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Autore: Shisho_67    27/06/2014    1 recensioni
E se... Charles avesse fermato Erik dopo l'attentato al presidente alla vine di "X men giorni di un futuro passato? E se avessero chiarito, se avessero parlato? E se avessero finalmente trovato una soluzione alla loro difficile situazione?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Dottor Henry 'Hank' McCoy/Bestia, Erik Lehnsherr/Magneto, Raven Darkholme/Mystica
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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_Addio vecchio amico!_
_Addio Erik!_rispondo, assumendo una voce decisa. Ma dentro sto bruciando. Lo vedo alzare le mani al livello dei fianchi, per levitare col suo dannato magnetismo, per volare via da me, da noi, da quello che siamo stati e per sempre saremo. Non voglio che finisca così. So che è una mia scelta quella di non trattenero, so che è la cosa più giusta per entrambi, ma anche se la mia mente capisce e accetta questa situazione, il mio cuore e la mia anima non ci riescono. Lui sta per andarsene e questa volta per sempre e io non voglio. Non sento più le gambe, ormai l'effetto del farmaco di Hank è completamente svanito. Sento le voci, i pensieri di quella poca gente che sta assistendo all'ennesimo addio che ci stiamo dando io e Erik, ma, soprattutto, non sento più le gambe. Non importa. Non mi servono. Erik si solleva da terra, senza rivolgermi neanche uno sguardo. Sta per sparire. Di nuovo. Ma io non voglio. Usando tutte le forze che mi rimangono mi do una spinta usando come perno il petto di Hank. Spingo più forte che posso, tanto che riesco ad arrivare alla mia meta. Afferro le caviglie di Erik, cadendo a terra come un sacco di patate e trascinando lui con me. Ovviamente lui resta in piedi, io invece mi ritrovo prostrato ai suoi piedi come un servo al cospetto del suo padrone. Sbuffo, frustrato. Vorrei poter affrontare questa situazione guardandolo negli occhi, ma è ovvio che non mi sarà concesso un tale onore. Lacrime di tristezza e di abbandono pungono i miei occhi, premendo per poter uscire, ma io le trattengo. Se le lasciassi andare, non so se potrei più fermarmi. Per un attimo non succede nulla. Sento solo Erik irrigidirsi, rimanendo però immobile, come se non fosse successo nulla. Io me ne rimango quì per terra, inerme, gli occhi serrati, trattenendo il respiro, temendo che anche il più piccolo cambiamento possa rompere questo finto idillio. Ma alla fine sono sollevato. Almeno non mi ha calciato via, cosa che potrebbe benissimo fare date le circostanze. L'aria intorno a noi è carica, sento l'elettricità farmi rizzare i capelli sulla nuca. Tutto è immobile. Blocco col pensiero tutti i presenti, esclusi me e il mio ex migliore amico, in modo che non ci possano disturbare. Sembra che la situazione debba rimanere così per sempre, un eterno scenario di distruzione e di tristezza, ma alla fine qualcosa si muove:
_Charles?_la voce incerta di Erik mi giunge alle orecchie come la più splendida delle musiche. Sento un nodo alla gola che preme per trasformarsi in pianto.
_Erik..._sibilo piano, digrignando i denti per non lasciar esplodere la mia desolazione. Rimango di stucco quando lo sento piegare le gambe, inginocchiarsi davanti a me, lo sguardo se possibile più strabiliato del mio. Ma la cosa che mi fa definitivamente fermare il cuore, sono le sue mani, che mi prendono sotto le ascelle come se fossi un lattante, solo per poi farmi sedere cavalcioni sulle sue cosce, prendendomi in braccio. Rimaniamo un po così, fissandoci negli occhi, l'azzurro e l'argento in una fusione totale di colori e sensazioni, senza respirare, assorbendo in silenzio l'uno l'immagine del volto dell'altro, pur conoscendolo già a memoria. Prendo un gran respiro, socchiudendo gli occhi per riuscire ad
acquisire più coraggio. Ciò che sto per dire mi sta prosciugando, anche perchè non so se questa sarà l'ultima volta in cui lo potrò dire.
