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Autore: attla    23/08/2008    3 recensioni
Cosa potrebbe pensare di noi umani, una sogliola che sta per essere cucinata in una padella di olio bollente?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre sognato essere un umano, avere due possenti braccia per catturare tutto, due mostruose gambe per correre dovunque e quella faccina goffa rotonda con due occhi messi li apposta per guadare tutt’attorno…

posso descriverlo perché un giorno ne ho visto UNO!...e mia madre diceva: “meglio così!”.

Ma più di tutti invidiavo i polpi! Le loro fantastiche ventose,i superbi muscoli,la sinuosa e nel frattempo forte movenza come la propulsione che la faceva nuotare e la spingeva dove voleva…

Ma a dir la verità neanch’io ero brutto (ma quaggiù nessuno lo era,sono tutti così buffi!): vivevo a 150 metri di profondità,ero molto simpatico-lo so perché me lo diceva chiunque- con la mia famiglia – combattente ed onesta – avevo una cresta nera – ma non troppo –  riccia – ma non troppo -  ero magro – ma non troppo – bianco – ma non troppo - e molto socievole – forse un po’ troppo! –

Mi piaceva conoscere il mondo,captare suoni e colori, o qualunque altra cosa…Mi piaceva anche riprodurre (i suoni,intendo) e i miei compagni mi dicevano che lo sapevo fare anche molto bene! È vastissimo il mondo marino…Dall’Italia alla Grecia…dalla luce al profondo. Ecco io amavo il profondo…scendevo sempre più giù fino a quando non sentivo la mia pelle raggrinzarsi (lo stesso di quando ci viene quando ci cucinate!). Nuotavo verso il basso per conoscere altri/e amici/che…non importava quanto la creature che conoscevo erano pericolose o deficienti per le battute che facevano (una volta 2 sgombri mi dissero: “guarda…una sogliola” e l’altro: “sembra un pesce lavato e stirato!!”…o un’ARINGA mi disse: vita piatta la tua?Eh?”.Gli risposi: “te la farò pagare SALATA” ,anche se ero cosciente che io non ero all’altezza…)

Ero (come tutte le altre sogliole) piccolo. Poco più di 12 bollicine,avevo minuscole pinne color marrone ( avevo una presa di merda,devo ammetterlo!) al contrario di quella zoccola della razza che si diverte a scheletrizzarci…(tipo pena di morte americana), o quella bastarda della seppia che gode a sporcarci….o quella troia della murena che se la spassa a strozzarci!...io non ero un guerriero, né ero bravo a difendermi…avevo solo un aspetto alquanto aerodinamico che mi permetteva di scappare via rapido senza affaticarmi.

Ma già da piccolo il destino stava consigliando di stare attento….ero sceso a 300 m, stavo guardando le bastardate che riusciva a fare il pesce ragno,stavo andando ancora più giù ma mi fermai appena vidi qualcosa di intrecciato,viscida e antipatica…ma piuttosto allettante,sembrava un’attrazione da luna park – oh quanto avrei voluto andarci almeno una volta-. Quando sgranai gli occhi  mi accorsi di una presenza umana…ma quasi marina…era tutto nero,con pinne lunghissime,occhi plastificati e uno zaino deforme dietro la schiena che liberava molteplici bollicine –piccoli come gamberetti o grandi come meduse- me ne accorsi subito che non era una creatura del nostro regno ,anche se era ben mimetizzato. Era li dietro la rete ci guardammo (era decisamente superiore) ma non mi lasciai intimorire…c’era la rete! Cazzo un ostacolo anche per lui!- pensai. Ma quel pezzo di merda non voleva me (o almeno per ora),era armato di una lama gigantesca – a primo impatto, l’avevo scambiata per un pesce spada – e si era messo a tagliarci tutti quegl’alberi colorati e capaci di riflettere la luce che con fatica avevamo piantato. Per poi che farsene,dico??Mica noi veniamo a tagliare i vostri!(sempre se li avete).

