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Autore: Uptrand    30/06/2014    13 recensioni
Questo racconto si pone dopo Mass Effect La nuova generazione e Senza Legge, vi sono i personaggi di queste storie. Shepard uomo eroe, consiglio salvato, genofagia curata, razziatori distrutti, pace tra quarian e geth. Tutti salvati nella missione suicida. Sposato con Ashley Williams.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Ci fu un momento di silenzio imbarazzante in cui i membri della SR2 e il Consiglio si fissarono a vicenda.
A bassa voce, Steve chiese a chi gli stava attorno «Ok…Rothla...l'Araldo...devo far finta di aver capito di cosa parlano?» La prima risposta che ricevette fu da Olivia che gli era vicina. Una gomitata sulle costole.
I Consiglieri, Shepard e gli altri incominciarono a parlottare fra loro. Era chiaro che non volevano essere disturbati o ascoltati.
Fu Mordin a intervenire, parlando di quello che sapeva su Rothla, pianeta che si trovava nella zona Krogan o ex zona Krogan demilitarizzata «Una volta Rothla era un pianeta ghiacciato. Negli ultimi anni della ribellione Krogan vi fu una gigantesca esplosione che frantumò parte del pianeta creando un campo di detriti ancora oggi formato da migliaia di corpi, molti dei quali abbastanza grandi da schiacciare una nave, che ruotano l'uno intorno l'altro, scontrandosi e rimbalzando. Alcuni ritengono che questa sia la prova che sul pianeta stessero studiando una qualche super arma. Qualsiasi cosa stessero facendo non si è mai saputo. Tutti gli appartenenti al clan Krogan che aveva eseguito l'esperimento morirono nell'esplosione. Le navi di passaggio nel sistema riferirono di un abbagliante cono di luce e di estreme anomalie gravitazionale intorno a Rothla immediatamente prima della sua esplosione, ma senza altri indizi. Una leggenda su Extranet parla di una “super razza biotica” di krogan geneticamente modificati che sarebbero stati allevati su Rothla prima dell'esplosione. Prima della guerra dei razziatori era altamente sconsigliato andarci per i pericoli che il campo di detriti comportava per la navigazione, dopo è stato semplicemente proibito andarci e sono stati piazzate boe di comunicazione tutte attorno l'area per segnalare il divieto.»
Gli altri avevano ascoltato il krogan in silenzio «Non ci hai detto niente che non sapessimo già!» Sentenziò Pars, la quarian era china su Chrome nel tentativo di rimetterlo in funzione, al momento senza successo «Tuo padre è il capo dei clan Krogan, non hai niente di meglio di quello riportato sui libri di storia e delle dicerie di Extranet?» Disse con voce stizzita, innervosita a causa della preoccupazione per il suo geth.
Un ringhio minaccioso provenne dal krogan, ignorato però da Pars che proseguiva nel tentativo di riparazione.
«Calma.» - intervenne Olivia - « Cosa vi dice invece il nome Araldo? La cosa più logica sarebbe pensare al famoso Razziatore, il più antico e potente, ma...»
Termino per lei la frase Arturus « Ogni rapporto riferisce, che tranne pochi frammenti, il corpo di ogni razziatore è stato distrutto buttandolo dentro alla stella più vicina. Incluso quello dell'Araldo. Fu l'unico Razziatore la cui distruzione fu mandata in diretta su tutti i canali. Doveva essere una delle immagini che la guerra era finita e vinta.»
«Il fatto stesso che la sua distruzione è stata ripresa risulta strano.» - suggerì Dasha rimasta in disparte - «Ogni tanto una nave si reca sul pianeta. Lo so perché pensavo venisse usato come base per operazioni di contrabbando, ma una volta capito che non ci avrei ricavato niente mi sono fatta subito indietro. La sua opinione generale?»
«Depistaggio.» Sentenziò il turian in tono di assoluta certezza, Dasha e Naomi si dimostrarono della sua stessa opinione. Isabella rimase in silenzio, non c’era niente che le interessasse.
«Odio la complessità della politica.» Borbottò Steve rivolgendosi a tutti e a nessuno in particolare. Si fece largo fino a trovarsi davanti solo il Consiglio e il gruppo di genitori e amici. Olivia ebbe una bruttissima sensazione.
«Olivia, voleva sapere se il razziatore Araldo si trova su Rothla?» Esclamò Steve rivolgendosi volutamente solo ai suoi genitori per non balbettare, ma dicendolo a voce talmente alta che per chiunque fosse presente fu impossibile non sentirlo. Olivia rimase a bocca aperta a causa dello stupore...suo fratello gli aveva giocato un bruttissimo scherzo.
«Olivia, avvicinati. Avvicinatevi tutti.» Disse Bakara, il consigliere Krogan
Lei fu la prima ad incamminarsi e mosse solo le labbra quando passò accanto a Steve. Lui cercò di non ridere, avendo perfettamente capito il labiale della sorella, ma rimase stupito quando lo afferrò per il braccio e lo tenne accanto a se, un attimo prima che potesse defilarsi dietro la sagoma di Mordin. Lui aveva smesso di ridere.
