Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Kamelye    29/06/2014    1 recensioni
Male, Bene, Luce, Buio, Vita e Morte: i confini non sono poi così netti.
5 mesi dopo la sconfitta del Kishin Asura, due nuovi personaggi arriveranno a sconvolgere le vite dei nostri eroi, e con loro arriveranno nuovi nemici;
Il destino del mondo è di nuovo nelle mani di Maka, Soul e i loro amici; Fra battaglie, vittorie, sconfitte e nuovi amori, riusciranno gli alunni più brillanti della Shibusen a salvare il mondo? O il Caos regnerà sovrano?
Si sa, il Fato non è altro che un bambino capriccioso...
*****
Salve a tutti gente! Sono sempre io, Cobalt, ma ho cambiato nick!
Per chi non avesse letto l'avviso prima che cancellassi la storia, sappiate che ho scoperto che la mia Fanfiction era stata plagiata su un altro sito. Ho scovato l'autrice del plagio e l'ho costretta a cancellare la storia, ma come potete immaginare questa cosa mi ha tolto ogni voglia di continuare a scrivere. Ma alla fine ho deciso di continuare questa storia, e di ripubblicarla dall'inizio revisionata e corretta! Spero che anche chi ha già letto la prima versione legga anche questa, buona lettura!
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''Anime''
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FOLSID 5
Fragments of Light Scattered in Darkness
Capitolo 5: Un nuovo inizio, o l'inizio della fine?







