Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: With H    27/06/2014    0 recensioni
Si conoscono da poco, ma la loro è un'amicizia sincera, priva di qualsiasi interesse o attrazione, o almeno così credono.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il concerto era iniziato da circa trenta minuti e le persone spingevano verso il palco, sentì chiaramente delle mani passare velocemente sul suo sedere e si girò indietro per cercare di capire chi fosse, Gabriele guardò torvo un ragazzo, poi la tirò verso di sé facendo in modo che i loro corpi aderissero così da non far passare delle persone tra loro.
— Mi dispiace. — disse più nervoso di quanto non lo fosse lei.
Si limitò a sorridere facendo spallucce e portò leggermente la testa indietro per poggiarla contro il suo petto, Gabriele si rilassò un po’ facendo sempre attenzione a dove mettesse le mani sul suo corpo.
Si conoscevano solo da poco, ma erano diventati ottimi amici e spesso lui aveva un atteggiamento quasi fraterno nei confronti di Roxanne. Si erano detti di tutto, confidandosi anche gli amori più dolorosi o i problemi familiari ed era contento che lei fosse andata lì per vedere insieme quel concerto.
Pensò che lei stesse pensando al ragazzo di cui era innamorata dato che quella era una delle canzoni più romantiche del repertorio del cantante; anche lui in effetti avrebbe dovuto pensare alla sua ex, ma stranamente non fu così, lo sguardo di Roxanne invece non lasciava dubbi e, probabilmente, se non fosse stata con lui, forse si sarebbe lasciata andare a qualche lacrima.
Gliene aveva parlato più volte e Gabriele non riusciva a capire come potesse essere innamorata di un tale che non aveva fatto altro che farla soffrire, seppur involontariamente. Avvolse le sue braccia attorno alla vita di Roxanne e l’abbracciò, lei si irrigidì un po’ poggiando poi le mani sulle sue, piegò la testa di lato e gli sorrise. Aveva quel tipo di sorriso che era contagioso e le illuminava gli occhi, per cui sorrise anche lui di rimando.
— Non pensarlo. — le sussurrò all’orecchio e si divertì nel constatare che le provocò dei leggeri brividi.
— Pensavo più che altro che verrò a dormire a casa tua e non conosco nemmeno tua madre.
L’aveva presentata a suo padre poco prima del concerto perché lui era in centro per lavoro, ma effettivamente sua madre non aveva ancora avuto il piacere di conoscere la sua amica. Era certo che l’avrebbe adorata, perché non poteva essere altrimenti vista l’educazione e la simpatia di Roxanne e sua madre aveva un debole per le ragazze così, a maggior ragione se erano anche carine come lei. Suo padre si era limitato ad ammiccare verso di lui con quello sguardo che Gabriele conosceva bene e che significava bella conquista! Ma Roxanne non era una conquista, solo un’amica.
Quando il concerto finì, fece in modo di camminare sempre dietro di lei, se qualcun altro l’avesse toccata, non era certo di riuscire a non mollargli un pugno. Arrivarono nella sua auto dopo un quarto d’ora, il corso era affollato di gente e molte persone lui le conosceva, alcuni l’avevano salutato, altri si erano soffermati a guardare Roxanne incuriositi. Non era il tipo di ragazza con cui lui di solito usciva, per cui poteva capire la curiosità degli altri, ma si chiese se qualcuno non avesse pensato che lei fosse comunque una bella ragazza. Lo era davvero e non solo perché il suo giudizio era di parte dato che le voleva bene.
Prese la borsa con il suo ricambio e poi prese Roxanne per mano, fu un gesto quasi involontario che però sorprese entrambi. Entrarono silenziosamente in casa per non svegliare sua madre che dormiva già.
— Ti faccio fare il giro domani. — disse dopo averle dato delle asciugamani pulite, io ti aspetto qui in camera.
