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Autore: Ossidiana_    01/07/2014    6 recensioni
Odio non avere una vita normale, odio essere in questa situazione, odio il fatto di avere una malattia che potrebbe portarmi alla morte. Detesto che mia madre si sia fidanzata con uno stronzo che non sapeva essere uno dei più potenti boss del Bronx, detesto vivere qui e dover salvare mia madre dalle sue botte, non ricordo nemmeno quante ne ho prese in tutti questi anni. Odio non poter andare in giro vestita normalmente e dovermi cambiare a scuola, odio farmi del male soltanto per sentirmi meglio, odio questa realtà che mi sta soffocando.
Ma soprattutto, odio mentire a lui, che è l'unica cosa buona che mi sia capitata in tutta la vita, ma non posso fare altro, io devo proteggerlo, devo proteggerlo dalla mia vita.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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-Amore ma ci pensi, passeremo un’intera settimana a Parigi- allaccio la cintura di sicurezza, Luke mi guarda con occhi sognanti. La nostra classe di francese, di cui facciamo parte io, Luke, Calum, Michael, Ashton, Rory e purtroppo anche Aleisha, farà una gita a Parigi. Per Luke questa gita capita a pennello: dopodomani sarà il nostro primo mesiversario e appena ha saputo che in quel periodo saremmo stati a Parigi se ne è partito di testa e Calum, diventato il nostro più grande fan, più di lui.
-Jazzy ma ci pensi, passerai un’intera settimana con noi a Parigi- il sorriso di Michael mi fa rabbrividire, un’intera settimana con quei quattro pazzi e potrebbero chiudermi in una clinica psichiatrica.
-Sweetheart che succede?-
-Non mi sento molto bene Luke- porto le mani sopra il ventre, mi fa un male cane.
-Che hai?-
-Allora non pensate che sia fantastico passare una settimana tutti insieme a Parigi?- ho già detto che odio la voce di Aleisha, è così stridula ed io, tra il mal di pancia e il fatto che sono le quattro del mattino, proprio non la reggo.
-Jazzy lo hai portato tu il phone?- Rory fa capolino dal sedile davanti, Michael accanto a lei continua a sorridere.
-Jazzy tu parli bene il francese?- se Aleisha non toglie immediatamente le mani da sopra Luke le sparo in bocca.
-Insomma basta! Jazzy di qua, Jazzy di là, sto male e sono le quattro di mattina, finitela di scartavetrarmi la minchia!- volto il viso verso il finestrino, il silenzio è calato, il mal di pancia è aumentato.
-Jazzy che hai?-
-Le mie cose Luke- lui e gli altri quattro si lasciano andare ad un ‘ooooh’ prima di tornare al loro posto.
-Detto questo io mi metto le cuffie, non voglio rischiare di morire-
-L’ho sempre detto che tu sei il più intelligente Ashton- lo imito cacciando le cuffie nelle orecchie, le note di No Heroes Allowed riempiono tutto, la canzone mia e di Luke.
Non so quanto tempo passo ad ascoltare la musica, so solo che ad un certo punto sento un leggero picchiettio sulla spalla, mi volto e un paio di occhioni azzurri mi guardano dolcemente.
-Mi dispiace per prima…non volevo farti arrabbiare- tolgo definitivamente le cuffie arrotolandole e gettandole nella borsa, mi volto verso Luke e appoggio la testa sulla sua spalla.
-No scusa tu, è che quando sto male per il ciclo sono sempre arrabbiata- giocherella con le mie dita prima di incastrarle con le sue, posa le sue labbra sulla mia fronte.
-Perché non provi a dormire un po’amore? Magari il dolore ti passa- alzo gli occhi verso il suo viso, osservandolo in ogni sua sfaccettatura: i capelli biondi che ricadono lunghi su una guancia, gli occhioni azzurri che si guardano intorno, le guanciotte piene e morbide che mi piace baciare e strizzare, le labbra rosee e lisce, ho avuto il ragazzo perfetto accanto e non me ne sono mai accorta. Sorrido. –Perché mi guardi in questo modo?-
-Perché mi piace quando mi chiami amore o quando fai il fidanzato premuroso-
-Quindi ti piaccio sempre, visto che IO sono sempre un fidanzato premuroso- calca la parola ‘io’ ed io alzo un sopracciglio.
-Mi stai forse dicendo che io non sono dolce?-
-Più che altro a volte risulti un tantino acida ma va bene così- si avvicina portando le sue labbra sulle mie, sorridiamo insieme in quel bacio, prima che lui inizi a lasciarmene tanti piccoli e veloci sulle labbra.
-Luke, Jazzy, se cominciate così dove arriveremo a fine settimana?- la voce della professoressa fa giurare tutta la classe verso di noi, io e il biondo ci stacchiamo e le mie guance diventano rossissime.
-Da nessuna parte, tanto Jazzy ha il ciclo- Luke scoppia a ridere come un pazzo, io sgrano gli occhi.
-Michael Gordon Clifford questa è la volta buona che ti attacco le palle all’ala dell’aereo- mi sporgo indietro verso il suo sedile per prendere il suo gracile collo tra le mie mani, ma Luke mi afferra per i fianchi e mi trascina giù circondandomi con le sue braccia.