Il trillo di un telefono distrasse Maka dalla sua lettura. O meglio, lei non l'aveva nemmeno sentita, tanto era immersa nelle righe di Guerra e Pace, ma Soul urlò dalla sua stanza:
-MAKAAAAAAAAAAAAA RISPONDIIIIIIIIIIIIIIIII!!-
Riscossa dal tremendo rumore, la ragazza si alzò dal divano borbottando qualcosa di incomprensibile. Si avvicinò all'apparecchio e alzò la cornetta di malagrazia.
-Pronto?-
-Ciao Maka! Sono Tsubaki!! Mi ha appena chiamato Shinigami Sama, e mi ha chiesto di avvertirti: ha bisogno di incontrare te e Soul alla Death Room. Ci saremo anche io, Black*star e Kid con Litz e Patty. Vi aspettiamo li, fate in fretta, Shinigami deve darci una comunicazione importante!-
-D'accordo, arriviamo subito! A dopo!-
E riattaccò. 
Pochi minuti dopo, la giovane Meister uscì trascinando Soul fuori dall'appartamento del condominio Chupa Cabras. Percorse tutta la strada di corsa, con il ragazzo alle calcagna che la pregava di fermarsi. Arrivarono ai cancelli della scuola in meno di cinque minuti, dove vennero raggiunti da Black*star e Tsubaki. Insieme andarono alla Death Room, dove Shinigami sama stava già parlando con Kid e le sue armi. Appena li vide avvicinarsi, li salutò con le sue mani gigantesche, poco prima che una sottospecie di proiettile dai capelli rossi si avventò su Maka. 
-UUUUUUUUUUUUUUUUH la mia Makina è venuta a fare visita al suo papàààààààà ^w^- 
disse Spirit, strusciandosi contro a gamba di sua figlia in preda ad un attacco filiofilo di rara intensità... Poco prima di essere messo a tacere con un Maka chop lanciato dalla ragazza che lo guardava quasi disgustata, con la vena pulsante sulla fronte.
Soul si guardò intorno, e notò l'assenza dei due "nuovi arrivati".
-Shinigami sama, perchè Akira e Ryan non sono qui?-
-Ottima domanda Soul! E'  proprio per parlare di loro, e non solo, che vi ho chiamato tutti qui!- e il suo sguardo spaziò da Kid a Maka, a Tsubaki, e a tutti i presenti. C'era un silenzio carico di attesa e di domande, nella stanza. Anche le nuvolette fluttuanti parevano immobili, in attesa.
- Vedete ragazzi: di recente, stiamo registrando un aumento esponenziale di Anime diventate malvage. Il timore mio e dei miei colleghi, è che sia sempre più difficile combattere i nuovi nemici da soli. Per questo, per la salute e l'incolumità degli studenti, ma anche per dare sicurezza e per permettere di accumulare esperienza ai nuovi alunni, abbiamo deciso che per ogni missione di un certo livello, si debba andare in squadre. Per esempio, come forse sapete, di solito Akira-chan e Ryan-kun hanno sempre lavorato da soli, da quando sono entrati alla Shibusen, e nonostante siano molto forti, temo per la loro incolumità. La missione che gli ho assegnato insieme a Maka-chan e Soul-kun, è diciamo una "prova". Cosa ne pensate?-
un mormorio pensieroso si diffuse nella sala. 
E' una buona idea ma... cosa vuol dire che le anime malvage stanno aumentando?
Le squadre saranno permanenti?
Perchè lo ha chiesto a noi? vuole il nostro parere?
Nella sala, il chiasso stava man mano diventando sempre più forte. Improvvisamente, la voce dolce di Tsubaki diede voce ai pensieri di tutti
- Shinigami sama, in che senso le Anime malvage stanno aumentando?? Dobbiamo preoccuparci? -
-No, mia piccola Tsubaki, per ora preoccuparsi sarebbe precoce. Non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. E' un andamento un po' anomalo, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi, per ora. Terremo sotto controllo la situazione e vedremo come si evolverà- disse lui, cercando di mantenere il tono scherzoso di sempre. Tsubaki sembrò rilassarsi, ma Black*star non era molto convinto. C'era una velo di preoccupazione negli occhi scuri della bella Camelia. 
-Hei Tsubaki! Puoi stare tranquilla! Finchè ci sarà il grande ME a vigilare, non succederà nulla di male!!- sussurrò il ragazzo, con un sorrisone a millemila denti.
-Grazie, Black*star. - disse la Buki, distendendo il viso in un sorrisetto.
Kid e Maka erano silenziosi. La loro mente viaggiava veloce, i loro pensieri formulavano ipotesi a velocità impressionante. 
-Susu ragazzi, ora è meglio che andiate! avete una festa, e non penso che vogliate far tardi♪-
Subito in Litz si risvegliò lo spirito festaiolo, e urlando in preda ad una crisi isterica da unghia rotta, prese sottobraccio un Kid ancora frastornato ed una Patty che stava costruendo un origami gigantesco a forma di giraffa, e li trascinò di peso fuori dalla Death Room.
-DANNAZIONE, E' TARDISSIMOOOOOOOOO!! SONO LE CINQUE E MEZZA!! FRA DUE ORE E MEZZA INIZIA LA FESTA E DEVO ANCORA PREPARARE TUTTOOO! E MI SI E' PURE ROTTA UN'UNGHIA!!-
Tsubaki e Black*star uscirono dalla sala mentre il ragazzo urlava 
-HEI BOSS, SE LE COSE SI METTONO MALE, NON ESITI A CHIAMARE IL GRANDE ME PER RISOLVERE LA SITUAZIONE, YAHHOOOOOOOOOO!!-
Tutto questo è molto poco figo.
Pensò Soul, guardando la scena, e lanciando un'occhiata preoccupata verso Maka.
E' molto pensierosa da quando sono arrivati Akira e Ryan. Mi chiedo cosa le passi per la testa... Non è che per caso sospetta di loro? 
Si fermò un attimo a guardarla. Si soffermò sui tratti del viso, ancora leggermente tesi. Poi sul sorriso, che era spuntato mentre rideva sotto i baffi nel vedere Kid nel pieno di una delle sue nevrosi. E arrossì di botto.
