I will go down with this ship.
Il gran giorno era ormai alle porte: Camriel stava
per convolare a nozze con la sua amata Lilith. Mancavano meno di dodici ore e
la tensione lo stava divorando dall’interno, mentre sedeva sotto un albero di
carrubo sulla riva del fiume, fissando le stelle tra i sospiri.
Da quando era avvenuta la Caduta, la sua vita
aveva ruotato intorno a suo fratello e alla sua storia d’amore con Lucinda,
fino al momento in cui erano giunti a Gerusalemme: lì aveva incontrato la sua
dolce metà, colei che intonava canzoni per lui e che passava ore nei campi per
raccogliere fiori di ogni tipo da intrecciare agli abiti dell’angelo.
Era stato amore a prima vista il loro, come una
vera e propria folgorazione, e da allora erano stati inseparabili. Lei era
rimasta al suo fianco quando la fidanzata di Dani era morta a causa della
maledizione che li legava e li puniva vita dopo vita, ed era a lei che sentiva di
doversi donare anima e corpo, poiché il sentimento che li univa era
incommensurabile.
Quando guardava nei suoi occhi neri vedeva una
luce che gli scaldava il cuore e gli mostrava un meraviglioso futuro insieme,
colmo di gioia e felicità; tutte le volte che osservava quei capelli rossi come
il fuoco danzare nell’aria si sentiva libero, come se stesse volando nel
limpido cielo estivo, le splendide ali bianche avvolte da candide nuvole e la
chioma scura scombinata dalle folate di vento.
Dopo millenni Cam aveva finalmente trovato il suo
posto nel mondo e nulla avrebbe potuto portarglielo via: ma se fosse stato lui
stesso a sabotare quell’armonia? Quel pensiero continuava a logorarlo,
privandolo del meritato riposo in vista delle imminenti nozze: per quanto si
sforzasse, non riusciva a scacciare dalla sua mente il presagio nefasto che lo
opprimeva, causato da un’unica e innocente bugia.
Difatti gli abitanti del villaggio erano convinti
che lui fosse uno stregone, o peggio, un demone; Lilith lo aveva sempre difeso,
dicendo che si sbagliavano, tuttavia lei non era a conoscenza della natura
angelica del suo fidanzato, né sapeva che non avrebbero mai potuto sposarsi al
tempio, come la ragazza desiderava sin da bambina. L’angelo aveva continuato a
tacere, sorvolando sullo spinoso argomento e cambiando abilmente discorso, ma
quella mattina non avrebbe potuto più fingere: lei avrebbe letto il contratto
matrimoniale e avrebbe scoperto che il luogo da lui indicato per la
celebrazione della funzione era la riva del fiume.
Il caduto conosceva perfettamente la sua amata e
sapeva che si sarebbe opposta con tutta se stessa, tuttavia non poteva
rivelarle la verità. Se avesse saputo chi era davvero il suo promesso, lo
avrebbe temuto e disprezzato, spezzandogli il cuore; d’altro canto, non avrebbe
mai approvato il contenuto della pergamena senza una spiegazione valida e la
possibilità di essere odiato e abbandonato era fin troppo reale.
Dani aveva cercato in tutti i modi di convincerlo
a essere sincero, eppure lui non vi riusciva, terrorizzato dalla reazione di
Lilith e dalla sua opinione: ora era giunta la resa dei conti e lui era sempre
più tormentato. Non sapeva cosa fare o come uscire da quella tragica
situazione, si sentiva in trappola, schiacciato dalle sue stesse menzogne.
I suoi occhi smeraldini persistevano nel fissare
la volta celeste, sperando di trovare una soluzione a quell’impasse, invano.
Con un groppo in gola, prese un lungo respiro per poi togliersi i vestiti e
tuffarsi nel corso d’acqua; quel gelido
contatto gli mozzò il fiato, bloccando per qualche istante le sue elucubrazioni
e liberando in tal maniera la sua mente. Era una sensazione talmente bella che
si lasciò inebriare da essa, svuotando la sua anima da quell’angoscia che la
opprimeva.
Come sarebbe stato bello poter restare immerso in
quel liquido oscuro per l’eternità, annullare ogni pulsione, estinguere ogni
turbamento, fino a smarrirsi nella corrente: si sentiva trascinare sempre più
giù, sempre più lontano da suo fratello e dalla sua maledizione, sempre più
distante da Lilith e dal peso delle bugie che le aveva detto …
Poi la sua coscienza si ridestò, riportando a
galla il suo amore e i suoi tormenti, travolgendolo come un fiume in piena:
incapace di resistere, aprì gli occhi e nuotò fino a riemergere, sconvolto
dalla furia del suo strazio. Boccheggiando, raggiunse la riva e si appoggiò ad
essa, poggiando il mento sulle braccia incrociate.
Era finito in un vicolo cieco e senza alcuna
possibilità di uscirne, per cui non gli restava altro da fare che rimanere
saldo nella propria posizione, nel bene e nel male: avrebbe affidato tutto alla
forza del loro amore, poiché credeva -voleva
credere- che esso potesse resistere a qualunque cosa.