_Ti amo Erik Lensherr..._chiudo gli occhi, cercando di dissimulare le stramaledette lacrime che mi sono salite immediatamente agli occhi non appena le mie labbra hanno pronunciato quelle nefaste parole. Due gocce salate solcano ora la mia pelle, libere, unico sfogo tangibile della mia disperazione. Sento le sue gambe tremare sotto le mie, percepisco il suo respiro fermarsi e il suo cuore impazzire, ma questo non fa altro che alimentare la mia angoscia. Appoggio la fronte alla sua, preso dall'assurda paura che possa
scomparire da un momento all'altro, lasciarmi di nuovo solo, spezzarmi nuovamente l'anima e il cuore.
_Ti amo e sento che nemmeno tu mi sei indiffrente..._gli tiro un pugno sulla corazza che ha sul petto, improvvisamente colmo di rabbia a lungo repressa:
_Ma allora perchè dobbiamo farci questo?! Perchè dobbiamo sempre scegliere la strada che ci fa più male, perchè dobbiamo sempre dividerci e combatterci?! Ci amiamo, ci siamo sempre amati, cristo, abbiamo sempre desiderato che i nostri momenti non passassero mai, eppure..._un suono rauco esce dalla mia gola martoriata, dolorante per il mio epocale sforzo per trattenere la crisi di pianto che è sul punto di travolgermi:_Eppure non ci riusciamo, non riusciamo mai ad ottenere ciò che veramente vogliamo... Io ti amo, porca miseria, voglio stare con te, non contro di te!_eccola, è arrivata. Sento la mia schiena venire scossa dai singhiozzi che ormai escono incontrollabili dai miei polmoni, le lacrime calde scendono sul mio viso a formare dei rigagnoli di salata sconsolazione. Lascio cadere la mia fronte sulla spalla di lui, che ancora non si è mosso, paralizzato, forse, dalla fottuta verità delle mie parole. Lo sento irrigidirsi quando mi sente piangere, le sue braccia si allungano a circondarmi la schiena in un morbido abbraccio, dolce come quelli che ci scambiavamo all'inizio, quando eravamo ancora uniti contro una causa comune, quando ancora combattevamo fianco a fianco e ci sostenevamo, proteggendoci a vicenda.
_Charles..._la sua voce profonda è incrinata. Affonda il viso nei miei capelli, strusciando il naso sulla mia cute, facendo partire il mio cuore, che inizia a battere veloce come le ali di un colibrì.
_Charles, ti amo anch'io... Ti amo alla follia e tutto quello che senti tu lo sento anche io! Ti amo, vorrei che questa faida finisse, che noi potessimo tornare tranquilli e beati nella tua villa e fare l'amore fino a svenire, ma non è possibile, meine liebe e tu lo sai meglio di tutti. Abbiamo idee troppo divergenti, troppo lontane e contrastanti perchè possano convivere. Potremmo trovare un accordo, ma quanto pensi che durerebbe, eh? Poco, veramente troppo poco. Quindi per me è meglio combatterti, starti lontano, trovare una scusa qualsiasi per tenerti a distanza che rimanerti accanto, stando comunque nell'astio e nella discordia._un ululato esce dalla mia gola. Troppo è il dolore che mi sta trafiggendo il petto, troppa è
la tristezza e il rifiuto della realtà, delle sue parole. Vorrei potermi strappare il cuore dal petto, vorrei che la smettesse di farmi così male, vorrei che smettesse tutto... Tiro una testata alla spalla corazzata dell'amore della mia vita, piangendo disperato. Lui mi accarezza la schiena, tentando di consolarmi, mi bacia i capelli e sento che anche lui sta piangendo.