-Buona Jazzy-
-Ma hai sentito che ha detto?! Cioè…non ci credo!- il biondo ride lasciandomi un bacio sulla guancia, io mi rilasso e mi lascio andare tra le sue braccia. –Cazzo il mal di pancia è tornato-
-Perché non provi a dormire un po’? Di solito ti passa sempre con una bella dormita-
-Come fai a saperlo?-
-Sweetheart ti conosco da tanto, so come curare ogni tuo piccolo malessere, dalla malattia al cuore al ciclo- mi accuccio contro il suo petto, le sue labbra si posano velocemente sulle mie.
-Mi canti qualche canzone?-
-Certo amore- canticchia sottovoce Beside you ed io piano piano mi addormento, stretta al petto di Luke mi sento sempre al sicuro.
 
-Et voilà, la France- Calum salta tre scalini in un colpo e spalanca le braccia con fare teatrale, Michael gli tira una scoppola ridendo.
-Allora sweetheart questo è l’inizio della nostra settimana super romantica- Luke sussurra quelle parole al mio orecchio ed io rido, il suo braccio continua a stare intorno alle mie spalle. Ashton si gira verso di noi e ci scatta una foto.
-Ash ma che cazz…?-
-Mi piace scattarvi foto, siete coccolosissimi, come due unicorni- scoppiamo a ridere mentre lui ci mostra la foto, effettivamente siamo venuti bene, o almeno Luke di sicuro.
-Mandamela dai- Luke si volta verso di me, mi strizza le guancia con una mano e mi scocca un bacio sulle labbra. –Ma quanto ti amo io?-
-Ma quanto sto per vomitare? Dio-
-Michael sei un acidazzo-
-Ehi bambolina, sei tu quella col ciclo- mi fa l’occhiolino mentre si dirige a passo svelto verso il nastro trasportatore, Michael Clifford non tornerà in Australia, questo è poco ma sicuro.
-Tranquilla, te la prendo io la valigia-
-Luke già che ci sei puoi prendere anche la mia?-
-No Aleisha- le rivolgo un sorriso a trentadue denti, Rory si avvicina a me col suo bagaglio e mi batte il cinque.
-Vorrei anche io un ragazzo come Luke, ti tratta come una principessa, anzi ti ha sempre trattato come una principessa!- rido osservando il biondo alle prese con la mia e la sua valigia che lo fanno finire rovinosamente per terra.
-Stai bene Lukey?- gli sposto il ciuffo biondo che ora gli ricade davanti agli occhi, lui sorride.
-Solo il didietro un po’ammaccato per la botta…tu? Tutto okay il mal di pancia?-
-Sì ma non vedo l’ora di arrivare in albergo, farmi la doccia e buttarmi sul letto-
-Fai bene, sta sera ci diamo alla pazza gioia- Calum improvvisa un balletto insieme ad Ashton, mi chiedo sempre più spesso che droga usino.
-Sono d’accordo con Cal, sta sera tutti al Moulin Rouge- Mike dal canto suo improvvisa un balletto di can-can, io e Rory ci sbattiamo una mano sulla fronte, quei quattro non sono normali.
-Come faremo ad uscire?-
-Tranquillo Luke, la prof ha detto che la sera possiamo uscire, basta rispettare il coprifuoco-
-Cal te le sei pensate proprio tutte…comunque Lukey, luce dei miei occhi, tu sta sera al Moulin Rouge non ci metti piede- gli scocco un bacio sulla guancia prima di dirigermi verso il pullman. In quel momento la suoneria del mio iPhone mi riporta alla realtà, mia madre.
-Pronto ma’?-
-Tesoro! Sei arrivata? Tutto okay? Il ciclo?-
-Sì mamma tutto okay, solo un po’ di mal di pancia-
-Con Luke?- in quel momento il biondo prende posto accanto a me, posa le labbra sulla mia guancia e l’orecchio sul cellulare per sentire.
-Ciao Kareeeeennn- mia madre dall’altro capo ride, da quel che ho capito, durante tutto il periodo in cui sono mancata quei due hanno stretto uno strano rapporto.
-Ciao Luke, aveva appena chiesto di te- mi ruba il cellulare dalle mani e se lo porta all’orecchio.
-Puoi stare tranquilla, mi occupo io di Jazzy-
-Allora è fottuta-
-Michael, ma tutte queste battute oggi? Comunque questa era bella- il biondo ride battendomi il cinque, Luke ci guarda malissimo.
-Ah ah ah, come siete spiritosi. Allora io sta sera me ne vado coi ragazzi- mi avvicino a lui che alza il sopracciglio sospettoso.
-Hemmings tu provaci è quella sarà l’ultima cosa che vedrai, ricordati che posso ucciderti e far sembrare il tutto un incidente- sorride avvicinando le sue labbra alle mie, pochi centimetri li dividono.
-E’ una minaccia o una promessa?- rido e lui mi segue, faccio per baciarlo ma poi gli sposto la testa con una manata.
-Un dato di fatto Luke- tutto il resto del viaggio verso l’hotel lo passo scattando foto dal finestrino, molte delle quali vengono rovinate dalla presenza delle dita di Cal e Luke o dai capelli di Mike ed Ash, santa pazienza.
L’albergo si trova proprio al centro di Parigi e sembra tanto uno di quei castelli delle fiabe, ha l’aria romantica. L’interno è totalmente ricoperto di parquet e sopra le nostre teste dominano enormi lampadari fatti di Swarovski, dalle finestre si vede un’enorme distesa di verde ed un magnifico roseto, credo di essermi innamorata di questa città.
-Rachelle Dover e Jazmine Greyson, camera 102- allungo il braccio verso quello della prof che mi consegna la chiave magnetica.