Scosse la testa, deciso, aggiustandosi la fascetta nera che lei gli aveva regalato. 
Da quando, io, Soul Eater, mi metto a fissare quella secchiona di Maka SENZATETTE Albarn?! Bah, sto cadendo davvero in basso...
Si avvicinò alle sue spalle, allungando la mano e mettendole sulla sua spalla. Lei si girò di scatto, quasi spaventata. Si rilassò subito, quando vede quei familiari occhi rossi.  
-Andiamo?-
Maka annui, e salutando educatamente Shinigami Sama e lanciando un'occhiataccia al padre che aveva ripreso quel poco di lucidità che possedeva, e si avviò insieme all'albino. 
-C'è qualcosa che non va, Maka?-
-No, tranquillo, va tutto bene Soul.- rispose la ragazza, comunque tradita dal suo viso, ancora leggermente contratto in una smorfia di preoccupazione. Il viso del ragazzo si aprì in un ghigno sarcastico.
-Tse, non sai mentire. Dai, sputa il rospo. Quel broncio è molto poco figo.-
La ragazza sbuffò, gonfiando le guance. Poi sorrise.
-Davvero non è niente di preoccupante. E' solo che... Non vorrei fare l'uccello del malaugurio, ma... Oh, andiamo, non sembra anche a te che i nuovi arrivati abbiano qualcosa di strano? Casualmente, poco dopo il loro arrivo, scopriamo che la situazione con le anime malvage si sta aggravando. Secondo te è una coincidenza? A me non pare!Io ho visto l'anima di Akira, Soul. E ti posso assicurare che non è normale. E nemmeno quella di Ryan lo è. E' come se fosse... vuota!-
Soul ci pensò un po su. 
In effetti non ha tutti i torti, potrebbe essere così. E' strano che tutti questi eventi stiano capitando proprio adesso... Tuttavia...
-Maka, io credo che non sia così. Dopotutto, se avessero voluto farci fuori, l'avrebbero potuto fare anche molto prima... A quanto ho capito, sono qui alla Shibusen da più tempo di noi... E se Shinigami sama avesse notato qualcosa di strano, avrebbe sicuramente preso dei provvedimenti, non ti pare?-
La ragazza annuì, anche se non era del tutto convinta. 
-E poi, l'hai vista combattere, no? Era poco superiore a Black*star. In caso ce ne fosse bisogno, noi siamo in sette- 
concluse Soul, scoprendo i denti in un gran sorriso che Maka, anche se non l'avrebbe mai ammesso, lo trovò più rassicurante di tutto il discorso che le aveva fatto. La ragazza annuì e sorrise di rimando. Avevano raggiunto il cancello principale, senza nemmeno essersene accorti. Scesero le scale lentamente, ognuno, perso nei propri pensieri. In silenzio, attraversarono i viottoli della città, concentrati sullo scalpiccio delle scarpe sui sanpietrini mentre passavano tra quei palazzi antichi resi rosso sangue dal tramonto. Arrivarono nei pressi del Campo di basket, entrambi persi nel flussi di ricordi che quel posto rievocava.
- Vedremo come andrà la missione della settimana prossima... Speriamo bene!-
disse una voce li vicino. Soul e Maka si guardarono e silenziosamente si avvicinarono avendo cura di non essere visti.
- Tranquilla, andrà benissimo. è da quando hai tre anni che ti alleni costantemente, prima con i tuoi e poi con il vecchiaccio.- disse una voce più profonda, sicuramente maschile.
-Non chiamarlo così, è stato come un padre per me! Senza di lui ora non sarei qui!- disse l'altra voce, con una punta di rimprovero nella voce. Maka e Soul si avvicinarono ancora, nascondendosi dietro un cespuglio. Per non farsi vedere, il ragazzo le prese la mano e la strinse a se per rimanere entrambi coperti dal fogliame.
MA MA MA CHE DIAVOLO STA FACENDO?!?
Pensò una Maka più rossa del tramonto. Ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Soul le mise una mano sulla bocca, e le indicò la ragazza che stava picchiando amichevolmente una figura più alta di lei che cercava con scarso successo di nascondere quanto gli piacesse ricevere attenzioni. Gridando, la ragazza colpiva il petto del ragazzo con i pugni stretti, che sembravano quelli di una bambina, tanto erano piccoli. Nonostante si stessero "picchiando" entrambi sorridevano sornioni, incapaci di mantenersi il broncio a vicenda. Dopo un po' che andavano avanti così, si fermarono di botto, lui che la teneva a debita distanza con un braccio e lei che cercava di allungarsi per colpirlo senza successo. Si guardarono e... scoppiarono a ridere intrambi. La risata cristallina di lei si contrapponeva con quella bassa e un po' roca di lui. Passato l'attimo di euforia, lui si avvicinò a lei, la prese e se la caricò in spalla. 
- Ehi! EHI TU!! METTIMI GIUUUU'!! LASCIAMIIIII!!- Disse lei, battendo i pugni sulla sua schiena, ma senza ottenere alcun risultato.
-Andiamo, non fare l'eroina. Puoi darla a bere a loro, ma non a me. Hai il ginocchio lussato, e se lo sforzi peggiorerà. La magia di quella ragazzina deve fare ancora effetto, evidentemente.- Disse lui. Poi la guardò per un attimo, ma voltò subito lo sguardo, per nascondere il rossore che gli stava imporporando le guance. 
-E poi, con quel sorriso ebete stampato in faccia, di certo non mi convinci...- 
-BAKA!!- disse lei, ridendo.
Oh no, non le avrebbe MAI detto, quanto amava vedere quel sorriso.
                                                                                                                                                                    
