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Autore: hinata 92    01/07/2014    6 recensioni
Song fic ispirata dall'omonima canzone di Vecchioni e che ripercorre una vita di pensieri di Fergus de Paperoni per il figlio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Paperon De' Paperoni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Glasgow, 1880

 

 

Paperone...

Figlio chi t'insegnerà le stelle
se da questa nave non potrai vederle?
Chi t'indicherà le luci dalla riva?
Figlio, quante volte non si arriva!

Mi chiedo se non ho fatto un errore a permetterti di partire.

Sei da solo in un mondo sconosciuto. Ti avrò dato i mezzi per poter sopravvivere? Ho fatto il mio dovere di padre?

O ti ho mandato a morire delegandoti ciò che avrei dovuto fare io?


Chi t'insegnerà a guardare il cielo fino a rimanere senza respiro?

 

Mio fratello Angus sarà in grado di guardarti? Quel pazzo fratello di Manibuche?

Sei tu più adulto di lui, figliolo, a volte. Chi guarderà chi?


Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio

 

Disperato figliolo, corso dall’altra parte del mondo per dare a noi un tozzo di pane.

Cosa ti rimarrà della nostra amata Scozia nel tuo cuore?

Cosa ti rimarrà di noi?

 
dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio

 

Dove ti assomiglio, figliolo?

Cosa hai preso da me, da me che non mi mossi mai da Glasgow?

Da me, che morirò dove sono nato?


soffocato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,

disperato figlio, figlio, figlio.

 

Questa è la mia paura, figliolo.

Sii tu, piccolo mio, sii l’uomo che è cresciuto da quel ragazzino dolce e generoso che mollò tutto per la sua famiglia.

Sii tu, non essere il mondo rabbioso e disperato che ci circonda.

Sii tu, e basta.

 



Colle Fosco, 1885

 

 

Figlio chi si è preso il tuo domani?
Quelli che hanno il mondo nelle mani.

 

Così ho pensato per tutta la vita.

Questo ho pensato dei Wiskerville.

Ho passato una vita intera a chiedermi cosa sarebbe stato di te, di noi, se fossimo vissuti nel castello che ci spettava.

Cosa sarebbe cambiato?

 

Figlio, qui la notte è molto scura,
non sei mica il primo ad aver paura;

 

Bambino, sei con una spada in mano a combattere l’onore del Clan.

Sono felice? Non lo so, piccolo mio, non lo so.

Il mio cuore scozzese sì, il mio cuore di padre no.

Temo gli imbrogli dei Whiskerville.

Temo per la tua vita, messa in gioco solo per un principio.


non sei mica il solo a nuotare sotto
tutte due ci abbiamo il culo rotto:

 

Sto affogando con te, figliolo, sento il respiro venire meno.

Sento il fiato di un padre che mi lascia, sdegnoso perché non ho fatto nulla per salvarti.

Perché ti sei salvato da solo.

Devo esserne orgoglioso o vergognarmi?

Oh, Paperone...

 
non ci sono regole molto chiare,
tiro quasi sempre ad indovinare;

 

Già, non ci sono regole chiare su come si fa il padre, soprattutto in questo tempo, in questo mondo.

Mio padre avrà avuto la vita più facile? Non lo so, figliolo, non lo so.

 
figlio, questo nodo ci lega al mondo:
devo dirti no e tu andarmi contro, tu che hai l'infinito nella mano
io che rendo nobile il primo piano;
figlio so che devi colpirmi a morte e colpire forte.

 

Io rappresento un mondo che va sparendo. Tu sei l’emblema del futuro.

Io mi attaccherò a questo castello, tu ripartirai senza guardarti indietro, ormai lo so.

Avrò fatto bene quel giorno?

Ancora non lo, ma è troppo tardi.

Non posso chiederti di tornare indietro.

Non sono ancora così egoista.

Sono ancora troppo orgoglioso.

 

 

Colle Fosco, 1902

 



Sei tornato, bambino mio, sei tornato!

Ma con quegli abiti, quell’aria strafottente...

Sei ancora tu, piccolo mio?

 

Figlio, chi ha cambiato il tuo sorriso?
Quelli che oggi vanno in paradiso.

 

Sono stato io, mandandoti via.

 

Chi ti ha messo questo freddo nel cuore?
Un padre col suo poco amore.
Chi l'ha mantenuto questo freddo in cuore?
Un padre col suo troppo amore.

 

Ora che vedo quello che ho temuto, per un attimo mi pento.

 
Figlio, chi ti ha tolto il sentimento?
Non so di che parli, non lo sento.

Cosa sta passando per la tua mente?
Che non credo a niente.

 

Ma è un attimo. Sei cambiato, ma vedo ancora l’ombra del bambino che eri.

E ne sono felice.

Sì, ora so che era giusto così. Che se le cose non fossero andate così, oggi non saresti tu, saresti qualcun altro.

E io voglio te, Paperone, voglio il mio bambino. E nessun altro.

 Fai il duro, figliolo, perché questo che ti ha insegnato il mondo.

Quello che ti ho insegnato anch’io.

E ora so che è stato un buon insegnamento


Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio
calpestato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,
adorato figlio, figlio, figlio.

Vai ora, bambino, porta con te le tue sorelle, vai verso il futuro.

Fai tesoro della tua, della mia, nella nostra vita.


Dimmi, dimmi, dimmi cosa ne sarà di te?
Dimmi, dimmi, dimmi cosa ne sarà di te?
Dimmi cosa, dimmi cosa ne sarà di me?

 

Ora che il mio cammino è finito, so cosa sarà di te.

E so che ho svolto il mio compito nel migliore dei modi.

Vai bambino mio, vai per la tua strada, che è ancora molto lunga.

Sarò sempre qui ad attendere il tuo ritorno, senza stancarmi, senza perdere le speranze, come ho fatto per tutta la vita.

Come farò per tutta la morte.

 

 

Ciao!

E alla fine ho fatto anch’io una storia su Paperone. Anzi, in realtà su Fergus de Paperoni. È che mi è venuta sott’occhio (anzi, sott’orecchio) questa canzone di Vecchioni e non ho potuto non pensare alla Saga. Ho tagliato un paio di frasi e modificato “madre” con “padre”, ma per il resto è fedele.

Spero che vi sia piaciuta!

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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