-Michael Clifford, Luke Hemmings, Calum Hood ed Ashton Irwin, camera 104-
-Non ci credo siete accanto a noi- Luke mi sventola sotto gli occhi la chiave della camera tutto soddisfatto, sarà una lunga settimana. –Beh almeno mi potrai portare la valigia-
-Ovviamente- per arrivare alle nostre stanze saliamo su una scala a chioccia con la ringhiera dorata e gli scalini trasparenti, io mi guardo intorno spaesata e meravigliata.
-Assomiglia al castello delle fiabe-
-Per forza, hanno saputo che veniva una principessa- Luke mi scocca un bacio sulla guancia, Rory e Mike si lasciano andare a conati di vomito finti.
-Fate per una settimana così e vi uccido-
-E poi sono io quella col ciclo…ci vediamo più tardi ragazzi- passo la carta davanti alla fessura e davanti ai nostri occhi si apre una bellissima camera bianca con un’enorme portafinestra che dà proprio sul roseto. I letti sono divisi da un comodino dove vi sono poggiati il telefono e l’abat-jour, una scrivania troneggia sotto il televisore al plasma, l’armadio è quasi il doppio di quello di casa mia e dentro al bagno una vasca ad idromassaggio. –Rory io da qui non me ne vado più-
-Nemmeno io- esce fuori nel balcone e caccia un urlo che mi fa saltare il cuore in gola.
-Rory che succede?!-
-Quegli stronzi dei tuoi amici mi hanno fatto spaventare- da fuori fanno capolino le quattro teste di Luke, Michael, Calum ed Ashton che se la ridono a più non posso.
-Te l’avevo detto che abbiamo la stanza accanto alla tua, contenta?- Luke si avvicina prendendomi per i fianchi e attirandomi contro di lui, gli altri si lasciano andare agli ormai consueti fischi.
-Sì, ma ora volatilizzatevi, devo farmi la doccia, sciò-
-Va bene mon amour…comunque la Dixon ci ha dato appuntamento tra un’ora nella hall-
-Farò in tempo- rido e quando finalmente escono ne approfitto per entrare in bagno e liberarmi di quei dannati vestiti.
-Ehi stai attenta a non sporcare, non voglio le tue macchie di sangue per tutto il bagno-
-Evviva la finezza Rory- in quel momento il display del mio iPhone si illumina rivelando un messaggio di Luke.
Lukey😅💖🎶
Mi sono dimenticato di darti un bacio prima di andarmene, e di dirti che ti amo

Allegato con il messaggio una sua foto con le labbra a papera come se mi stesse dando un bacio, rido per quanto sia buffo e per quanto io trovi la cosa dolcissima.
Sei adorabile💖
Quando finalmente sia io che Rory siamo tutte belle, profumate e cambiate, scendiamo sotto, Luke ha il telefono attaccato all’orecchio, starà parlando con sua madre sicuramente.
-Sì mamma, tranquilla…ehi!- con un balzo di fortuna prendo l’iPhone dalle sue mani sorridendo e portandolo all’orecchio.
-Ciaooooo Lizzzzzzzz-
-Ciao Jazzy- ride dall’altro capo del telefono. –Come state?-
-Benissimo, ora ci fanno andare a fare shopping-
-Mi raccomando, stai attenta a Luke-
-Sì tranquilla, un bacio, ci sentiamo- il biondo di fronte a me mi guarda con le braccia conserte e il sopracciglio alzato. –Che c’è?-
-Hai interrotto la mia chiamata-
-L’hai fatto pure tu- gli faccio la linguaccia e lui mi tira per tutta risposta una scoppola.
-Andiamo ragazzi, su su- la prof ci fa salire tutti sul pullman, l’eccitazione di tutti è palpabile.
-Ho parlato con la prof, ha detto che sta sera possiamo uscire- Michael tutto esaltato comincia a saltare con le ginocchia sul sedile seguito a ruota da tutti i rappresentanti della razza maschile.
-Le hai chiesto per dopodomani?- il biondo aggrotta la fronte alla domanda di Luke e lui sospira rumorosamente. -Per il mesiversario mio e di Jazzy, Mike! Ti avevo detto prima di uscire dalla camera se glielo chiedessi tu-
-Aaaaah…me lo sono dimenticato- Luke sbuffa e si alza.
-Sto tornando amore, visto che qualcuno ha una memoria di merda-
-Visto che qualcuno ha una memoria di merda- ridiamo per l’imitazione che Michael fa di Luke, in quel momento mi volto verso Calum con un sorriso a trentadue denti.
-Caaaaaaal-
-Jazzy…-
-Che cosa ha in mente Luke per il nostro mesiversario?-
-Oh no, no, no, non riuscirai a farmi parlare- Calum fa il segno della cerniera che va a chiudere le sue labbra, io sbuffo passando ad Ashton.
-Aaaashhhhh-
-Jazzy non ci provare- sbuffo sbattendo le ciglia dei miei occhi viola, di solito funziona sempre.
-Andiamo ragazzi-
-Jazzy fidati, sarà così bello che ci ringrazierai per non averti detto niente- Ashton posa le sue mani sul mio braccio ed io lascio perdere.
-Va bene, va bene- in quel momento Luke torna tutto sorridente, passa il suo braccio intorno alla mia vita ed io cado su di lui, ride.
