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Autore: _gossipgirl    27/06/2014    1 recensioni
Calum e Maybell erano due pezzi di un puzzle che per loro non aveva più posto. Si bastavano, si abbracciavano così forte che faticavi a capire dove finisse uno e cominciasse l'altro. Si sostenevano, "Io ti tengo per mano ma tu rimani al mio fianco", Maybell era a tutti gli effetti la luce alla fine di un tunnel che Calum non sapeva percorrere. Maybell che era stata lasciata indietro troppe volte e che di lasciare indietro Calum proprio non ne voleva sapere.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi famosi citati in questa storia non mi appartengono; tutto ciò che dicono o fanno non vuole in nessun modo descrivere la realtà, è tutto frutto della mia fantasia. Questa FanFiction non è a scopo di lucro e non vuole offendere o diffamare nessuno.

Wherever you are

 

Che Calum Hood non stesse bene, ormai se ne erano accorti pure i muri. Se ne era accorto Luke, Micheal, Ashton e tutta la scuola. Gli stavano tutti vicino, a modo loro, gli facevano capire che loro c’erano, in silenzio, ogni giorno. E Calum lo sapeva che poteva contare sui suoi amici, sapeva che loro erano lì, sempre. Maybell se n’era accorta prima di tutti, infondo Calum era il suo migliore amico di sempre, lo conosceva meglio di tutti e di lui aveva imparato a captare ogni singola abitudine. Maybell era parte della quotidianità di Calum, che da quando aveva perso i suoi genitori, della sua vita non sapeva proprio che farsene. E Maybell si era fatta carico di quel dolore, se l’era preso in spalle e se l’era tenuto. Lo condividevano, quel dolore, perché Anne e Tim mancavano ad entrambi. E allora Maybell si era abituata ai lunghi silenzi dell’amico, ai singhiozzi sommessi, alle notti insonni. Agli incubi, agli attacchi di panico, ai ‘non ce la faccio più’ sussurrati. Aveva quasi dimenticato la voce di Calum, nessuno la sentiva più. Tutti gli stavano vicino come potevano, ma le loro vite andavano avanti. La vita di Luke andava avanti, la vita di Ash andava avanti e la vita di Michael lo stesso, ma la vita di Calum no. La sua era ferma, immobile, ma il tempo scorreva. E lui restava indietro, a guardare gli altri andare avanti, mentre lui restava fermo. Maybell non andava avanti neanche lei, che di lasciare il suo migliore amico indietro proprio non ne voleva sapere. Gli stava accanto sempre, dimenticandosi della sua vecchia vita, quella dove era circondata dagli amici, dalle persone che le volevano bene. Faceva come poteva per non cadere nell’oblio più totale, studiava quando Calum dormiva, mangiava mentre lui la stava a guardare, tirava avanti e si trascinava dietro Calum. Non piangeva, Maybell, non piangeva mai. Piangeva Cal, per entrambi. Era forte, perché lei ne aveva passate tante e le aveva superate tutte. Aveva perso il conto delle persone che se n’erano andate dalla sua vita, chi morendo, chi per spontanea volontà. Aveva imparato a non farci caso, a lasciare che andassero e venissero come gli pareva, perché a lei, ormai, importava solo di Calum. Luke diceva che si stava completamente annullando per Cal, e che stava sbagliando. Ma come si abbandona una persona che ha già perso tutto? Come si abbandona una persona che si è aggrappata a te per non cadere? Non si può. Perché finisci per aggrappartici anche tu a quella mano, alla fine. Ti fai carico del dolore dell’altro, e vi fate forza a vicenda. Se si ferma lui, ti fermi tu. Maybell lo sapeva che Luke aveva ragione, ma a lei restava solo più Calum. La sua famiglia era da qualche parte nel mondo, se n’era andata per spontanea volontà, l’aveva lasciata indietro, lei non poteva fare lo stesso con il suo migliore amico. Non l’avrebbe fatto mai, neanche se lo avesse voluto. Alla fine a Maybell stava bene tutto così. Quella piccola routine che ormai era diventata la sua vita, a lei stava bene. Le calzava giusta, non le dispiaceva, le faceva piacere. Dava un senso a tutto. Così, stava accanto a Calum come un ombra, lo teneva per mano, lo abbracciava, lo cullava, lo afferrava quando stava per cadere. Gli impediva di sprofondare nel niente, era la luce alla fine di un tunnel che Calum non sapeva percorrere. Lo guidava, gli diceva dove andare, era li per lui e non aveva bisogno di dirlo. 
Glielo provava, ogni singolo giorno. Perché quando perdi qualcuno ti rendi conto che non lo rivedrai mai più, e ti chiedi come farai ad andare avanti. Come potrà la tua vita continuare quando quella della persona che hai appena perso è finita. Si è fermata, ed automaticamente in qualche modo si ferma anche la tua. Non riesci più ad andare avanti da solo perché tutto è uno strazio, tutto fa male, tutto uccide e tu non sai più proteggerti. Perdi le forze, la voglia, sei nudo davanti al dolore che ti trafigge ogni secondo. E non sai a cosa aggrapparti, non sai come fare, vorresti solo che tutto smettesse di farti così male. Finché non trovi l’appiglio, la luce che ti mette in salvo, il porto sicuro. Maybell era il porto sicuro di Calum, che aveva accettato solo quell’aiuto, solo da lei, solo lei. Non voleva nessun’altro accanto, solo Maybell. Maybell che lo prendeva