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Autore: Stars Trail    29/06/2014    3 recensioni
È un mugolio lontano e sofferente, quello che fa aprire gli occhi a Kagami.
[fem!Kagakuro]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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È un mugolio lontano e sofferente, quello che fa aprire gli occhi a Kagami.
Stira le gambe, sentendo i muscoli tendersi e sbarazzarsi del torpore mattutino. Preme la mano sulla bocca per sopprimere uno sbadiglio altrimenti troppo rumoroso, e quando allunga il braccio per cercare il corpo di Kuroko affianco al suo, sente il sonno scivolare di colpo dal corpo.
Oh.
Guarda alla sua destra, trovando il letto vuoto. Accarezza le lenzuola stropicciate, sentendo il calore di Kuroko flebile e sul punto di sparire. Non deve essersi alzata troppo tempo fa, ma Kagami si stupisce di non averla sentita uscire dalla stanza. Guarda verso la porta, adesso, e la trova aperta per metà. Sbadiglia di nuovo, e quando la mascella si rilassa di nuovo si mette seduta sul letto, passandosi una mano tra i capelli sciolti prima di alzarsi e ciondolare fuori dalla camera da letto.
“Kuroko?” chiama, buttando per prima cosa un occhio al bagno. Porta aperta anche lì, ma dentro non c’è nessuno. Avanza qualche passo verso la sala da pranzo per vedere una testa azzurra appoggiata sul bracciolo del divano. Un rantolo sfiora le sue orecchie, e Kagami di colpo realizza che cosa stia succedendo. Vede quella testa spostarsi quel poco che basta per sollevare lo sguardo verso di lei, e gli occhi di Kuroko parlano da soli. Quelli, e la sua faccia più pallida del solito.
“Kagami-san.”
Tende a dimenticarsi di quanto devastanti possano essere certi giorni per la sua ragazza. Sospira, le spalle che si abbassano appena mentre si avvicina al divano, e quando si lascia cadere nello spazio lasciato libero dal corpo di Kuroko, quella si piega appena su di lei per cercare conforto. Kagami non le nega una carezza che dalla testa scivola sul collo appena sudato. “Hai già preso qualcosa?”
L’altra scuote la testa, le braccia strette attorno alla pancia e il viso che si contrae dal dolore a intervalli irregolari. “Mi sono alzata per rimettere. Dopo mi sono trascinata qui e non mi sono più alzata.”
Kagami annuisce, emettendo un suono non proprio di approvazione. Si china per poggiare un bacio sulla tempia di Kuroko, poi le accarezza un fianco. “Dove hai le pastiglie?”
“Sopra il comò.”
Le viene in automatico alzarsi per tornare nuovamente in camera. Trova subito il blister, lì pronto ad essere usato, un bicchiere ricolmo d’acqua che non è mai stata bevuta. Si sente abbastanza stupida, Kagami, ad aver perso il conto dei giorni per strada - in verità, non ricorda nemmeno quando debba venire a lei, il ciclo. Non che di solito ne soffra tanto da dover esser certa di avere a portata di mano qualcosa di utile quando sta male, ma…
Prende il necessario e torna in sala, chinandosi stavolta davanti al divano. Kuroko ha gli occhi chiusi e sospira a più riprese, trattenendo l’aria nei polmoni per cercare di rilassarsi. Sanno entrambe quanto sia inutile.
“Ehi,” sussurra, e Kuroko apre gli occhi e lei sente qualcosa spezzarsi nel petto. Sa che non è una tragedia, per carità. Nel giro di qualche ora, al massimo entro domani, starà sicuramente meglio. È solo che non è abituata a vedere quel viso esprimere così tanta sofferenza. Non può nemmeno dire di capirla, lei che non nota davvero differenza tra i giorni di ciclo e il resto del mese. Kuroko annuisce lenta, e si trascina indietro col sedere per mettersi seduta. Ringrazia con un cenno della testa e prende dalle sue mani acqua e medicina, mandando giù entrambe in un colpo solo. Si tiene la bocca - sa che il dolore farà di tutto per farla riandare in bagno subito - e quando sente che il pericolo è passato lascia cadere la testa sulle mani per qualche istante.
“Grazie, Kagami-san.”
Sorride, per quel che può. Fa forza sulla pianta del piede e si allunga appena, poggiandosi con le labbra su quelle di Kuroko in un bacio rapido e leggero. “Ti preparo la borsa dell’acqua calda. Ti va un té?”
“Sarebbe meraviglioso.”