-Allora sweetheart, ho parlato con la professoressa e ci ha dato il permesso di staccarci dal gruppo per festeggiare il nostro mesiversario, sarà perfetto- si blocca un attimo, io mi mordo il labbro pensierosa. –Che succede Jazzy?-
-Niente è che…lo sai meglio di me che non ho mai avuto un ragazzo e la cosa…la cosa un po’mi spaventa perché non so come comportarmi- il suo volto si apre in un sorriso, la sua mano si posa sulla mia guancia prima che le sue labbra si congiungano con le mie.
-Andrà tutto bene amore, fidati di me-
-Va bene-
Il pullman ci porta nel centro di Parigi e la professoressa ci dà due ore di tempo per fare shopping. Ovviamente mi separo da Luke che va con i ragazzi mentre io mi faccio trasportare da Rory.
-Allora Jazzy dobbiamo trovare un abito trés magnifique per la tua cena con Luke- guardo Rory con il sopracciglio alzato e le braccia conserte.
-Quindi sarà una cena eh?-
-Cosa?- quando Rory mente parla sempre in falsetto. –Ti prego non dire niente a Luke, mi ucciderebbe e userebbe la mia pelle per i tamburi della batteria di Ash-
-Va bene, va bene, terrò la bocca chiusa…dimmi almeno come mi devo vestire, sai che non sono abituata a queste cose-
-Lo so, per questo ci sono io- prende una cruccia a cui sta attaccato vestitino grigio perla-beige con la parte di sopra ricamata a fiori e l’orlo leggermente arrotondato. –Prova questo su su- mi spinge dentro un camerino ed io faccio come dice lei per poi uscire.
-Allora?-
-Ti sta veramente bene- mi volta verso lo specchio sorridendo. –Indosserai questo per l’uscita con Luke-
-Sempre che non succeda qualcosa prima- la risata malvagia ed irritante di Aleisha riecheggia per tutto il negozio.
-Ripetimi perché non posso ucciderla e poi gettare il corpo nella Senna-
-Perché poi ci costringerebbero a cercarla- faccio un lieve cenno di sì con la testa, probabilmente ha ragione, non voglio andare ‘Alla ricerca di Aleisha’.
Passiamo l’intero pomeriggio per negozi e dopo un po’ io lamento un languorino.
-Rory andiamo a mangiare, Rory andiamo a mangiare, Rory…-
-CAZZO JAZZY HO CAPITO CHE HAI FAME!- prende un respiro profondo prima di parlare di nuovo. –Chiama Luke e fatti portare a prendere un gelato-
-Buona idea- digito sulla tastiera quel numero che ormai so a memoria e dopo un paio di squilli la voce pimpante del biondo si diparte per tutto l’apparecchio.
-Amoreeeee-
-Lukey dove sei? Ho fame e Rory non mi vuole portare a mangiare- ride dall’altro capo del telefono, ha una risata così bella.
-Sono al negozio di musica alla fine della strada con i ragazzi, raggiungimi lì e ti porterò a prendere il gelato-
-Va bene, sto arrivando- mi incammino velocemente fino al negozio, dovevo immaginare che quei quattro fossero lì. Luke sta guardando una chitarra come un ragazzo normale guarda Megan Fox in costume da bagno, Calum dorme sulla panca con il dito in bocca, Mike guarda gli strumenti con fare filosofico ed Ashton sta dando prova della sua bravura con la batteria. –Ciao chitarrista biondo che fa impazzire il biondo- arrivo alle spalle di Luke cingendogliele con le braccia, lui sorride e mi scocca un bacio sul naso.
-Ti piace?- mi mostra una chitarra bianca con occhi sognanti, è davvero bella.
-Sì…ma non ne hai una nera a casa?-
-Appunto, nera non bianca- scuoto la testa mentre lui la fissa ancora come se avesse visto la madonna.
-Lo sai che se spunti con una nuova chitarra tua madre te le spacca in testa vero?-
-Molto probabilmente…allora volevi prenderti un gelato bambolina?-
-Sìììììì- gli salto sulle spalle e lui afferra le mie gambe al volo portandosele lungo i fianchi, io poggio la guancia contro la sua testa. –Finalmente stiamo un po’ insieme-
-Stavo per dire la stessa cosa- quando finalmente affondo un cucchiaio in una quantità industriale di gelato mi accorgo veramente di essere a Parigi. La Torre Eiffel che si vede da lontano, la gente che passeggia mano nella mano, io e Luke che ci dividiamo una coppa gigante di gelato, tutto perfetto. –A cosa pensi amore?-
-Che ora è tutto pe…- Luke non mi fa finire la frase che mi getta il cucchiaio in bocca contro le mie proteste. –Ehi!-
-L’ultima volta che lo hai detto, Luke è spuntato dal nulla al mio sedicesimo compleanno- rido gettandogli il gelato in faccia, lui impreca e si pulisce facendo la stessa cosa con me.
-Okay ora basta o ci butteranno fuori a calci-
-Je t’aime mon cherie- prende la mia mano e vi posa le labbra sopra, io continuo a ridere.
-Wow allora non hai dormito per tutte le lezioni-
-In teoria questa sarebbe una delle poche cose che so dire quindi…non è che chiederesti il conto tu al posto mio?- scuoto la testa alzando la mano e chiamando in cameriere. –Tu invece sei bravissima e quando parli ti viene anche la erre moscia-
-Non so se prenderlo come un complimento o altro- ride alzandosi e tendendomi la mano che io afferro al volo.
-Vorrei restare qui per sempre, con te, sarebbe perfetto-
-Beh anche in Australia non è che le cose ci stiano andando piuttosto male dopotutto- lui sorride ma la suoneria del suo telefono ci riporta alla realtà.
