Glasgow, 1880
Paperone...
Figlio chi t'insegnerà le stelle
se da questa nave non potrai vederle?
Chi t'indicherà le luci dalla riva?
Figlio, quante volte non si arriva!
Mi chiedo se
non ho fatto un errore a permetterti di partire.
Sei da solo
in un mondo sconosciuto. Ti avrò dato i mezzi per poter sopravvivere? Ho fatto
il mio dovere di padre?
O ti ho
mandato a morire delegandoti ciò che avrei dovuto fare io?
Chi t'insegnerà a guardare il cielo fino
a rimanere senza respiro?
Mio fratello
Angus sarà in grado di guardarti? Quel pazzo fratello
di Manibuche?
Sei tu più
adulto di lui, figliolo, a volte. Chi guarderà chi?
Figlio, figlio, figlio, disperato giglio,
giglio, giglio
luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
Disperato figliolo,
corso dall’altra parte del mondo per dare a noi un tozzo di pane.
Cosa ti rimarrà
della nostra amata Scozia nel tuo cuore?
Cosa ti
rimarrà di noi?
dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio,
figlio
Dove ti
assomiglio, figliolo?
Cosa hai
preso da me, da me che non mi mossi mai da Glasgow?
Da me, che
morirò dove sono nato?
soffocato giglio, giglio, giglio, figlio
della rabbia e dell'imbroglio,
disperato figlio, figlio, figlio.
Questa è la
mia paura, figliolo.
Sii tu,
piccolo mio, sii l’uomo che è cresciuto da quel ragazzino dolce e generoso che
mollò tutto per la sua famiglia.
Sii tu, non
essere il mondo rabbioso e disperato che ci circonda.
Sii tu, e
basta.
Colle Fosco, 1885
Figlio chi si è preso il tuo domani?
Quelli che hanno il mondo nelle mani.
Così ho
pensato per tutta la vita.
Questo ho
pensato dei Wiskerville.
Ho passato
una vita intera a chiedermi cosa sarebbe stato di te, di noi, se fossimo
vissuti nel castello che ci spettava.
Cosa sarebbe
cambiato?
Figlio, qui la notte è molto scura,
non sei mica il primo ad aver paura;
Bambino, sei
con una spada in mano a combattere l’onore del Clan.
Sono felice?
Non lo so, piccolo mio, non lo so.
Il mio cuore
scozzese sì, il mio cuore di padre no.
Temo gli
imbrogli dei Whiskerville.
Temo per la
tua vita, messa in gioco solo per un principio.
non sei mica il solo a nuotare sotto
tutte due ci abbiamo il culo rotto:
Sto
affogando con te, figliolo, sento il respiro venire meno.
Sento il
fiato di un padre che mi lascia, sdegnoso perché non ho fatto nulla per
salvarti.
Perché ti
sei salvato da solo.
Devo esserne
orgoglioso o vergognarmi?
Oh,
Paperone...
non ci sono regole molto chiare,
tiro quasi sempre ad indovinare;
Già, non ci
sono regole chiare su come si fa il padre, soprattutto in questo tempo, in
questo mondo.
Mio padre
avrà avuto la vita più facile? Non lo so, figliolo, non lo so.
figlio, questo nodo ci lega al mondo:
devo dirti no e tu andarmi contro, tu che hai l'infinito nella mano
io che rendo nobile il primo piano;
figlio so che devi colpirmi a morte e colpire forte.
Io rappresento
un mondo che va sparendo. Tu sei l’emblema del futuro.
Io mi
attaccherò a questo castello, tu ripartirai senza guardarti indietro, ormai lo
so.
Avrò fatto
bene quel giorno?
Ancora non
lo, ma è troppo tardi.
Non posso
chiederti di tornare indietro.
Non sono
ancora così egoista.
Sono ancora
troppo orgoglioso.
Colle Fosco, 1902
Sei tornato,
bambino mio, sei tornato!
Ma con
quegli abiti, quell’aria strafottente...
Sei ancora
tu, piccolo mio?
Figlio, chi ha cambiato il tuo
sorriso?
Quelli che oggi vanno in paradiso.
Sono stato
io, mandandoti via.
Chi ti ha messo questo freddo nel
cuore?
Un padre col suo poco amore.
Chi l'ha mantenuto questo freddo in cuore?
Un padre col suo troppo amore.
Ora che vedo
quello che ho temuto, per un attimo mi pento.
Figlio, chi ti ha tolto il sentimento?
Non so di che parli, non lo sento.
Cosa sta passando per la tua mente?
Che non credo a niente.
Ma è un
attimo. Sei cambiato, ma vedo ancora l’ombra del bambino che eri.
E ne sono
felice.
Sì, ora so
che era giusto così. Che se le cose non fossero andate così, oggi non saresti
tu, saresti qualcun altro.
E io voglio
te, Paperone, voglio il mio bambino. E nessun altro.
Fai il duro, figliolo, perché questo che ti ha
insegnato il mondo.
Quello che
ti ho insegnato anch’io.
E ora so che
è stato un buon insegnamento
Figlio, figlio, figlio, disperato giglio, giglio, giglio
luce di purissimo smeriglio, corro nel tuo cuore e non ti piglio
dimmi dove ti assomiglio figlio, figlio, figlio
calpestato giglio, giglio, giglio, figlio della rabbia e dell'imbroglio,
adorato figlio, figlio, figlio.
Vai ora,
bambino, porta con te le tue sorelle, vai verso il futuro.
Fai tesoro
della tua, della mia, nella nostra vita.
Dimmi, dimmi, dimmi cosa ne sarà di te?
Dimmi, dimmi, dimmi cosa ne sarà di te?
Dimmi cosa, dimmi cosa ne sarà di me?
Ora
che il mio cammino è finito, so cosa sarà di te.
E so
che ho svolto il mio compito nel migliore dei modi.
Vai
bambino mio, vai per la tua strada, che è ancora molto lunga.
Sarò
sempre qui ad attendere il tuo ritorno, senza stancarmi, senza perdere le
speranze, come ho fatto per tutta la vita.
Come
farò per tutta la morte.
Ciao!
E
alla fine ho fatto anch’io una storia su Paperone. Anzi, in realtà su Fergus de Paperoni. È che mi è
venuta sott’occhio (anzi, sott’orecchio) questa canzone di Vecchioni e non ho
potuto non pensare alla Saga. Ho tagliato un paio di frasi e modificato “madre”
con “padre”, ma per il resto è fedele.
Spero
che vi sia piaciuta!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
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