Mi avvicinai alla rete ancora di più…e allora che velocemente sfoderò la sua angusta mano…Pensava di fottermi…il bischero! Mi scansai e si vide surclassato da una merda di creatura insignificante e risalì…lo raggiunsi…e si infastidì…ero quello che volevo fra l’altro. Ma arrivò finalmente alla piccola vasca che galleggiava – come cazzo fa a galleggiare – mi chiesi. Era passato un minuto da quando era risalito…ma finalmente gettò la sua arma letale…un arpione con un crostaceo infilzato…avevo fame…allora mi avvicinai…lo afferrai coi denti…vidi l’ombra del pescatore sogghignare…Pensava di fottermi…il bischero!...io lo sfilai delicatamente.

Era ottimo!. Un letame di arma…non un’arma letale!

 

Ma quello era un preavviso. Dopo la scomparsa di entrambi i miei genitori,rividi la rete…ma ormai ero grande…quasi 20 bollicine…ben messo molto più agile di allora e rispettato…come desiderava mio padre.

La rete,invece,più piccola e volli riprovare il brivido…che stronzo! E pensare che da piccolo ero meno coglione! Rimasi li imprigionato come un pesce schiavo romano,appeso con un pirla! Mi sentì tirare da su,pensai ai miei 2 figli sopravvissuti, Piz e Galin! Neanche il tempo di salutarli…poi la luce immensa…LO VIDI FINALMENTE…il vostro regno…-una merda devo dire- Vidi anche i pesci agonizzanti che fluttuavano e si dimenavano…poi una mano mi afferrò –altro che delicatamente!-, quegli umani sudici…sudici come l’acqua in cui mi gettarono. Mi faceva compagnia una murena…racchiusa in uno spago perché si stesse ferma…ma la bocca la teneva libera…e mi disse: “Moriraaaaai”. La pisciai in bocca affinché stesse zitta!

Dopo parecchi viaggi,sempre all’oscuro, e allo stremo delle forze, - avevo anche imparato a trattenere il fiato mirabilmente – mi ritrovai in una cassa gelida –sembrava che mi trovassi nelle acque del polo – in cui rimasi congelata per un bel pezzo.

Ora è l’ora di pranzo (così ho capito che si chiama), in questo preciso istante mi trovo ad altezza 15 cm dalla padella (così ho capito che si chiama), sono intontito e mi sento svenire…il calore mi assale…sento gli scoppiettii delle bollicine bollenti dell’olio…mi rasserenai pensando che ora stavo per conoscere anche il regno del cielo…prima un brivido freddo …lungo la schiena…che non riuscì ad arrivare alla meta perché subito dopo lo raggiunse uno di temperatura molto superiore…un’ uomo mi tiene dalle pinna posteriore…mi manca il fiato…voglio svenire…ma prima ascoltai l’ultimo discorso dell’uomo che era in compagnia dei 2 suoi figli…credo…(a meno che oltre bastardo,fosse anche cornuto)

“papà”-disse la femmina-era piccola,aveva i capelli lunghi mossi e biondi, gli occhi lucidi quasi entrambi coperti da una mano – “non riesco a guardare, secondo te soffrirà??” …il padre stava per rispondergli: “Piacere al cazzo che soffrirà” …poi si accorse della presenza della mamma…e corresse: “no non soffrirà…non vedi che è felice di farsi ammazzare per farci mangiare?” 

- contento il cazzo!...stavo per gridargli!

Per fortuna il figlio maschio era più solidale:“ dai buttalo…voglio vedere i suoi occhi uscire fuori e le budella ribollire nello stomaco”- poi aggiunse –“muori essere stupido!”

Me ne fregai…tanto ormai…

Sento le dita del boia allentare la presa…tutto mi si ferma attorno…tutto mi si oscura…sto ricordando,in un attimo, tutto quello che avevo fatto in vita…ma ormai mi stavo concentrando sulla mia imminente morte…e gridai a squarciagola…

VAFFANCULO UMANI!

Non so se mi sentirono.

 

                                                                                            ReD

 

 

Ringrazio davimod e Kisha dattebayo per essermi stati vicini per la ben riuscita di questa fanfiction, con i loro consigli,la loro intelligenza e la loro simpatia.

Ringrazio anche IceWarrior, Athenacham e Isy_264 e ancora Kisha per la recensione lasciatami ad: “un amore fra le parole”che potrete trovare inserite dall’autore: davimod,che l’ha pubblicata per me. Inoltre li troverete le altre 2 mie storie: “i guanti tutto-paranti” e “l’intrepido postino”

Ringrazio anche, in anticipo,chi mi lascerà una recensione per questo! Grasias.

 

 

  
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