2023
È tutto finito, ormai lottare non serve più.
La barriera di metallo creata da Erik sta cedendo così come le sue forze, presto la
Sentinella riuscirà a forzarla e tutto quello per cui hanno combattuto verrà spazzato via come una
manciata di foglie nel vento.
Charles sente la mano di Erik farsi pesante nella sua, alla fine l’ha capito di
essere stato un maledetto testardo, di essersi impuntato contro il nemico
sbagliato. Charles avrebbe voluto sorridergli, dirgli che è meglio tardi che
mai, ma tutto quello che è riuscito a fare è stato stringergli la mano mentre
il cuore gli diventava piccolo come una noce.
Questo è un addio…
Nonostante tutto il dolore sofferto, le delusioni, Charles non è mai
riuscito a mettere assieme queste tre parole e urlarle per mettere fino a quel
rapporto che a volte era doloroso come un collare attorno al cuore. Ed ora eccole lì, così chiare da farlo
sorridere.
Ci voleva la morte, solo la morte , per fargli dire addio a Erik Lehnsherr una volta e per sempre.
Erik chiude gli occhi, ma è ancora vivo, è un’altra l’anima coraggiosa che Cherles sente lasciare la vita per sempre. L’ultimo grido
di Bobby Drake, coperto dal crepitare delle fiamme che l’hanno avvolto, ha come
unica risposta il singhiozzo disperato della piccola Kitty.
I pensieri dei due, rivolto uno verso l’altra, sono come coltelli piantati
nella testa di Xavier.
Kitty.
Ti amo Bobby.
La Sentinella avanza
nello stretto passaggio che si apre sulla sala che hanno scelto come
teatro nel viaggio temporale di Logan. Erik solleva piano le palpebre mentre
Charles afferra i poggioli della sedia.
Kitty piange
sia per loro che per Bobby che giace cadavere a qualche metro di
distanza e i suoi singhiozzi, per un momento, sono l’unico suono percepibile.
Poi la testa della Sentinella si apre e
Charles capisce che morirà nel fuoco come buona parte dei suoi ragazzi.
Addio Charles…
La voce di Erik è appena un sussurro, tanto che Charles deve faticare per
tenere il contatto con la sua mente sempre più opaca. Stringe i nodi,
la trattiene con tutte le forze, mentre vede la morte prepararsi a scendere su di loro.
Questo sarebbe il momento di dire tanto, di dire tutto e invece le uniche
parole che affiorano nella mente di Charles sono un disperato: Finalmente rimarrai sempre con me.
Sono sempre stato con te Charles, anche quando non lo sapevi.
1973
Charles
solleva la testa di scatto dal guanciale e madido di sudore si guarda attorno
stordito.
È la camera d’albergo che Hank ha prenotato per farlo riposare , gli occorre
qualche secondo per riconoscere la carta da parati da cambiare e i quadri con i
pagliacci tristi.
Sistema la coperta sul corpo e si passa le mani sul viso. Si è
svegliato con la sensazione di qualcuno che pronunciava il suo nome, ma tutto
quello che riesce a sentire, oltre al suo respiro affannato nella notte, è
qualcuno che sta mugugnando le parole Let it be [1]e Gina, la cameriera
del piano, che sta sistemando gli asciugamani nella stanza accanto riflettendo
suo marito Leandro, che forse ha un’altra…Un momento, è Erik la persona che canticchia?
Charles scivola sotto le coperte in preda alla frenesia, si allunga per tirarsi
la sedia a rotelle a portata di mano, ma quando sta per sedersi si ferma a
pensare.
No, non è possibile che sia Erik, deve essere il legame che ha stretto con la
sua mente quando l’ha manipolato per farsi liberare e dargli l’impressione che
sia lì accanto a lui.
Si lascia cadere contro lo schienale della carrozzina dandosi dell’idiota.
Erik mi odia, sarà lontano da Washington
ormai.
-E poi, non si metterebbe mai a canticchiare i Beatles.-
“Let it be, let it be, let it be, let it be
Whisper words of wisdom, let it be
And when the broken harted people
living in the world agree
There will be an answer, let it be”
-Signore ha bisogno di aiuto?-
Gina
la cameriera sorride all’uomo che canticchiando osserva la porta della stanza
21b. Erik scrolla la testa da sotto la tesa del berretto che si è calato sul
capo per non farsi riconoscere, divertito
come non mai che il suo espediente di canticchiare sia riuscito a confondere
Charles -No, signorina. - Il rumore di una serratura che scatta fa aggrottare
le sopracciglia della giovane -Non ho bisogno della chiave.-
FINE.
Il mio esordio nel fandom, se vi va, fatemi sapere
che ve ne pare!
Note e disclamers:
[1] Let it be è
del 1970