_Non odiarmi Charles, ti prego... Io non riesco ad odiarti, non ci riuscirò mai. Per quante volte ci scontreremo, per quante volte combatteremo l'uno contro l'altro, io non potrò mai farti del male con le mie mani, ne sarò per sempre incapace! E non detestarmi perchè ho scelto di scappare da te, di abbandonarti, perchè io l'ho fatto solo perchè potessimo continuare, farci una nuova vita, aprirci strade che prima non vedevamo..._mi stringe più forte e io sento che ormai siamo in due ad aver perso il controllo delle nostre emozioni:
_Ma a quanto pare è impossibile..._c'è un improvviso silenzio tra noi, rotto solo dai singhiozzi che vanno via via diminuendo. Lo sento prendere fiato più di una volta, come se
volesse parlare, per poi chiudere subito dopo la bocca, probabilmente non trovando le parole. Alla fine, dopo vari tentativi a vuoto, la sua voce stanca e roca mi arriva dritta nel cervello, come una scarica di adrenalina che mi fosse stata iniettata direttamente nel cuore:
_Ma ormai l'ho capito meine liebe... Non ci sono strade nuove da scoprire... Non sono mai esistite. C'eravamo solo noi due, insieme, davanti ad un'unica grande strada, che certe volte si separava, si diramava, prendeva delle piccole variazioni di rotta, ma che alla fine si ricongiungevano sempre al percorso principale. Siamo nati per stare uniti Charles._ sospirò, posando leggero le labbra sul mio collo._Ti amo fottutissimo telepate. Ich liebe dich Charles..._ il mondo intorno a noi si ferma, la Terra smette improvvisamente di girare, l'universo intero è immobile, in attesa. Non so come, non so quando, ma il mio pianto si è interrotto e ora sono di nuovo occhi negli occhi con Erik, questa volta nel mio sguardo c'è solo smarrimento:
_E allora perchè non possiamo adempire al nostro destino, eh?_sorrido debolmente, venendo ricambiato solo da un'altra lacrima tardiva che fugge in una corsa disperata sulla guancia destra di lui. Ritorno serio, sento il viso trasformarsi in una nuova maschera di sofferenza:_Perchè non possiamo concederci la felicità?_lui chiude le palpebre, le ciglia bagnate gli sfiorano per un attimo le guance ed io rimango come ipnotizzato a fissare nella mente quell'infinitesimale secondo, come se stessi nascondendo il più prezioso dei
tesori. Ma poi Erik scuote sommessamente la testa e l'idillio si rompe:
_Perchè non possiamo, Charles. So come andrebbe a finire, me lo posso facilmente immaginare... Finiremmo per essere estranei sotto uno stesso tetto, odiando ogni secondo della nostra convivenza, detestando l'altro e desiderando la sua lontananza... Io non voglio che questo capiti a noi Charles._le sue iridi di acciaio fuso si ripiantano nelle mie, facendomi rabbrividire in un misto di paura e di piacere._ Non voglio odiarti, non voglio distruggere quello che abbiamo!_mi stringe a se, affondando il viso nell'incavo del mio collo, respirando piano:_ Preferisco amarti come nemico che odiarti come compagno... Preferisco mantenere le distanze, in modo da non.. rovinare niente._sento la morza al
petto tornare a torturarmi e un lungo gemito straziante ci esce all'unisono dalle labbra.
_Proviamoci... Per favore, almeno proviamoci..._ poi comprendo che ha ragione, che non c'è nulla che io possa fare per cambiare questa schifosissima situazione, per far tornare i nostri tempi ormai passati, per far tornare nelle nostre anime la pace. No, è impossibile. Ammeno che non facciamo come ha detto Erik fino ad ora.
