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Autore: carlotz    30/06/2014    0 recensioni
[Ghost Adventures Crew ( http://en.wikipedia.org/wiki/Ghost_Adventures )]
Zak Bagans, investigatore del paranormale, assieme ai suoi colleghi Nick Groff e Aaron goodwin, si avventurano nella foresta amazzonica per una gita con le rispettive famiglie.
Il poriìtagonista, Zak, è accompagnato dalla sua nuova fiamma Charlie (OC!), ma la loro relazione incontra dei problemi...
Saranno in grado di risolveri?
Questa ff la dedico alla mia Sensei, che mi ha introdotto nel mondo di Ghost adventures
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"non ce la faccio più... Sono tre ore che camminiamo..."
Sono sfinita. Mentre ci addentriamo sempre di più nella foresta amazzonica, sento che sono prossima al crollo, nervoso e fisico.
Una lacrima rotola solitaria attraverso la mia guancia sporca della polvere di questa terra, lasciando dietro di se una scia candida e luccicante.
"stupida.. Stupida Charlie. Non dovevi. Lo sapevi già! A nessuno piace quel lato di te..." mi picchio il palmo della mano sulla tempia, quasi a punirmi per il mio comportamento
«collega... Calmati» Ines. Lei è sempre stata al mio fianco, e mi ha aiutata a superare i periodi più difficili, ma sento che stavolta non può essermi di molto conforto. È troppo impegnata con la gravidanza, e infondo è un suo diritto essere felice..
«Charlie tutto si sistemerà» mi dice abbracciandomi.
La stringo forte a me, reprimendo le lacrime, e lasciando che un sorriso speranzoso invada le mie labbra: voglio davvero crederci, che tutto andrà per il verso giusto con lui..

~~~~~~~~~

Sono passate altre due ore, e Zak non accenna a rallentare. Di questo passo collasserò.
«fatti forza Charlie. sei l'ultima del gruppo, e si avvicina la sera. Ancora poco e ci fermiamo» mormoro tra me e me questa frase, da cui sembro trarne forza.
Tengo lo sguardo fisso sul terreno, sulle punte dei miei scarponcini che divorano quel suolo coperto di fogliame e disseminato di sassi, e lascio i pensieri vagare a briglia sciolta.
Per colpa di tutti quei pensieri che mi frullano nel cervello, non mi accorgo che gli altri si sono fermati, e vado addosso allo zaino MASTODONTICO di Nick, cadendo per terra.
«ma ch- Fai un po’ di attenzione, Charlie!» mi rimprovera, fulminandomi con uno sguardo glaciale dei suoi.
«perdonami, ero sovrappensiero... Ma come mai ci siamo fermati?»
«abbiamo perso il tuo Bagans»
QUELLA FRASE. quella frase ha avuto lo stesso effetto di una doccia gelida su di me.
«e... E ora che si fa?» domanda scema. È ovvio, dobbiamo cercarlo...
«aspetteremo un po di tempo, in modo che si renda conto di essersi perso, e possa tornare indietro. Se non torna entro un'ora andremo a cercarlo»
«ah. Va bene.. » la prospettiva di stare ferma con le mani in mano.. Mi spaventa. Ho davvero paura che non torni piu, sento la morsa di un'imminente crisi di panico attanagliarmi la bocca dello stomaco.
«Vado.. A sedermi laggiù..» cammino come un automa fino a una roccia a qualche passo da Nick, che nel frattempo va da sua moglie.
Nel mentre che mi sto sedendo, sento una mano tapparmi la bocca, e un braccio cingere la mia vita, trascinandomi silenziosamente nella boscaglia. È LUI.
Mi lascia, e io inizio a tremare senza un motivo apparente, ma mi controllo, e girandomi mi esibisco nel sorriso piu falso dell'universo conosciuto
«ma allora non ti sei perso! Devo andarlo a dire agli altri!» faccio un passo verso la mia destra, ma lui mi blocca contro il tronco di un albero altissimo, i polsi contro la corteccia dura e rivida.
«no. Stammi a sentire. Devi smetterla. Devi smetterla di trattarmi cosí.» ha la voce tremola. È furente, posso leggerlo chiaramente nei suoi occhi verde acqua, i suoi occhi, che mi scrutano, e cercano di strapparmi dalla bocca delle parole che ho troppa paura di dire
«come ti starei trattando?» mantengo il sorrisino, e parlo con una voce melliflua e acida, nonostante io stia soffrendo le pene dell'inferno a causa dei sensi di colpa.
Zak spalanca gli occhi. Sembra che abbia capito qualcosa che mi è sfuggito, perché la sua espressione si fa un po' più malinconica e rassegnata.
«ah... dunque... È così» mi dice abbassando il capo.
«così come?» "MALEDETTA ME E LA MIA CAZZO DI LINGUALUNGA! IMPARA A CONTROLLARTI CAPRA" mi rendo conto da sola, di aver spezzato irrimediabilmente qualcosa dentro di lui.
