Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: Berenike_Talia    01/07/2014    2 recensioni
Questa notte il pericolo è ancora presente, ma la solitudine non ha più valore.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
                                          You were there, impossibly alone.                                                                  
 
Felicity è seduta davanti alla scrivania, nella sua camera, nel suo appartamento.
Appesi alle pareti ci sono ancora i suoi vecchi poster dei tempi del liceo, sopra al letto c’è una bacheca con tutte le foto a cui tiene di più. Ce n’è una con i suoi genitori, una con tutta la sua famiglia, ce ne sono alcune in cui si vedono solo dei meravigliosi paesaggi, altre in cui ci sono i suoi amici, sembrano mancare solo Diggle e Oliver.
Probabilmente non finiranno mai lì sopra, pensa Felicity.
Sta sfogliando una rivista, ma non la legge, cerca solo di liberarsi da tutti i pensieri che non la lasciano dormire: la Mirakuru, Slade e il suo esercito, le condizioni di Barry che peggiorano, Oliver.
E’ così assorta nei suoi pensieri che non si accorge dei rumori intorno all'edificio, delle macchine che sfrecciano nella strada sottostante, delle
 persone nell’appartamento accanto che gridano e si divertono.
E’ vero, è sabato sera, pensa. Le sue serate ormai sono completamente dedicate a Oliver, al vigilante. Non è stupida, sa che sta mandando a puttane la sua vita: non ha più un lavoro, non parla più con la sua famiglia, rischia di morire ogni giorno per aiutare Oliver. Tutto questo però non le pesa, finché potrà sostenere il suo amico continuerà a passare nottate in bianco, per hackerare siti governativi, per spendere ogni sua energia nelle missioni del vigilante.

Si ritrova a fissare il muro.
Non devo pensare, non devo pensare, si ripete. Non è tranquilla nemmeno in camera sua.
Oliver l’ha praticamente costretta a restarsene a casa, perché in queste poche ore deve agire da solo, senza nessun aiuto, solo lui e le sue forze nel tentativo di salvare un intero quartiere dalla pazzia omicida di Slade.
Felicity è dubbiosa sulla riuscita del piano, perché in realtà un vero e proprio piano non c’è.
Riprende a sfogliare la rivista, scorre i nomi, i luoghi e le immagini.
 
Qualcuno bussa alla porta.
Felicity salta sulla sedia, è pervasa da un brivido di terrore, non sa cosa fare. Sente tutto intorno a lei diventare silenzioso, non percepisce altro che il battito violento e rumoroso del suo cuore. Va verso la porta, è a piedi nudi, cerca di fare meno rumore possibile. Passa in cucina per prendere qualcosa con cui difendersi, ma nel tentativo di afferrare un coltello fa cadere un piatto che si trovava in bilico sul lavandino.
Perfetto, pensa Felicity, ora sanno che sono in casa.
Arrivata nell’ingresso, mette una mano sulla maniglia, nell’altra ha il coltello.
Dovrò far mettere un occhiello, pensa un secondo prima di aprire.
 
Oliver resta sorpreso nel vedere Felicity con un enorme coltello da cucina in mano.
Indossa i suoi abiti da vigilante.
“Potrei strappartelo dalle mani e ucciderti in meno di un minuto.”
“Non credevo fossi tu. Da quando la Freccia bussa alla porta d’ingresso?”
Oliver la guarda, sul suo viso appare un’espressione docile, che sembra chiederle scusa.
Dopo qualche secondo di indecisione, Felicity lo invita ad entrare, poi si ricorda di dove dovrebbe essere in questo momento. Ha paura di fare domande e di venire a sapere le risposte.
“Posso farti una domanda?” chiede sedendosi accanto ad Oliver, sul divano del soggiorno.
Oliver si limita ad annuire.
“Cos’è successo con Slade?”
Oliver prende un respiro, come per calmarsi, e poi comincia a parlare.
“E’ sempre un passo avanti a noi. Sono arrivato nel magazzino credendo che lui fosse lì, invece il posto era pieno di corpi morti, smembrati. Erano troppi.”
“Davvero non so cosa dire, ma troveremo un modo per fermarlo.”
“Sto cominciando a pensare che sia impossibile fermarlo” dice Oliver mentre si passa una mano sul viso.
Sono distrutti, stanchi di non trovare mai a una soluzione, di arrivare sempre troppo tardi e di vedere così tante persone morire sotto i loro occhi.

Non capisce perché Oliver abbia scelto di stare lì con lei, ma ne è comunque egoisticamente felice.
Felicity poggia una mano sulla spalla dell’altro, spera di essere di conforto, poi riprende a parlare senza sapere nemmeno cosa dire. Apre bocca per cercare di distrarre Oliver.
“Sara e Diggle chiameranno presto, saranno preoccupatissimi.”
“Gli ho detto che mi sarei fatto sentire io entro domani mattina, ma non ti agitare, sono abituati a situazioni come questa. Loro riusciranno a dormire.”
“Già, immagino che avrai notato il pigiama e le occhiaie.”
“E la tazza di tisana” dice Oliver indicandola sul tavolino.
Felicity lo guarda e abbozza un sorriso, ma Oliver non ricambia lo sguardo, al contrario, guarda il pavimento e cerca il coraggio per parlare.
Finalmente lo trova.
“Tutto nella mia vita è sempre stato in bilico, non ho mai avuto nessuna sicurezza…”
Felicity lo osserva, senza capire. Un Oliver mai visto prima le sta scavando l’anima.
“Sono dovuto arrivare all’esasperazione per capire che l’unico punto fisso, l’unica cosa di cui posso essere certo, sei tu.”
Si aspetta un’interruzione, ma la ragazza rimane travolta e immobilizzata dalla confessione. Non si aspettava che il punto del discorso fosse quello, non l’avrebbe mai nemmeno sognato.
Oliver riprende.
“Mi dispiace se ti ho fatto soffrire, ma ero convinto di non poter condividere niente con persone che non avevano provato ciò che avevo provato io. Mi accorgo solo adesso del dolore ch ti ho provocato, della fatica e dell’impegno che impieghi ogni giorno per starmi vicino. Ci siamo immediatamente fidati l’uno dell’altra, questa per me è la cosa più importante.”
Nel frattempo Felicity si è ripresa e ha riacquistato l’’uso della parola.
“Non so che dire.”
“Forse sono arrivato troppo tardi.”
“No, assolutamente no” fa una pausa, prende le mani di Oliver e dice “io sono qui, con te. Capisco che hai bisogno di un po’ di equilibrio e di normalità e che hai anche bisogno di amore.”
Oliver le si avvicina, la sua voce è serena, lui stesso è sereno.
“Ti amo.”
A nessuno dei due sembra vero.
E’ arrivato il momento, per tutti e due, di non vivere più da soli, di abbandonarsi all’altro senza censure.
Le loro mani e i loro corpi si cercano, si trovano.
Si baciano.
Finalmente Oliver e Felicity sono liberi, sono loro stessi, con la persona a cui tengono di più.
In qualche modo si appartengono. Sentendo il corpo dell’altro così vicino, sanno di non essere soli.
Insieme possono farcela, possono sopravvivere all’assurdità delle loro vite.
 
Felicity apre velocemente gli occhi e si ritrova al buio, non sa che ore siano.
E’ sveglia, ma agitata, come ogni notte.
Poi sente il calore del corpo di Oliver, sente il suo respiro profondo e si tranquillizza. Sa che ha lui accanto e che ora può dormire in pace.
Felice.
 
 
                                                                     
 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Berenike_Talia