi neanche il tempo di allontanarmi da lui che mi ritrovai pressata contro il muro, sovrastata dalla sua presenza, e con le sue labbra sulle mie, le sue mani che bloccavano i miei polsi, ed il suo corpo schiacciato contro il mio, come a farmi capire che non mi sarei liberata facilmente di lui. Continuava a baciarmi, come se stesse bruciando di desiderio, come un fuoco d’artificio pronto ad esplodere, e io non potei più resistere a quella tentazione, così spostai una mano dietro la sua nuca, iniziando a baciarlo con foga e desiderio, mentre le sue mani, esperte si muovevano sul mio corpo intente a spogliarmi. In poco tempo mi trovai nuda tra le sue braccia, le mie mani, piccole ed affusolate aggrappate alle sue spalle, finchè non mi posò sul letto, e non lo fece gentilmente. Persi contatto con il suo corpo, si stava togliendo la canottiera, scoprendo così quella fisicità tonica e massiccia che tanto mi piaceva e dopo di che, si sistemò su di me permettendomi di sbottonare e sfilare i suoi jeans insieme ai boxer lasciandoli scivolare giù dal letto della sua stanza. Le sue labbra tornarono padrone delle mie, e poi padrone del mio collo e di ogni centimetro del mio corpo. Stavo morendo, stavo morendo sotto tutte quelle attenzioni che mi stava rivolgendo, e sapere che di li a poco saremmo stati l’uno dell’altra non faceva altro che far aumentare i battiti del mio cuore. E finalmente successe, facemmo l’amore. Lui in me, ed io con lui, respiri affannati, grida e gemiti soffocati, unghie che graffiavano, mani che accarezzavano, e le sue stoccate decise ma non troppo dal nuocermi in qualche modo. Nella sua impetuosità, si abbandonò a me e quel momento così intimo finì. Si spostò di fianco a me respirando con affanno e subito mi tirò a se, stringendomi in un forte abbraccio.
-Ora mi credi, Christine?-
Disse con un filo di voce,visibilmente sfinito.
Annuii, con un sorriso ampio ma debole e gli occhi lucidi, emozionata dall’atmosfera di quel momento. Non ebbi mai il coraggio di ammettere che nonostante quel tradimento il mio amore per lui era enorme e che il mio cuore non sarebbe mai stato di altri se non suo, prima di quella sera. Così, mi allungai a prendere il suo viso tra le mani per baciarlo con passione e dolcezza, mormorando poi contro di esse un lieve ‘’ti amo’’
-Ti amo anch’io, piccola e non ti lascerò mai più, te lo giuro. E scusa, scusa per il casino che ho fatto, non volevo, credimi. Ero distrutto per il fatto che ti avevo spezzato il cuore.-
Risi appena e annuii
-Ho capito, Shan. E per il casino non preoccuparti.. lo supereremo insieme.-
Mormorai, abbracciandomi a lui, socchiudendo gli occhi, per poi addormentarmi stretta tra le sue braccia. 

 
  
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