_Mi dispiace meine liebe. Non possiamo._allora qualcosa si aggiunge alla mia paura, alla mia rabbia e alla mia disarmante solitudine. Alzo gli occhi nei suoi, di colpo e so che ora nel mio sguardo, oltre alle emozioni travolgenti di poco fa, c'è anche la determinazione. Lo prendo con forza per le spalle, le iridi immerse nelle sue:
_Ok. Allora faremo così. Un giorno, un solo fottutissimo giorno all'anno, io e te non faremo niente, niente di niente. Ci dedichereo solo a noi due, fregandocene altamente di ideali e compagnia bella. Non ci saranno più il Professor X e Magneto, solo Charles e Erik. Non importa se proprio quel giorno il destino farà scoppiare la terza guerra mondiale, noi non ci saremo, non quel giorno._i suoi occhi si sono fatti più grandi, il suo sguardo più acceso e io so che ho colpito nel segno. Il suo è lo sguardo che riserva solo per me e per me soltanto. E' rispetto, è adorazione, è riverenza. E io sono più che certo che i miei occhi sono lo specchio dei suoi. Gli sorrido debolmente, accarezzandogli una guancia:
_Che ne dici?_ed è come un cieco che vede il sole. Il suo sorriso, simile a una fiera che scopre sensualmente i denti prima dell'attacco alla preda, illumina in un attimo il suo volto coinvolgendo gli occhi nella sua allegria:
_Sei un genio Charles!_le sue labbra trovano in un istante le mie, costringendole ad aprirsi per far spazio alla sua lingua, che accolgo più che volentieri, ricambiandogli il favore.
_Così intelligente e erudito..._so che mi sta prendendo in giro e gli tiro un pugno sulla coscia, l'unico punto scoperto dalla sua armatura:
_Cretino..._sibilo sulle sue labbra, che tornano di nuovo a sorridere sulle mie. Ed è il paradiso. Per un attimo, un minscolo, piccolo, infinitesimale attimo, tutto è incredibilmente perfetto. Tutto è luce, nei tocchi, nei baci, nelle carezze che ci diamo, tutto è gioia purificatrice. Ed è così, che decidiamo:
_Allora sarà oggi. Questo giorno sarà nostro per sempre, tutti gli anni, da ora in avanti, per tutta la vita... Ok?_mi chiede titubante. Mi stacco un attimo da lui, per poter tornare a fissarlo comodamente negli occhi:
_Perfetto._rispondo facendogli l'occholino:_Potremmo anche iniziare da ora, che ne dici?_nel suo sguardo leggo una gioia selvaggia, trattenuta solo dal suo inguaribile autocontrollo tedesco:
_Perfetto_acconsente lui.


Hank si sveglia di botto dalla trance in cui era finito, così come tutte le persone intorno a lui. Raven sta ancora fissando il presidente, circondato dalle stesse persone di poco prima .
Hank vede i loro visi confusi e i loro occhi spaesati che scattano da una parte all'altra, nella disperata speranza di capire cosa è appena successo. Ma loro sono umani, nemeno tra 1000 anni sarebbero in grado di capire. Invece, per Mistica e Hank, che ora si stanno scambiando un occhiata complice, la faccenda è più che ovvia. Erik e Charles sono scomparsi, ma i due non se ne preoccupano. Sanno dove sono, sanno cosa stanno facendo, sanno tutto. Erik e Charles sono andati a Villa Xavier, insieme. Nella mente di entrambi
suona in sottofondo la voce calma del professore "Ciao ragazzi. Sono Charles, ho lasciato un messaggio telepatico nella vostra mente per non farvi allarmare alla vista dell'assenza mia e di Erik. Noi stiamo bene, siamo a Villa Xavier. Abbiamo un patto e siamo più che decisi a rispettarlo. Questo non è un ordine, solo una richiesta: siate voi stessi. Almeno per oggi, siate liberi di essere quello che volete essere. Noi stiamo bene. E questo, amici, questo sarà il nostro segreto" il messaggio finisce e la mente dei due mutanti torna libera. La Bestia e Raven si sorridono, i visi rilassali e la mente sgombra come non era permesso loro da tanto, trappo tempo. Si vengono incontro, si abbracciano. Quella non è una giornata qualsiasi e saranno loro i custodi di quel segreto. Per sempre.
  
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