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Autore: DanzaNelFuoco    29/06/2014    5 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest "Requiem for friendship" organizzato da IMmatura sul forum di efp e si è classificata PRIMA nella categoria: difficile.
-Intro:
Mario era suo amico.
Era.
Un tempo verbale può molte cose nel cuore di un uomo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per trovare un amico, bisogna chiudere un occhio; e, per non perderlo, tutti e due. Armando però é stanco ora. Ha chiuso gli occhi per troppo tempo su sé stesso, su Betty, su tutti. Sopratutto su Mario. Erano uguali quando si erano conosciuti, superficiali, vuoti, convinti che andare a letto con una bella donna fosse il premio massimo.
Ed erano senza rispetto.
Un archivio intero di donne tra cui scegliere.
Quante principesse nel castello mi hai nascosto?
Quante, Calderon? Troppe anche solo per poter essere contate.
E non importa come si chiamino, cosa pensino, quali interessi abbiano. Sono solo dei numeri in quell'archivio.
Età, fianchi, vita, seno.
24, 90, 60, 91.
31, 89, 60, 90.
28, 90, 58, 87.
Fidanzate tante quante se piovesse, tutte rigorosamente modelle, una diversa ogni sera. Senza paura, senza rimorso. Come se Marcela non valesse niente. Come se la donna che sarebbe stata al suo fianco fosse uguale a tutte le altre. Come se fosse intercambiabile.
Poi si va avanti, si cresce.
Armando aveva riempito il vuoto con Betty. Era andato oltre.
Non voleva una modella qualsiasi, da trattare come una bambola, da usare e poi gettare. E non voleva una donna qualunque, che accettasse di buon grado di farsi usare, usandolo a sua volta, senza che lui nemmeno se ne accorgesse, per una notte di passione. Lui voleva Beatriz, anche se non era bella, anche se aveva dei capelli indomabili e un orribile apparecchio.
Mario era rimasto vuoto, era rimasto indietro. Ma non si può avere quindici anni per sempre. Non si può non percorrere la strada verso la maturità, non quando l'adolescenza te la sei già lasciata alle spalle da tempo.
Ti voglio bene... dall'altro ieri, invece da domani non lo so.
Mario era Mario. Era sempre stato Mario e sempre sarà Mario.
Era Armando che non era più Armando.
E cosa succede se improvvisamente ti svegli e ti accorgi che sei cambiato e che il tuo migliore amico non è più abbastanza per te? Non è colpa sua, è tua, ma lui è così stupidamente infantile...
Armando occhieggia la tastiera, lo schermo del suo computer. Cosa deve fare?
Vorrei ringraziarti, vorrei stringerti alla gola.
Quanti momenti belli ha passato con Mario, risate, sotterfugi. È lui che praticamente l'ha fatto cadere tra le braccia di Betty. È lui quello che Armando ha dovuto picchiare e cacciare da Ecomoda, sempre a causa di Betty.
Armando fa scorrere lo sguardo sulla tastiera.
Delete.
Posa il dito su quel tasto, ma non preme.
Mi fa male dedicarti il mio rancore.
Fa male dover prendere quella decisione. Come sarebbe stato meglio se quella sfaldatura non ci fosse mai stata. Come sarebbe stato meglio se Mario fosse cresciuto con lui.
Quali vaghe e impossibili fantasticherie! Armando non può chiudere gli occhi, anche se avrebbe voluto. Avrebbe desiderato chiuderli fino a diventare cieco, non vedere, non essere costretto a vedere.
Fa male. Fa male tutto. Persino le nocche della mano con cui l'ha colpito.
Faceva male persino quando era arrabbiato o forse era arrabbiato perché faceva male. Armando non sa, non è mai stato bravo con i sentimenti.
Sospira davanti allo schermo. Sa di doverlo fare.
Delete.
Può sentire la scritta in rilievo sotto il polpastrello.
Basta una leggera pressione che non arriva.
Non riesce a costringersi a farlo. Non riesce a convincersi a cancellare l'Archivio. Non gli interessa tanto per quello che contiene, con Betty al suo fianco non gli servirà mai più, ma per quello che rappresenta.
Quello è Mario.
Ok, d'accordo, magari quella modella mora tutte curve non è proprio Mario, ma non è quello il punto.  
Quello è tutto ciò che Mario rappresenta.
Si chiede quanto deve valere il suo amico se la cosa che lo rappresenta ai suoi occhi è quella.
Un riflesso condizionato dalla rabbia e il dito, come per vita propria, si abbassa sul tasto delete, premendolo.
Davanti ai suoi occhi scorrono immagini, dati, numeri di telefono di donne bellissime. Tutto cancellato. Anche Mario.
Dovrebbe essere contento, ma ciò che si fa sotto l'impulso della rabbia raramente è la cosa giusta.
Sa che questa cosa è lo, avrebbe dovuto farla anche senza la rabbia, l'avrebbe fatto anche senza la rabbia. Allora cos'è questo senso di vuoto al cuore?
È troppo presto per ricominciare a ridere
Sicuramente il momento arriverà.
Mario era suo amico.
Era.
Un tempo verbale può molte cose nel cuore di un uomo.
Armando sa che lui è Mario non potevano più essere amici, non con un baratro così grande a dividerli.
Fa comunque male, un male cane.
Ed ecco ancora la rabbia.
La rabbia dettata dall'impotenza di chi si dice che non gli dovrebbe importare di come sono andate le cose eppure gli importa. Non gli dovrebbe importare di Mario, di quello che ha detto. Allora perché ci sta pensando?
Armando non riesce a capirsi. Non capisce questa contraddittorietà di fondo dell'animo umano, che vuole ciò che gli fa male, che allontana e nello stesso tempo cerca di avvicinare. È una ambiguità atavica che lui, uomo semplice, non ha mai vissuto.
Infondo Armando non è mai stato bravo con i sentimenti.
Dà un taglio netto, basta con gli inutili sentimentalismi. Lui vuole Betty e la cosa non può coesistere con l'essenza stessa di Mario.
Ignora quel senso di disagio indefinito, che non riesce a sciogliere in un pensiero compiuto -che non vuole sciogliere in un pensiero compiuto-, affogandolo nella rabbia e spegne il computer.
 
