Ed eccoci qua. Vi ringrazio prima di tutto per star leggendo u.u E... okay, visto che sono stata molto vaga ora cercherò di essere più precisa.
Ho fatto questo sogno che è durato solo qualche secondo, ma è rimasto impresso talmente che ho deciso di metterlo su "carta virtuale" romanzandolo un po', aggiungendoci qualche dialogo e ovviamente qualche introspezione.
Ora, vorrei far notare che ho lasciato l'ambientazione così com'era e, visto che era appunto un sogno, è tutto un po' surreale (ed a me l'atmosfera mette angoscia, non so a voi o.o)
Stavo girando per internet e ho trovato questa foto (non so mettere il tasto colorato che si clicca e si apre magicamente l'altra finestra, scusatemi) http://shock.style.it/files/2012/01/sogni-2012.jpg che è esattamente il paesaggio che mi è apparso in mente. Giusto per darvi un'idea u.u
Ora vi lascio leggere in pace, sarei contenta di sapere cosa ne pensate *^*






Alzò lo sguardo appena in tempo per veder le chiome degli alberi muoversi senza che nessun vento soffiasse, per scorgere il cielo azzurro mattutino come coperto da un velo di buio ed un sole invisibile che tramontava, prima che le lacrime le offuscassero la vista.

Di nuovo.

Non aveva il coraggio di abbassare gli occhi.

Lasciò che la sua mano tremante accarezzasse l'erba sotto di lei, che il suo vestito scuro danzasse nell'aria insieme alle foglie.

Poi le sue dita sfiorarono qualcosa di liscio, morbido, ormai gelido.

Avvertì delle gocce calde solcarle le guance già rigate e si costrinse a guardare, sentendo un vuoto dentro.

Fu come se il suo cuore smettesse di battere, come se tutta l'anima le venisse risucchiata via dal corpo e calpestata e strappata in due e lasciata lì a morire.

Mosse la mano, tracciando il contorno di quel viso freddo ed immobile. Sfiorò quelle palpebre calate che non si sarebbero mai più aperte, mai più per mostrarle occhi nocciola, quegli occhi che amava, una volta sempre piegati in un sorriso.

Le sfuggì un singhiozzo quando il suo indice prese a seguire il contorno delle labbra.

Quella labbra che per mille volte si erano posate dolcemente sulle sue.

Le stesse che le avevano sussurrato frasi d'amore all'orecchio, che l'avevano amata, fatta sentire unica.

Non l'avrebbero più fatto.

Si strofinò un occhio, cercando di mandar via le lacrime che continuavano a sgorgare, guardò quel ragazzo che sembrava dormire.

Guardò quel velo morbido che lo copriva fino al petto e ne strinse un lembo.

Gli aveva rimboccato le coperte così tante volte, pensò. E non poteva credere che quella sarebbe stata l'ultima.

Non era sicura di volerlo fare.

Coprire il suo viso sarebbe stato come... sarebbe stato come chiudersi una porta alle spalle per poi non poterla più riaprire.

Avrebbe significato che era finita.

Cory non c'era più.

Ma dopotutto era quella la realtà.

Non l'avrebbe più rivisto, mai più stretto quelle dita che parevano giganti rispetto alle sue, mai più riso con lui, mai più nulla.

Nulla.

Era finita davvero.

Mentre con una mano si manteneva il cuore, quasi quello stesse per crollare in pezzi, con l'altra tenne più forte la stoffa.

Un'ultima occhiata colma di dolore ed affetto insieme, prima di sollevare il velo e posarlo su quel volto che dormiva per sempre.

Ora i suoi occhi erano vuoti. Fissavano il corpo senza vederlo.

Si sentiva come prosciugata dell'ultima goccia di forza.

-Ehi-

Una voce ferì il silenzio. Veniva dalle sue spalle, no, dal suo fianco.

Ma a Lea non importava, non si voltò per vedere chi fosse.

Magari le avrebbero detto che doveva alzarsi in piedi, andarsene, abbandonarlo lì e per sempre più di quanto già non avesse fatto.

-Non piangere- sussurrò ancora qualcuno con dolcezza.

Vide una mano tesa con la coda dell'occhio. Alla sua altezza, una mano grande, forte, che si protendeva verso di lei.

Quella voce...

Il suo cuore non sobbalzò neppure quando la ragazza si voltò.

Doveva essere qualche miraggio, una stupida fantasia troppo reale che contribuiva a farle male.

Alzò lo sguardo, osservando con un'espressione spenta quel viso che sorrideva.

Sollevò la mano.

Sapeva che avrebbe stretto l'aria. Che quella figura sarebbe scomparsa quando avrebbe provato a stringerla a sè.

E le sue dita si posarono su di un palmo caldo.

Cory aumentò la stretta, chiudendo la mano sottile della ragazza nella sua e guardandola mentre le labbra le si tendevano.

Era.. era davvero lui?

Lea non se lo chiese neanche una volta.

-Ehi- fece sospirando una risata.

Altre lacrime le bagnarono le guance mentre sorrideva, un sorriso sempre più grande e radioso.

Si mantenne al ragazzo mentre si issava in piedi, non guardò a terra per vedere cosa c'era sull'erba. Nè se quel qualcosa c'era ancora.

I suoi occhi si posarono ancora su di lui, che sorrideva anch'egli dolcemente.

Rise ancora, lasciando che Cory le asciugasse le guance con un dito, poi si strinse a quel gigante facendosi proteggere in un abbraccio caldo e meraviglioso.

Finalmente, di nuovo a casa.

Affondò il viso nel suo petto, respirando l'odore familiare che associava al suo amore. Era quello.

Era quello.

Quando si allontanò leggermente Cory la guardò, le prese di nuovo la mano e fece qualche passo.

-Dai, vieni- sussurrò con un angolino della bocca alzato, come era suo solito.

Lea lo raggiunse, incamminandosi al suo fianco e guardando quel cielo che ora pareva un po' più azzurro.