«Quello che stiamo per dirvi è assolutamente confidenziale. Ma non c'è altra scelta.» Dichiarò Xen, la consigliera Quarian.
«Si, il razziatore noto come Araldo non è stato distrutto. Il suo corpo è stato preservato per essere studiato, si trova su Rothla custodito da una guarnigione formata da tutte le razze del Consiglio.» Spiegò Deos, il consigliere turian.
«Pare che ora sia la nostra unica possibilità di riuscita. Dasha non importa cosa tu abbia fatto o ottenuto dagli accordi che hai stretto con noi. Se questa informazione divenisse pubblica, puoi star certa che metteremo i nostri s.p.e.t.t.r.i. alla tua ricerca.» La minacciò Jerond il Consigliere salarian.
La criminale non ebbe reazioni.
«La cosa migliore a questo punto sarebbe portare una nave su Rathlon, caricare il suo nucleo con  eezo 19 e usarla per condurre una squadra  sul dispositivo che causa l'anomalia e distruggerlo.» Suggerì Xen.
«Non mi piace molto d'idea di avere personale dell'Alleanza e agenti del Consiglio sulla mia nave.» Obiettò Dasha, parlando seriamente. Ma prima che la discussione andasse avanti, furono i gemelli a prendere la parola.
«Potrebbe non essere necessario.» Disse Henry
«L'eezo estratto da Isabella era più che sufficiente per due astronavi, a patto di andare con un campo FTL ridotto al minimo.» Spiegò William. Entrambi erano contenti di essere al centro dell'attenzione
«Adesso basta!» Ruggì una voce alle loro spalle. Era il colonnello Martyn Coats, loro padre « Parlate chiaro e dopo avrete la vostra punizione, perché vi assicuro che ce ne sarà una.» Fecero quanto gli era stato intimato.
«Abbiamo fatto in modo di avanzare dell'eezo estratto da Isabella, pensavamo di usarlo sulla SR3.» Continuò William.
«È vero, non abbiamo mai pensato di tenervelo nascosto. Volevamo solo dirvelo al momento giusto.» Aggiunse Henry, come scusante.
«Dov'è ora?» Chiese il padre. Dasha era altrettanto interessata.
«Qui!» Fece una voce femminile. Taiga tirò fuori qualcosa da sotto i vestiti, un cilindro di metallo non più grande della sua mano. Aveva sfruttato il fatto di star male, per tenere la mani costantemente sull'addome e nessuno si era preso il disturbo di controllare.
Dasha guardava quei tre ragazzi che l'avevano ingannata con un trucco da bambini, valutandoli attentamente.
«Bene, allora non abbiamo più bisogno di quella criminale e della sua nave.» Disse Jerod
«Non ho problemi ad andarmene, ho quello che voglio.» Rispose l'interessata e si voltò dando le spalle a tutti.
«Aspetta Dasha!»- La chiamò Olivia e si rivolse ai Consiglieri - «Abbiamo bisogno di Dasha, ma sopratutto di Isabella. Propongo di allestire una missione formata da due squadre, con due navi alimentate con il nucleo dell'Araldo.»
«Appoggio in pieno la proposta del Tenente.» Affermò John mettendosi accanto alla figlia.
I consiglieri annuirono fra loro e fu Deos a farsi avanti «Mi rendo conto che fino ad ora non siamo stati di molto aiuto, ma abbiamo intenzione di rimediare e di aiutarvi seppur indirettamente.»
«Olivia Williams Shepard faccia un passo avanti!» - e continuò - «Il Consiglio ha deciso di conferirle tutti i poteri e privilegi degli specialisti in tattica e ricognizione della Cittadella.»
«Gli S.P.E.T.T.R.I. vengono selezionati non addestrati. Sono individui forgiati dal fuoco di mille battaglie.» Continuò Xen e prosegui De Falco, la Consigliera Umana «Le cui azioni gli elevano al di sopra di tutti gli altri menti gli spettri sono un ideale un simbolo l'incarnazione del coraggio, determinazione , della fiducia in se sono il braccio destro del consiglio gli strumenti del nostro volere.»
«Hanno un enorme responsabilità. Sono i protettori della pace galattica la nostra prima e ultima linea di difesa. Spetta a loro preservare la stabilità e la sicurezza della galassia. Lei ora è uno s.p.e.t.t.r.o.» Terminò Bakara
Olivia, stupefatta, non si capacitava di essere appena diventata uno S.P.E.T.T.R.O. « Grazie. E' un grande onore.» Si odiò nel momento stesso in cui lo disse. Aveva visto il video in cui suo padre veniva nominato s.p.e.t.t.r.o. così tante volte che aveva risposto allo stesso modo.
«Ora veniamo a cose pratiche.» - Suggerì Deos, con il consigliere asari indisposto il turian era diventato intraprendente - «Essere uno s.p.e.t.t.r.o. è inutile se non si hanno mezzi adeguati. Dalla fine della guerra abbaino fatto in modo che gli s.p.e.t.t.r.i. avessero accesso a una loro armeria, sono sicuro che vi troverà tutto ciò che può servire e a chi la seguirà. Buona fortuna!» Concluse Deos e seguì qualche momento di congratulazioni e festeggiamenti.
Le parve di scorgere un po' di tristezza  sul volto del fratello, mentre le faceva gli auguri. Vega si fece avanti «Ehi! Oli, viene, ti mostro io l'armeria, l'abbiamo costruita di fatto io e Garrus. Sei d'accordo John? Tu e Cicatrici mi sembrate fin troppo impegnati a tenere in piedi la situazione.»
I due si dissero d'accordo.