La maggior parte del tempo la passano così, con Kuroko che abbraccia la borsa dell’acqua calda e si appisola a tratti con la testa poggiata sulle sue gambe, quando i crampi le concedono una tregua. Kagami non può far altro che assecondare i suoi bisogni; è persino uscita di casa in pigiama per andare a comprarle un milkshake alla vaniglia al Maji burger poco distante da casa, indifferente alle occhiate stranite della gente. Adesso perde tempo a guardare le sue dita un po’ tozze sparire tra quei capelli chiari, ignorando totalmente la televisione che trasmette una partita della NBA in differita. Il respiro di Kuroko è regolare e profondo, un sollievo per entrambe a ben pensarci. Vorrebbe chinarsi per baciarle la testa, ma teme che qualunque movimento brusco potrebbe interrompere il suo sonno, per cui si limita a scostarle continuamente le ciocche dagli occhi, a respirare il profumo buono e dolce del suo shampoo alla vaniglia. La sente mugolare appena, sotto il suo tocco, e spera sia per il piacere del gesto più che per un dolore improvviso. Le sue speranze, in realtà sono anche abbastanza vane.
“Tutto ok?”
“Pancia…”
È un mormorio nascosto contro il suo basso ventre, quello che sente, ma non ha bisogno di sentirla per capire. Constata di avere le mani calde, prima di ordinarle di mettersi a pancia in su e lasciar scivolare la mano sotto la maglietta. Se è possibile, la pancia di Kuroko è ancora più calda della sua mano. Comincia a muoverla lentamente avanti e indietro, per compiere movimenti concentrici nell’area attorno al suo ombelico. Si perde nei suoi respiri profondi, l’addome che si alza e si abbassa contro il suo palmo; si perde nei mugolii di sollievo che scoppiettano nelle sue orecchie e le sollevano appena gli angoli della bocca. Ogni tanto cerca di buttare un occhio alla televisione, giusto per tener conto del punteggio, ma alla fine si arrende al fatto che non può davvero distogliere l’attenzione dagli occhi troppo grandi di Kuroko, e dalla sua mano appena abbronzata contro quella pancia bianca come il latte. Può sempre guardare su internet, più tardi. Passano così una decina di minuti abbondante, in cui per un momento sembra che l’altra si sia addormentata di nuovo.
“Grazie.”
Sembra, appunto.
“Idiota, non ringraziarmi. Se non facessi almeno questo, a cos’altro dovrei servire?”
Kuroko non risponde, ma il suo sorriso stanco vale più di qualsiasi frase di circostanza. Piega la testa per raggiungere la sua mano libera e ci lascia sopra un bacio, piccolo e dolce tra le sue dita. Kagami sente il viso scaldarsi appena, ed è ridicolo che dopo più di un anno ancora si imbarazzi di fronte a certi gesti d’affetto, sprazzi che ormai fan parte della sua quotidianità e a cui invece lei non si è abituata affatto - lo stesso effetto fa provare a chiamarla per nome, ma grazie al cielo la cosa è reciproca, e in fondo è l’abitudine a vincere sui convenevoli. “Grazie,” ripete ancora quella, e la sua voglia di stringerla forte viene soppiantata solo dalla preoccupazione di farle del male di cui al momento non necessita.
“Smettila,” sbotta, guardando altrove.
“Mi piace vederti imbarazzata,” replica, e se non può obbligarla ad alzarsi per farsi abbracciare, di certo può pizzicarle una guancia e prendersi una piccola vendetta. “Fa male, Kagami-san.”
“Avresti dovuto smettere quando te l’ho detto la prima volta.”
Sorride contro la sua volontà, ammorbidendo così la durezza delle sue parole. In risposta Kuroko si spinge appena con tutto il corpo verso di lei, e volta la testa per poggiare le labbra sulla sua pancia e tenerle premute contro la maglietta per tutto il tempo in cui il suo corpo si tende, colto da uno spasmo di dolore.
Per fortuna, non dura tanto.
“Hai bisogno di qualcosa?” chiede, chinandosi quel tanto che riesce per sfiorare una tempia con il naso.
“Ho bisogno che tu stia con me,” replica lei.
Per quello, ha tutto il tempo del mondo a disposizione.

Odia prendere Kuroko in braccio. Non per la fatica, ma per l’esatto contrario. Odia sentirla così leggera tra le sue braccia, perché ha sempre l’impressione che un po’ di forza in più sul suo corpo possa spezzarla in due, frantumarla in pezzi così piccoli da perderla di vista per sempre. Odia ancor di più il fatto di non essere riuscita a farle mangiare nulla di diverso da mezzo milkshake a metà giornata, e per quanto non sia la prima volta che capita, Kagami non è ancora riuscita a venire a patti col fatto che il ciclo, oltre ai dolori, porta con sé un’appetenza che a Kuroko fa tutto fuorché bene. Sospira, mettendola a letto. La guarda illuminata dalla luce della luna che filtra dalla persiana semiaperta, e va a mettersi qualcosa di comodo per la notte, prima di infilarsi nel letto e lasciar scivolare un braccio attorno alla sua vita - sa che a Kuroko piace, e in fondo così non potrà non accorgersi se qualcosa non va, durante il sonno.
Sul comodino, un bicchiere d’acqua e un antidolorifico pronti ad esser mandati giù in caso di bisogno. Spera comunque che siano del tutto inutili, mentre poggia le labbra sulla sua fronte e sussurra un buonanotte che nemmeno lei sente. In fondo, hanno passato giorni peggiori.

   
 
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