                                                                                                                                                                                               *** 
Maka e Soul guardarono Akira e Ryan allontanarsi ridacchiando. Uscirono fuori dal loro nascondiglio, facendo frusciare alcune foglie. Maka aveva lo sguardo vacuo, fisso ad osservare quelle due figure che si allontanavano lentamente.
Ora un piccolo sorriso le increspava il viso. 
Forse mi sto davvero preoccupando per niente. 
Per un solo, brevissimo istante, ebbe un flash.
Soul che se la caricava in spalla mentre rideva...
 Diventò rossa come un pomodoro e abbassò la testa per non farsi vedere da Soul. 

Ma che diamine vado a pensare? Soul è la mia arma, ed un grandissimo amico... 
Si mise la mano sul petto, e si stupì nel sentire il cuore battere più velocemente del normale. 
Soul si girò e vide Maka ancora vicino al cespuglio. Pensando che l'avesse seguito, si accorse di non averla dietro solo dopo alcuni passi. Si girò, e vedendola fissare un punto nel vuoto, le si avvicinò. Appena vide l'albino, porgerle il braccio con uno sguardo malizioso, si voltò di scatto e sorrise. 
-Andiamo?- le disse lui, con voce suadente.
La ragazza non rispose, si limitò ad afferrarlo e si avviarono insieme verso il fatiscente condominio del Chupa Cabras.

