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Autore: Mister Mistero    01/07/2014    2 recensioni
Nel mondo di Dark Souls, vi è mai capitato di scoprire cosa c'è dietro certi personaggi, cosa accade nella loro mente fino al momento prima di incontrarli? A me è successo...
Dal primo capitolo: "... era il Signore della Luce Solare, ma di un sole che non brillava. Un sole nero, un sole oscuro."
Dal quinto capitolo: "... Il segreto dell’immortalità era decisamente più semplice, più elegante. La morte."
[Raccolta di One-shots incentrata sul primo Dark Souls]
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La volontà dell’Abisso

~ Manus ~

Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.

Gli abitanti della contea di Oolacile lo scoprirono a loro spese.

Il mostro non era lui. Lui era il salvatore, il liberatore padrone di un dominio buio e tetro. I veri mostri erano quelle creature presuntuose e arroganti chiamate “esseri umani", cieche nella loro convizione che tutto sia loro dovuto, di essere padroni del mondo. Si sbagliavano di grosso. Chiuso nella sua buia cella, aveva avuto il tempo di pensare, a lungo, ancora e ancora. Gli avevano portato via tutto, la famiglia, gli amici, solo per aver creduto ad una sciocca leggenda. L’unica cosa che gli impediva di perdere totalmente il senno era un piccolo ciondolo d’argento. Non sapeva da dove provenisse, ma era legato a quell’oggetto più di qualunque altra cosa al mondo. Con solo il falò ad illuminare il tempo trascorso, attese e attese.

Fino a quando dall’oscurità della cella apparve lui, il serpente tentatore, il messaggero dell’oscurità, così si definiva. Ogni parola che usciva da quella bocca larga irta di denti spessi e squadrati trasudava di adulazione e tentazione. Poche di quelle parole bastavano a convincerti che il tuo migliore amico era il tuo peggior nemico, trascinandoti lentamente verso il baratro della follia. L’antica leggenda per il quale era rinchiuso li era vera, e il serpente diceva che lui era il messia che avrebbe potuto guidare il mondo verso l’era definitiva, l’era dell’oscurità, la sua era. Lentamente, la rabbia e l’odio si concretizzarono in qualcosa di più che semplice astio, presero forma fisica e privarono l’uomo dell’unica cosa rimastagli: la sua umanità.

Con un ruggito di rabbia che scosse le fondamenta stessa di Oolacile, il mostro appena nato colpì con la sua grande mano le mura che lo imprigionavano, aprendo le porte per il mondo oscuro dell’Abisso, ora la sua casa. Da li, avrebbe mostrato a tutti la vera natura degli esseri umani.

Da mostro che gli uomini bramavano di uccidere, ora era diventato il loro aguzzino. Con il potere dell’Abisso torturò le creature della superficie, mostrando a tutti la verità, spogliando gli abitanti della loro umanità. Non importava quanto buoni e sinceri fossero, l’Abisso fece emergere l’oscurità nei loro cuori, mutando le loro forme in ciò di più appropriato, in ciò che erano in realtà: bestie assetate di sangue prive alcuno raziocinio. E mentre i suoi ricordi andavano man mano svanendo nell’ombra, come ogni abitante che veniva trasformato, il mostro gioiva. Il regno che stava creando era bellissimo, privo di bugie, dolore e angoscia, e presto sarebbe diventato tutto come avrebbe dovuto essere all’origine: una landa uniforme dominata dalle tenebre.

Ogni cosa sarebbe caduta sotto il potere dell’oscurità, così come quel cavaliere che invano aveva sfidato il suo regno, tentando di fermarne l’avanzata. Anche i Lord erano bestie, non migliori di lui, e anche loro avrebbero condiviso il dolore che gli era stato inflitto.

****

Qualcuno camminava verso di lui, attraversando senza indugio l’oscurità. Nessuno poteva attraversare l’Abisso senza esserne corrotto, senza perdere il senno e l’umanità, e ciò spaventò il mostro, che allungò la sua enorme mano nel tentativo di trovarsi davanti quell’essere che aveva osato giungere così in basso. Stupore si dipinse sul suo volto quando scoprì che quell’umano che aveva davanti era più simile a lui che a qualunque altra creatura, ma soprattutto, che teneva in mano il ciondolo d’argento che gli aguzzini gli avevano strappato.

Qualunque fossero i suoi piani, al mostro ormai non importavano più. Quell’umano aveva il SUO ciondolo, e avrebbe pagato per il suo peccato.



††††

Capitolo corto ma intenso, dove ho tentato di spiegare cose che nel gioco pare si trovino quasi per caso (il ciondolo in primis) e ciò che ha portato alla nascita del Padre dell'Abisso. Come al solito, ringrazio tutti quelli che leggono e Crazymoonlight per aver recensito.

Prossimo capitolo: Folle ricerca – Seath il Senzascaglie.


  
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