per mano ogni mattina e lo faceva andare a scuola, alle volte lo aiutava a vestirsi, quando la sua voglia di vivere scendeva ancora, lei c’era. Costantemente, sempre, lei c’era. E restava, anche quando Calum le urlava di andarsene, preso dalla rabbia e dal male che abitava dentro di lui, lei restava. Gli posava una mano sulla spalla, lo faceva sedere e si sedeva sulle sue ginocchia. Si appoggiava al suo petto, ascoltando i suoi battiti irregolari e gli accarezzava la pancia, calmandolo. Sussurrandogli che sarebbe andato tutto bene, che lei era li e mai se ne sarebbe andata. Ed ogni volta Calum si addormentava, con una mano sui suoi capelli e le parole incise nel cuore. Vivevano in una bolla, Calum e Maybell. Stavano in silenzio, eppure parlavano. Si completavano, era sempre stato così. Tutti li avevano sempre invidiati, anche prima della tragedia, non avevano mai visto nessuno così. Forse perché qualcuno come loro non esisteva. Arrivavano a scuola ogni giorno mano nella mano, avevano i primi due corsi insieme e si sedevano vicini. La mano di Maybell era appoggiata per tutta la durata della lezione sul ginocchio di Calum, a disegnargli piccoli cerchi sulla stoffa dei jeans che aveva scelto per lui quella mattina. Alla terza ora si dividevano, e davvero, per Calum non c’era ora peggiore di quella in tutta la giornata. Per tutta la lezione non faceva che respirare affannosamente, battere nervosamente il piede a terra e controllare l’orologio costantemente. A metà dell’ora Maybell gli mandava un messaggio, sempre lo stesso. “Calum, ti voglio bene. Fingi che io sia vicino a te”. Lui sorrideva, o meglio provava a fare una qualsiasi cosa si avvicinasse di più ad un sorriso. Poi la campanella suonava e lui si precipitava fuori più velocemente possibile, cercandola con gli occhi. Quando la trovava, era come tornare a respirare dopo essere rimasto sott’acqua per troppo tempo. Le si avvicinava e la stringeva a sé –o meglio, si stringeva a lei- come se non si vedessero da anni. Nessuno ci faceva più caso ormai, a quei due che si abbracciavano forte forte in mezzo al corridoio, chiusi nella loro bolla che teneva fuori il mondo. Ogni tanto qualche matricola domandava “Hey, chi sono quei due?” e la risposta di qualche junior che passava arrivava prontamente assieme ad una pacca sulla schiena: “Sono Calum e Maybell, ma lascia perdere, un amore come il loro non lo avrai mai”. Ma a loro due alla fine poco importava delle persone. Si bastavano. Alle volte c’era bisogno di Luke, Micheal e Ashton, ma poi arrivava la sera e l’unica a rimanere era lei. Era malsano, direte, il loro rapporto. Non puoi vivere della presenza di qualcuno, devi farcela da solo, non puoi annullare la vita di qualcuno. E invece puoi, puoi perché le vite di entrambi erano sempre dipese l’una dall’altra. Era sempre stato così, ovunque ci fosse Calum c’era Maybell, ovunque ci fosse Maybell c’era Calum. Non era mai importato avere tanti amici, andare alle feste, fare quelle cose che gli adolescenti fanno, loro non erano mai stati così. A loro bastava stare insieme, seduti sul divano abbracciati così stretti che non capivi dove finisse uno e cominciasse l’altro, a guardare Cattivissimo Me per l’ennesima volta perché Calum di vedere altri film non ne voleva sapere. Andavano bene solo l’uno con l’altra, due pezzi di un puzzle che non aveva posto per loro. Stavano bene insieme, tra abbracci e mani intrecciate. Tra tacite promesse che si facevano ogni giorno: “Io ti tengo per mano ma tu rimani al mio fianco”. E nessuno avrebbe mai capito un rapporto del genere, forse neanche voi che lo state leggendo, forse neanch’io che lo sto descrivendo. Perché infondo come può bastarti una persona sola? “Accettiamo l’amore che pensiamo di meritare”, vero. Dannatamente vero. Nessuno a parte Maybell merita l’amore che Calum può dare, e nessuno a parte Calum merita l’amore che Maybell può dare. Niente potrà mai cambiare le cose, perché poi quando trovi la persona plasmata apposta per te non la lasci andare mai. E lei non lascia andare te. E così, in mezzo al corridoio, tra schiamazzi, risate e urla, loro tornavano a respirare.

 

 

 

Hey (or hi?) mi leggi?

BENEE, deprimiamoci proprioo. Vabe ma lo sapete che a me non piace scrivere cose troppo felici e nelle mie storie va tutto troppo bene quindi ho dovuto rimediare su questa mini mini one shot su Calum. Ovviamente è TUTTO frutto della mia fantasia a parte i 5sos che non mi appartengono. Anche i nomi dei genitori di Cal sono inventati. Lo so che un rapporto così non ha senso perché è troppo da accettare per una persona, ma è una storia, è fantasia quindi non prendetelo troppo sul serio. L’ho scritta così, per tirare fuori certe emozioni da me, mi rendo conto perfettamente che una roba così non è assolutamente normale. È fantasia.

Boh spero vi sia piaciuta e spero abbiate pianto ahahahahaah no. Davvero se vi è piaciuta scrivetemi una recensione, se vi ha fatto schifo scrivetemela lo stesso. (più di 10 paroline che i messaggi in posta non li leggo ahah)

Ok me ne vado a fare francese!

Baci baci

Sempre vostra,

gossipgirl.

 

  
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