***

Casa di Death the Kid, ore 19:58

Akira si fermò davanti alla porta un po' interdetta. Si era aspettata una cosa molto più lussuosa e sfarzosa per la casa del figlio di Shinigami, ma sinceramente era meglio così. Quella porta semplice e simmetrica le dava un certo senso di sicurezza. Si sistemò i capelli dietro l'orecchio.
Sento una presenza. C'è qualcosa che non va, qualcosa che non ci dovrebbe essere. 
Scosse la testa decisa. Stava andando ad una festa, doveva pensare a divertirsi. Dopo tutto quello che aveva passato, se lo meritava proprio. Eppure questa sensazione di oppressione non si voleva togliere dall'angolino del suo cervello. 
-Il posto è questo?-
Tirò fuori un bigliettino dalla tasca dei jeans. Si avvicinò ad un lampione, per vedere meglio.  
-Si, credo di si.- La ragazza senti osservata.
Un fruscio. Si giri, ma nel buio della notte, tutto ciò che vide furono due occhi giallo oro, che con un balzo, le saltano addosso. Urlò e di scatto con la guardia alzata e pronta a reagire. 
La risata del ragazzo le arrivò alle orecchie. Si girò e vide i capelli castano chiaro di lui brillare sotto la luce del lampione, scossi dai tentativi di trattenere le risate.
Ma che diavolo ha da ridere?!
Come se avesse captato i suoi pensieri, il ragazzo, pur non smettendo di ridere, alzò il braccio e indicò in direzione dei due occhi sfavillanti che li osservavano sulla difensiva. Pian piano, con eleganza, la figura si spostò e si mise sotto il cono di luce proiettato dal lampione.
Akira si rilassò. La piccola creatura si avvicinò alla ragazza, e le si strusciò sulla gamba.
E' solo un gatto! oh, ma che carino...
Ed iniziò ad accarezzarlo dolcemente, mentre il gatto dal manto completamente nero faceva le fusa. Ryan, la guardò, adesso un po' preoccupato. 
Ha i nervi a fior di pelle. Sarà per la missione? No, ne abbiamo passate così tante insieme... Ormai ha incontrato suo fratello... Sarà per questo? no... Qui c'è qualcosa che non va... 
A farli sobbalzare, stavolta, fu il suono dell'orologio di Ryan che segnava le otto in punto. Subito, conoscendo la... ehm... particolare adorazione per la simmetria del loro nuovo compagno, si fiondarono alla porta e suonarono il campanello.
Akira si sistemò nervosamente i capelli, si sistemò la canottiera nera attillata e si spolverò i jeans. 
La porta si aprì, e la faccia sorniona di Kid gli si parò davanti.
-Otto in punto~ che simmetria perfetta! Su, entrate!-
I due ragazzi entrarono nella casa e Kid li accompagnò in un'enorme sala. Al centro troneggiava un tavolo raso terra di mogano scuro, apparecchiato in modo perfettamente simmetrico, circondato da cuscini. Il tatami era di un verde pallido, che metteva in risalto le meravigliose pareti di carta di riso, in perfetto stile giapponese. Ammaliata e persa nei ricordi che quella vista faceva tornare a galla, Akira si tolse le scarpe e scivolò rapida sul tatami di bambù, complimentandosi più volte con il padrone di casa per l'arredamento. 
Dopo nemmeno dieci secondi, il campanello suonò. O meglio, Kid venne richiamato da un urlo che si poteva sentire distintamente anche dall'altra parte della città
-KIIIIIIID DANNATO, APRI QUESTA PERTA E FAI SCIVOLARE IL TAPPETO ROSSO, E' ARRIVATO COLUI CHE CONQUISTERA' L'OLIMPO DEGLI DEI!!-
Leggermente imbarazzato, Kid andò ad aprire la porta, mentre Litz si avvicinò a Ryan e Akira 
-Coraggio, venite, sediamoci intanto-
Akira annui, e con un sorriso, si fece trascinare da Litz. Ryan  Nel frattempo, Anche gli altri erano arrivati, e dopo i saluti, iniziarono a mangiare.
Fu una serata molto piacevole, trascorsa tra le risate, le nevrosi di Kid,  gli ottimi manicaretti di Tsubaki, i Maka-chop che volavano da tutte le parti e i vari show di Black*star. Akira rideva e scherzava con tutti, come se si conoscessero da sempre.
Ryan la fissava insistentemente, sorridendo sotto i baffi.
Poi ad un certo punto, fu la stessa Akira a prendere parola. 
Si era guardata intorno, e aveva notato una cosa strana. Rigirandosi il bicchiere in mano, disse
-Hei Kid, come mai non ci sono specchi in casa tua?-
Oh no. Ecco che ci risiamo!
Dalla faccia sconvolta di Litz, la ragazza dedusse che forse non era stata una buona idea. Il ragazzo divenne bianco, poi viola, poi verde, poi blu e infine stramazzò a terra, mormorando cose come -voglio morire- e -scarto della natura-, scatenando l'iralità della folla.
Alla faccia sconvolta di Akira, Maka spiegò in quattro e quattrotto
-Vedi quelle stisce che ha solo da una parte dei capelli? Beh, così non è simmetrico, e vedersi allo specchio gli fa sempre quell'effetto.- disse la ragazza, fra le risate. 
-Non è che non ha specchi, li ha distrutti tutti-
In quel momento anche Akira scoppiò a ridere di gusto, finchè il povero Kid non tornò alla normalità.
E' da molto tempo che non la vedo ridere così
Ma alla fine, arrivò il momento che Akira temeva. 
-Allora Akira, parlaci un pò di te!-
Probabilmente, solo Ryan che le era seduto accanto si accorse di come serrò le mascelle. 
Il cuore della ragazza batteva furiosamente. Aveva gli occhi di tutti puntati addosso, e strinse convulsamente la mano destra, dove il ragazzo sapeva esserci qualcosa che assolutamente non voleva mostrare.
Ecco perchè era così nervosa. Dannazione, devo sviarli.
Il ragazzo fece per aprire bocca, ma Akira lo fermò alzando un braccio. Il ragazzo la guardò un po spaesato, indeciso sul da farsi, ma lo sguardo deciso che la sua compagna gli restituì era deciso, e si calmò.
Loro non si fidano ancora di me, lo percepisco chiaramente. Non dirò tutto, solo il necessario per farli stare tranquilli.

