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Autore: Stars Trail    29/06/2014    3 recensioni
“Esco.”
“Buona giornata.”
La loro giornata inizia sempre così, con uno dei due ancora perso nel sonno e un bacio a fior di labbra da parte di chi, tracolla in spalla, esce per andare in facoltà.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Esco.”
“Buona giornata.”
La loro giornata inizia sempre così, con uno dei due ancora perso nel sonno e un bacio a fior di labbra da parte di chi, tracolla in spalla, esce per andare in facoltà. Tre parole spesso biascicate nel sonno che devono bastare ad entrambi per arrivare a fine giornata, quando il resto del mondo viene chiuso fuori dalle porte del loro piccolo appartamento in centro Tokyo - lo stesso in cui Kagami vive ormai da tre anni e mezzo, lo stesso dove, avvolti nel silenzio di una notte di fine di estate di un tempo che sembra ormai lontano si sono scambiati il primo bacio, imbarazzante come pochi, ma comunque il primo di un’infinità.

A volte è Kagami che va a prendere Kuroko in facoltà, alla fine delle lezioni. Mentre passa inosservato al resto degli studenti, per lui è facile vedere la sua testa chiara tra un’infinità di capelli scuri, ed è altrettanto facile farla sollevare grazie a una palla da basket e un sorriso che dice più di quanto farebbero le parole.
Kuroko sorride, Kagami sorride, ed è tutto perfetto.

Nessuno dei due torna a casa per il fine settimana. Kuroko perché tanto sa che non troverebbe nessuno, Kagami perché in fondo casa sua è quella, con suo padre che è tornato in America e lo ha lasciato lì più o meno per sempre.
Nessuno dei due sembra particolarmente dispiaciuto.
I momenti migliori li passano fuori di casa. Un (dieci) hamburger e un vanilla shake da Maji, come ai tempi delle superiori, e poi via, nel primo campo da basket di strada a riempirsi le orecchie del rumore della palla che rimbalza sull’asfalto e delle loro risate, fino a quanto non si rendono conto che il sabato se n’è andato e la domenica aleggia pigra sulle loro teste. Tornano a casa e si fermano sulla porta, Kagami che copre Kuroko e lo bacia dove gli capita - labbra, collo, la lingua si ferma a sentire il sapore salato della sua pelle, e gli occhi si fermano sulla bocca dell’altro che si piegano per pronunciare il suo nome. Una doccia e poi via, sotto le coperte, a toccarsi come se fosse la prima volta, a cadere ripetutamente nella trappola costruiti da loro stessi il primo giorno in cui si sono visti, il primo giorno in cui Kuroko ha giurato di portarlo in alto, quel ragazzo troppo entusiasta.
Nessuno dei due sa chi ci sia arrivato, più in alto. Probabilmente, sono entrambi ben oltre le stelle.

Fanno una sola spesa grande, il giovedì, quando Kuroko ha lezione solo al mattino e Kagami nessuna. Si incontrano di fronte ai grandi magazzini, e Kagami si offre di portare la borsa di Kuroko perché pesa, perché ci sono troppi libri, tra quelli necessari allo studio e i romanzi che legge per diletto. Kuroko sorride e si mette sulle punte per ringraziarlo, un bisbiglio gentile contro il suo orecchio. Kagami diventa rosso e il sorriso di Kuroko non sparisce dalle sue labbra fino alla fine della giornata.
In verità, Kuroko è solo l’ombra di Kagami, mentre fanno la spesa. Non sapendo granché cucinare, e vivendo con una persona che supera persino sua nonna in quanto capacità culinarie, lui gli si mette di fianco e incrocia le braccia dietro la schiena, integrando di tanto in tanto qualche cibo spazzatura all’eccessiva sanità che prepondera nel carrello - cibo spazzatura a base di vaniglia, ovviamente.
Riempiono una dispensa destinata a vuotarsi rapidamente, a causa della profondità dello stomaco di uno dei due. Ma va bene, visto che l’odore di buono aleggia nella casa tutto il giorno e fa venire l’appetito a entrambi - Kuroko è riuscito addirittura a mettere su un po’ di muscoli, da quando è Kagami a nutrirlo.
Non può che essere un bene.

