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Autore: tributideldistretto9e3_4    01/07/2014    1 recensioni
Non ero cosciente del perché di queste mie reazioni, ma Peeta era tutto ciò che avevo e adesso non ho più nulla. Vederlo in quello stato mi turba, un senso di inquietudine mi assale e mi abbandono ad una doccia calda. Snow non aveva distrutto solo il mio passato, ma anche il mio futuro.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                          PROLOGO
 
Non è per niente facile. Camminare da sola tra le macerie di ciò che un tempo è stata la mia casa, la cornice storica della mia infanzia (per quanto la si possa definire così), delle mie sfuriate, dei miei commerci al forno, della mia vita, della mia e di altre migliaia di persone che hanno vissuto qui e che hanno avuto come ultima immagine impressa nella loro memoria il distretto 12 andare a fuoco, cadendo in distruzione, nell’oblio silenziosamente, con esso. Una fitta al cuore mi blocca e mi accascio a terra, sul Prato. Qui sotto sono seppelliti tutti coloro che hanno perso la vita innocentemente, a causa mia, lo so che non lo ammetterà mai nessuno, ma è tutta colpa mia. Se io fossi semplicemente morta in quella dannata arena, se non avessi tirato fuori quelle bacche, sarebbero tutti vivi, sarebbero tutti qui. Cerco di farmi forza per rialzarmi, ripetendomi che tutto questo però, le loro morti e i sacrifici di tutti i morti in questa guerra, hanno reso possibile una Panem nuova, diversa, libera, da Snow e dagli Hunger Games. Continuo a ripetermi che tutto questo è servito a qualcosa, che se io fossi morta in quell’arena, loro sì, sarebbero vivi, ma sarebbero imprigionati nella misera vita che conducevano e la tortura della povertà di pensiero e di vivere continuerebbe, e presto sarebbero morti, di fame, di stenti, non da eroi, non per una vita migliore per quelli che verranno. Questi pensieri si accavallano ad altri, si scontrano con il turbinio di immagini di Rue, Prim, Cinna, Finnick…ricaccio le lacrime e chiedo perdono, per l’ennesima volta, a loro, se non gli ho permesso di condurre la vita felice che meritavano, sto per sprofondare in quel baratro di inespressività fuori dal mondo che mi circonda e ripeto il mio gioco: “Sono Katniss Everdeen. Ho 17 anni. Amavo cacciare. Sono sopravvissuta agli Hunger Games. Due volte. So cantare. Sono la Ghiandaia Imitatrice. Abito nella mia casa nel villaggio dei vincitori accanto a quella di Peeta.” Il gioco si bloccò, interrotto da un nuovo pensiero: Peeta.
 
 
Il vecchio Peeta, il mio ragazzo del pane, non esisteva più. Me ne ero fatta una ragione, oramai parlavamo di rado, ci vedevamo di rado. Il ragazzo che mi cullava tra le sue braccia nella notte per scacciare i miei incubi, che zittiva dolcemente le mie urla, non esisteva più. Peeta era stato depistato, aveva perso quasi ogni memoria di me, dei nostri momenti, della sua vita, non aveva quasi più nulla, solo il terrore, che lo assaliva durante la notte o durante il giorno senza scrupoli, strappandolo alla sua vita e trascinandolo con forza in pensieri orribili e falsi. Ogni tanto lo spiavo dalla mia finestra, lo intravedevo dipingere fino a tarda notte e molto spesso tutta la notte, procurandosi scure borse sotto gli occhi. Quello era il suo modo per scacciare gli incubi, me lo aveva spiegato qualche tempo fa, quando ero andata a portargli il pranzo cucinato da Sae, come sempre. Non riuscivo a capire come riuscisse a rivivere scene avvenute nell’arena o durante la guerra che lui non ha mai propriamente visto con i suoi occhi, mi chiedevo come ci riusciva, mentre io mi svegliavo madida di sudore e urlante la notte a causa di quelle scene, che lui dipingeva con tale disinvoltura. Così quel giorno mi disse - E’ la mia auto-protezione. E’ la stessa cosa di raccontare i sogni, li allontani dalla tua mente, scarichi quelle visuali raccontandole, ti tranquillizzi e a volte ci ridi su. Per me è la stessa cosa, disegnandole, gettandole su quelle tele, riesco a liberarmene parzialmente, perché non riuscirei mai a raccontarli a voce…mi aiuta, in qualche strano modo.- mi guardò qualche minuto, leggermente imbarazzato, aspettando una mia risposta, e le parole uscirono dalla mia bocca senza che ci potessi ragionare su -L’importante è che tu stia bene, se questo ti tranquillizza allora ok.- poi senza aspettare una sua eventuale risposta o reazione, mi catapultai fuori dalla stanza, scendendo di corsa i gradini dello zerbino e tornando in casa mi rinchiusi in camera, non cenai e Sae se ne andò presto. Non ero cosciente del perché di queste mie reazioni, ma Peeta era tutto ciò che avevo e adesso non ho più nulla. Vederlo in quello stato mi turba, un senso di inquietudine mi assale e mi abbandono ad una doccia calda. Snow non aveva distrutto solo il mio passato, ma anche il mio futuro. 
 

 
 
 
Note delle autrici
Siamo tornate per tormentarvi!
Credevate che vi foste sbarazzati di noi?
Ok ,dopo lo sclero mattutino, dico due cose serie.
Punto primo: è stata Ime a scrivere questo capitolo. Io mi sono limitata a ridere leggendo qualche fanfiction comica sui Miserabili e ad annuire ogni tanto in direzione di Ime e ridere come una che si è appena incannnata.
Intanto lei mi guardava come si guarda una povera deficiente con crisi mentali dovute alle troppe ff e al fatto che qualcuno aveva shippato Eponine (lo so che si scrive con l’accento, ma non mi va di scriverlo in minuscolo u.u) con Jean Valjean…
Tornando alla storia, è stata Ime a scriverla, ed ha crisi isteriche  poiché crede che come  prima fanfiction che ha scritto faccio schifo. Pora stellina…..
Fra un paio di giorni dovremmo aggiornare…
Non vi diamo tempi precisi, perché si sa, l’ispirazione va e viene…
Ah, penso che domani aggiorneremo la nostra serie sui miserabili. Abbiamo idee per cinque capitoli buoni…
Scusatemi per i miei scleri, ma mi sono svegliata solo poche ore fa e sono ancora mezza rincogl… addormentata (Ime dice che prima o poi mi riprenderà e metterà il video su youtube..).
P.s nel punto in cui non si legge, ci sarebbe una battuta di katniss che dice "L'importante è che tu stia bene, se ti tranquillizza allora ok.", se lo mantenevamo scritto tra le virgolette basse non si vedeva nulla, perciò abbiamo dovuto metterlo tra trattini... Au Revoir et Vive la France!

Ime&Jo
 
   
 
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