-Era Mike, dice che dobbiamo tornare- sbuffo alzandomi ed imprecando contro l’inconsapevole biondo che ogni volta manda all’aria i nostri piani.
Una volta che siamo sistemati sul pullman belli bellini io poggio la testa sopra la spalla di Luke che sorride divertito.
-Ti stai addolcendo per caso?-
-Sì…sei contento ora Hemmings?- per tutta risposta lui ride, ride di cuore, e in quel momento mi rendo conto che ne è valsa la pena lottare, lottare per lui, lottare per noi.
-Fortuna che siamo arrivati presto, stavo morendo di fame-
-Luke ma se ci siamo calati una coppa di gelato che non finisce mai-
-Lo so Jazzy, ma io ho sempre fame- si siede improvvisamente ad un tavolo e mi tira per la mano per farmi stare accanto a lui.
-O mio dio Lukey sei incinto, te lo avevo detto che dovevamo prendere delle precauzioni!- Michael, io ed Ashton scoppiamo a ridere mentre Luke tira un pezzo di baguette a Calum mormorando un ‘coglione’.
-Posso sedermi qui?-
-Levati Aleisha, ci sono io qui- Rory tira un colpo di anca alla bionda che inciampa nella custodia per chitarra nuova che Michael si è appena comprato e che casualmente, e sottolineo casualmente, si trova in mezzo ai piedi e finisce sopra un cameriere facendogli rovesciare tutta la pasta sul pavimento, tutti ridono, sarà una lunga gita.
-Jazzy ho la netta sensazione che c’entri tu in tutto questo-
-Io Luke? Come avrei potuto se ero accanto a te tutto il tempo?- mi fissa con gli occhi sgranati e spaventati, quel ragazzo a volte mi stupisce davvero.
-Non lo so, ma ormai ho imparato che sei capace di tutto- tutti scoppiano a ridere ed io gli tiro uno spintone. Okay la storia del Bronx e tutto il resto, ma alla fine io sono una brava ragazza, non farei mai del male…okay forse nel caso di Aleisha le augurerei di trovarsi in una vasca piena di amichevoli piranha, visto che secondo il mio modestissimo parere lei è una parola che fa rima con sottana ma…o mamma mia mi sto intrippando di brutto.
-Jazzy tutto okay?- mi scuoto sentendo le parole di Michael e scosto il piatto davanti a me, mi è passata la fame a quanto pare.
-Non lo mangi?- guardo disgustata Luke con la bocca piena, ripeto, fortuna che è bello.
-No prendilo pure piccolo Hemmingsauro- lui sorride sornione afferrando il piatto al volo. –Scusate io salgo in camera, non mi sento molto bene-
-Ehi Jazzy vuoi che venga con te?-
-No tranquilla Rory, mi addormento un po’ e vi raggiungo per uscire- lei fa un lieve cenno di sì con la testa ed io sospiro, almeno se l’è bevuta, non posso mica dirle che ci sono rimasta male per il fatto che Luke pensi che sia peggio di un sicario.
Il problema è che ora mi sembra di dover fare sempre attenzione a come mi comporto con lui, alle cose che devo dire, alle cose che faccio, perché lui sembra sempre così perfetto ai miei occhi ed io non sono semplicemente alla sua altezza, non lo sono mai stata.
Esco fuori ed un vento fresco mi scombina i capelli ramati e azzurri, dall’albergo si vede alla perfezione la Torre Eiffel e una spia nella mia testa mi ricorda che tra due giorni sarà il nostro primo mesiversario. Appoggio la testa contro la ringhiera e lascio che i capelli svolazzino sotto seguendo la scia del vento mentre ancora io devo capire quale sia la mia e come fare a seguirla. Ho solo quindici anni ed ho già troppi pensieri della testa, pensieri su un futuro che non speravo di avere, perché mai un attimo nella mia vita ho pensato che sarei riuscita a liberarmi di Bruce, mai, o di riuscire a cavarmela bene con la malattia. So che dovrei operarmi ma il punto è che io penso sempre di riuscire a cavarmela con le mie sole forze, senza dover chiedere aiuto a nessuno, una parte di tutto ciò è dovuto a mia madre, lei non ha mai combattuto e quando ho deciso di farlo io mi sono ritrovata da sola in guerra, l’ultimo soldato sopravvissuto del fronte.
Il punto è che ci sono anche tantissime cose che nascondo a tutti, che nascondo a Luke. Per esempio non gli ho detto del concorso di scrittura che ho vinto, dio Liz se ne è vantata per una settimana, mi tratta sempre come una figlia, e Luke non sa che il tema parla di lui, non sa che quel tema sull’amore quel giorno l’ho scritto pensando a lui. Luke non sa che Mark mi ha aumentato al dose di pillole perché il mio cuore non riesce più a lavorare bene, Luke non sa che mi faccio tanto la forte quando invece vorrei solo stare sempre tra le sue braccia, Luke non sa che ho una fottuta paura di perderlo da un momento all’altro.
-Allora, hai intenzione di mostrare l’aria di poeta maledetta per tutta la settimana o mi dici cosa ti è successo?- mi giro e la figura di Rory compare in penombra, io continuo a guardare il cielo stellato.