Roxanne si diede una rinfrescata ed indossò una canottiera a righe colorate ed un paio di shorts azzurri abbastanza corti, erano gli unici indumenti che indossava come pigiama e, con così poco preavviso, non era riuscita a trovare nulla di meglio. Tornò nella camera di Gabriele un po’ imbarazzata e quando lui, in pantaloncini e t-shirt, posò il suo sguardo su di lei quasi sorpreso, avvampò.
— Credimi, prima in minigonna eri carina, ma adesso...
— Gabriele! — protestò a bassa voce.
Gabriele chiuse la porta divertito continuando a guardarla. Roxanne non era il suo tipo, ma doveva ammettere che quei vestiti le mettevano in risalto il corpo formoso e lui era comunque un ragazzo di ventun’anni.
— Smettila... — mormorò imbarazzata guardando poi i due letti, lui si rese conto che fosse un po’ a disagio e la sua teoria che non avesse mai dormito con un ragazzo, diventò quasi una certezza.
— Sei solo molto carina, notevole dire, non ti agitare così tanto. — scherzò — Ti cedo il mio letto, dormo io su questo che è più scomodo...
— Wow, come mai così tanta cavalleria stasera?
Lui sorrise stendendosi — Non ti abituare.
Roxanne si adagiò sul suo letto, tirò il lenzuolo fino al petto e poi si girò sul fianco rivolta verso di lui che sorrise osservando nella penombra la posizione fetale che lei aveva assunto.
Non aveva abbassato del tutto la tapparella perché non era sicuro che lei preferisse dormire al buio totale, così si concesse di guardarla mentre lei chiaramente si guardava intorno un po’ agitata. I ricci bruni erano sparpagliati sul cuscino, le mani erano posate sotto la guancia mettendone in risalto lo zigomo alto e le labbra piene appena dischiuse. Posò delicatamente il braccio sul bordo del letto di Roxanne che sobbalzò e posò i suoi occhioni scuri su di lui.
— Ero serio prima.
— Quando hai detto che così sono notevole?
Ridacchiò per il suo tono vagamente acido — Anche. Ma intendevo quando ti ho detto di non pensare a lui. Non capisco perché tu gli stia dietro, sei una ragazza intelligente, simpatica, bella... Hai tutto e potresti avere chiunque.
Lei sospirò e Gabriele si rese conto che stava avendo una lotta interiore — Ok. — sussurrò portando la mano sulla sua.
Quando si svegliò, la luce della mattina illuminava la stanza e il suo braccio era intorpidito, si rese conto con sorpresa di aver dormito tutta la notte con la mano intrecciata in quella di Roxanne che non si era mossa dalla posizione della sera precedente, solo che era più rilassata per il sonno; la spallina della canottiera e quella del reggiseno le erano leggermente scese scoprendo la spalla ed accentuando appena la scollatura, inoltre il lenzuolo le copriva ormai solo le caviglie e gli shorts in quel momento sembravano più una culotte. Era dolcemente sensuale.
Deglutì cercando di distrarsi, ma non riusciva a smettere di guardarla. Così decise di alzarsi, si andò a sciacquare la faccia con l’acqua fredda e poi andò in cucina; i suoi genitori non c’erano, probabilmente sua madre era uscita a fare la spesa e suo padre era già a lavoro, ma sul tavolo c’era una bustina con dei croissant.
Dieci minuti dopo tornò in camera con un vassoio pieno di roba da mangiare e da bere. Roxanne si era svegliata e, con suo dispiacere, la spallina della maglia era tornata al suo posto.
— Colazione a letto.
— Addirittura? — ridacchiò mettendosi seduta e coprendosi con il lenzuolo.
Posò il vassoio sul letto dove aveva dormito Roxanne e si mise seduto accanto a lei — Adesso ti copri? — le chiese perplesso e sperò che la sua non sembrasse una richiesta di vederla per bene alla luce del sole.
