Salve a tutti! Vi
volevo informare che in questa fic Mello e Matt hanno la stessa
età, 16 anni, e
Near ne ha 14.
Buona lettura a
tutti!^^
MIL
Quel
giorno Mello era
estremamente felice.
Near
aveva la febbre, ed al
test mensile, lui era stato primo. Seguito da Matt.
Il
pomeriggio aveva giocato
tranquillamente in cortile con Matt, vincendo.
A
cena c’era una torta al
cioccolato, e lui ne mangiò un sacco.
Decise
di andare a trovare
Near per fargli uno scherzo. Un brutto scherzo.
Aprì
la porta della sua stanza,
e il piccolo stava dormendo.
“Near..”
Lo squotè un poco
abbastanza da farlo svegliare.
“Mello…?”
Rispose atono
schiudendo lentamente gli occhi.
Mello
cercava di sembrare
buono e dispiaciuto per lui.
“Mi
dispiace Near, mi ha
mandato Roger a dirtelo….”
Near
aggrottò le
sopracciglia. Mello gli mise una mano sopra la sua, e il bianco
arrossì un
poco.
“Roger
ha detto che la tua
non è semplice febbre….”
“E
che cos’è allora?”
Near
si alzò e mise il
cuscino verticalmente così da potersi sedere e appoggiare la
schiena.
“Hai
una grave malattia…hai
un tumore.”
Near
per la prima volta si
tolse la sua solita maschera atona e il suo viso assunse per la prima
volta un
“Espressione”.
“Cioè
cancro? Ha già dato
metastasi? E dove? Nel cervello?
Le
sue pulsazioni del cuore
aumentarono e cominciò a sudare, mentre Mello prendeva
sempre più gusto a
torturarlo.
“Nel
cervello. Mi dispiace
tanto..non c’è niente da fare. Per questo Roger
non ti ha detto niente.”
Near
cominciò a piangere
leggermente, e Mello decise di non andare oltre con le parole. Si
alzò e uscì,
lasciandolo solo a piangere.
Saltellò
per il corridoio,
una cosa mai fatta prima, e incrociò Matt.
“Hei
Matt! Come va?” Sorpreso
di vederlo felice, decise di ignorare la domanda, ed il rosso sorrise:
“Come
mai così felice? Near
sta per morire?” Scherzò, e Mello
scoppiò a ridere, seguito da Matt.
Poi
si salutarono e Mello
entrò in camera, spogliandosi e mettendosi il pigiama. Dopo
si mise a dormire.
La
mattina dopo, si svegliò
piuttosto tardi, e si vestì in fretta, perché
dopo un po’ la mensa chiudeva, e
lui non saltava mai la colazione. Però appena
aprì la porta della sua camera fu
congelato dallo sguardo freddo di Roger, con un piccolo coso accanto a
lui che
piangeva, poi si avvicinò e riconobbe il solito Near,
però con gli occhi gonfi
di chi ha pianto per tutta la notte. Poi Mello si ricordò di
quello che gli
aveva detto il giorno prima e gli scappò un imprecazione che
potevano udire
solo le farfalle con gli ultrasuoni.
“Acc….Eheh,
ciao Roger.” Poi
si rivolse a Near con un finto e grosso sorriso. “Dormito
bene?”
Il
piccolo lo fulminò per la
prima volta, e Mello si tolse quel sorriso.
“Mello…questo
è troppo. Ho
parlato con L.” Mello cambiò subito espressione,
da cane bastonato a cane
morto. Terrorizzato.
“Se
è per lo scherzo, mi
dispiace…”
“Sei
espulso, Mello.”
Spalancò
gli occhi e aprì la
bocca, mentre la rabbia saliva.
“C-come?”
“Mi
dispiace perché una mente
come te….essere così terribile. Mi dispiace.
Avendo 16 anni e un cervello come
il tuo, non avrai difficoltà a crearti una vita al di fuori
di questa scuola.
Puoi andartene quando vuoi, entro domani.” Non lo fece
neanche ribattere, se ne
andò e sparì su per le scale.
La
prima cosa che il suo
cervello riuscì a formulare fu solo
“Merda.” , poi decise di andare da Matt, e
magari una delle sue magnifiche bugie lo poteva salvare, speranzoso, si
mise a
correre e si fermò quasi subito, perché le loro
stanze erano vicine.
Gli
avrebbe detto sicuramente
cosa fare!
“Cazzo
Mel, che cosa dovrei
dire io?”
“Comeeee?
Sei il mio migliore
amico, inventati qualcosa!”
“Mel,
non è colpa mia se ci
tieni tanto a torturare quel ragazzino. Tanto tra due anni ti
raggiungo, che ho
18 anni! Aspetta in un albergo, cazzo.”
“Si
e mi dici dove lo trovo
un lavoro?”
il
rosso assunse un sorriso
malizioso.
“Un
lavoro ci sarebbe e tu
saresti perfetto…” Poi gli scappò una
risata e Mello, capendo al volo, gli
sferrò un destro su una guancia.
“Lasciamo
stare Matt! Me la
caverò da solo!”
Arrabbiato,
il biondo uscì e
ritonò in camera, cominciando a fare le valigie.
Dopo
pranzo, trascorso in
silenzio assoluto, Roger passò per la camera di Mello e
bussò alla porta. Entrò
ed esclamò senza che Mello potesse dire niente:
“Mello,
L ha detto che sarà
difficile farti trovare un lavoro, quindi ti vuole aiutare..”
Così
dicendo tirò fuori dal
taschino una patente falsa e un portafogli.
“Dora
in poi tu sarai Mik
Vangesser. In quel portafogli ci sono abbastanza soldi da aiutarti.
Mello
lo aprì e vi ci trovò
dentro più di 1.000.000 di dollari. Rimase senza parole.
Bastava a comprarsi
una casa e un lavoro fisso!
“Ehm….credo
che partirò
stasera. Senza problemi.”
“Va
bene Mello. Se vuoi
passare a salutare Matt o qualcun…”
“
No, non si preoccupi,
nessuno.”
Roger
restò un attimo in
silenzio.
“Arrivederci,
Mello”
E
così dicendo Uscì dalla
stanza. Mello avrebbe fatto caso all’arrivederci
più avanti.
Pioveva.
Cazzo che sfortuna. Poi Roger gli
diede un ombrello.
Mello
scese nella Hall con
una valigia con le ruote, e vi restò per qualche minuto.
Aveva fatto scorte di
cioccolato a sufficienza. Gli sarebbe mancato Matt? E persino Near? Non
l’avrebbe mai saputo se non l’avesse provato. Usci
dal cancello pesante spinto
da due uomini e si trovò davanti strade, e negozi ecc. era
bellissimo.
Poi
si diresse verso un Motel
vicino all’orfanotrofio, come per non allontanarsi troppo da
casa, e prese una
camera.
Iniziava
una vita
indipendente? Tutto da scoprire. Mentre prendeva l’ascensore,
insieme a lui
salì un uomo con i capelli neri e un cappello alla James
Bond, maglietta bianca
e jeans. Si sentì molto osservato, poi l’ascensore
arrivò al terzo piano, e
Mello raggiunse la sua camera con molta fretta.