-Sai che da questa parte dell’emisfero si possono vedere costellazione che dalla nostra parte non possiamo scorgere? Per esempio la cintura d’Orione-
-Devo dire che tutto questo è molto affascinante e denota la tua totale attenzione durante le lezioni di astronomia ma io ora sono qui perché voglio sapere cosa ti è successo-
-Non voglio più sembrare una cattiva ragazza, hai sentito quello che ha detto Luke no?- Rory getta le braccia al cielo come in attesa di qualche aiuto divino che però non arriva.
-Ma certo, come posso non essermene accorta? Il problema è sempre e solo Luke Hemmings, che cogliona-
-Dai Rory sono seria-
-E lo sono pure io! Dai sembra che tu sia l’unica che non capisce che quel ragazzo muore per te, farebbe la qualsiasi solo per vederti sorridere! Dio solo sa quanti soldi sta spendendo per il vostro mesiversario ed io non capisco perché tu ti debba attaccare a queste piccole cose, a volte sembra che tu voglia che lui ti lasci-
-E se non fossi adatta a lui? E se non fossi abbastanza?- posa le sue mani sulle mie spalle facendo un respiro profondo, sono convinta che stia combattendo contro se stessa per non darmi uno schiaffo.
-Jazzy, ho dovuto lottare come una matta per non farlo entrare in camera e considera che hanno la stanza qui accanto quindi sentono tutto-
-Sì forse hai ragione- mi blocco notando solo adesso un dettaglio importante. –Un momento, i ragazzi sono in camera?-
-Sì perché?- mi avvicino al separé di plastica che divide i balconi delle due camere tirando un pugno fortissimo, qualcuno dall’altra parte sobbalza.
-Perché c’è troppo silenzio, infatti qualcuno ci sta ascoltando, vero ragazzi?- quattro testoline fanno capolino da dietro e dal modo in cui Mike si massaggia l’orecchio deduco che quello più vicino fosse lui. –No dico ci stavate spiando?-
-Più che spiare volevamo sapere cosa vi steste dicendo…e credo che tu mi abbia fatto diventare sordo-
-Siete incredibili! Andiamo Rory, dobbiamo prepararci per sta sera- io e la bionda ci chiudiamo la porta alle spalle e lei mi guarda con due occhi a cuoricino. –Perché mi guardi in questo modo?-
-Ti prego, ti posso vestire io? Sono anni che aspetto questo momento- sospiro lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, anche se provassi a controbattere vincerebbe lei.
-Va bene- inizia a saltare per tutta la stanza lasciandosi andare a gridolini, io già mi pento di averle detto sì.
Venti minuti dopo indosso il mio vestito dei quindici anni, i miei occhi viola sono messi in risalto da uno strato di matita verde e le mie labbra da un velo di lucidalabbra rosa.
-Non riesco a camminare sui tacchi Rory-
-Non mi importa, ce la devi fare, ed ora andiamo che siamo in ritardo- mi trascina per un braccio mentre io mi tengo il vestito che, rigorosamente senza bretelle, rischia di cadermi.
-Jazzy, Rory, mancavate solo voi-
-Ci scusi- nel momento in cui incrocio gli occhi di Luke lui sorride portando una mano dietro la nuca, è troppo tenero.
-Non sei arrabbiata per prima vero? Cioè non volevamo, io personalmente non ho sentito niente-
-Tranquillo Luke, è tutto okay- come volevasi dimostrare i ragazzi hanno vinto e sta sera vanno a vedere il Can-Can e Luke insiste perché io vada con lui, sono l’unica ragazza.
-Jazzy ti sei mai presa una sbronza?- guardo Mike posando la guancia sulla mano, un sorriso sornione si apre sul suo volto.
-Michael non pensi che lo sapresti visto che passo con voi la maggior parte del mio tempo?- il biondo per tutta risposta va scivolare davanti ai miei occhi un bicchierino contenente un liquido arancione che ha l’odore di medicinale.
-Rimediamo allora-
-Mike ti è andato di volta il cervello per caso?!- Luke sbotta spostando il bicchiere dal mio campo visivo.
-Cosa c’è di male scusami? Mi reputi capace di far cadere Aleisha con la sola forza del pensiero tra poco e non posso prendermi una piccola sbronza?- Ashton ci fissa a bocca aperta mentre io e Luke siamo occhi negli occhi.
-Va bene Jazzy, fai come vuoi, ma se ti senti male vai da Michael sta notte, non da me-
-Va bene!- non so dopo quanti bicchierini comincio a perdere la ragione, so solo che ad un certo punto inizio a sparlare e a raccontare a Luke tutta la verità. –Mi hai fatto arrabbiare prima, perché mi reputi capace di fare del male alla gente?-
-Non volevo Jazzy, era una battuta-
-Tu non sai quanto bene ti voglio, se avessi letto il tema del concorso, quello di cui tua madre si è vantata per settimane, lo sapresti- Luke tira fuori dalla tasca un foglietto bianco stropicciato in cui sembra essere stata fotocopiata la mia scrittura.
-Intendi questo?- sgrano gli occhi e lui si lascia andare ad un sorriso dolce prima di prendermi la mano. -Usciamo dai- l’aria fresca della sera mi fa tornare parte dell’autocontrollo, Luke si siede sulla panchina e mi attira sulle sue gambe.
-Come fai ad averlo?-
-Non grazie a te, questo è ovvio, me lo ha dato mia madre dicendo che dovevo assolutamente leggerlo- mi mordo il labbro iniziando a dondolarmi avanti e indietro, Luke porta una mano dietro la mia schiena per impedirmi di cadere.