Prese un gran respiro. Cercò la mano di Ryan, e la trovò subito. Lo ringraziò mentalmente un migliaio e mezzo di volte, poi si voltò per affrontare gli sguardi attenti dei suoi interlocutori. 
-mah, devo dire che i miei ultimi anni di vita non sono stati poi così interessanti- iniziò, non un sorriso finto. 
-Ho compiuto da parecchio tempo diciotto anni, quindi ne ho circa due in più di alcuni di voi.-
Non è possibile! è così minuta... sembra quasi una bambina! Non glie ne davo più di sedici! pensò Kid, sorpreso.
-Lo ricordo molto, molto bene. Quando io e Ryan ci incontrammo la prima volta, avevo si e no dieci anni. E non è stato un incontro... come dire, "felice", ecco.- disse,  ridacchiando sommessamente. 
-Ero l'ultimo esponente del clan della Stella, oltre a te, Black*star.- Il ragazzo si fece subito più attento, miracolosamente zitto.
-Alla mia età, avevo già imparato tutto ciò che dovevo sapere per essere pericolosa, e il mio stato mentale e psicologico certo non aiutava. Ero sull'orlo della Follia. Diciamo che all'inizio i miei rapporti con la Shibusen non erano dei migliori. In effetti, avevano mandato Ryan a farmi fuori. -La ragazza si godette il sospiro secco e indignato dei suoi spettatori, prima di ricominciare.
-Mi trovò praticamente in trance. tutti i membri della mia famiglia e coloro che conoscevo erano morti. In quel momento non ero assolutamente in grado di nuocere, anzi. Non avevo la forza nemmeno per vivere. E lui non se l'è sentita di uccidermi.- aggiunse, stringendo ancora di più la mano del ragazzo, scoccandogli uno sguardo pieno di gratitudine. 
-Fu così che mi portò alla Shibusen, nella "tana del lupo". All'inizio pensavo che l'avesse fatto perchè se ne voleva lavare le mani, poi che non avesse il coraggio di uccidermi... Avevo una paura folle. Non sapevo se sarei morta, o se mi avrebbero rinchiusa, o peggio. Invece... Ryan fece l'unica cosa che non mi sarei mai aspettata. Chiese a Shinigami-Sama di accettarmi qui alla Shibusen.- 
la ragazza aveva chiuso gli occhi, ma un sorriso tirato le attraversava il viso.
-E poi successe una cosa che mi sarei aspettata ancora meno. Lo ricordo come fosse ieri. Ero ospitata in una piccola stanzetta completamente bianca, quando Ryan e il signor Stein bussarono alla porta. Stein mi sollevò di peso emi portò nella Death Room. Li, mi fece sedere su una sedia rossa, proprio davanti a Shinigami sama. Ormai mi aspettavo di tutto, ero rassegnata. Non avevo niente che mi legava a questo mondo, e la mia anima vagava nella più completa disperazione, e rasentavo la Follia. 
Ricordo che Shinigami disse una cosa a Stein che mi fece molto pensare. "Guarda i suoi occhi. Questa ragazza è morta dentro Stein. Ha perso la sua strada. Perchè lasciarla al suo destino? Qui alla Shibusen non si lascia indietro chi ha bisogno♪". Allora Stein si avvicinò e mi abbracciò. Nessuno l'aveva mai fatto, fino ad allora. Nessuno mi aveva mai rivolto la parola, figuriamoci abbracciato. Quella sera, piansi le lacrime che non avevo pianto in dodici anni. Si può dire che da quel giorno tornai a vivere. Stein fu un vero e proprio padre per me. Mi misero in coppia con Ryan,  poichè dopo poco si manifestò il mio lato di artigiana, e perchè ero l'unica che riusciva a sincronizzarsi con l'onda dell'anima di Ryan- 
-Ma non sapevi che c'era anche Black*star alla Shibusen?- la interruppe Soul.
-No, non lo sapevo. Lo scoprii circa un anno fa. Shinigami sama ci assegnava sempre missioni fuori dal continente, quindi era davvero pochissimo il tempo che passavamo effettivamente alla Shibusen. Ma alla fine me lo rivelò lui stesso durante una missione in Giappone. Tuttavia, prima di incontrarti,- disse rivolge
ndosi a Black*star- Ho intrapreso un viaggio per ritrovare la memoria che avevo perso.-
-E ci sei riuscita?- chiese Litz
-Non del tutto, ancora. Ma la memoria sta tornando lentamente. Ogni tanto ho dei flashback.-
-Certo che hai passate tante, eh?- le disse la ragazza di rimando, buttandola un po li sul ridere, per smaltire la tensione che si era accumulata. Funzionò. Akira si sciolse in una risatina, e anche gli altri si sciolsero un poco. 
- Ma ora dovete raccontarmi qualcosa di voi!- Disse, con un sorriso sornione sul volto. Ryan rimase stupito da come quei ragazzi riuscivano a farla ridere. Per lei, il suo passato era un tabù. Non appena si accennava a parlarne, si chiudeva in se stessa. Eppure in questo momento sembrava che stesse lottando con tutte le sue forze per far diventare quel passato davvero passato.
La serata passò tra aneddoti e racconti, risate e battute di cattivo gusto. 
-Che ffoooooooooooooooorza, Giraffa spazialeeeeeee- Patty con un salto si era gettata sul tavolo, totalmente estraniata dalla conversazione che era in corso, e aveva costruito una gigantesca giraffa in posa da Superman con tanto di mantello rosso. Per un attimo, il silenzio fu totale, interrotto dal frastuono di gente che cadeva a gambe all'aria dalle risate. Tutti ridevano a crepapelle, tutti, tranne Kid. 
Perchè mio Padre avrebbe dovuto tenerle nascosto che Black*star era ancora vivo? Non ne aveva alcun motivo. Poteva risparmiarle chissà quanto tempo e sofferenza. Per me c'è qualcosa sotto.
Osservò molto attentamente la ragazza, mentre rideva e scherzava. Poi il suo sguardo si spostò sulle abbondanti fasce che le stringevano le braccia. Le aveva viste illuminarsi, durante lo scontro con Black*star, ma si chiese cosa la ragazza si ostinasse a nascondere li sotto. Venne però distratto da Litz che, palesemente brilla dopo un solo bicchiere, lo prese sotto braccio e con la mano libera afferrò il bicchierino ricolmo del sakè che Tsubaki aveva portato, lo alzò al cielo, e con tutta la voce che aveva in corpo, sbattendo il povero Kid a destra e a manca, urlò
-FORZA, BRINDIAMO! AI NOSTRI NUOVI COMPAGNI! A AKIRA E RYAN!! CAMPAAAI!-
-CAMPAAAAI- le risposero tutti, e insieme, contemporaneamente, buttarono giù il contenuto trasparente tutto d'un fiato. 
Pochi secondi dopo, Soul teneva la testa ad una Maka caduta addormentata di botto. Akira si era spaventata, ma l'avevano subito rassicurata, dicendo che la loro amica reagiva così alle sbornie!
Ma era davvero ora di andare. Era tardissimo, e la data della missione si avvicinava sempre di più. Dovevano essere in piena forma.
Kid li accompagnò alla porta, salutando Maka addormentata in braccio a Soul, Tsubaki che reggeva a stento Black*star che iniziava a dire frasi senza senso. E meno male che reggeva benissimo l'alcool! Beh, era pur vero che se ne era scolate tre, di bottiglie di sakè. Una persona normale sarebbe andata in coma! Akira e Ryan erano apparentemente sobri. Apparentemente. Barcollavano un po', ma erano grandi e vaccinati, e potevano cavarsela. Quando la porta di casa Shinigami si chiuse, ognuno andò per la sua strada, con il sorriso sulle labbra.
***
Ormai Via dei Gigli si avvicinava. I passi dei due risuonavano nel silenzio denso della notte.
-Perchè gli hai detto quelle cose?-
-Cosa?-
-Perchè gli hai rivelato parte del tuo passato. - 
La ragazza si bloccò, ritrovandosi Ryan davanti che la guardava incuriosito.
-Perchè... sai... sinceramente non ne ho idea, eheheh ^^-
Vedendo lo sguardo assolutamente sarcastico del ragazzo, Akira sospirò ed abbassò lo sguardo. Tirò su un sorrisetto.
-Ho avuto una paura folle, quando Maka ha fatto quella domanda. E la avevano anche loro, Ryan. E' normale, ci conosciamo da poco, ma hanno paura. Paura di me.  Non lo danno a vedere, però. Sono bravi.- Disse con un fil di voce, il viso storto in un sorriso un po sarcastico.
-Io non voglio che abbiano paura, Ryan. Vorrei che si fidassero di me. Alla fine, per quanto tenterò di nasconderlo, vedranno cosa è successo, riusciranno a vedere la parte del mio passato che oggi non ho raccontato. E non voglio che scappino. Non come hanno fatto tutti gli altri. Soprattutto per Black*star. Quando verrà a sapere, e credimi, succederà, non voglio che scappi via. Ho paura che-
-Basta.- Ryan la interruppe bruscamente, facendola sobbalzare.
-Non sono così deboli. Non li sottovalutare. Sta anche a te, ora avere fiducia in loro. E ora andiamo a casa. - 
Non era mai stato così duro con lei. Forse aveva esagerato. Se lo ripetè nella mente per tutto il tragitto che li separava da casa, vedendo che la ragazza camminava strascicando i piedi, con lo sguardo basso.  Ma era convinto di avere ragione. Non poteva continuare a piangersi addosso. Era abbastanza matura per prendere la vita fra le mani ed andare avanti. E stato e sarà doloroso a volte, ma si meritava di avere una seconda occasione.
Non poteva permettersi che la paura prenda il controllo sulla sua vita. Arrivati a casa, nessuno disse una parola. Akira si diresse subito in camera sua, senza nemmeno guardarlo in faccia. Inconsciamente, il ragazzo le fu grato. Non voleva vedere cosa di aggirava in quegli occhi. Si sentiva già abbastanza in colpa con se stesso, sarebbe stato troppo. Odiava vederla triste, ma questa volta, forse, le avrebbe fatto bene. O meglio, lo sperava. Si infilò sotto le coperte, e nel giro di pochi inuti, si addormentò.
Dall'altra parte della casa, al contrario, la ragazza non riusciva a darsi pace. 
Sta anche a me ora, avere fiducia in loro. 
Si rannicchiò su se stessa più che potè, cercando protezione sotto le coperte tirate su fin sopra alla testa. Rimase li sotto ad arrovellarsi il cervello finchè il caldo e la mancanza d'aria non furono insopportabili. Riemerse dal suo piccolo rifugio. Da un recondito angolo della sua memoria, le venne in mente un ricordo. 