Mise un po’ di musica dal cellulare mentre lei divise delicatamente un croissant alla crema ed iniziò a mangiarne una delle due metà — Dovrei presentarmi a tua madre.
— Adesso non c’è nessuno in casa... — ribadì con una punta di malizia che a lei non passò inosservata.
— Mi stai facendo delle avances? 
Gabriele rise — Non ti montare la testa.
Quando finirono di fare colazione, Gabriele sistemò l’altro letto sotto al suo muovendosi a ritmo di musica, si rese conto che lei lo guardava divertita — Non ti porterò mai a ballare con me. — scherzò.
Lui aggrottò la fronte e le porse una mano — Io ballo benissimo! 
Si ritrovarono a ballare in modo piuttosto buffo al centro della stanza, gli si avvicinò divertita continuando a muoversi e quando lui le prese la mano per farla girare su se stessa, le si abbassò di nuovo la spallina della canottiera. Si fermò davanti a lui e Gabriele abbassò lo sguardo sul suo corpo, rendendosi vagamente conto di quanto fossero vicini e, quando le sistemò la spallina toccando la sua pelle fresca, lei si irrigidì. 
Capì che lei stava cercando di dire qualcosa, ma non trovava le parole, sorrise e, mosso da una forza sconosciuta, le mise le mani sul viso e si abbassò per baciarla.
La sorpresa di Roxanne non poteva essere più evidente, ma con suo stupore, lei non si allontanò e dopo una manciata di secondi che a lui sembrarono interminabili, rispose timidamente al suo bacio, alzandosi sulle punte ed avvolgendogli le braccia al collo. 
— Che stai facendo? — gli chiese dopo un po’.
— Mi pare abbastanza ovvio.
Lei sorrise giocando con i suoi capelli — Non vorrei ti venisse la scoliosi.
Gabriele ridacchiò intuendo al volo il riferimento ad una frase che le aveva detto qualche tempo prima riguardo la sua altezza, ma dato che lei continuava ancora a guardarlo negli occhi ed era stretta a lui, capì che stava solo scherzando. Le spostò il ciuffo che le ricadeva sull’occhio destro e poi si abbassò di nuovo e la baciò ancora.
La portò delicatamente verso il letto senza smettere di baciarla e si ritrovò steso su di lei mentre i loro respiri erano accelerati notevolmente. 
Sentirono bussare alla porta e Gabriele si stupì di avere ancora un po’ di lucidità che gli permise di alzarsi immediatamente ed allontanarsi abbastanza da lei.
— Gabriele, siete in camera? 
Guardò Roxanne, aveva le labbra rosse e le pupille dilatate ed immaginò che lui non doveva essere poi messo tanto meglio. Ridacchiò.
— Sì, arriviamo subito.
Sentirono i passi di sua madre allontanarsi e si rilassarono leggermente.
— Ne dovremmo parlare.
— Ti ho mai detto che sono paranoica e se mi dici che dobbiamo parlare dopo avermi baciata, vado in panico? 
Rise avvicinandosi di nuovo a lei e poggiò le labbra sulle sue dandole un bacio più dolce e delicato — Non andare nel panico.
Gli rifilò un’occhiataccia — Non andare nel panico? Come spiego a tua madre che ho appena limonato con il suo unico figlio, maschio? 
Gabriele la baciò di nuovo divertito e stavolta lei lo trattenne a sé con passione — Mia madre non aspetta altro che una ragazza come te limoni con me. E io non potevo chiedere risveglio migliore... 
— Avevi progettato tutto? — gli chiese spalancando i suoi occhi da cerbiatta.
— No, fino a qualche minuto fa non credevo che potevo provare interesse per te, figuriamoci se pensavo di baciarti.
— Non so se prenderla bene questa cosa...
Lui sorrise — Dovrai prima spiegare a mia madre perché entrambi abbiamo le labbra gonfie e sembriamo sconvolti. Andiamo, te la presento. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: With H