*****

Isabella stava girovagando nell'armeria quando trovò qualcosa di suo interesse, prese la spada da assassino N7 e la provò, quindi passò a quella di un'Ombra N7.
Le piacevano quelle spade e capiva a vista che erano migliori delle sue, non era abituata a combattere con spade di lunghezza uguale, ma quello non sarebbe stato un problema. Alla fine scelse un paio di quelle da assassino che potevano essere caricate con poteri biotici. Fu mentre le provava che vide altro.
Vega stava parlando con Dasha e Olivia su quali armi, secondo lui, era meglio portare quando un improvviso spostamento d'aria li fece voltare. A pochi passi da loro vi era una Furia N7 con due spade in mano.
«Isabella ?» Chiese Dasha. La figura fece cenno di si con la testa, quindi di fronte a tutti sparì per riapparire qualche metro più in là
«Teletrasporto? Non sapevo che Isabella potesse farlo.» Disse Olivia
«Neanch’io, ma oramai ho smesso di stupirmi di quello che riesce a fare.» Commentò Dasha
«È l'armatura!» - Affermò Vega - « È stata studiata per facilitare quell'abilità, dopotutto il punto forte di una furia è l’alta velocità negli spostamenti.» Mentre parlavano Isabella continuava a sparire e riapparire «Ma dovrebbe andarci piano. Le prime volte...» e di colpo lei si tolse di fretta il casco e vomitò «...può dare nausea. Appunto! Notevole il fatto che ci sia riuscita al suo primo tentativo, senza un addestramento alle spalle. Ma che non tolga mai il casco mentre lo esegue. I caschi delle armature biotiche sono diverse da quello di tutti gli altri per buoni motivi. I polmoni umani collasserebberò durante lo spostamento di fase, il casco impedisce che questo accada. Queste armature sono tutte di ultima generazione e quelle per biotici sono fatte per accentuare determinati poteri. In ogni caso sapranno fornirvi una protezione migliore di quelle vecchie, anche se sono riuscite lo stesso a mantenervi in vita.» Spiegò il terzo s.p.e.t.t.r.o. umano
Mentre Dasha andava a dare supporto “morale” a Isabella, un movimento al limite del suo campo visivo catturò l'attenzione di Olivia.
«Steve, Mordin! Che diavolo pensate di fare con quella cosa?»
La “cosa” era un'armatura Distruttore N7 «Forse non te ne sei accorto, ma sicuramente i suoi micromotori a eezo saranno fuori uso. Muoversi con quella addosso non è fattibile!»
«Ho pensato a tutto!» - gli rispose il fratello, appassionato di armature pesanti aveva ottenuto il brevetto per l’armatura da distruttore insieme al titolo di N4 - «Metterò qualche particella di eezo 19 al suo interno e i motori riprenderanno a funzionare, nel frattempo Mordin mi aiuta a portarla a bordo. Pesa una tonnellata.»
«Infatti!» - insistette lei - « Non puoi prenderne un'altra più leggera? Quella del paladino? E tu Mordin sei sicuro di saper usare un martello elettrico da signore della guerra Krogan?»
«È un martello...lo alzo, lo abbasso e qualcosa viene polverizzato.» Disse ridendo il krogan.
«Lasciali fare Olivia, possono comportarsi da bambini ma sai che non andrebbero mai in missione con un equipaggiamento che non sia perfetto.» Commentò Arturus e Olivia non poté fare a meno di ammirare il proprio ragazzo.
Il turian aveva trovato e indossato un'armatura da sabotatore della sua razza e teneva il casco in mano. Approfittando della distrazione di lei, i due se la svignarono.
«Lo so, è solo che mi sembra strano. Si stanno comportando in maniera così allegra da quando ci hanno aperto l'armeria, che mi sembra assurdo vista la crisi in cui ci troviamo e i morti che ci sono già stati.»
«Vero...ma dovresti ricordarti delle storie di famiglia. Sai quello foto dei nostri genitori tutti assieme nel vostro appartamento sulla Cittadella durante la guerra. Ti suggerisce niente?»
«Giusto, con Tali ubriaca in bagno e Grunt nell'altro sotto una doccia aperta a bofonchiare cose senza senso. Non parlano mai di quella fatta a guerra vinta.» Osservò Olivia
«Il morale degli uomini è importante e un buon comandate ne tiene conto.» - a parlare era stato Tetrius l'ex-generale turian al seguito di Dasha - «Per la riuscita della missione il numero dei morti e chi è morto è privo d'importanza. Anche se il numero reale, fosse il triplo di quello che immaginiamo sarebbe trascurabile ai fini della missione. Chi è al comando non deve farsi influenzare dai moralismi, ma agire esclusivamente secondo necessità.»
A lei non gli era mai piaciuto e dopo aver indagato su di lui, gli piaceva ancora di meno. Abile stratega sembrava impassibile a qualsiasi cosa. Il suo dossier parlava per lui, per far capire ai batarian pirati che creare problemi all'impero turian non era una saggia idea, aveva trucidato in maniera plateale un'intera banda fatta prigioniera. Dopo essersi fatto dire dove avevano il loro rifugio, aveva recuperato i beni rubati massacrando i pirati rimasti di guardia e un gruppo di civili che ne erano la famiglia. I saccheggi erano cessati ma non era stato possibile far finta di non vedere.
«Certo! Scommettono che tutti sono pronti a seguire i consigli di un ex-generale colpevole di crimini di guerra.» Gli rispose Arturus.
«La tua ironia è fuori luogo...recluta.» - dal tono in cui lo disse sembrava che avesse appena sputato qualcosa di disgustoso - «I miei metodi forse non avranno l'approvazione di quei grassi maiali della gerarchia, ma funzionano e nessuno ha mai messo in dubbio le mie strategie.»  e si allontanò. Olivia osservò che per l'occasione aveva scelto un'armatura da “fantasma” turian, nel farlo vide un'altra persona del seguito di Dasha, l'umana che a quanto ricordava si chiamava Naomi.
Era assorta a osservare un’armatura Ombra N7 o più precisamente il logo «Vecchi ricordi?» chiese Olivia.
«Cosa?» - la mercenaria sembrò sorpresa - «Già, possiamo dire così.»
«Nel tuo fascicolo risulta che sei un N7. Eri un’ombra?»
«Sorpresa? Si una volta era il mio ruolo, poi le cose andarono male e abbandonai tutto, anche il mio modo di combattere. Passai da agire nell'ombra a usare armi di grosso calibro che facevano un sacco di rumore. In ogni caso non sono più un N7.»
«Penso...» - rispose lei - « …Che N7 sia un titolo che non si può mai togliere. Probabilmente qui dentro sei l'unica che può portare con diritto una di queste armature.»
Lei guardò Olivia con aria interrogativa. «Nonostante il nostro nome io non ho mai fatto il corso N, voglio entrate nelle sfere di comando dell'Alleanza e non escludo di frequentarlo in futuro e Steve è segnato come N4. Come sai N7 si viene scelti indipendentemente quale sia il tuo ruolo nell'Alleanza, solo in base alle tue capacità e non è possibile farsi avanti. Una volta ho conosciuto un pilota di navetta N7.»
«Già.» Rispose Naomi.
«Ti lascio ai tuoi pensieri.» Olivia salutò andandosene. Era ora che pensasse a se stessa.