Sua madre le accarezzava la testa dolcemente, mentre la piccola testolina della bimba era appoggiata sulla sua pancia. Ogni tanto riusciva a sentire qualcosa, un gorgoglio, un movimento. La piccola alzò la testa, e chiese
-Mamma, non hai paura?-
-Paura di cosa, piccola mia?-
-Del dolore. Papà mia ha detto che quando nasce una nuova vita, la mamma sente tanto male. E' successo anche quando sono nata io?- disse piano, accarezzando con la manina la pancia della mamma. La donna sorrise dolcemente, solo come una mamma può fare. Sollevò la bimba e se la pose al fianco, continuando ad accarezzarle i capelli corvini. 
-Si tesoro. E' vero che quando nasce una vita, fa male alla mamma. Ma la gioia che prova dopo è mille volte più forte di quel dolore.-
-Ma tu non hai paura? Dato che è già successo in passato, non hai paura di rivivere tutto quel dolore?- La donna ridacchiò, facendo scintillare quegli occhi grigi da cui prendeva il nome. 
-Proprio perchè ci sono passata già una volta, so che dopo tanta sofferenza c'è sempre tanta felicità. Non solo quando nasce una nuova vita, ma in tutta la vita. Per costruire il futuro, bisogna guardare al passato, ma non bisogna mai caderne prigionieri. Affronterei quel dolore mille volte, pur di provare di nuovo la gioia di tenerti fra le mani, piccola stella.- 

