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Autore: itsjadyjady    01/07/2014    0 recensioni
"-Non sapevo che con una canzone ci si potesse innamorare.
E dopo aver pronunciato queste parole tutto ciò che riuscivo a vedere era l'oceano in quel paio di occhi color nocciola."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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-Papà...Papà...Pa'!
-Che succede? Stai uscendo?
-Magari pa', sto andando a letto, a domani.
-A domani principessa.
Come ogni sera mi stavo infilando nel mio dolce e caro letto, questa volta però, con la consapevolezza che la mattina dopo mi sarei dovuta svegliare presto, dopo tre mesi di vacanze estive, per andare in quel posto che i grandi rimpiangono, ovvero: la scuola. Io, in generale, non odiavo la scuola, ma provavo un immenso disprezzo per tutti coloro che ne facevano parte, quindi, per tutte quelle stupide marionette che non facevano altro che imparare lezioni a memoria senza capire niente o senza ragionare con il proprio cervello. Distesa nel mio letto, dunque, non riuscivo a prendere sonno, da una parte perchè la paura di iniziare un nuovo anno scolastico e rivedere tutte quelle facce di merda dei miei compagni di classe mi stava divorando, dall'altra perchè durante l'estate ero solita leggere fino a notte fonda; amavo la notte, era l'unico momento della giornata in cui si poteva avere un po' di quiete, il momento in cui i miei fratelli dormivano, tutte le televisioni erano spente e io potevo concentrarmi sui miei pensieri o su quale essere immaginario John Green potesse aver ucciso senza provare neanche un pizzico di rimorso. Alla fine, penso di essermi addormentata, ricordo solo il rumore assordante della mia sveglia e il pianto del mio fratellino che non voleva vestirsi la mattina dopo. 
Dopo aver indossato il mio fedele paio di Levis e aver fatto colazione, salutati mamma e papà con un bacio velocissimo, scesi alla fermata dell'autobus, ovviamente in ritardo, pronta per prendere il solito 767 per andare a scuola.
Era la prima mattina di una serie di inutili mattine che avrei dovuto passare aspettando un autobus che, forse, non sarebbe neanche arrivato, per andare in un luogo nel quale tutto mi sembrava triste e ostile. 
Non volevo andare a scuola.
Non volevo assolutamente andare a scuola.
  
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