Dasha si guardava in giro ma senza troppa convinzione, si fidava di quello che conosceva e la sua armatura da nemesis e lo javelin potenziato che portava si erano sempre rivelati all'altezza di ogni compito. Non poté evitare che un oggetto su una rastrelliera attirasse la sua attenzione « Ma ciao bellezza. Fatti ammirare.»
Olivia aveva optato per un'armatura da incursore da semplice soldato dell'Alleanza, trovava molto utile poter disporre dell'occultamento e di granate che si attaccavano al bersaglio soprattutto per il suo ruolo da cecchino. Stava riflettendo che con lei la squadra aveva tre abili tiratori contando Dasha e Arturus, quando venne strappata dai suoi pensieri da un respiro affannoso che si avvicinava, voltandosi vide un volus.
«hhhhh...Dimmi dove trovare Dasha?»
«Tu chi saresti?» Chiese lei accigliata, anche se aveva un'idea al riguardo.
«Sunt, cosa vuoi? Mi pare di avervi detto chiaramente di prepararvi.» Si lamentò Dasha giunta in quel momento. Olivia scoprì che aveva indovinato, il volus era l'abile hacker che aveva liberato Dasha dal braccialetto esplosivo.
«Dasha non ci siamo uniti a te per questo, che provveda il Consiglio a mandare qualcuno, non sono affari nostri e di sicuro non miei.» - Affermò Sunt con un tono vicino all'ira - « Mores la pensa come me!»
Lo scienziato signore della guerra krogan apparve dietro a Dasha.
«Proprio così. Noi rimaniamo qui, vogliamo quello che ci spetta e andarcene, i problemi della galassia non sono mai stati i nostri.» Dichiarò il krogan.
Dasha sorrise tranquillamente «Davvero? Se non fossi d'accordo?»
«Ti obbligheremo!» La minacciò il volus.
«Isabella fermati!» Gridò Dasha. Il phantom si fermò di colpo, le lame cariche di potere biotico rimasero bloccate a mezz'aria. Era apparsa alla loro sinistra, in una posizione che le avrebbe permesso di colpirli ed eliminarli contemporaneamente con un singolo fendete ciascuno.
«Cosa significa Sunt? Mi avevi garantito che Isabella, a seguito dell'intervento, non avrebbe potuto usare i suoi poteri per almeno un giorno!» Chiese il krogan furioso.
«È quello che mi ha detto quell'idiota del medico.» Protestò il volus.
«È quello che IO gli ho chiesto di dire» - spiegò Dasha - «Immaginavo che ci fosse del malcontento visto quello che è successo ultimamente. Così ha chiesto a Galba di raccontare a tutti questa storia e voi siete stati così idioti da crederci.»
Mentre parlava Dasha incominciò a fare qualche passo all'indietro, verso il krogan «Risolviamo la cosa alla vecchia maniera, a mani nude.» I due sorrisero a questa notizia e Dasha lasciò cadere l'arma presa dalla rastrelliera. Il fucile non fece in tempo a toccare il suolo che lei si girò di scatto, colpendo il krogan mentre un coltello compariva nella sua mano dalla manica. Un fiotto di sangue schizzò, quando la lama penetrò vicino alla placca frontale sulla testa. Il krogan urlò di dolore e cade al suolo vivo ma inerme, Dasha prese la pistola dalla cintura di lui e sparò al volus su un fianco della tuta. Un forte fischio provenne da questa, segnalando che la pressione interna stava scendendo.
«Avevi detto a mani nude.» Ebbe ancora il coraggio di dire il volus disteso a terra.
«Sunt, ti prego, taci...o potrebbe venirmi voglio di regalarti a Isabella come suo giocattolino.» - disse Dasha con un tono distratto - «Per ora mi servite e siete ancora i migliori nei vostri campi ovviamente se un giorno trovassi qualcuno migliore, potrei ricordarmi di oggi...andate a farvi medicare e tenetevi pronti a partire.»
I due se ne andarono a fare come gli era stato detto. Tutti i presenti avevano assistito a quanto era accaduto.
«Piaciuto lo spettacolo?» Chiese Dasha alla piccola folla che si era radunata
«Tu sapevi che sarebbe successo?» Domandò Olivia
«Più o meno. Ero sicura che nella mia organizzazione, dopo la mia cattura su Noveria si fosse formata qualche “frattura”, ora il problema è risolto.»
«Non mi piace. Ti potrai fidare di loro in questa missione?»
«Naturalmente no, ma sapendo che cercheremo di fregarci a vicenda riusciremo a collaborare. Generale faccia in modo di tenerli in riga fino al termine della missione.»
«Con piacere.» Rispose il turian.
Si rivolse quindi nuovamente ad Olivia «Nel mio mondo le cose si risolvono così e penso che anche tu abbia qualcosa da sistemare prima di partire?»
«Forse? Ma le decisioni che prendo sulla mia squadra non ti riguardano.»
«Potrei dire altrettanto.» Le due donne si fissarono in cagnesco.
Una voce squillante le distrasse « Davvero pesante quest'affare Dasha. Vuoi davvero portatelo dietro?» Chiese Pars Vas Lippi in una tenuta da ingegnere quarian «Peccato che Chrome non funzioni, si sarebbe caricato in un Juggenaught e avremo avuto tutto la potenza di fuoco che volevamo.»
«Questo per quello che mi riguarda è la soluzione a ogni problema della galassia: un
N-290 Abram, ideato per prendere il posto del vecchio M-920 Cain. Un proiettile radioattivo viene sparato a grande potenza da un campo elettromagnetico. Spara un colpo unico, ha un tempo di ricarica abbastanza lungo e richiede grande precisione, ma i danni sono notevoli.»
Olivia ricevette un messaggio. Tutto pronto per la partenza, eezo 19 era stato inserito nel nucleo della Normandy SR3.

