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Autore: hogvwartss    30/06/2014    5 recensioni
Cato Hadley in 16 anni non si è mai innamorato davvero, non ha mai provato le sensazioni che sua madre Erin gli descriveva.
Clove Sevina invece si è innamorata di una persona sola in tutta la sua vita, ma se questa persona non ci fosse più?
Cosa possono avere in comune questi due ragazzi?
VIDEO TRAILER DELLA FAN FICTION: http://youtu.be/J22F66Lsfdg
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cato, Clove
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre creduto al colpo di fulmine, ma non è mai accaduto.
Durante la mia vita ho avuto innumerevoli ragazze ma nessuna è mai davvero riuscita a trafiggere il mio cuore e a farlo esplodere d'amore. 
Nessuna è mai riuscita a trasportarmi in un altro modo con le sue sole parole.
 
Quest'anno ho deciso di offrirmi per partecipare agli Hunger Games. Ormai, dopo anni e anni di allenamento è ora di provare e vincere.
"Speravo che me lo chiedessi. Sei il migliore della tua sezione." mi disse il mio insegnante di combattimento appena gli dissi 
che sarei stato il prossimo volontario del Distretto 2.
Da quel giorno iniziai ad allenarmi sempre più duramente in modo da poter essere all'apice della mia forza quando i giochi sarebbero iniziati. 
Non sono mai stato davvero bravo in una sola specialità, ma quella che preferisco è sempre stata l'uso della lancia. 
Quando la prendo in mano sento una grande energia percorrmi tutto il braccio, e quando finalmente la lancio colpendo il bersaglio mi sento libero.
Conor, il mio insegnante, dice che sono piuttosto bravo e che dovrò subito procurarmi una lancia o una spada appena arriverò alla Cornucopia.
A volte però, mi assalgono dei dubbi: ci arriverò alla Cornucopia? Riuscirò a sopravvivere tanto da vincere?
So di essere forte, coraggioso e spietato come mi si chiede che io sia, ma a volte mi chiedo se sono davvero all'altezza di questa situazione.
 
"Buongiorno Cato!" disse mia madre la mattina del mio sedicesimo compleanno.
Erin, mia madre, è sempre stata una bellissima donna con i suoi lunghi capelli biondi e gli occhi verdi. 
"E buon compleanno" sussuró piano al mio orecchio.
Aprì gli occhi per vedere la luce mattutina entrare dalla mia finestra. 
Mia madre si allontanó per andare a svegliare le mie sorelle, Hannon e Jess, due gemelle di 14 anni uguali a mia madre per quanto riguarda l'aspetto fisico. 
Quest'anno per loro era la loro terza Mietitura ed erano un po' terrorizzate perchè non si sentivano pronte per una tale impresa. 
Negli anni precedenti, c'erano state sempre delle volontarie, ma quest'anno nessuno si era ancora fatto avanti.
Mi alzai dal letto sbadigliando, mi vestii velocemente e andai al piano di sotto della mia casa. 
Di sotto mio padre era sul tavolo al suo solito posto a leggere il giornale e con una tazza di caffè in mano: "Buongiorno figliolo." 
Ricambiai il suo saluto e mi presi un pezzo di pane dal tavolo e iniziai a spalmarci della marmellata. 
Le mie sorelle scesero parlottando, e appena videro che ero già in tavola, si avvicinarono correndo ad abbracciarmi, per poi urlarmi nelle orecchie: "Tanti auguri, fratellone!!" 
Le ringraziai aspettando invano gli auguri da parte di mio padre ma lui non aprí bocca.
Mio padre, Jonah, ha sempre odiato me per varie ragioni ma la principale fu la mia nascita: infatti io non ero realmente suo figlio. 
Mio padre era un uomo che non avevo mai conosciuto poiché morì poco dopo la mia nascita. 
Mamma conobbe Jonah un anno dopo e si sposarono, Jonah mi adottò ma nulla gli impedì di odiarmi per essere qualcosa che non avesse il suo stesso sangue. 
Io non odiavo Jonah, ma non lo amavo neanche.
"Devo andare a lezione, ci vediamo dopo va bene?" dissi finendo il mio panino alla marmellata e corsi via prendendo il mio zaino vicino alla porta.
In realtà non andai a scuola, ma andai verso quello che noi chiamiamo Il Parco: non è veramente un parco ma è solo una vecchia panchina vicino a qualche albero,
ma solo in quel posto riuscivo davvero a pensare, a riflettere.
La panchina però era già occupata da una ragazza: i lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle e aveva anche lei lo zaino, quindi probabilmente stava andando a scuola.
In mano aveva una vecchia foto rovinata ai lati. Vidi una lacrima scenderle dal viso.
"Ciao, è tutto okay?" dissi io avvicinandomi.
Lei si voltó verso di me e sorrise asciugandosi la lacrima dal viso,i suoi occhi erano di un verde scurissimo ed ora erano arrossati per il pianto
e la sua pelle era candida, ma rigata ancora da qualche lacrima.
"Ci conosciamo?" chiese lei con voce lieve.
"Non credo. Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene."
"Sto bene." rispose lei freddamente.
"Comunque io sono Cato."
"Clove" rispose lei.
 
Ciao a tutti! Sì, ho ricominciato a scrivere ff Clato! 
Spero che vi piaccia, ci vediamo domani per il seguito, 
dal punto di vista della dolce Clove.
thesecondjumper.
  
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