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Autore: alice_perazzona    01/07/2014    1 recensioni
''Il mio nome? Mi conosce, sa come mi chiamo? No, non ci credo. "Scusi, come mai ha fatto proprio il mio nome?" No, impossibile.''
Una parte della mia breve storia. Mi è venuto in mente di scrivere una storia come questa grazie a una mia amica, la quale ringrazio.
Spero che vi piaccia. :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Era una calda giornata, il sole splendeva, e io ero in ritardo. Come sempre, ma oggi stranamente più del solito. Avevo perso il pullman, e mia madre mi urlava contro dalla cucina. Diceva che avevo preso il brutto vizio di alzarmi tardi, e così arrivavo in ritardo a scuola. Ripeteva tutti i giorni le stesse cose, ma io non le imparavo mai. Misi veloce tutto ciò che trovavo sulla scrivania nello zaino, e presi il primo giubbotto che mi era capitato sotto mano. Uscii, e avevo caldo, ma non potevo tornare su a cambiarmi, dovevo salire in macchina. Mia madre, per non farmi arrivare in ritardo, premeva l'acceleratore al massimo, e grazie a lei arrivai in orario. Le mie amiche erano ancora fuori dalla scuola, parlando. La campanella stava per suonare, e io non avevo nemmeno avuto il tempo di sentire un piccolo pettegolezzo. Salii le scale che portavano al secondo piano, e percorsi il corridoio fino alla mia classe. Feci per entrare, ma... Panico. Uno dei ragazzi più carini e più bravi della mia scuola stava per entrare nella mia classe. Lui aprì la porta, e mi fece entrare. Subito dopo entrò anche lui, e si mise a parlare con il professore di disegno. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui. Bello, alto, magro, con le orecchie dilatate, e piercing dappertutto. In più, era un talento naturale. Amava disegnare, ed era davvero bravissimo. Lo conoscevano tutti per la sua arte. Era la perfezione in persona. Comunque, torniamo a noi. Lui uscì, accennando un sorriso verso tutta la classe, e salutando e ringraziando il professore. Il prof non disse niente, e raccontò la sua lezione. Alla fine dell'ora, mi chiamò fuori un attimo. Non sapevo cosa mi volesse chiedere. Poi iniziò a parlare:"Allora Ilaria, poco fa Davide è venuto in classe e mi ha detto che sta cercando un ragazzo o una ragazza che sappia disegnare bene. Gli serve un aiuto per un dipinto e, anche se non dovrei dirtelo, ha fatto il tuo nome." Il mio nome? Mi conosce, sa come mi chiamo? No, non ci credo. "Scusi, come mai ha fatto proprio il mio nome?" No, impossibile. "Di preciso non lo so, ma sia lui che io che tutti quanti sappiamo quanto sei brava. E ti dò un consiglio: vai da lui, fatti spiegare meglio. Parlaci. So che per te è difficile, ti senti una formichina in confronto a lui. Ma parlagli. Magari all'uscita di scuola, lui si ferma sempre qualche minuto nei gradini dell'entrata." Ancora non ci credo. "Okay, grazie prof." Finite le lezioni, uscii, e lo trovai lì, nei gradini, come mi aveva detto il professore. Mi avvicinai e gli sorrisi, e lui mi fece segno di sedermi. Iniziò a parlare del dipinto, e mi invitò a casa sua, dopo pranzo. Ancora non ci credevo. Ci scambiammo i numeri di telefono per eventuali contrattempi, e ci separammo, ognuno per l propria strada. Mangiai di corsa, e mi preparai. Mentre mi lavavo i denti, si illuminò il display del mio iPhone. Era lui. Mi aveva scritto:"Sai, io non devo fare un dipinto con te. Volevo solo parlarti, e questa era una buona scusa. So che è brutto iniziare con una bugia, ma era l'unica cosa che potevo fare. E per questo scusami. Ma se vuoi, possiamo dipingere tutto ciò che ti piace, insieme. Lo spero. Davide:)"
   
 
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