Nonostante le difficoltà era stato possibile usare i moli più vicini alla torre del Consiglio e ora li si trovarono tutti.«Spero siate pronti?» - disse Shepard avvicinandosi con gli altri - «Ascoltate tutti, abbiamo mandato un messaggio alla base di Rothla, tuttavia non sappiamo se l'abbiano ricevuto. In questo datapad abbiamo messo tutte gli ordini e le autorizzazioni necessarie.» - e lo passò ad Olivia. - «Ora Tali vi illustrerà cos'altro c'è da sapere.»
L'ammiraglio quarian si fece avanti «Prima che i “grigi” sferrassero il loro attacco, io con Liara e Miranda ho lavorato a un modo per migliorare i nostri armamenti contro di loro. Purtroppo non abbia trovato niente di significativo, ma  riteniamo lo stesso di aver trovato un modo per darvi una copertura sufficiente dalle loro armi ad energia oscura. Copiando le vecchie armature dei guardiani di Cerberus, abbiamo contatto Rothla prima che tutto questo iniziasse per comunicargli di produrre degli scudi di queste unità ottenuti direttamente dalla corazza dell'Araldo, sappiamo da fonte sicura che la sua corazza è in grado di resistere a quella tecnologia. Ne avevamo chiesti una decina, speriamo che a quest'ora li abbiano terminati. Abbiamo inoltre trasferito sui terminali della SR3 ogni nostra informazione sui “grigi”.» Terminò e Shepard riprese la parola.
«Sappiamo che la distorsione dell'energia oscura è destinata ad aumentare, tra venti sarà in grado d'influenzare l'assetto di ogni pianeta e stella della galassia. La missione dovrà essere completata entro questo tempo.»
Olivia uscì dal gruppo e a rivolse a tutti un breve discorso.
«È molto semplice» - disse infine, sollevando il tono di voce - «Se falliamo, siamo rovinati, perché non ci rimane un pianeta sicuro dove tornare, quindi tenete duro e fate vedere a questi bastardi di cosa siete capaci. Credo sia tutto.»
Non ottenne un applauso ma la cosa non gli importò: la sua squadra e quella di Dasha apparivano pronti e privi di paura.
Fu il momento dei commiati. Vi erano tutti, nessuno voleva mancare neanche chi possedendo i poteri biotici stava male. Asiria cercava di convincere Olivia che stava abbastanza bene da partecipare, Liara fece capire di non essere d'accordo con la figlia.
Miranda e Coats diedero alcuni consigli tecnici mentre tenevano ben fermi i gemelli, temevano una loro fuga a bordo della SR3. Jack e Taiga augurarono a tutti buona fortuna, mentre Vega cercava di approfittare dell'occasione per parlargli. L'ultima volta che si erano visti avevano litigato di fronte alla figlia, non era la prima volta e non sarebbe stata l'ultima ma finora erano sempre riusciti a far pace, per ora gli bastava sapere che stavano bene ed averle vicine.
Arturus salutò calorosamente Tali e Garrus, mentre Mordin prometteva a Bakara di ritornare coperto di sangue nemico. Joker e IDA parlavano con la Ilary, il padre si offriva di fare da copilota alla figlia.
Ashley e John stavano parlando con Olivia e Steve «Siete fratello e sorella aiutatevi a vicenda come avete sempre fatto e niente vi potrà fermare.» disse la madre mentre li abbracciava «Baderò io al piccolo Steve.» Le rispose la figlia, il fratello si limitò a scompigliarne la capigliatura rossa in un gesto d'affetto.
«Olivia, vorrei far venire qualcuno con te, Vega o Garrus ma...»  Disse il padre, mentre Steve rispondeva a monosillabi alla madre.
«Se lo facessi, non si saprebbe se a comandare sarei io o un altro e ci può essere un solo comandate su una nave. Oltre al fatto che questo solleverebbe dubbi sulle mie capacità di comando o sulla scelta del Consiglio a nominarmi S.P.E.T.T.R.O. e io sarei la prima ad avere dubbi sulle mia capacità. Senza contare che anche tu avrai bisogno di gente fidata per tenere in piedi la situazione.»
«Pare che qualcuno abbia capito quali sono i problemi ad essere un ufficiale.» Commentò John fiero dell’analisi della figlia. Lei stava per dire qualcosa quando vide Pars in disparte che si strofinava le mani.
Si sentiva chiaramente fuori luogo, aspettando che i compagni di squadra e amici salutassero famigliari e conoscenti. Lei era l'unica lì a non avere nessuno da salutare o che le augurasse buona fortuna. Fu allora che si sentì chiamare.
«Pars, penso che tu non li abbia ancora conosciuti. Ti presento i miei genitori e di Steve: John Shepard e Ashley Williams. Questa è Pars vas Lippi.»
La quarian era piena di uno stupore quasi reverenziale, quando i coniugi Shepard la salutarono e pregò che questo non trapelasse dalla faccia. Mai come in quel momento, oltre alla tuta avrebbe voluto che fosse stata mantenuta anche la tradizione della visiera.
«È un onore conoscervi.» Disse in fretta, quasi sputando fuori l'intera frase. Avrebbe voluto buttarsi fuori lei...conosceva gli eroi della galassia ed era il meglio che sapeva dire.
«Shepard, sempre a intimorire gli ultimi arrivati?» Disse Tali che sopraggiungeva .
«Cosa? Non ho fatto niente.» Obiettò lui.
«Ammiraglio Tali Zora vas Normandy è un onore. Primo capo sezione Pars Vas Lippi distaccata alla Normandy SR3...è un onore conoscervi, ma questo di averlo già detto.» Ora avrebbe voluto veramente sparire.
«Pars dovrò chiamare il medico se a breve non ricominci a respirare. Ho visto una del mio popolo in disparte, ho solo pensato fosse una buona idea venire a scambiare due parole. So quanto è brutto partire, senza avere nessuno da salutare.» Disse con gentilezza Tali.
 «I-Io...la ringrazio ammiraglio.» e le due quarian incominciarono a parlare. Fu allora che Steve si avvicinò alla sorella e le disse qualcosa all'orecchio. Lei si fece seria e lo ringraziò.
Alla fine venne il momento della partenza, l'unico a non aver ancora terminato con i saluti fu Joker. Nella cabina della SR3 si poteva sentire la sua voce provenire da quella della SR2.
«Ricorda di mandare i bruciatori a un quarto di giro per...»
«Mi hai insegnato questa mossa prima ancora di andare all'accademia. La conosco, parleremo al mio ritorno. Vi voglio bene.» Disse Ilary e chiuse il collegamento.
«Qui Normandy SR3 stiamo partendo, rotta per la zona krogan sistema Draken, pianeta Rothla.» -disse negli altoparlanti - «Cercherò di rendere il viaggio più comodo possibile, ma anche così non sarà facile, attenti a non cadere.»
Le due navi lasciarono i moli della Cittadella.
 
Qualche ora dopo, Olivia entrò nel hangar e camminò fino a raggiungere una parete e appoggiarvi contro. Davanti a lei, Steve stava lavorando sulla sua nuova armatura da Distruttore N7.
«Grazie di avermi informata che le condizioni di Mila all'ospedale si sono stabilizzate.»
«Sapevo che ti avrebbe fatto piacere, io non mi sarei preso tale disturbo. Hai deciso?»
«Si, ma lo dirò a Mila una volta che avrà ripreso coscienza, prima di renderlo pubblico. Non posso fare a meno di pensare a quella parte della storia di famiglia, quando i nostri genitori si puntarono la pistola l'uno contro l'altro per salvare il Consiglio da Cerberus.»
Lui fece una smorfia «Punto esaltante della storia, ma preferisco ignorarlo.» Olivia sapeva bene che Steve dava un peso enorme alla pace famigliare, quelle poche volte che c'erano stati problemi in famiglia si metteva in disparte come inebetito, incapace di prendere una decisione.
Era stata lei a muoversi e a fare l'impossibile l'unica volta che dopo una lite, loro padre se ne era andato di casa per due settimane, in quel periodo si era parlato di divorzio e come non mai lui si era fatto taciturno. Alla fine la cosa si era risolta nel migliore dei modi.
«Tu cosa stai facendo?» Chiese lei.
«Sto passando il settaggio dalla vecchia armatura alla nuova. Anche gli altri si stanno occupando del proprio equipaggiamento e tu?»
Prima che potesse rispondere ci fu un brusco movimento della nave «Mi pare che la guida di Ilary sia più movimentata del solito. Anche con i motori non al massimo.» Aggiunse Steve.
«Il nostro campo FTL è al minimo e in più è impegnata a non farsi superare dall'Atlantic Codex. Qualcosa a che fare con l'orgoglio dei piloti. Per quello che mi riguarda, ho terminato la messa appunto del mio equipaggiamento.» Spiegò la sorella.
«Sempre la più veloce.» - disse lui e continuò - «Dopo che avrò finito, ci penserò io da buon Distruttore N7 a farvi strada e a beccare ogni colpo diretto a te e a salvarti se dovessi metterti nei guai...a qualunque costo e come al solito.»
Il fratello si espresse in quel tono parzialmente scherzoso che usava spesso, ma Olivia si accorse che diceva sul serio, e la cosa le diede un senso di piacere e al tempo stesso d'irritazione
«Grazie» - rispose - «Ma credo che me la caverò. Sono io la maggiore.»
Steve le rivolse un cenno di assenso.

