Quel Ciondolo E Il Suo Mondo

due mondi, due facce, due tempi, due persone, no una persona, un ciondolo e le sue due vite, in una quella che ritiene vera lei è una ragazza normalissima, nella seconda il comandante di un esercito, un esercito formato da soli 12 guerrieri, lei una semplice umana imbattutasi in quel mondo per caso aveva acquisito poteri soprannaturali ed era riuscita a dominare quel mondo parallelo al quale ormai apparteneva o meglio che ormai le apparteneva, tutto era cominciato quando il giorno del suo compleanno una donna che lei non conosceva le regalò una collana il cui ciondolo era una piccolo cubo formato da pareti a specchio, una notte dopo aver ricevuto quel dono si svegliò e la collana era illuminata, incuriosita la prese, non appena la toccò il cubo si aprì e uno strano vortice colorato apparve nella sua stanza, quel meraviglioso spettacolo la incantò fino a quando dal centro non apparve la donna che gli aveva dato la collana
-vieni!- le urlò a pieni polmoni
senza sapere il perché si alzò ed entrò in quel vortice incantatore, chiuse gli occhi istintivamente e una sensazione di vuoto la colse, non sentiva la terra sotto i piedi e quando riaprì gli occhi vide sotto di lei solo distruzione, una landa desolata, probabilmente una città rasa al suolo, ma da cosa? o da chi? si accorse che stava volando e che la donna la reggeva come se fosse leggerissima, non aveva paura
-dove mi stai portando?-
-in un posto sicuro-
decise di fidarsi e si lasciò trasportare, dopo poco atterrarono su un tetto e dove stavano lei e la donna iniziò a crescere dell'erba, proprio sotto ai loro piedi
-ma cosa?-
-non preoccuparti, ti spiegherò tutto, ma non qui, se scoprissero che sei arrivata ti ucciderebbero-
-uccidermi?! chi?-
-seguimi-
la seguì lungo un angusta scala e arrivarono in una stanza enorme e luminosa, tantissime persone erano li, tutte con gli stessi vestiti, le donne tutte con una tunica bianca stretta in vita da una stola rossa e gli uomini con una camicia leggera e dei pantaloni sempre bianchi, quei vestiti riflettevano la luce e la accecarono per un momento, quando gli occhi si abituarono si accorse che tutti la fissavano e si accorse anche che alcuni dei presenti non avevano fattezze umane, guardava senza parlare, poi la donna la chiamò
-Cassandra-
-io? si... sono io-
-lo so, tu sei Cassandra, la prescelta- lo disse con un sorriso quasi materno
-e perché io?-