Ci sono volte in cui Kagami è costretto dai suoi compagni di corso a restare in biblioteca fino a tardi per studiare chimica propedeutica, di solito il mercoledì. È il giorno peggiore, perché Kuroko torna a casa relativamentre presto, e trovarla vuota fa sentire vuoto anche lui. Dopo una giornata piena di lezioni, tra psicologia dello sviluppo e didattica, la sua testa è così piena di nozioni nuove che gli fa male, e l’assenza di Kagami non fa che contribuire alla sua emicrania.
Kagami gli dice spesso che è un idiota, che dovrebbe mangiare e mettersi a letto, anziché restare ad aspettarlo sul divano e addormentarsi in quella posizione scomoda in cui lo trova quando rincasa.
La verità è che Kuroko si sveglia sempre, quando Kagami chiude la porta di casa e sospira, sopraffatto dalla stanchezza. Ma fa finta di dormire ancora solo perché, da sveglio, non avrebbe davvero cuore di chiedergli di prenderlo in braccio come se fosse un bambino per farsi portare a letto. Kagami probabilmente lo sa, ma fa finta di niente. I baci sulla schiena una volta sotto le coperte sono un ottimo motivo per non lamentarsi.

La domenica mattina è una benedizione. Di comune accordo, il sabato sera le persiane non vengono chiuse, così che a svegliargli sia la luce del sole - o il bagliore dei fulmini, a seconda della giornata. Il primo a muoversi è Kagami, sempre. Le sue ginocchia risalgono quel tanto che basta perché gli si incastrino perfettamente dietro quelle di Kuroko, il suo braccio si muove per cingergli la vita e le sue labbra incontrano la spalla scoperta per baciarla e mordicchiarglia finché l’altro non protesta gnaulando come un gatto sotto la pioggia. Kagami si perde a guardare i suoi capelli, tremendi dopo la dormita; cerca di addomesticarli attorcigliandoli tra le dita, ma non importa quanto si sforzi, quelli rimaranno sempre nella stessa posizione finché non sarà il suo proprietario a metterci mano.
Kagami sorride sempre, quando Kuroko apre finalmente gli occhi e lo saluta masticando le parole per il sonno. In mezzo a quella stanchezza, riesce a vedere il suo sorriso ricambiato, ed è la cosa più bella del mondo.
La domenica mattina è una benedizione. Soprattutto quando Kuroko allunga il braccio ancora un po’ intorpidito e lo lascia scivolare sotto quello di Kagami per stringerlo a sé. Un bacio pigro che diventano presto due, e poi tre, e poi entrambi perdono il conto. È come premere un tasto in fondo allo stomaco che li accende in modo dolce, terribilmente naturale. E nel giro di pochi minuti le coperte sono annodate alle loro gambe, e Kagami troneggia su un Kuroko che non riesce a smettere di sorridere, di accarezzare il suo viso mentre sussurra, di nuovo, in maniera finalmente comprensibile: “Buongiorno, Kagami-kun.”
Nessuno dei due ha intenzione di abbandonare il letto. A occupare le loro menti c’è solo lo schioccare dei baci che scoppietta nelle orecchie, ci sono le mani di Kuroko che scivolano sul collo di Kagami mentre questo comincia a tempestarlo di baci sul viso, come se volesse mangiarlo, come se in quel momento non volesse nutrirsi d’altro. Sono ancora così restii alla nudità che ci mettono una vita prima di scoprirsi il dorso, ma una volta che le loro maglie giacciono una sopra l’altra nel pavimento, il resto viene da sé, come se fosse scritto nel ripetersi dei loro gesti - naturale come il loro cuore che batte, necessario come respirare. Kagami copre Kuroko col suo corpo senza sapere cosa voglia fare, se proteggerlo o mangiarlo fino all’ultimo briciolo. Tra un morso e un bacio, sa di poter fare entrambe le cose.
La domenica mattina è una benedizione. Il loro letto non approva, ma fa poi lo stesso.

Andare a vivere con Kagami è stata la scelta migliore che Kuroko potesse fare. A prescindere dalla comodità di dividere le spese, sente per la prima volta di essere completo, di appartenere a qualcosa.
Il braccio attorno al suo collo ne è una conferma.
“Esco,” sussurra tra le labbra di un Kagami ancora con un piede nel mondo dei sogni, ma restio a lasciarlo andare. Ci mette un po’, prima di allungarsi e baciarlo a fior di labbra. Lo schiocco che producono separandosi è un nodo caldo allo stomaco.
“Buona giornata.”
Buona giornata. Una tra le tante della loro vita insieme.

   
 
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