*****

Sull'Atlantic Codex, Dasha era convinta che ci fossero momenti quotidiani di relax nella vita di ognuno che nessuno aveva il diritto di disturbare. Per questo, era seccata dell'improvvisa apparizione di Isabella che si stava divertendo a girare la nave usando il trasferimento di fase o teletrasporto.
«Isabella! FUORI DAL MIO BAGNO!» Le urlò contro Dasha mentre era seduta sul gabinetto.
Colta di sorpresa l'ospite indesiderata si girò di scatto, sbattendo violentemente contro la porta.
La reazione di Dasha, le aveva fatto dimenticato che il trasporto di fase per funzionare necessitava di una buona concentrazione e che la persona doveva essere in movimentò.
Il bagno non era abbastanza grande da permettergli di avere abbastanza energia cinetica. Schiacciò il bottone della porta e uscì nel più classico dei modi. La porta automaticamente si richiuse.
Dasha ancora seccata, poté tornare alle sue occupazioni.

*****

«Tenente, ricevo segnale di emergenza dal pianeta.» Disse Ilary all'interfono, quando ormai si trovavano nei pressi del pianeta Rothla, dopo un attimo poté udire Olivia che le diceva di mandare il segnale in sala tattica.
Attorno al simulatore tattico olografico, era disposta tutta la squadra della SR3 e avevano appena finito di visionare il segnale. La descrizione di chi aveva attaccato la guarnigione non lasciava dubbi, erano i mach dei grigi.
«La colpa è nostra.» - disse Olivia - «Siamo stati stupidi a non prevedere la loro presenza qui. Temevano i Razziatori e qui c'è l'Araldo pronto per essere studiato o distrutto.» Chiamò l'Atlantic Codex e scoprì che Dasha era già informata dell'accaduto, aveva intercettato e decodificato la comunicazione anche se era su un canale protetto «Sunt, sta cercando di farsi perdonare.» Aggiunse, come se fosse una motivazione accettabile.
«Dovremo improvvisare, è meglio che spieghi e prepari Isabella all'azione. Non riusciamo a metterci in contatto e a sapere com'è la situazione.»

*****

Ci fu un boato nell'atmosfera quando le due navi vi entrarono a grande velocità e una serie di esplosioni che liberarono la zona di sbarco, vicino al campo base.
Con un tonfo profondo fecero la loro comparsa, mentre due navette con il resto della squadra erano ancora in arrivo, un mako M-35 dell'Alleanza e un mech simile ad un Atlas con entrambe le braccia artigliate e su di esse compariva la scritta“Bambino”. Era dotato di diverse mitragliatrici pesanti e un paio di lanciamissili,.
Steve alla guida del mako si era dovuto accontentare dell'armatura da soldato semplice di scorta sulla nave, quella del Distruttore non era ancora operativa. Con lui vi erano Mordin e Olivia. Guardando dal posto di guida, vide subito qualcosa che si dirigeva su di loro.
Non sapeva come descrivergli, ma quei mech, perché di macchine si trattavano, gli sembravano dei grossi gorilla con un cranio fuori misura e leggermente più piccoli di un Ymir. « Sembrano dei Gorilla! » Disse nel comunicatore.
Questi si stavano lanciando in quella che poteva essere definita una corsa su “quattro zampe”.