-Lo hai letto?-
-No, aspettavo che tu mi dicessi la verità, porto questo fogliettino in tasca da circa due settimane- me lo porge ed io sospiro, lo apro delicatamente ed inizio a leggere.
Fino a qualche tempo fa se mi avessero chiesto cosa è l’amore avrei risposto alzando le spalle, sviando la domanda verso un’altra direzione. Ma da un po’di tempo le cose sono cambiate e credo di aver dato la mia personale definizione a questa parola.
Per me l’amore non è solo quello tra due fidanzati, non è solo baci, abbracci, San Valentino e cose del genere. L’amore può essere anche quello di un’amicizia, perché per amore di una persona puoi tenerlo all’oscuro di qualcosa che sai che lo ferirebbe, è annullarsi per l’altro, per proteggerlo da qualsiasi cosa al mondo.
Se penso all’amore mi vengono in mente i miei amici, quattro ragazzi ed una ragazza senza i quali non credo che sarei qui a scriverne. Molte volte quando la vita, la mia vita in particolare, si è fatta troppo dura hanno saputo gettarmi un’ancora e salvarmi dal mare in cui stavo affogando, e questo non è amore per caso? Per tutta la vita ho cercato di evitare questo sentimento lasciando che tutte le emozioni mi si scrollassero di dosso senza sapere che ne ero immersa fino al collo. Perché tutto questo? Perché avevo paura, una terribile paura di diventare vulnerabile, paura che qualcuno potesse scalfire la corazza che mi ero creata in quindici anni di vita e diventare egli stesso il mio scudo. Non sapevo che stava già succedendo, ogni giorno che passava sempre di più.
Ed ho rischiato, ed ho rischiato tutto per tenerlo al sicuro, ho rischiato tutto quello che avevo, e quando pensavo di aver fallito sentivo come una voragine dentro al petto, ma non capivo che era amore, o forse non lo volevo ammettere, perché farlo sarebbe stato quasi una sconfitta, la sconfitta di quella partita che ormai da anni avevo con la vita, ma non capivo invece che io stavo vincendo, vincendo nel modo più assoluto.
Ed ora quando penso all’amore mi viene in mente anche quello di una madre, di una madre che mi ha accolto settimane a casa sua e mi ha trattato come una figlia, nonostante il pericolo costante, ed anche l’amore di una madre che non aveva coraggio ma che in fondo per sua figlia avrebbe fatto tutto.
Quindi quando mi dicono che esiste solo una forma d’amore io non posso crederci, perché l’amore ha mille colori, sfaccettature, sfumature. Per esempio l’azzurro: l’azzurro non ha solo quella tonalità ma può essere più chiaro, più scuro, ma alla fine è sempre azzurro no?
Perché proprio questo colore vi starete chiedendo, perché per me l’amore è azzurro, l’azzurro dei suoi occhi, quel colore così chiaro e accesso che per molte mattine è stato la prima cosa che ho visto quando aprivo gli occhi. Azzurro è la luce, lui è la mia luce, l’unica che c’è stata per molto tempo nella mia vita, lui è l’azzurro in contrasto col viola dei miei occhi, le tenebre, il buio, quello che ho nel cuore e che sto cercando di combattere ancora oggi.
Azzurro è la sua risata, cristallina e limpida, il suo modo di non capire niente il più delle volte, la sua testardaggine nel voler fare sempre le cose a modo suo, nel suo prefiggersi di salvarmi.
Azzurro è il colore delle punte dei miei capelli, perché quando li ho fatti eravamo lontani e quel colore mi ricordava lui, azzurro è il cielo perché l’amore che provo per lui è fino alla luna e ritorno, azzurro è il mare perché io mi ci perdo sempre ne suoi occhi, azzurro è il colore della sua camicia di jeans che gli sta da dio, azzurro è il colore della sua stanza dove ho passato tante notti abbracciata a lui cercando di soffocare il senso di paura e solitudine che provavo.
Azzurro è la prima cosa che penso quando sento la parola amore, azzurro è la sua voce che canta per farmi addormentare, azzurro siamo io e lui.

 Quando finisco di leggere noto gli occhi di Luke leggermente lucidi, le labbra leggermente curvate e le mani che si torturano.
-Hemmings ti sei commosso?-
-Lo sai Jazzy, tu sei una fottuta stronza- lo guardo a bocca aperta, non mi aveva mai parlato in quel modo ma poi il suo viso si apre in un sorriso. –Sei una fottuta stronza perché non mi hai parlato subito di questo tema, dio è bellissimo?-
-Davvero?- mi alzo dalle sue gambe portando le mani sulle braccia, fa freddo sta sera.
-Sì! Lo amo quasi quanto amo te- ripiega il fogliettino e lo mette sta volta dentro il portafoglio. –Quando torniamo a Sydney ne voglio fare un’altra copia così questo resterà sempre nel mio portafoglio e l’altra me l’appendo in camera- sorrido e lui si toglie la camicia di jeans lasciandola cadere sulle mie spalle, io rido per la maglietta con lo smile gigante.
