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Autore: kk549210    28/06/2014    1 recensioni
Per la grande famiglia Rabb-Roberts sono passati quasi cinque anni dai fatti raccontati ne "Il padre della sposa". I ragazzi sono cresciuti e la bella e tormentata Maria Garcia Rabb si trova di fronte a un passo importante della vita. Non sarà il passaggio dell’Equatore, ma è comunque un momento cruciale…
Sesta "giornata" della serie "Cuore di padre".
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: AJ Roberts, Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di padre'
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-Sì, mamma, non ti preoccupare! Va tutto bene! Un bacio. Ciao. – mentì Maria al telefono.
Con i genitori in visita a Mattie dall’altro capo del paese, era lei che si sentiva sulle spalle tutta la responsabilità della casa, anche se a pochi passi c’era la supervigile zia Harriet. Non le andava certo di far pesare a sua madre che la situazione si era fatta insostenibile. Un vero e proprio inferno: Gabo era diventato semplicemente odioso, tutto preso com’era dalla sua mania di registrare sempre tutto quello che succedeva, di scrivere cronache e articoletti satirici sulla vita quotidiana. La nascita del piccolo Harm, e soprattutto tutto il corredo di immagini del piccolo che erano arrivate dalla California, lo avevano reso irrimediabilmente sovreccitato. Più insopportabile che creativo. “Accidenti al signor Cox” si diceva Maria, attribuendo al professore di lettere del fratello tutta la colpa di quella grafomania, anche se sapeva bene che Gabo aveva da sempre collezionato successi in lettura e composizione e più magre figure in matematica.
-Il nostro nipotino ha una faccia troppo buffa! – osservò il ragazzino mostrandole le foto appena scaricate sul tablet.
-Come vuoi che sia? E’ un neonato! – lo smontò immediatamente lei.
-Devo assolutamente scrivere qualcosa su di lui – proseguì Gabo senza considerare la provocazione della sorella - … poi lo mando a Mattie! Vedrai come sarà contenta…
-Senti un po’, smettila di darti tante arie… non è che due lezioni di giornalismo fanno di te uno scrittore!
-Guarda che le lezioni sono durate un mese intero! – fece lui cercando di non perdere la pazienza.
-Ah sì? Sei proprio odioso, secchione!
-Va bè che devi decidere cosa fare dopo il Liceo… ma uffa, quanto rompi!
-Vedrai quando toccherà a te… farai un casino di storie! Per fortuna che non sarò qui a sentire le tue lagne…
-Guarda che io ho già deciso che cosa fare da grande…
- Sì! E come fai a saperlo? Vai ancora alle medie…
-Al College voglio studiare letteratura spagnola e giornalismo. E magari fare anche lo sceneggiatore o il critico cinematografico…
-Ma se non sai neanche cosa vuol dire! – lo canzonò la sorella maggiore con tono molto acido.
-Invece lo so… voglio fare come Gabo da giovane!
-Ti sei fritto il cervello… ora hai pure l’amichetto immaginario!
 -Sei tu che sei fuori come un balcone… Ma che hai capito? Marquez, il grandissimo premio Nobel! L’amico di Fidel Castro…
-Sai che bello, amico di un dittatore… – lo sbeffeggiò Maria.
-Guarda che Castro è stato un grande personaggio del secolo scorso. E Gabo è il più grande scrittore nella nostra lingua.  – insistette sicuro il ragazzino - E nostro cugino Jorge mi ha detto che il babbo di papà si chiamava proprio Gabriel Garcia Marquez… capisci? Un omonimo! Che figata!  
-Il solito scemotto… Sai quanti ce ne sono in Sudamerica con quel nome? Uno una porta sì e una no…
Gabo alzò gli occhi al cielo, senza replicare. Nelle ultime settimane Maria era davvero odiosa e non c’era verso di parlare civilmente con lei. A dire il vero, era da qualche anno che era molto strana, almeno da quando aveva messo su il seno ed aveva cominciato a uscire con i ragazzi.    
- La nostra lingua è l’inglese, e in ogni caso il nonno si chiamava Harmon Rabb sr! – proseguì imperterrita la ragazza  nel suo assalto frontale.
-Di’ pure quel che ti pare… ma siamo cubani, hermana! – sbottò il fratello minore.
A Maria montò il sangue alla testa e si inumidirono gli occhi: quanto lo odiava quando richiamava le loro radici parlando spagnolo! Quella lingua le riapriva nell’anima una ferita mai rimarginata, faceva rifiorire nel suo cuore un fiore spinoso e pungente, di morte. Negli oscuri recessi dell’inconscio riecheggiava una voce,  desiderata con rimpianto e rimossa con disperazione. Quanto invidiava Gabo, la sua gaiezza e la sua sicurezza. Il suo essere una sorta di meridiano, il più solido e spensierato dei fratelli Rabb. E ora che era a un bivio, la ragazza provava un senso di vertigine, di completo smarrimento. Si sentiva in dovere di rispondere alle aspettative dei suoi genitori, ma allo stesso tempo le sembrava di essere un’inetta totale. Usciva sempre sconfitta dal confronto con suo fratello, e con quel suo dono inestimabile di andare dritto per la sua strada e di non perdere mai il sorriso.
-Ehi, voi due! La smettete di litigare? – Zhiqun fece capolino nella stanza del fratello – Maria, mi devi portare alla lezione di danza, ricordi?
-Sì, bellina – le disse la sorella carezzandole dolcemente la testa – Vai a prendere la borsa.
-Attenta che morde – la avvertì scherzosamente Gabo – Io vado a giocare a basket. Hasta luego!
E sgattaiolò fuori di casa prima che scoppiasse di nuovo la bufera infernale. Sul vialetto di casa, incrociò AJ che veniva a trovarli.
-Ehi, fratello! Come va? –disse il ragazzino con entusiasmo. Era davvero bello rivedere il grande AJ.
- Hola Gabito! E’ tutto ok – rispose il cugino, dandogli una gran pacca sulla spalla.
- Vuoi venire a fare due tiri? – propose Gabo facendo roteare la palla a spicchi.
- No, grazie… Le tue sorelle?
-Stanno uscendo anche loro. Zizì deve andare a danza.
-Allora le accompagno io. Ciao!
-Ciao, doc!
 
  
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