È che ti sono debitore di emozioni.
È che al mondo non ci sono solo buoni.
 
Non riesce a trattenersi.
Scaglia la tastiera lontano da se, oltre la scrivania ed è un miracolo che questa non si trascini dietro il resto del computer. Cade a terra e un pulsante rotola via.
Armando si calma.
Raccoglie la tastiera e si china a recuperare il rettangolo di plastica caduto.
Delete.
Ironia della sorte.
Armando getta il tasto nel cestino.
Ora tutto di Mario è andato.
 

 
Nickname: DanzaNelFuoco (efp), Danza Nel Fuoco (forum)
Titolo: Delete
Fandom: Betty la fea
Canzone: Ti voglio bene - Tiziano Ferro
Citazione: Per trovare un amico, bisogna chiudere un occhio; e, per non perderlo, tutti e due. (Norman Douglas)
Immagine: l'url non rimanda a niente, evidentemente l'immagine è stata cancellata ma era più o meno questa
 
Generi: introspettivo.
Avvertimenti: missing moments.
Note: Lo stile è volutamente frammentario, con ripetizioni e congiunzioni a inizio frase che intendono dare pathos e ritmo al racconto.
I nomi non sono tradotti anche se non si vede perché io l'ho sempre guardata in lingua originale e mi è difficile pensarli anche solo con nomi italianizzati. (Solo per dire che non sono scema e so come si scrive Marcella.) Non sapendo come si chiama in italiano l'archivio dove vengono contenute tutte le schede sulle modelle mi sono limitata a chiamarlo Archivio.
Per il resto, beh, a me è successa una cosa simile, una mia amica è rimasta indietro e io sono andata avanti, quindi diciamo che è un po' autobiografica.
 

 
  
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