Quando il Mako e “Bambino” fecero fuoco, i colpi andarono a segno e alcuni bersagli finirono a terra, ma rialzandosi subito dopo. Una cosa l'avevano scoperta, non erano fatti di materia oscura potevano danneggiarli con le armi convenzionali.
«Grazie del passaggio, noi scendiamo qui!» Disse Olivia e senza aspettare risposta lei e Mordin furono all'esterno.
Mentre iniziava una battaglia tra mezzi corazzati, atterrarono le due navette. Mordin senza attendere nessuno caricò al grido «Potenza Krogan!» Su un “gorilla” appena finito a terra, estrasse il martello elettrico che portava sulla gobba e lo schianto sull'enorme “cranio”. Questo venne sfondato come il guscio di un uovo. Ma il mech rimase operativo, colpì il krogan con uno degli arti scagliandolo distante, stava per rialzarsi ma intervenne Arturus che lanciò una granata nel foro, un paio di secondi dopo vi fu esplosione. Questa volta il mech crollò a terra immobile e fumante.
Un gorilla superò la difesa improvvisava a saltò sul Mako, nonostante le manovre di Steve questo non cadde, ma colpì violentemente il cannone del mezzo mettendolo fuori uso.
Fu allora che il pilota a bordo di “Bambino” afferrò con uno dei bracci artigliati un arto del gorilla. Questo si avvinghiò al mech, provocando danni a ogni nuovo colpo. Finalmente “Bambino” afferrò col 'altro braccio quello del gorilla e lo bloccò. Stese al massimo le due articolazioni, mentre dalle mitragliatrici disposte lateralmente lo crivellava di colpi, da parte sua il “gorilla” non si risparmiava colpendolo con gli arti inferiori.
Alla fine in uno stridore d'acciaio le braccia del gorilla cedettero, cadde al suolo dove venne finito da un pesante colpo di piede del mech avversario.
Gli altri nel frattempo avevano capito come fare, cercavano prima di bucare la corazza della testa dei mech “gorilla”, un lavoro in cui Mordin si dimostrò il migliore, una volta fatto chi era occultato lanciava delle granate nell'apertura.
Olivia dovette ammettere che la squadra di Dasha valeva qualcosa dopotutto, ma gli fece ancor più male riconoscere che Tetrius conosceva il proprio lavoro di stratega.
Isabella su ordine di Dasha rimase in disparte, volevano farle risparmiare energia per quelli più grossi se fossero comparsi.
Stavano finendo gli ultimi “gorilla”, quando da due diverse direzioni apparsero due e poi tre mech come quello incontrati su Nevos. Senza aspettare questi fecero uso delle loro armi, una luce blu invase il campo.
Steve scivolò fuori dal mezzo e come gli altri trovò riparo dietro al Mako e a “Bambino”. Giudicò che il Mako non avrebbe retto a un secondo colpo e neanche il mech, a giudicare dal fumo che mandava. Come conferma il pilota, in uniforme da ombra N7 lo abbandonò e svanì nell'occultamento.
Olivia si guardò intorno, Dasha le fece un cenno d’assenso. Isabella era svanita.
Nessuno notò la figura fino a quando non apparve dal nulla a meno di dieci metri dal primo dei due mech che arrivavano dalla sinistra. Fece un balzo estraendo le spade e dandosi una lieve torsione, quando fu all'altezza delle testa del primo scomparve nel nulla.
Isabella riapparve esattamente dietro a quello che seguiva il primo già voltata verso le sue spalle e colpì in maniera decisa e profonda dove Dasha le aveva spiegato. Senza aspettare di vedere il risultato, usò il corpo del mech sotto di lei che sentiva cadere per darsi la spinta e sparire nuovamente, riapparve qualche metro più in la proprio sulla nuca dell'altro che solo allora cominciava a voltarsi, ma non abbastanza velocemente.
Isabella rimase ferma un istante sul corpo del mech abbattuto. Non era soddisfatta. Distruggere macchine non le interessava e se anche le avevano spiegato che uccideva il pilota, non vederne la sofferenza non le dava piacere.
Due gorilla ancora operativi si buttarono su di lei, uno venne arrestato da un attacco alle spalle portato da un nemico invisibile, l'altro da un Mores che si scagliò colpendolo al fianco con un poderoso colpo causato da un martello da guerra che gli causò una rovinosa caduta. Nel rialzarsi, un patina bianca si formò su di loro e una torretta lanciafiamme e diverse granate lanciate da un soldato li finirono.
«Bel lavoro, con quell'esplosione criogena Pars.»
«Grazie Steve. Bel tiro di granate.»
Rimanevano ancora tre mech dall'aspetto umanoide. Chi li pilotava aveva capito cos'era accaduto ai compagni, si erano messi spalla contro spalla. Isabella non aveva modo di usare la stessa strategia di prima e non potevano dargli l'occasione di usare le loro armi, dovevano muoversi.
«Te lo rubo un attimo.» Annunciò Olivia a Steve che non capì a cosa si riferisce. Un momento dopo lei era alla guida del mako, sperando di ricordarsi i consigli paterni al riguardo.
Steve con gli occhi sgranati vide il mako, con alla guida della sorella, scagliarsi contro i tre nemici e la sorella saltare giù dal mezzo appallottolandosi prima che questo accadesse.
Il nemico di fronte al mako tirò un poderoso pugno al mezzo, questi s'impenno ma non fermò la sua corsa e si schiantò sul suo obiettivo. Erano fatti di un materiale quasi indistruttibile, ma nessuno aveva detto che un mezzo del peso di qualche tonnellata lanciato in folle corsa non li potesse spostare, quella era l'intenzione di Olivia e fu quello che accadde. I nemici non riuscirono a mantenere la loro posizione.
In quel trambusto di metallo e polvere Isabella apparve dal nulla eliminandone un altro, ma prima che potesse fare altro un nemico, riuscì ad afferrarla.
Aveva le braccia libere, ma le spade non affondava a sufficienza da provocare un danno tale da permetterle di liberarsi. Sentiva la morsa della mano del mech stringersi e il sapore del sangue in bocca, sicura che presto la sua cassa toracica avrebbe ceduto e lei sarebbe diventata solo un impasto di sangue e carne.
«SONO IL CACCIATORE E VOI LE PREDE!» Urlò all'improvviso e all'istante un'esplosione biotica provenne da lei. Un'esplosione blu che investì i due mech nemici, la cui luce rimase sui di loro come si trattasse di qualcosa di viscido e appiccicoso. Le spade di Isabella si piantarono nel braccio che la teneva e questo cedette, mentre altri colpi danneggiavano il mech che l'aveva tenuta  prigioniera e non più invulnerabile. Lo stesso accadeva all'altro.
I due voltarono le spalle e scapparono, uno cadde colpito dai colpi. Quello senza braccio venne privato di una gamba da Isabella che con piacere vide che era caduto rivolto al cielo. Conficcò le spade in quello che sapeva essere il vano della cabina, prima che potesse reagire questo si aprì e una figura più agile di quello che potesse sembrare corse via.
Il piccolo alieno grigio stava correndo, quando senti mancare l'appoggio e i suoi occhi registrarono qualcosa di simile al suo braccio davanti a se. Cadde a terra e solo allora si accorse che gamba e braccio sinistro mancavano.
Un'ombra si erse su di lui.
Isabella lo fissava, sentiva la paura a pelle e sapeva che il “grigio” non la provava. Si tolse il casco e guardò con interesse la figura. Da quando aveva visto una foto di questi esseri, la sua curiosità le aveva fatto nascere una domanda riguardo quei grandi occhi neri.
L'alieno urlò, le grida ricordava il miagolio di un gatto, quando le punte delle spade penetrarono di poco negli occhi. Isabella era soddisfatta, aveva pensato che occhi così grandi dovevano essere punti sensibili al dolore, era felice nel constatare che la sua supposizione era esatta. Le spade penetrarono di un altro po'.
«Fermala Dasha!» - le urlò Olivia - «Ci serve vivo, in ogni caso non possiamo permettere che lo torturi.» La criminale non si mosse «Inutile se...» non riuscì a finire la frase.
Davanti a loro l'alieno incominciò a gonfiarsi in maniera disgustosa, quando le spade brillarono. Il corpo esplose in un tripudio di viscere e sangue, in un maleodorante odore di bruciato. Tutti ne furono disgustati tranne Isabella, rallegrata da quella breve pioggia di interiora e tutta contenta nella sorpresa generale abbracciò Olivia.
«Penso che sia grata che le hai dato la possibilità di farlo. Portandola qui.» Le spiegò Dasha.
«Beh, non era quello che volevo!» Rispose Olivia sempre più contrariata, mentre cercava di liberarsi da manifestazioni d'affetto non richieste.