-Non hai freddo?-
-Nah, mi hai fatto così tanto incazzare prima quando ti sei presa la sbronza che mi sono riscaldato anche abbastanza- ride ed io in quel momento sento il mio stomaco iniziare a contorcersi e tutto quello che ho bevuto risalire su. –Stai per vomitare?-
-Credo di sì-
-Oh merda, torniamo all’albergo su-
-Ma non avevi detto che se mi fossi sentita male sarei dovuta andare da Michael?-
-Chi se ne fotte di quello che ho detto prima!- in cinque minuti siamo di nuovo all’hotel, Luke apre la camera ed io mi fiondo in bagno vomitando anche l’anima. –Beh come prima sbronza hai retto bene-
-Mi sento la testa pesantissima-
-Passerà entro domani mattina- faccio per alzarmi ma cado per terra, Luke se la ride. –Forse è meglio se dormi qui sta notte-
-E se la Dixon se ne accorge?-
-Nah-
-Voglio la tua maglietta con lo smile però- Luke sbuffa biascicando un ‘mi fotti sempre le magliette’ e mi lancia la maglia rimanendo a torso nudo. –Se mi andassi a prendere il pantalone del pigiama in camera mi faresti un piacere.
-Altro sua altezza?-
-No grazie- dopo essermi cambiata mi sdraio accanto a lui con la testa appoggiata sul suo petto mentre gioca con i miei capelli.
-Mi farai uscire fuori di testa un giorno di questi lo sai vero?-
-Luke voglio parlarti di alcune cose prima di ritornare del tutto cosciente e nascondertele ancora- lo sento irrigidirsi, il suo respiro si fa più concitato ed i suoi occhi non mollano il soffitto.
-Così mi fai preoccupare però-
-Tu mi reputi capace di far del male alla gente?-
-Andiamo Jazzy ti ho detto che scherzavo!-
-Il problema è che io mi sento sempre…inadeguata a te- sospira prima di stringermi contro di lui, è buio ma posso scorgere perfettamente i suoi occhioni azzurri che brillano come due zaffiri lucenti.
-Jazzy se chiedi a chiunque, a qualsiasi ragazzo della scuola, a mia madre, alla mamma di Cal o a quella di Ash o di Mike, ti darà sempre che Luke Hemmings è stato fatto per Jazzy Greyson e Jazzy Greyson è stata fatta per Luke Hemmings, è un dato di fatto, una cosa certa, come che io sono un grande chitarrista, che Michael è il più pazzo di tutto il gruppo, che Calum si shippa con la stessa intensità con cui le ragazze shippano Jelana o come il fatto che Ashton non troverà mai una ragazza se continua a chiamare la sua batteria ‘bimba’ o ‘amore’- scoppio a ridere contagiando anche lui poco dopo.
-Ashton è dolcissimo, ve la farà vedere a tutti un giorno-
-Il punto è Jazzy che io non riesco ad immaginarmi con nessun altra ragazza che non sia tu, non ci sono mai riuscito e non credo che mai ci riuscirò- mi accuccio ancora di più contro il suo petto, le sue braccia mi avvolgono interamente il busto. –C’era qualcos’altro di cui volevi parlarmi?-
-Mark ha aumentato la dose delle pillole, sembra che la mia malattia stia peggiorando-
-Porca merda Jazzy! Non puoi sganciare tre bombe del genere in una sera!-
-Okay, okay scusa, ma ti prego non ti arrabbiare- lo afferro per le spalle e lo riconduco vicino a me, lui sospira rumorosamente. –Ho solo bisogno che tu mi dica che andrà tutto bene-
-Non sei così forte come dai a vedere, perché non ti lasci andare un po’?-
-Perché ho paura-
-Paura di cosa-
-Di cadere-
-Sweetheart se cadi io ti prendo al volo, promesso- preme le sue labbra dolcemente contro le mie e tutta l’ansia sembra andarsene. –Devi lasciarti amare Jazzy, devi lasciarti tutto alle spalle, il Bronx, Luke, Bruce, tutto, è finita adesso, quel che conta ora siamo io e te e nessun altro, ce la puoi fare a tornare la ragazzina che ho conosciuto tanti anni fa?-
-Ci proverò Lukey, te lo prometto- la luna illumina leggermente il suo corpo lasciando scorgere un piccolo sorriso che nasce sul suo volto.
-Sei il casino più grande e più bello della mia vita Jazzy Greyson ed io ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo…ma ora dobbiamo dormire perché sono le tre di notte e alle sette suona la sveglia- rido strofinando il naso contro il suo collo, si stringe contro di me ancora di più e si lascia andare anche lui alle risate.
-Mi canti qualcosa per farmi addormentare?-
-Ma mi hai preso per un jukebox o cosa?-
-My heart’s a stereo and beats for you so listen close- inizia a ridere fortissimo gettando la testa all’indietro e rischiando di sbattere contro il comodino.
-Va bene, va bene hai vinto tu…comincio dalla solita?-
-Sì Hemmo, ormai mi conosci troppo bene- e quando inizia ad intonare Wherever you are io capisco che non c’è altro posto in cui dovrei stare se non qui, tra le sue braccia.

Sbam!

Okay, so che non aggiorno da tanto e mi dispiace, ma questi ultimi giorni sono stati frenetici e ieri e l'altro ieri ero a Milano e ancora non connetto abbastanza bene, cioè non posso credere di averli visti e pensate che quando i 5sos sono usciti io sono andata verso la ringhiera, ho urlato 'Ashton I love you more than spaghetti' e lui si è girato e mi ha mandato un bacio asdgdhhdh.
Anyway, torniando al capitolo, ma quanto è dolce il nostro Hemmo **? E' proprio il fidanzato perfetto e sta riuscendo a sciogliere il cuore della nostra Jazzy awwwww.
Ora mi dileguo, ho parlato anche troppo, un bacio, Ossidiana xx
   
 
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