Si asciugò la lacrima che le cadeva dagli occhi con prepotenza. Strinse convulsamente le bende sulle braccia.
Sono stanca di essere così debole! Tu cosa avresti fatto, mamma?
Si ripetè quelle parole nella mente fino a sentire gli occhi farsi pesanti. Poco prima di cadere in un sonno profondo, sorrise.
Avresti combattuto. E vinto.


***

Una settimana dopo, Alaska.

-Dannazione, ma non hai freddo?- Chiese Maka, stralunata. Erano appena scesi dal treno che li aveva lasciati in una landa praticamente deserta. C'era solo neve, neve ovunque. La ragazza guardava Ryan con tanto d'occhi.
-Mi fai venire i brividi solo a guardarti. Come fai a stare in camicia im mezzo alla neve, si può sapere?- 
Beh, in effetti era una visione alquanto strana. Quattro ragazzi, di cui tre imbacuccati in pesanti cappotti e indumenti da neve adatti al clima rigido del luogo in cui si trovavano, e uno in jeans e camicia bianca. 
-Oh, Maka, ti prego, non farci caso.- Disse Akira, con un sorriso divertito in volto, agitando la mano a mo' di scusa. 
-Lui va SEMPRE in giro così, non importa che temperatura ci sia fuori.- Poi le andò vicino e le sussurrò all'orecchio, cercando di non farsi sentire
-Ti dirò, a volte sconcerta anche me...-
-Guarda che ti ho sentito, Baka.- Disse lui, guardandola di sbieco. Lei per tutta risposta, scoppiò a ridere, seguita da Maka. Fortunatamente, della discussione tra i due di una settimana prima non c'era più traccia. O almeno così sembrava. Il gruppo si avviò, alla ricerca dell'Uovo di Kishin. Poi Maka si fermò.
-Sarà meglio avvertire Shinigami-sama che siamo, arrivati- 
Soul annuì, e si fermò davanti alla finestra di una casa vicino alla stazione che avevano raggiunto.
-42 42 564! ecco fatto.-
Il vetro della finestra si increspò, come fosse fatto d'acqua. Poi, davanti ai ragazzi, si formò l'immagine di Shinigami.
-Ragazziii! Allora, come è andato il viaggio?♪-
-Salve Shinigami Sama! Qui per ora è tutto tranquillo.- 
-Molto bene, molto bene. Ma mi raccomando, fate attenzione! C'è qualcosa che non mi quadra... Beh, in bocca al lupo ragazzi!♪-
***

-Sono arrivati, Milady. I soggetti dell'esperimento sono nelle coordinate designate. I nostri collaboratori sono pronti a dare il via all'esperimento.-
-Molto bene. Iniziate.-
-Subito, Milady.-
La giovane donna era sempre seduta placidamente sul suo seggio di broccato nero, accarezzando con dolcezza quasi materna una creatura che le stava appollaiata sulla spalla. Riluceva nella penombra di un bianco quasi fluorescente.
-Flea.-
-Si, Milady?-
-Prepara il portale. Non posso disattivare il Soul Protect, ma voglio andare a vedere di persona le nostre piccole cavie.- 
Flea si inchinò con riverenza ed uscì.
-E tu, mia piccola creaturina?- disse, ora rivolta al piccolo scorpione albino che aveva sulla spalla. 
-Si, lo so che hai fame, piccola mia. Ma non temere, Shaula ti porterà taaante anime da divorare, appena avrà finito~♥- 
Con un sorrisetto inquietante, si alzò con un movimento sinuoso, facendo frusciare l'elegante veste nera come la notte. Si passò una mano tra i capelli, e lentamente si avvicinò allo specchio che aveva alla sua destra poggiato su una grande cassettiera in mogano nero. Se non avesse avuto una vista fuori dal normale, probabilmente non l'avrebbe vista, nella densa penombra in cui versava la grande sala. Si sedette su una piccola sedia davanti allo pecchio, e attese finchè una delle sue attendenti non entrò a testa china, si inchinò, prese la spazzola ed iniziò a pettinarle i lunghissimi capelli castani, che arrivavano sotto il fondoschiena, liscissimi. La ragazza li acconciò abilmente in una treccia morbida. Soddisfatta, la strega mandò via la ragazza e si alzò con decisione. Uscì sbattendo la porta. 
-Milady, il portale è pronto.-
La donna non rispose. Un sorriso sadico, rispose per lei.


Kame's Corner!

Ecco finalmente il 5° capitolo! sono felicissima di essere riuscita a pubblicarlo, nel trasloco non trovavo più il computer!! Ma ora eccolo qui, e finalmente posso ricominciare a scrivere e pubblicare <3
spero che il capitolo vi sia piaciuto! A presto con il prossimo, recensite numerosi! <3

-Kamelye
  
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