In più Isabella aveva usato l’attacco biotico “campo oscuro”, caratteristico delle furie per cui il suo programma phantom non poteva averla preparata. Ammettendo che l’armatura l’avesse aiutata ad usarlo, non capiva lo stesso come lei ci fosse riuscita.
«Correte qui!» Fu Pars a richiamare la loro attenzione. Il quarian si era attardato a controllare l'altro mech, scoprendo che anche l'altro alieno era vivo, questi era balzato fuori, ma una volta fatto riusciva solo a barcollare. Non era chiaramente in grado di scappare.
Isabella scattò in avanti, si ricordava che non poteva fare il teletrasporto senza il casco. La lama si abbassò pronta a fare scempio, quando un’altra lama la bloccò. Un’ombra N7 le sbarrava la strada. L'espressione di lei fu di stupore e curiosità.
«Naomi cosa significa?» - chiese Dasha - « Sai cosa stai facendo?»
«Non penso, ma sono d'accordo con Olivia. Un prigioniero ci può essere utile, dovresti saperlo.»
Fece un paio di passi indietro per respingere un paio di fendenti di Isabella. Era chiaro che non faceva sul serio, l'aveva vista in azione e sapeva riconoscere i colpi portati per uccidere da quelli che non lo erano. Isabella stava cercando di capire di che livello era l'avversario che aveva davanti. Naomi sperava solo che Dasha fosse d'accordo con lei e la richiamasse.
Isabella si sentì trattenere da una spalla, voltandosi vide Dasha che le faceva no con la testa. La sua espressione non sarebbe potuta essere più triste.
«No! Ti sei divertita con l'altro. Accontentati!» Disse con tono severo e deciso.
Isabella rinfoderò le spade e si allontanò, prendendo a calci un pezzo dell'alieno ucciso più grande degli altri.
«Possiamo stare tranquilli?» Chiese Steve. In armatura semplice da soldato si sentiva terribilmente scoperto, dubitava di poter fare qualcosa contro Isabella se perdeva il controllo.
«Si, sta solo tenendo il muso non è arrabbiata.» Lo rassicurò Dasha. Quindi concentrarono le loro attenzioni sull'alieno ancora a terra. Si era formato un capannello, tutti lo guardavano non sapendo bene che fare.
«Chi sei?» Domandò Olivia, si sentiva stupida ad aver fatto quella domanda, ma da qualche parte bisognava incominciare, sperava solo che i traduttori potessero funzionare con loro.
«Mi capisci?»
Prima di avere risposta si udì un rumore nel cielo, sopra di loro era apparsa un’astronave sconosciuta, un’astronave dei grigi.
L'intera area fu invasa da una luce blu e ogni cosa venne vaporizzata.

*****

Il cielo si riempì di esplosioni. La Normandy SR3 e la Atlantic Codex avevano ingaggiato la nave nemica.
Ilary sperava che stessero tutti bene , ma al momento per loro non poteva fare niente. Lei e il pilota dell'Atlantic Codex avevano una nave nemica alle calcagna ed entrambi stavano spingendo i motori oltre il limite che potevano permettersi vista la situazione attuale e non avevano energia per l'occultamento né visivo o tattico. La cosa peggiore era però constatare che i loro attacchi non avevano avuto effetto.
«Umana ,andiamo nella fascia di detriti che circonda il pianeta.» Sentì alla radio
«D'accordo, giochiamo a nascondino.» La velocità li non serviva, solo la bravura.

Ilary all'improvviso ebbe un'idea «Hai mai giocato a flipper? È un gioco terreste.»
«No, mai.»
«Beh, è ora che qualcuno t'insegni.»
Le due navi si separarono e Ilary fece in modo in modo che fosse lei a essere seguita, provocando il nemico. La SR3 sfrecciò alla velocità massima che i suoi motori e l'abilità del suo pilota le permettevano, dirigendosi dove i detriti erano più numerosi e pericolosi .
La nave dei grigi passò brutalmente in mezzo a essi polverizzandoli.

Multan aveva spento ogni sistema non necessario e aspettava alle coordinate stabilite, aveva ottenuto abbastanza energia da occultare la nave. Poi il radar passivo segnalò qualcosa, la SR3 stava arrivando e sorrise non potendo evitare di ammirare l'abilità di quel pilota.
La nave era atterrata su un asteroide abbastanza grosso da essere segnalato sulla mappa per le dimensioni, uno dei pochi con una rotta stabile in quell'ammasso di detriti che si scontravano costantemente tra loro in modo imprevedibile.

Ilary immaginava di sentirsi come suo padre mentre guidava la SR2 oltre il portale di omega quattro. Arrivò davanti a un asteroide di notevole dimensioni, ma non rallentò, sfruttando tutta la potenza che aveva lanciò la nave in verticale, in una manovra a candela. La nave protestò a quella manovra facendo udire ogni possibile cigolio. Ilary temette il peggio quando sentì le ali sfiorare la superficie rocciosa, ma la nave si riprese anche se a giudicare dagli allarmi la manovra non sarebbe riuscita una seconda volta.

Multan fissava il radar, concentrato al massimo. Dalla sommità in cui si trovava vide passare la SR3, calcolò i tempi e fece fuoco. L'astronave nemica venne colpita appena sbucò dal profilo del corpo celeste. I due piloti poterono vedere la nave nemica, seppur senza nessun danno apparente, perdere il controllo e andare a sbattere contro detriti di notevole dimensioni come in un flipper e alla fine giacere immobile conficcata per verticale in un altro asteroide.

«Mi fa pensare a quando qualcosa ti si incastra tra il sedile e la base laterale e sai che è perso per sempre.» Disse Multan.
«Ti capisco.» Ilary poté finalmente smettere di trattenere il respiro, ancora non credeva di avercela fatta.
«Sei coraggiosa umana, o forse pazza.» Si sentì dire dal pilota dell'altra nave.
«Probabilmente entrambe le cose, considerando la mia famiglia. Anche tu sai come si porta nave.» Lo considerava un rivale, ma non poteva non riconoscere la sua bravura.
«Meglio ritornare sul pianeta e accettarsi delle condizioni degli altri.» Suggerì Multan.
Ilary si disse d'accordo, anche se dentro di se dovette ammettere che se ne era dimenticata al momento. Fortunatamente non sarebbe stata costretta ad ammetterlo con nessuno. Però poté  tranquillizzarsi solo quando riuscirono a stabilire un contatto e a sapere che tutti stavano bene.
Le due navi incominciarono la discesa che le avrebbe fatte atterrare.
   
 
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