Non mi aveva mai aggredita, né verbalmente né fisicamente, prima d'ora.
«... così... HO CAPITO, SAI?! HO CAPITO CHE TU MI HAI USATO! MI HAI USATO SOLO PERCHE HO UN BELL'ASPETTO, O PERCHE HO GLI OCCHI AZZURRI, O QUALE ALTRA PUTTANATA PASSA PER IL TUO OTTUSISSIMO CERVELLO?!  ... No. .... No, qui l'idiota sono io. IO! MI SONO LASCIATO USARE, COME SI UNA UN CAZZO DI GIOCATTOLO! PERCHE IO, PER TE SONO SOLO QUESTO! SONO UN FOTTUTO GIOCO! TRA NOI, C'È SOLO SESSO, VERO? VERO? È COSÌ CHE LA PENSI?! ... Sei una cagna. Una puttana.»
Mi sento morire. "Davvero lui pensa questo... Di me? Dei miei sentimenti verso di lui? Sono davvero stata così cattiva?"
Ha le guancie tinte di porpora, e ansima leggermente. non l'ho mai, MAI visto in questo stato: Tutto di lui mi sconvolge.
Le sopracciglia corrugate, le labbra serrate; la distanza tra noi, che nell'impeto delle emozioni si è ridotta drasticamente, ha un forte effetto su di me, specialmente perche riesco a vedere chiaramente nei suoi occhi.
Ha le pupille puntate nelle mie, e il suo sguardo mi sta letteralmente dilaniando. Posso scorgere ogni sfumatura, ogni pagliuzza nelle sue iridi glaciali. Vedo che sta per parlare, glielo leggo in faccia, ma non mi azzardo a fare una mossa. Sono davvero pietrificata da una reazione del genere
«sei una cagna, una puttana.» mi lascia andare i polsi, si rimette dritto «sei la puttana che mi ha rubato il cuore»
Mi sento mancare a queste parole. Ho il cuore gonfio di rimorsi, eppure sono così felice, mi sento completa.
Finalmente ho capito il mio errore.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime, che libere di andare, cadono dalle mie ciglia, rotolano sulle guancie e precipitano nel vuoto.
Lo guardo. Guardo il volto di un uomo innamorato. Un uomo ferito e deluso. E piango lacrime amare, perche ho capito. Ho capito quanto sono stata crudele nei suoi confronti.
«scusa...» mormoro chinando il capo.
Non sono in grado di dire altro.
Non c'è bisogno di dire altro.
Lo afferro per il collo e lo bacio rapidamente sulle labbra, un bacio salato, dal sapore di lacrime e dolore.
Poggio la testa sul suo petto, scossa dai singhiozzi, e sento qualcosa di umido cadere sulla mia spalla: Zak non riesce più a trattenere le lacrime.
Ci lasciamo cadere a terra, abbracciati e piangenti, le emozioni e i sentimenti fino a quel momento repressi stanno venendo alla luce
«Zak..» gli accarezzo la guancia, asciugandola col bordo della mia maglia.
Lui mi sorride dolcemente, mi prende il volto e fa lo stesso.
Lentamente, avviciniamo i nostri volti, millimetro per millimetro, titubanti, come se avessimo paura della reazione dell'altro.
Finalmente siamo a pochi millimetri l'uno dalle labbra dell'altra, posso sentire il suo lieve respiro sul volto; mi lascio annegare nelle profondità degli occhi lucidi e cristallini come pozze d'acqua.
«Ines aveva ragione..»
«mm?»
«ha detto che tutto si sistemerà, ed è successo. Sai perché? perché io ho il tuo cuore.. Ma ho perso il mio per  te molto tempo fa»
Zak mi dona un sorriso bellissimo, di quelli che abbagliano le stelle, e le rendono semplici puntini bianchi.
Mi bacia. Le sue labbra hanno ancora il sapore delle lacrime, ma hanno assunto una morbidezza e un tepore molto, molto diverso dal solito.
Pian piano, un bacio dopo l'altro, le nostre labbra si dischiudono, e le lingue iniziano una danza lenta, dolce e potente, che mi lascia senza fiato.
Potevamo andare avanti fino all'alba, se non che dei passi in avvicinamento ci riportarono alla realtà.
«LI HO TROVATI, SONO TUTTI E DUE QUI!» Nick. Quell'uomo è un segugio, riesce a ritrovare qualsiasi cosa o persona si perda.
Pian piano arrivano tutti, e formano una piccola folla davanti a noi, che siamo ancora seduti per terra a sorridere come due beoti.
In mezzo a tutti cerco Ines, e quando la trovo le faccio un sorriso. Lei capisce subito, e sorride di rimando.
"mi hai salvata anche stavolta, Ines" penso, alzandomi dal terreno e rimettendomi in cammino.
  
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