When i saw you go away.

 
Alec vide Magnus voltarsi verso l’uscita della galleria della metro, un po’ zoppicante per il profondo taglio al fianco, e un altro po’ perché aveva appena detto addio al suo fidanzato.
Restò fermo immobile a guardare quella sagoma lunga e snella scomparire nell’oscurità, mentre approfittava della sua imminente solitudine per sviluppare ciò che aveva appena vissuto: il suo ragazzo l’aveva lasciato.
Non poteva crederci nemmeno, non c’aveva mai pensato che Magnus fosse in grado di lasciar andare una delle poche cose a cui teneva davvero. Restò qualche minuto fermo, ma poi scesero lentamente, le lacrime.
Calde, che bruciavano come il fuoco della passione che si stava per spegnere, o forse per accendere.
Lente, che torturavano il senso di colpa, la voglia di corrergli dietro e fermarlo, supplicarlo. Ma a cosa sarebbe servito? L’aveva già fatto e Magnus aveva detto di no. Forse era troppo ferito per lasciarsi andare ancora. Ed Alec era troppo ferito per provarci ancora.

Eppure, in tutta quel mix di metallo freddo, umidità, sporcizia bagnata e deboli tracce di fumo provenienti dalla città soprastante, Alec si abbandonò a terra, mentre le lacrime silenziose si trasformavano in singhiozzi.

Non si era mai sentito così rotto dentro.